L'ultima trovata del Movimento
argentino: il Club di Donatori Italiani MAIE. Un'iniziativa lodevole ma
fondamentalmente falsa.
E spiego subito il perché. Questo club
non esiste, non ha una forma giuridica, uno statuto, un atto costitutivo. C'è
però un formulario già pronto per chi vi vuole aderire. Il MAIE è un partito
politico senza personalità giuridica nella Repubblica Dominicana. Il Club di
Donatori Italiani MAIE potrebbe essere considerato semmai una lista di persone
disposte a donare periodicamente il loro sangue ma non certo un club o
un’associazione.
L'iniziativa dei donatori italiani di
sangue era già nota alla comunità in quanto proposta al Comites dal consigliere
Massimiliano Scerra. Era stata anche approvata, ma la sua implementazione era
stata rinviata in attesa dell'acquisizione di personalità giuridica da parte
del Comites nel paese ospitante. Il consigliere Scerra si è spazientito e ha
spostato il progetto sul Club di Donatori Italiani MAIE (che non esiste).
Si intravede in tutto questo una sorta
di superficialità preoccupante sugli aspetti contrattuali di base.
Tra il Club di Donatori (che non esiste)
e l’Hemocentro Nacional, dove verrà prelevato il sangue, si dovrebbe stipulare
un contratto secondo cui in caso di necessità di “pinte” da parte di qualche
italiano queste dovrebbero essere messe a disposizione immediatamente. Non
sussistendo, però, rilevanza giuridica per quel che riguarda il club, tale
contratto non potrà mai essere sottoscritto. C'è da dire, inoltre, che in tutto
l’incartamento, messo a disposizione dal volenteroso Coordinatore MAIE della Repubblica
Dominicana, non si accenna ai potenziali beneficiari di queste “pinte”. Si suppone che tali siano gli scritti AIRE, ma
non viene precisato da nessuna parte. Inoltre, qualora lo si precisasse, ci si
chiede come potrà essere dimostrata l'iscrizione AIRE in tempo reale?
Potrebbe darsi che il MAIE a un certo
punto esiga che chi vuole beneficiare di queste “pinte" fornisca tutte le
sue generalità preventivamente. In questo caso si verrebbe a istituire un
database importante per le campagne elettorali del “partitino dei furbi”.
Del resto non potrebbe esistere un
contratto tra donatori e ricettori che garantisca che i connazionali in
possesso dei requisiti (che non conosciamo) per beneficiare delle “pinte” le
ricevano veramente. Nella migliore delle ipotesi sarebbe necessario
l'intervento del MAIE attraverso il suo coordinatore nazionale
A quanto sopra va aggiunto che nulla
dovrebbe cambiare rispetto alla prassi attuale che prevede che in caso di
bisogno di sangue si debba andare alla ricerca di un donatore per la
sostituzione della “pinta” da utilizzare ed effettuare il relativo pagamento di
circa 7.000 pesos.
Senz’altro a qualcuno tutto questo
serve. Ricordiamo che in questo paese il sangue, di fatto, è un bene economico.
I donatori sono pochi e chi dona lo fa per un compenso che si aggira sui 2.000
pesos per ogni pinta.
Nel caso in ipotesi, il connazionale che
si reca a donare informerebbe la società che fa il prelievo di essere membro
del club di donatori italiani. Si segnalerebbe così una parte che potrebbe
avere diritto a un qualche compenso. E qui mi fermo. Ognuno faccia le sue
considerazioni…