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lunedì 31 dicembre 2018

Occhio ai “panty”!



Secondo la migliore tradizione dominicana, oggi le donne devono scegliere tra la prosperità economica o l’amore nell’anno entrante. E questo attraverso i “panty” che indosseranno questa notte a cavallo di due anni.
Una decisione complicata. A volte le cose vanno bene per entrambi gli aspetti o per uno solo. E quindi si può optare senza problemi per uno dei due colori oppure per un colore diverso.

L’importante è che il “panty” sia regalato. Una difficoltà facilmente superabile ad esempio con un “angelito”, altra usanza dominicana molto diffusa in questa stagione dell’anno e che equivale a uno scambio di regali al quale partecipano amici e parenti.
Una seconda condizione affinché il rito funzioni meglio è l’uso alla rovescia dei panty. Una volta scoccate le ore 24 dopo gli usuali baci e abbracci, precipitarsi immediatamente in un luogo chiuso, sfilarsi i “panty” e indossarli girati. Questa fase importante può complicarsi se arrivata a mezzanotte sussiste già un certo stato di ebbrezza. Comunque ai pantaloni è fortemente preferibile la gonna.
In attesa della decisione tra prosperità e amore da parte delle connazionali residenti nella Repubblica Dominicana, mi giunge un’informazione di ultima ora: i “panty” gialli non si trovano più in commercio, sono esauriti! Le donne dominicane hanno scelto in prevalenza la prosperità o qualcuno ha fatto incetta dei “panty” gialli per venderli al mercato nero?
Vi saprò dire nel corso della giornata… Nel frattempo auguro a che userà i panty rossi tanto amore nel 2019!

Rituali dominicani di buon auspicio per l’anno entrante




L’ultimo dell’anno è una giornata particolare dove si concentra tutta una serie di tradizioni che variano a seconda delle culture dei popoli.

Nella Repubblica Dominicana esiste una grande varietà di leggende, miti e superstizioni che provengono dalle zone rurali ma che si sono ormai imposte a livello nazionale.

Fortuna, amore, salute e stabilità economica, tutto dipende da una serie di rituali tra la fine dell'anno e l’anno nuovo.

Così, e solo così, si apriranno le porte a un prospero futuro e ci si lascerà alle spalle tutte le cose negative.

Le pulizie sono importanti, in tutti gli angoli della casa. Si buttano via le cose vecchie per attirare energia positiva.

Ecco alcuni dei rituali più famosi per congedare l'anno vecchio e ricevere il nuovo:

L’incenso e la mirra: quasi a mezzanotte le persone bruciano incenso per purificare l'atmosfera della casa e attirare buone vibrazioni ed energia.

Mangiare 12 chicchi esattamente a mezzanotte: per avere 12 mesi di fortuna e prosperità è necessario mangiare un'uva per ogni mese dell’anno, esprimendo ogni volta un desiderio diverso.

Indossare abiti e biancheria intima rossi e gialli: la biancheria gialla per la prosperità e quella rossa per l’amore. Indossare biancheria intima gialla alla fine dell'anno assicura felicità e bei momenti. Meglio se rovesciata cambiandola subito dopo mezzanotte.

Uscire di casa di corsa con una valigia in mano: se il tuo sogno è viaggiare nel 2019, dovresti prendere una valigia e fare il giro dell’isolato in cui vivi, in modo che l'anno prossimo ti si consenta di viaggiare nel paese desiderato.

Accendere candele colorate: accendere una candela pochi minuti prima di mezzanotte il 31 aiuta a rafforzare l'energia del rinnovamento e ad avverare i desideri per il nuovo anno. Le candele gialle per la prosperità, le candele rosse per la fortuna nell’amore, le candele bianche per la spiritualità, le candele verdi migliorano e mantengono la salute fisica e mentale, mentre le arancioni sono per la saggezza e l’intelligenza. Le candele color rosa servono per trovare l’amore ideale, le blu per raggiungere gli obiettivi professionali o per cambiare lavoro e le candele viola per trasformare in positivo quel che c’è di negativo e rimuovere tutte le cattive energie della vita.

Scrivere le cose negative su un foglio di carta e bruciarlo: un altro rituale che deve essere completato prima del primo giorno dell'anno è il rito del fuoco. Su un foglio di carta scrivi quanto di negativo c’è nella tua vita che vuoi vedere scomparire. Prima di mezzanotte, bruci il foglio con una candela bianca.

Bicchiere con acqua, per attirare la prosperità e il benessere: bisogna far bollire l'acqua e quando questa bolle, aggiungerci basilico e maggiorana e spegnere il fuoco; quando l'acqua si raffredda, togliere il basilico e la maggiorana e metterci alcune gocce del profumo personale. Con questa preparazione, dopo aver pulito bene la porta d'ingresso della casa, con una spugna o un panno giallo imbevuto dell’acqua si bagna l'intera porta d'ingresso (dentro e fuori). Per finire, si getta una manciata di riso crudo verso la strada.

Scopare la casa dall'interno verso l’esterno: per eliminare i problemi, i conflitti e le cattive energie dell'anno che termina. Scopare anche se possibile il tetto della casa.

Denaro: ricevere l'anno con delle monete nelle scarpe o in tasca è un simbolo di prosperità economica per il nuovo anno. Vale la pena anche di mettere un piccolo specchio nel portafoglio in modo che il denaro sia riflesso e fluisca sempre.

sabato 29 dicembre 2018

A Pedernales ci sono più cani che persone. Rabbia, eliminazione dei cani e dei gatti e pericolo di epidemie dalle discariche piene di cadaveri di animali





La morte di due bambini con sintomi di rabbia umana a Perdernales ha provocato la reazione dei cittadini che ha iniziato a eliminare i cani randagi.
La proliferazione dei cani randagi sulle strade è fuori controllo e se le autorità non provvedono, spetta ai cittadini cercare di risolvere il problema.
La direzione sanitaria ha invitato la popolazione a prendere precauzioni in presenza della malattia e ha invitato la comunità a recarsi ai centri di vaccinazione.
Nel corso dell’anno a Pedernales sono state morse da cani 255 persone che si sappia e due bambini sono morti per rabbia e ora c’è un terzo bambino che viene tenuto in comma indotto.
Davanti a questa situazione parte della popolazione ha optato per eliminare gli animali, un’azione che ha generato proteste da parte di alcuni residenti nella comunità di frontiera.
I cani di Pedernales, randagi e non, ammontano a oltre 4.700 secondo le autorità sanitarie. Ci sono più cani che esseri umani
I mesi con maggiori aggressioni da parte degli animali sono stati luglio con 33 casi, agosto con 66 e 38 nel mese di dicembre in corso.
A Pedernales secondo il ministro della sanità Rafael Sánchez Cárdenas ci sono famiglie che convivono con 10 e persino con 20 cani e si rifiutano di vaccinarli.
Gli abitanti di questa città temono che si verifichi un'epidemia, a causa delle centinaia di cani uccisi di notte e gettati nella discarica comunale e nelle strade e i cui cadaveri vengono consumati da animali di allevamento che vengono poi sacrificati per la vendita.

Le rimesse e la Repubblica Dominicana



I dominicani che vivono all'estero influenzano direttamente lo sviluppo dell'economia inviando rimesse ai loro parenti nel paese.
Secondo uno studio dell’OCSE presentato lo scorso anno, circa 1,3 milioni di dominicani vivono all'estero con uno status regolare.
A partire dal 2010 fino allo scorso anno, l'ammontare delle rimesse inviate per la Repubblica Dominicana è aumentato del 60,52%, passando da USD 3.682,9 milioni a USD 5.911,8, per una differenza assoluta di US $ 2.228,9 milioni, secondo i dati forniti dal Banco Central (BC).
Dal confronto delle rimesse ricevute nel corso del primo semestre di quest'anno con lo stesso periodo del 2017, si riscontra un incremento del 10,56%, pari a USD 307,4 milioni.
Nei primi sei mesi del 2017, le rimesse registrate erano di USD 2.908.3 milioni, mentre quest'anno ammontano nello stesso periodo a US $ 3.215,7 milioni.
Gli Stati Uniti guidano l'elenco dei paesi che inviano le rimesse, perché è lì che risiede il maggior numero di dominicani della diaspora.
Da gennaio a giugno di quest'anno, i creoli che vivono in quel paese hanno inviato ai loro parenti US $ 2.480,3 milioni, che rappresentano il 77,13% del totale.
Al secondo posto si trova la Spagna, con il 10,75% del totale delle rimesse vale a dire con USD 345,7 milioni.
Province che ricevono più rimesse
Il Distretto Nazionale ha ricevuto il 31,86% delle rimesse, il che equivale a circa USD 1.024,5 milioni.
Al secondo posto si colloca la provincia Santo Domingo che riceve USD 477,5 milioni, cioè il 14,85% del totale.
Gli abitanti di Santiago ricevono il 9,87% delle rimesse, per un totale di USD 317,4 milioni.
Seguono la provincia Duarte (San Francisco de Macoris) che ha ricevuto il 5,29% dell'importo registrato nel periodo gennaio - giugno di quest'anno, equivalente a USD 170,1 milioni.
Le rimesse inviate a La Vega sono ammontate a USD 133,1 milioni, pari al 4,14%.
In termini di distribuzione di genere, le donne hanno ricevuto il 54,5% e gli uomini il 45,5% del totale.
Nella Repubblica Dominicana, le rimesse possono essere ricevute tramite le seguenti società: Vimenca, Caribbean Express, Cibao Express, Capla e Girosol Corporation.
Società di rimesse che operano nel DR
Le società di rimessa che detengono una licenza dalla Sovrintendenza delle Banche hanno circa 600 filiali in tutto il paese.
Il gruppo Vimenca, attraverso la società di rimesse Western Union, ha 220 uffici.
Seguono Caribe Express, che secondo il suo sito Web ha 143 filiali; 43 a Santo Domingo, 47 a Nord, 18 a Sud, 25 a Est e 10 a Ovest del Paese.
L'agenzia Cibao Express ha una sola filiale a Santiago. Tuttavia, coloro che desiderano ricevere le loro rimesse possono farlo attraverso il Banco Unión.
Nella stessa situazione si trova Girosol Corporation, che ha una singola filiale, situata a Santo Domingo.


Nikol Morillo: la Masterchef italo-dominicana e la Polenta Onta. Occhio al filo!




Nikol Morillo si è aggiudicata nel corso del corrente mese il titolo di MasterChef Repubblica Dominicana. Ventiduenne, nata a Constanza e trasferitasi a Schio all’età di 9 anni: “Ho fatto tutte le scuole qui, mi sono diplomata al liceo sociale "Martini" nel 2015, ma ho sempre avuto molta passione per l'arte della cucina. Ho imparato tutto dalla mia vicina di casa al Castello, che, fin da quando ero bambina, mi ha insegnato a cucinare. Con lei da piccola mi divertivo a fare torte e poi crescendo ho imparato molti piatti tipici veneti i quali mi sono serviti per preparare le prove della competizione”. 

Questa è la sintesi della sua biografia. Ora tra gli altri premi che le sono stati assegnati potrà partecipare a un corso gratis di 12 mesi presso la scuola gastronomica Culinary Arts e a un tirocinio remunerato nel gruppo Pat’e Palo durante un anno. Le sue ricette presentate nel concorso verranno pubblicate online.

Numerose volte la giovane cuoca ha vinto come "miglior piatto di categoria", dalla semplice insalata di riso alla polenta onta o polenta fritta tipica del veneto per accompagnare la cacciagione e i tipici insaccati.

Attenzione che per far friggere una fetta di polenta o per arrostirla non bisognerebbe mai tagliarla con il coltello. Di rigore è il filo.

Il motivo è molto semplice. La polenta per la sua natura è una preparazione che può essere fatta sia con farine di grana fina, ad esempio la polenta di farina bianca, oppure con farine di grana più grossa e grezza, ad esempio la farina gialla o di grano saraceno. In entrambi i casi una piccola nota di granuloso rende solitamente la fetta molto più appetitosa. E questa granulosità viene garantita in maniera migliore dal taglio con il filo di cotone rispetto a quello con una lama di metallo.

Non solo… Se dobbiamo preparare la polenta per rielaborarla ancora, ad esempio per la Polenta Onta, che viene fritta successivamente nell’olio, il taglio più granuloso del filo ne permette una migliore cottura e quindi una più golosa crosticina, rispetto al taglio preciso di una lama che rende la fetta liscia e quasi impermeabile all’olio.

Staremo a vedere se questo piatto tipico veneto reso noto da Nikol Morillo si diffonderà nella Repubblica Dominicana. Difficile comunque che si faccia uso del filo. Qualche chef potrebbe temere di essere preso in giro!

venerdì 28 dicembre 2018

Passaporti spagnoli veri in mano ad altre persone. Cinque arresti in Spagna




Un tempo si parlava di "machete" e per tale si intendeva un passaporto autentico non corrispondente all'identità del suo portatore. Di solito tali documenti provenivano da furti, ma poteva accadere che qualche titolare lo cedesse per una certa somma di denaro o lo prestasse ad amici o parenti. Con le emissioni dei passaporti di ultima generazione recanti i dati biometrici sembrava che l'era dei machete si fosse definitivamente conclusa. E invece no. Ecco che tornano in auge. Addirittura è stata scoperta una rete che si dedicava all'acquisto, trasporto e vendita dei "machete" nuovo stile. Comunque la storia non poteva reggere a lungo e infatti al primo controllo si è scoperto tutto.
La polizia spagnola ha smantellato una rete che acquistava passaporti spagnoli da cittadini dominicani naturalizzati, i quali venivano poi utilizzati da persone provenienti dalla Repubblica Dominicana per entrare irregolarmente in Spagna.
Sono stati eseguiti cinque arresti, due a Madrid, altri due a Barcellona (nord-est) e un quinto a Santiago de Compostela (nord-ovest) secondo quanto riferito oggi dalla polizia.
Gli agenti hanno scoperto che i membri dell'organizzazione, di nazionalità spagnola, pagavano per ogni passaporto dai 1.000 ai 1.500 euro.
È stato inoltre smantellato a Barcellona un complesso laboratorio di falsificazione di documenti.
La polizia spagnola ha rivelato che i passeggeri provenienti dalla Repubblica Dominicana sono arrivati all'aeroporto di Madrid con documenti originali emessi in Spagna, con identità che non corrispondevano a quelle dei portatori i quali sono stati quindi respinti e rispediti all’aeroporto dominicano di partenza.
Successivamente si è risaliti all'organizzazione menzionata, la quale una volta ottenuti i passaporti, li trasferiva nella Repubblica Dominicana avvalendosi di persone fidate o corrieri.
Non si sa quanto abbiano pagato gli "utenti finali". Questi oltre alle spese di viaggio ci hanno rimesso anche il "costo" del machete.
I legittimi proprietari dei documenti dovranno rispondere in Spagna per complicità in questo favoreggiamento all’immigrazione illegale e per falso ideologico, avendo presentato denunce false di smarrimento del documento.
Dei complici nella Repubblica Dominicana non si sa nulla. Almeno quelli si potranno tenere i soldi  incassati sempreché gli sfortunati "macheteros" non li rintraccino da qualche parte. Sono rischi del mestiere…


La Duarte nel periodo natalizio e l’impegno del comune per mantenerla pulita



C’è gente che nei giorni scorsi si è scandalizzata perché è stata pubblicata nel gruppo una foto con l’avenida Duarte piena di gente e di cartacce sparse dappertutto. Sono stato accusato di voler puntare il dito sul sudiciume cittadino per screditare la Repubblica Dominicana. Ho sostenuto che non c’era niente di male nella foto perché l’afflusso di persone in quella via commerciale raggiunge nel periodo natalizio i picchi annuali di affluenza e che i residui accumulati sono una normale conseguenza di questo. Ho anche assicurato che il sindaco avrebbe provveduto a pulire immediatamente l’area.
Di fatto chi pensa che le città della Repubblica Dominicana siano tutte immerse nel sudiciume urbano sparso qua e là in discariche improvvisate sbaglia. Ci sono centri urbani dove questo succede e centri urbani dove sembra di trovarsi in Svizzera. Le solite contraddizioni del paese che ci ospita e che ci fanno sperare in un futuro molto migliore.
Si vedono già i risultati della pianificazione della pulizia del Distretto Nazionale con aumenti dei percorsi, delle frequenze e del personale. La capitale è sotto controllo dal punto di vista della pulizia proprio in questo periodo in cui riceve ogni giorno più di un milione e mezzo di persone, oltre al milione che ci abita.
Con l’incremento del flusso di persone nei negozi, centri commerciali, bar e ristoranti sono aumentati anche i rifiuti solidi urbani.
Ci sono settori in cui a Natale vengono effettuate fino a cinque raccolte al giorno, come nel caso dell’avenida Duarte, la principale arteria commerciale della città. Mantenerla pulita ha comportato un grande impegno per il comune del Distretto Nazionale, con incrementi del personale e dei camion. Lo ha dichiarato alla stampa lo stesso sindaco David Collado ieri mentre controllava i lavori di pulizia del Parco Enriquillo.
Collado ha riferito che la giunta comunale ha fatto durante il mese di dicembre diverse operazioni in tutte le circoscrizioni del Distretto Nazionale, dove 90 camion al giorno percorrono i quartieri negli orari stabiliti.

L'economia del RD cresce, ma i salari devono essere aumentati



L'economia dominicana chiuderà il 2018 con una crescita del 7,0% a seguito di una variazione accumulata del 6,9% da gennaio a settembre e di una stima del 7,1% per l'ultimo trimestre dell'anno. Questo è quanto annunciato ieri dal governatore della Banca centrale della Repubblica Dominicana (BCRD), Hector Valdez Albizu, il quale ha ribadito inoltre sul fatto che nel paese si deve procedere a un aumento salariale.
"Insisto, sono da aumentare i salari del quintile uno ($ 13,798,34 RD). Qualcuno può dire che è falso che l’economia si sia incrementata del 7% perché nelle sue tasche non è arrivato niente. Assolutamente no! Noi lavoriamo metodologicamente e compiliamo le informazioni ricevute da tutti i settori e ne risulta il menzionato incremento. Ora spetta al governo fare la sua parte. Il Presidente ha già agito di conseguenza aumentando gli stipendi della polizia, dei medici, degli agronomi, degli infermieri e degli insegnanti.”

Nel presentare i risultati preliminari della performance dell'economia dominicana nel corso del 2018, Valdez Albizu ha riferito che da diversi anni sostiene la necessità di un aumento degli stipendi perché questo contribuisce alla quiete pubblica e alla pace sociale.
"Una persona che guadagna RD $ 8.000 deve pagare RD $ 3.000 per una camera e ha a carico due o tre bambini e uno di loro ha la febbre a 40 con le convulsioni e non ha soldi per portalo dal medico o per ricoverarlo, questa persona esce con il coltello in bocca e a chiunque gli capiti trovare nella strada toglie il portafoglio o strappa un orecchio. Questa è la verità e io mi metto al suo posto e agirei così anch’io ", queste sono parole espresse dal governatore della Banca centrale.
Valdez Albizu ha aggiunto che l'aumento salariale è una questione di volontà e di decisione opportuna "perché deve essere fatto, quello che succede è che sembra che il settore privato voglia abolire il codice del lavoro", e questo è uno scontro di forza.

Crescita positiva
Hector Valdez Albizu ha spiegato che la maggior parte dei settori hanno registrato una crescita positiva durante il 2018, quelli che spiccano sono Comunicazioni (11,0%), Edilizia (10,6%), Zone franche (9,1%), Sanità (8,8%), Commercio (8.5 %), Servizi finanziari (7,9%), Agricoltura (6,5%), Trasporto e magazzinaggio (6,5%), Industria (6,0%), Energia e Acqua (5,7%), Alberghi, bar e ristoranti (5,6%), tra gli altri.

giovedì 27 dicembre 2018

Vendo tutto e mi trasferisco nella Repubblica Dominicana: una decisione da ponderare con molta attenzione


Recentemente il connazionale Luigi Longo ha pubblicato un post su un gruppo di Facebook in cui ha esposto quella che è stata la sua esperienza personale nella Repubblica Dominicana. In sintesi:

tempo fa ha deciso di trasferirsi nella Repubblica dominicana;
ha venduto tutto quello che aveva in Italia e si è trasferito qui;
è stato truffato, rapinato, derubato e raggirato da piccoli delinquenti, giovani donne ed eleganti uomini di legge;
oggi gli resta solo la pensione, ma non si lamenta.

E aggiunge “Spero che parlare di questo serva a far sì che gli italiani con delle proprietà scelgano altri luoghi con meno delinquenza e meno corruzione.”

In realtà il Longo sta esponendo quella che è stata la sua esperienza personale. Diversi connazionali si sono schierati a favore e contro.

Dice la signora Mariagrazia:

“A noi vendettero una proprietà col titolo falso e ancora stiamo facendo le lotte. Che schifo di paese tutti imbroglioni. Siamo in causa con il venditore, rimandano di volta in volta le udienze.”

A questo commento ha risposto la lic. Diana Spedicato (Salsabrosa):

“Purtroppo, da quello che leggo noto che, come spesso succede in questo paese, nel caso della signora Mariagrazia l’acquisto probabilmente è stato effettuato senza le dovute accortezze. Così come in molti casi, non ci si consulta con un professionista PRIMA di fare azioni sbagliate e dopo si pagano le conseguenze. Ci sono anche i casi di pura sfortuna ma sono una gran minoranza, la maggior parte delle volte si tratta di errori causati da azioni avventate e poco studiate da parte del malcapitato.
Purtroppo i rinvii sono una strategia dilatoria molto utilizzata nei tribunali della Repubblica Dominicana e per superarli si vorrebbe la bacchetta magica da parte dell’avvocato, ma la triste realtà è che l’avvocato così come i giudici non sono al di sopra della legge e questi ultimi devono decidere attenendosi a leggi e codici. Se la legge consente un rinvio, allora il giudice lo permette e le cause vanno avanti per anni. L’importante è che l’avvocato non si venda, e col tempo chi ha ragione avrà ragione.”

Da quando riferito da Diana si deve arguire che:
bisogna sempre rivolgersi a un professionista prima di stipulare un contratto di compravendita,
le cause vanno avanti per anni perché i rinvii sono in realtà una strategia dilatoria molto utilizzata nei tribunali della Rep. Dominicana in quanto la legge li consente,
l’avvocato si può vendere e se questo non accade col tempo chi ha ragione avrà ragione.

Risulta abbastanza evidente che un italiano che si dispone a vendere tutto in Italia per portare i suoi soldi qui e farci degli acquisti tante cose non le può sapere. Non può sapere ad esempio:
che deve rivolgersi a un professionista e non a uno qualunque perché moltissimi sono inaffidabili,
che in caso di truffa sarà molto arduo far valere le sue ragioni perché i rinvii delle udienze sono all’ordine del giorno, sono ammessi dalla legge per cui una sentenza definitiva può avere una durata indefinita,
che in caso di esito positivo corrisponde all’avvocato una percentuale del 30% di quanto ricavato.

Solo con i dati di cui sopra penso che disinvestire in Italia per investire qui sia una decisione da ponderare molto attentamente.
Ciononostante ricevo spesso messaggi di lettori che mi dicono di voler fare questo grande passo. Non mi sono mai permesso di sconsigliarli. Non è assolutamente facile far capire con delle parole quello che con le esperienze ad esempio di Luigi Longo, di Mariangela e di tantissimi altri si capisce al volo. Mi limito ad invitarli a ottenere prima la residenza e li informo, se sono sposati con una dominicana, che i beni che acquisteranno nella Rep. Dominicana automaticamente diventeranno di proprietà anche del coniuge.
A quanto sopra aggiungerei questi post del mio blog che rendono abbastanza evidente l’insicurezza giuridica della Repubblica Dominicana:























mercoledì 26 dicembre 2018

Furto di veicoli a motore nella Repubblica Dominicana: per il 90% sono ciclomotori



Nel 2017 sono stati segnalati un totale di 5.970 furti di veicoli a motore secondo il Rapporto Statistico sulla Pubblica Sicurezza, pubblicato nel febbraio di quest'anno dall'Osservatorio sulla Pubblica Sicurezza. I furti hanno riguardato 590 veicoli a quattro ruote e 5373 ciclomotori.
In termini percentuali la menzionata cifra equivale a 58,7 reati di questo tipo ogni 100.000 abitanti e a 15,4 veicoli ogni 10.000 veicoli immatricolati nella Repubblica Dominicana. Il 90% dei furti riguarda i ciclomotori.
Nel periodo gennaio-marzo 2018, sono stati rubati un totale di 185 veicoli a quattro ruote, per lo più nella provincia Santo Domingo, 63, Distretto nazionale, 64 e Santiago, 27.
I tipi di veicoli a quattro ruote oggetto dei furti sono stati automobili 146 (79%); furgoni 18 (10%); Jeep 16 (8%); Camion 5 (3%).
Nello stesso periodo sono stati rubati in totale 1.243 ciclomotori.
I furti di specchi retrovisori esterni, di batterie e di radio sono all’ordine del giorno.
Per quel che riguarda i veicoli a quattro ruote con un numero totale di furti che supera le 100.000 unità, in Italia la situazione è molto più grave anche dal punto di vista dei rinvenimenti che si aggirano sul 50% del totale.
Il recupero di veicoli rubati è aumentato di recente nella Repubblica Dominicana a seguito dell’implementazione di un sistema automatizzato di riconoscimento di targhe (SARP).
Questo sistema sofisticato viene gestito attraverso moderni furgoni dotati di telecamere che riescono a scansionare le targhe dei veicoli e a fare immediatamente le relative ricerche in collegamento con il “Centro de Cómputos del Departamento Plan Piloto” per determinare quelle che corrispondono ad autovetture denunciate come rubate.
Il 20 gennaio del corrente anno,la polizia nazionale ha annunciato di aver recuperato in quattro mesi 372 autovetture. Ne mancavano all’appello ancora 194.
Un dato molto rassicurante. Anche se tanti veicoli rubati vengono smantellati quasi subito e spesso nei terreni incolti e nelle periferie delle città se ne ritrovano solo i telai abbandonati.
In ogni caso le denunce di furti di veicoli a seguito dell’implementazione di questo nuovo sistema sono fortemente diminuite.

lunedì 24 dicembre 2018

Una bambina di 11 anni muore colpita da una pallottola vagante a seguito di una sparatoria per una tentata rapina.



Non è una notizia che fa piacere leggere alla vigilia di Natale. Purtroppo però non è nemmeno giusto che non si sappia che c’è gente in giro che quando spara un colpo di pistola non ha la minima idea che questo può provocare vittime innocenti. Soprattutto in giorni in cui gli spari in aria si rendono frequenti per uccidere magari l’anno vecchio o vai a sapere per quale altro motivo. E c’è chi spara in alto anche a mo’ di avvertenza. Ogni notte si sentono di questi spari durante tutto l’anno. Qualcuno si sveglia pensa che ci siano dei ladri all’opera e spara in alto. Dove va a finire quel colpo? Beh, meglio stare rinchiusi a casa al coperto perché qualche volta le pallottole finendo la loro corsa a vuoto provocano delle vittime.
Poi ci sono le sparatorie da Far West lungo le strade e capitarci in mezzo è molto pericoloso. Ricordiamo l’ex generale che ha inseguito nel quartiere Los Mina per diversi isolati un rapinatore sparandogli con un fucile.
Le morti in questo tipo di “incidenti” sono abbastanza frequenti da non fare notizia.
Questa volta però la vittima è una bambina di 11 anni. Ad ucciderla è stato un falegname che ha sparato a due delinquenti ferendone uno i quali stavano rapinando suo figlio 16enne. Gli volevano portare via la vespa.
La bambina era seduta nel salotto di casa sua vicino alla porta di entrata che era chiusa.
Alle 22:00 di ieri il 16enne è entrato a casa sua di corsa e ha avvertito suo padre che due uomini cercavano di rapinarlo. Il Falegname Brito Pichardo con la sua pistola in mano ha sparato diverse volte contro gli sconosciuti colpendo la bambina.
Brito Pichardo ha anche ferito nel piede sinistro il giovane Alexis Garcia di 23 anni di età uno dei due rapinatori che è stato arrestato quando si è recato in ospedale per le cure.
L’altro rapinatore un 19enne che era riuscito a fuggire è stato arrestato poco dopo nel quartiere los Chiripos di San Francisco de Macorís dove risiede.
Il falegname si è costituito nella mattinata di oggi accompagnato dal suo avvocato.

Gli haitiani si stanno organizzando nel territorio dominicano



Gli haitiani si stanno organizzando nel territorio dominicano. Basta guardare i fatti che si sono verificati ultimamente.
Ad esempio la comunità haitiana di Las Terrenas è riuscita a far riconoscere a due giovani connazionali l’estraneità all’omicidio dell’italiano Severino Toneatto e sono stati messi in libertà dopo due anni di reclusione. Senza questo intervento probabilmente i due giovani avrebbero trascorso in carcere il resto delle loro vite.
Di recente la comunità haitiana in occasione della giornata internazionale del migrante ha diffuso il risultato di uno studio del fondo per la popolazione delle Nazioni Unite finanziato dall’Unione europea dove si sostiene che gli immigrati haitiani hanno apportato con il loro lavoro 115 miliardi di pesos all’ultimo PIL dominicano.
Domenica scorsa era stata prevista nel parco Mirador Sur una marcia di haitiani per commemorare il Giorno internazionale del migrante e si prevedeva un’elevata partecipazione. All’ultimo momento la manifestazione è stata sospesa a seguito delle minacce di un gruppo di nazionalisti dominicani.
Recentemente si è anche parlato delle lamentele degli imprenditori agricoli e della costruzione dominicani a seguito delle deportazioni di haitiani. Queste attenterebbero contro le loro attività imprenditoriali.
Il problema non è la mancanza di manodopera dominicana ma i prezzi bassi del lavoro haitiano.
Le cose comunque stanno cambiando. Ci sono agricoltori della macro regione Cibao che denunciano raid di haitiani che distruggono le semine di riso nelle loro parcelle agricole.
Gruppi organizzati di haitiani stanno infatti provocando ingenti danni a piccoli e medi imprenditori agricoli nelle province di La Vega e di San Francisco de Macorís.
Secondo il presidente del Consejo Nacional de Parceleros, Apolinar Germosen, tale situazione potrebbe provocare degli scontri tra produttori e haitiani. Questi si trasferiscono da Cotui a La Vega e a San Francisco de Macorís per commettere i loro atti vandalici.
Generalmente gli agricoltori dominicani pagano tra i 600 e i 700 pesos per la semina di una “tarea” di terra (circa 600 m2) di riso. Gli haitiani reclamano invece il pagamento di1000 pesos per “tarea”, prezzo che secondo il Germosen non sarebbe alla loro portata.

domenica 23 dicembre 2018

Il razzismo in Italia e nella Repubblica Dominicana: differenze





Innanzitutto teniamo presente che la Repubblica Dominicana è un paese popolato da mulatti, 73%, il 16% sono bianchi europei e l’11% neri (e all'interno di queste due ultime categorie tanti ancora sono mulatti) e sono tutti cattolici e non mi si venga a dire che questo non c’entra nulla.

Solo sulla base di questi dati va escluso un razzismo come lo intendiamo noi.

A tutto questo si aggiungono i trascorsi storici.
La Repubblica Dominicana si rese indipendente non dalla Spagna nel 1844, bensì da Haiti.

Nessun razzismo si percepisce per le strade. L’haitiano viene chiamato “moreno” e viene rispettato. Non mi risulta in tanti anni di soggiorno qui di aver assistito a confronti di natura etnica.

Sicuramente gli haitiani sono molto più compatibili con i dominicani di quanto gli africani che sbarcano nelle nostre coste lo sono con noi.

Non esiste quindi un parallelismo tra le tematiche Italo-africane e dominico-haitiane. Semmai si potrebbe parlare di occupazione graduale haitiana di fatto del territorio dominicano.

Una situazione che trova analogia nell’esperienza del Kosovo, territorio da sempre appartenente alla Serbia, invasa nel corso degli anni dagli albanesi che poi ne hanno rivendicano l’indipendenza.

Una vicenda questa che è costata alla Serbia, oltre a un pezzo del suo territorio, diversi bombardamenti a Belgrado proprio su iniziativa di Bill Clinton che, guarda caso, è una delle persone più influenti della vicina Repubblica di Haiti.

Il conflitto europeo ed italiano con l’immigrazione africana e medio orientale non è tanto legato a motivi razziali quanto a motivi religiosi e le differenze culturali sono abissali.

Non per niente in Europa si ricordano sempre e si considerano di grande importanza le vittorie in battaglia contro la diffusione dell’Islam:
la battaglia di Poitiers da parte di Carlo Martello nel 732 d.C che fermò ai confini tra la Spagna e la Francia l’avanzata degli arabi,
la battaglia navale di Lepanto del 1571 in cui su iniziativa di Papa PioV la flotta della cristiana Lega Santa sconfisse la flotta islamica dell’impero ottomano,
la battaglia di Vienna del 1683 quando gli eserciti della lega santa cristiana sconfissero l’esercito islamico dell’Impero Ottomano per volontà del Papa Innocenzo Xl.

Ora invece l’invasione finalmente si riesce a fare e in modo pacifico.

Le porte agli islamici questa volta sono state aperte da politici condiscendenti e i contrasti tra le due civiltà si evidenziano ogni giorno di più.

sabato 22 dicembre 2018

Emma Bonino e la sua responsabilità nella chiusura dell’ambasciata italiana di Santo Domingo



Parlare della Bonino per qualcuno è fuori tema in questo blog. Eppure è proprio lei che ci ha chiuso l'ambasciata.
Perché l'ha chiusa? Per le gravi irregolarità? Quali? Quelle di cui si è tanto parlato o quelle che sono state accertate? Le prime non avrebbero giustificato una chiusura e le seconde non esistono. La Procura della Repubblica di Roma ha prontamente chiuso il fascicolo e non è stato licenziato nemmeno un dipendente. Un nulla assoluto, e a questo bisogna aggiungere che la Farnesina ha sempre sostenuto nei due processi amministrativi davanti al TAR di Roma e al Consiglio di Stato di aver chiuso l'ambasciata per motivi di bilancio.
Di certo si può tranquillamente parlare di incapacità della Bonino, come ministro degli Affari Esteri, se si aggiunge che è stata chiusa per motivi di bilancio la più importante ambasciata del Centro America sia per numero di iscritti AIRE che per residenti di fatto e turisti in arrivo, la quale tra le altre cose si autofinanziava.
Il risparmio in realtà consisteva nella volontà della Farnesina di vendere i beni immobili di proprietà del demanio pubblico e avvicinarsi così con quanto realizzato al risparmio complessivo annunciato di 100 milioni di euro.
Si chiude quindi una tra le 30 circa sedi diplomatiche più importanti del mondo, che si autofinanzia e che non paga canoni di affitto, soltanto per incamerare 16 milioni di euro?
Si dovrebbe arguire da quanto precede che la Bonino non era in grado di svolgere la funzione di Ministro degli Affari Esteri, gli mancavano le nozioni essenziali e non solo a livello di rete diplomatica, bensì soprattutto di aritmetica elementare.
Del resto a qualcuno non piace che la si definisca un'abortista esperta in siringhe sterili. Non c'entrerebbe niente con la chiusura dell'ambasciata.
Ci si chiede se soltanto per questo, per il suo sostegno alle battaglie dei globalizzatori, lei abbia meritato di occupare una carica di governo così importante.
Le sue idee,infatti, per le quali ha lottato non sono farina del suo sacco. Come si fa a battersi per certe cose, aborto, omosessualità, diritti delle donne ecc. e nel contempo promuovere a spada tratta l'afflusso di masse di immigrati che tutte queste cose per motivi religiosi non le accetterebbero mai, che praticano l'infibulazione, che sono poligami, pedofili, che tollerano la violenza sessuale, che prevedono la pena di morte per gli omosessuali e che puniscono severamente, spesso con la decapitazione in mezzo alle strade, le violazioni a quanto prescritto nel loro libro sacro?

venerdì 21 dicembre 2018

MasterChefRD, due italo-dominicane tra le tre finaliste



MasterChef Repubblica Dominicana un reality show trasmesso da Telesistema 11 e conclusosi in questi giorni che ha attirato il grande pubblico televisivo.
Nato nel Regno Unito 27 anni fa questo reality è stato prodotto in oltre 50 paesi e trasmesso in più di 200 territori. MasterChef è seguito in tutto il mondo da circa 250 milioni di telespettatori e ha promosso a chef professionisti oltre 100 dilettanti.
Come reality occupa il primo posto nel Regno Unito, in Australia, Francia, Israele, Italia e Medio Oriente. Ha riscontrato un grandissimo successo a livello globale e ha meritato il Guiness dei primati come il programma televisivo dedicato alla cucina più seguito nel mondo.
MasterChef è alla ricerca del migliore cuoco dilettante del paese. Un cuoco il cui talento e la cui passione potrebbero trasformare la sua vita. Sono migliaia coloro che si presentano e soltanto i primi 50 fanno parte della fase di addestramento in cui le abilità culinarie vengono portate al limite… Soltanto la metà riesce ad avere un posto nella cucina MasterChef, la fase finale del reality.
Da questo momento gli aspiranti si riducono mano a mano che si affrontano sfide sempre più difficili.
Si tratta di un viaggio che per molti significa un cambiamento nelle loro vite. Soltanto uno però si aggiudicherà il titolo di Master Chef.
Più di 15 milioni di follower nelle reti sociali e 1,3 miliardi di visite alle piattaforme digitali confermano il successo di questo show.
In MasterChef la gente comune può realizzare il sogno di raggiungere qualcosa di straordinario.
MasterChef Repubblica Dominicana:
Cinque mesi di cucina ai massimi livelli anche se la competizione dovrebbe essere rivolta ai dilettanti e agli appassionati. Di dilettantismo non c’è stata in questo reality nemmeno l’ombra. Per giunta deille tre finaliste, due sono italo-dominicane e quindi fortemente legate alla cucina italiana.
Il titolo di MasterChefRD è stato aggiudicato all’italo-dominicana 22enne Nikol Morillo nativa di Constanza, prov. La Vega, ma scledese di adozione. Si è trasferita a Schio nella provincia di Vicenza all’età di nove anni ed è lì che ha imparato a cucinare. Una vittoria la sua, festeggiata dal giornale di Vicenza. In fondo tra i piatti da lei preparati nella gara e che hanno riscontrato maggiore successo ci sono la “polenta onta” tipicamente veneta e l’insalata di riso.
Il premio: 50 mila pesos in buoni del Grupo Ramos, un corso gratis di 12 mesi presso la scuola gastronomica Culinary Arts, un tirocinio remunerato nel gruppo Pat’e Palo durante un anno, la pubblicazione online delle ricette presentate nel concorso, un trofeo che l’accredita come il primo MasterChef della Repubblica Dominicana, un’autovettura del Grupo Viamar e combustibile gratis per sei mesi.
Al terzo posto troviamo la 41enne italo-dominicana Gina Vicini da molti considerata la vera vincitrice del concorso. Il suo premio: la simpatia e ammirazione di centinaia di migliaia di persone. Brava, bella e simpatica, queste poche parole la definiscono al meglio.
Appartiene al ramo dei Vicini che è anche proprietario di fatto del patrimonio immobiliare della nostra ambasciata il cui donatore con clausola di reversibilità è stato il suo antenato Angiolino Vicini Trabucco. Ecco perché la sede di via Rodríguez Objío è stata denominata con decreto ministeriale del governo italiano Villa Angiolino.
Un motivo in più quindi per diventare fan di questa brava Chef che in realtà esercita tutt’altra professione essendo avvocato e dipendente da circa vent’anni della corte costituzionale dominicana.

giovedì 20 dicembre 2018

Una domanda da 100 milioni: la Repubblica Dominicana è un paese sicuro?



In termini assoluti non esistono posti sicuri al 100%. Si prende un riferimento standard e si valuta se al confronto un posto è più sicuro o meno di un altro.
Tutto dipende dalle statistiche. I numeri prevalgono sulle percezioni.
Ad esempio a Cabrera nel litorale nord si dice che la gente dorma con le porte aperte. Ed era vero fino a quando se ne sono accorti i rapinatori verso la metà di quest’anno. Comunque a Cabrera va riconosciuto uno standard di sicurezza molto alto. Non ci sono i ciclomotoristi che ti fermano con una pistola in mano per la strada, non ci sono fatti delinquenziali che destano allarme.
Quindi c’è un posto nella Repubblica Dominicana dove esiste un buon livello di sicurezza (con un sindaco oriundo italiano).
E sicuramente ce ne saranno degli altri nel territorio nazionale perché la gente fondamentalmente è onesta e i valori legati alla cultura di questo popolo sono all’altezza dei nostri se non addirittura per certi versi superiori.
Sicuro al 100% non sei da nessuna parte. La Repubblica Dominicana è statisticamente meno sicura di moltissimi altri paesi. Del resto ha un numero di poliziotti ridotto e mal pagato.
La sicurezza può raggiungere livelli accettabili se sei molto bene informato sui rischi che corri e se prendi le dovute precauzioni.
Come minimo non si dovrebbe viaggiare in strade extra-urbane di notte, non si dovrebbero esibire telefonini, soldi o gioielli mentre si cammina per la strada e tantissime altre cose alle quali si può arrivare appellandosi al buon senso.
Il rischio si riduce e allora puoi conoscere il prezzo delle meraviglie a cui non intendi rinunciare: paesaggi, spiagge, gastronomia, divertimento, ecc.
L'importante è sapere quanto tutto ciò di buono che c'è ti costa in termini di rischio e come puoi fare per ridurre tale costo (rischio) all'osso.
Lo slogan del successo è allora: Conoscere il rischio e prendere le dovute precauzioni.

Tante rapine nel periodo natalizio. Molto lavoro per le forze dell’ordine



Tre donne sono state rapinate ieri a bordo di un minibus sul quale erano salite nell’avenida Mexico, angolo Duarte per dirigersi al quartiere di Villa Consuelo. Tutto è iniziato lì e si è concluso con l’arresto di un rapinatore e una sparatoria in cui il minibus è stato impattato da diversi colpi di pistola.
Le donne non erano insieme, sono salite a bordo del veicolo perché il “cobrador”, l’addetto alla riscossione, anunciava il percorso come se si trattasse di un veicolo del trasporto pubblico.
Non immaginavano nemmeno che avevano davanti due ore da incubo. Seduti nei sedili posteriori viaggiavano due uomini che fingevano di essere passeggeri.
"Prima è salita una donna che ha preso il posto sul sedile anteriore, accanto all'autista, poi  mia nipote e un'altra giovane donna e, quando il veicolo è partito, le porte sono state chiuse con la sicura e ci è stato detto che si trattava di una rapina", riferisce la nonna di una delle vittime.
Il fatto si è verificato intorno alle ore 13 di mercoledì e si è concluso due ore più tardi, quando i rapinatori hanno fatto uscire le donne dal veicolo nei pressi di Los Guaricanos, Villa Mella, e una pattuglia motorizzata ha sparato contro il veicolo riuscendo a catturare uno dei delinquenti. Gli altri due sono riusciti a fuggire.
Il rapinatore arrestato, segnalato come colui che aveva tolto alle donne circa 30 mila pesos e i cellulari, ha dichiarato di aver consegnato tale somma di denaro alla polizia, il che è stato da questi negato.
I cellulari sono stati invece restituiti alle donne.
Almeno qualcosa sono riuscite a recuperare.

Padre Giovanni Sebastiano Cavalotto



La Repubblica Dominicana ha avuto grandi religiosi italiani che, attraverso le loro azioni, hanno saputo svolgere un lavoro apostolico e hanno creato esempi da imitare: il padre Billini, il padre Luciani, il padre Pilonero, il padre Fantino Falco e il padre Cavalotto.
Il padre Cavalotto nacque a Monforte D’Alba, un piccolo paese in provincia di Cuneo il 16 gennaio 1918. 

Dalla stessa provincia proveniva il padre Fantino Falco, altro sacerdote italiano, nato nel 1867 a Borgo Dalmazzo, che viene ricordato per le sue opere  nella Repubblica Dominicana e il cui processo di santificazione è attualmente in corso.

Il padre Cavalotto si è contraddistinto come una persona dotata di grande umanità e di uno spirito profondamente cristiano e ha lasciato segni indelebili nella comunità che lo ha ospitato.

Ha realizzato a La Romana una serie di opere per le quali viene ricordato con grande riconoscenza: dispensari medici, centri per vacanze, parrocchie, scuole e tante altre che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo sociale ed economico della città che lo ha accolto come un figlio adottivo molto meritorio.

Aveva una profonda conoscenza della teologia, del vangelo e della storia della chiesa universale, aveva acquisito anche nozioni di ingegneria, medicina, chimica, fisica, letteratura, psicologia, ecologia e se la cavava come muratore, idraulico, elettricista, sapeva insomma fare di tutto.

Quando giunse nel paese, nel 1958, si stabilì e iniziò il suo grande lavoro nella chiesa di Santa Teresa de Jesús, in Villas Agrícolas a Santo Domingo.
Trascorse un periodo di tempo anche a Nisibón, Higuey, provincia di La Altagracia, dove ha sviluppato un ampio lavoro di assistenza sociale riconosciuto da tutti gli abitanti di quella comunità ed è arrivato a La Romana nel 1968.



Il 49% dei dominicani vorrebbe emigrare



Il 49% della popolazione adulta dominicana desidera andarsene dal paese secondo il prestigioso istituto Gallup, famoso per i sondaggi elettorali. Non è una novità. È risaputo che questa è da sempre la maggiore ambizione di molti dominicani e dominicane.
Alla base di questo desiderio di abbandonare il proprio paese sicuramente non ci sono soltanto motivi economici. Con ogni probabilità la vocazione all’emigrazione è iscritta nel DNA del dominicano e fa parte comunque della sua cultura.
Tra i motivi palesati c’è la volontà di aiutare la famiglia, costruire una casa, migliorare il livello di vita. Circa 1,5 milioni di dominicani risiedono all’estero e i paesi che li ospitano possono ritenersi fortunati perché si tratta di un popolo che lavora e crea PIL.
La Repubblica Dominicana se ne giova per le ingenti rimesse che sono una voce importante degli ingressi valutari.
Da un lato l’emigrazione ha quindi degli aspetti positivi per il paese, dall’altro invece comporta un impoverimento di risorse umane. Di fatto se ne vanno sempre i migliori.
L’inchiesta è stata eseguita su persone adulte nel 2017. La destinazione preferita degli aspiranti emigranti sono gli Stati Uniti. A livello mondiale si calcola che ci siano 158 milioni di adulti che desiderano trasferirsi in territorio statunitense. Altre destinazioni ambite sono nell’ordine Canada, Germania, Francia, Australia e Regno Unito.
Questa inchiesta dell’istituto Gallup non riguarda solo la Repubblica Dominicana, porta il nome di “I paesi dai quali la gente vuole andare via” ed è stata pubblicata il 10 dicembre scorso.
Il paese con la maggior percentuali di abitanti che vogliono abbandonare il proprio paese è la Sierra Leone, nell’Africa Occidentale, con un 71%, seguita dalla Liberia con un 66 %, da Haiti e dall’Honduras, 63%, Albania, 60%, El Salvador, 52%, La Repubblica Dominicana e il Ghana, 49%, la Repubblica del Congo e la Nigeria, 48% e l’Armenia, 47%.
Secondo quanto pubblica l’ONU, gli emigranti della Repubblica Dominicana sono 1.443.030, di cui 842.207 donne e 600.823 uomini e rappresentano una percentuale pari al 13,40% della popolazione. Le principali destinazioni: Stati Uniti, 78,56%, Spagna, 11,64% e Italia, 3,16%.
Negli ultimi due anni il numero di emigranti dominicani si è incrementato del 2,87% vale a dire di 40.251 persone.