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lunedì 20 marzo 2017

FARNESINA: MEGLIO LE VOCI DI CORRIDOIO CHE UN PROSPETTO CONTABILE DI ENTRATE E USCITE




La riapertura dell'ambasciata italiana di Santo Domingo ci è stata annunciata nel mese di ottobre del 2016 dall'allora Ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni. Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il merito della riapertura se lo spartiscono in tanti, ma è solo suo, di Matteo Renzi che, una volta scoperto l'errore in cui era incorso il governo con il provvedimento di chiusura della nostra ambasciata, ebbe il coraggio di fare retromarcia e di ordinarne la riapertura. Queste cose non si vedono tutti i giorni, soprattutto in Italia. Ma perché si commise questo madornale errore?
Vogliamo capire i motivi per cui il governo sbagliò quando emise il famoso decreto di rimozione della nostra sede diplomatica. Diciamo che i fatti rasentano l'inverosimile... Ho comunque più volte sostenuto che alla base di tutto c'è un profondo distacco tra la Farnesina e il resto del governo. Il Presidente del Consiglio di turno non ha da anni voce in capitolo nella Farnesina che rappresenta un reparto a sé stante, una specie di enclave sotto il controllo ferreo del senatore a vita Mario Monti che al suo interno fa il bello e il cattivo tempo, determinandone le cariche e le strategie, secondo un disegno mondiale del neoliberalismo internazionale.
Tornando a ritroso nel tempo, dobbiamo soffermarci sul momento in cui il pacchetto della Spending review MAE viene proposto all'approvazione del Consiglio dei Ministri. In questo pacchetto era stata introdotta anche la rimozione della sede diplomatica di Santo Domingo.
Se ne deduce che si è trattato di una proposta "pacchetto" e come tale presentata e approvata. Un pacchetto con un totale: 100 milioni di euro di risparmio.
Certo le riunioni sono sempre una noia e i nostri ministri sicuramente non vedevano l'ora di uscire a camminare per le antiche vie della città imperiale, soffermandosi magari per degustare delle prelibatezze in qualche buon ristorante dei dintorni.
Mi riesce difficile comunque escludere che qualcuno dei presenti non abbia pensato, scherzosamente per carità, senza l'ombra di una contestazione, di chiedere all'omino zelante (verde?) disposto a rispondere a ogni domanda, e mi sembra anche di vederlo perché lo conosco, lo conosciamo personalmente questo omino, di chiedergli dico "Chiudete Santo Domingo? E come mai? Ci sono tanti italiani che vi abitano!" Penso di non essere il solo in grado di indovinare la probabile risposta dell'omino zelante, uno di quelli che "qui lo dico e qui lo nego": il servizio visti era stato chiuso ormai da un anno, grande scandalo con coinvolgimento di mafie varie, un nido di vipere, ingestibile... Gli italiani colà residenti? Gentaglia, falliti, latitanti... e, comunque non è che li si abbandoni, ci sarà la rete onoraria e verrà instaurato il consolato laptop...
Cento milioni di risparmio, ma la sede diplomatica, a quanto ammontavano le sue entrate e le sue uscite, quali servizi erogava, quanto incassava a titolo di tariffe, quante imprese italiane sono radicate nell'isola, quanto PIL, quanta occupazione creano in Italia? Quanti dominicani residenti in Italia hanno bisogno della nostra ambasciata, quanto PIL creano in Italia. E i turisti, oltre 100 mila l'anno, chi li assiste in caso di necessità e i deceduti e il servizio di crisi e i carcerati? E il riconoscimento dei figli, e la cittadinanza ai coniugi e agli oriundi? E i passaporti? Ei pensionati che pagano le imposte in Italia, a quanti milioni di euro queste ammontano? E tante altre cose ancora...
Ma non serviva altro! Dal pacchetto risultava un risparmio di cento milioni di euro...
Risparmio? A ben vedere non c'è stato alcun risparmio! Solo disagi per i connazionali! Sin dalla decisione della chiusura della nostra ambasciata si è solo sperperato in tutti i modi possibili. Buttato via quanto c'era di attrezzatura ecc. negli uffici, trasferito a Panama l'incartamento plurisecolare, assunti nuovi impiegati a Panama, preso in affitto un nuovo locale spazioso a Panama per far fronte all'ampliamento dovuto alle nuove circoscrizioni... Questo per poi ripristinare nuovamente il tutto a Santo Domingo, uffici consolari, macchinari, arredi, attrezzatura, assunzioni, residenza dell'ambasciatore, parco macchine, rispedizione dell'incartamento plurisecolare... Le comiche!
L'unico contributo al risparmio derivato dalla rimozione della nostra ambasciata sarebbe stata la cessione dei suoi immobili del valore di circa 15 milioni di euro. Ma non potevano essere venduti! Probabilmente questo non se lo aspettava nessuno all'interno del MAE! Ma non sempre le ciambelle escono con il buco e i destinatari di quei milioni? Come anatroccoli neri con le bocche spalancate aspettano impazienti di essere sfamati. Ma c'è pur sempre Mario Africa a provvederci. C'è pur sempre la cooperazione, che è l'altra faccia del MAE.

Questa è la contabilità secondo la Farnesina... a pacchetti... alla carlona, approssimativa, dove l'efficienza non conta niente, dove si distrugge per realizzare contanti da smistare altrove, dove vengono esternalizzati i visti a società con sede in paradisi fiscali con bilanci non attendibili e assetti societari non trasparenti...
E il responsabile di tutto questo? È stato promosso! O vi attendevate altro? Comunque a ben vedere con l'uscita di Matteo Renzi dalla scena politica noi italiani all'estero
siamo caduti dalla padella nella brace, e lì ci rimarremo almeno fino alle prossime elezioni politiche. Guardate un po' chi è il premier e poi giratevi per vedere chi è il ministro degli esteri... Nulla da ridire sul ministro, tranne che non si trova in buone mani o qualcuno pensa il contrario? Sul premier invece...