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martedì 18 giugno 2024

Cittadino italiano iscritto all'Aire senza residenza e senza diritti

 



Di Gianni Sacco

Da un anno e mezzo sono rientrato in Italia dopo circa dieci anni vissuti in Argentina. Quindi sono iscritto all'Aire del Consolato Generale d'Italia a Cordova (Argentina). Ora siccome non so se rimarrò in Italia o se andrò in un altro Paese, non ho riportato la residenza qui. Di conseguenza mi trovo in una situazione “surreale”, quasi da “mezzo italiano/extracomunitario” nel mio Paese; a meno che non riporti la residenza in Italia, infatti, la Pubblica amministrazione non rinnova la mia carta d'identità, non mi rinnova la patente né il passaporto; la tessera sanitaria non ce l'ho più, il medico di famiglia nemmeno. Per quanto riguarda la sanità non ho più il diritto di assistenza in Italia, ma solo l'assistenza provvisoria del medico per tre mesi.

Io non sapevo che scrivendomi ll’Aire sarebbe successo tutto questo: per fortuna nel 2021 ho rinnovato il passaporto, altrimenti oggi Avrei solo la patente di guida come unico documento senza la possibilità di poter rinnovare nel mio Paese gli altri documenti o vedendomi tolto il diritto alla salute, sempre nel mio Paese e solo perché ho ancora la residenza Aire.

Mi sono messo in contatto con il Ministero della Salute e testualmente mi hanno risposto: “Lei come cittadino iscritto all'Aire non gode più del diritto alla salute in Italia”. Però lo Stato Italiano è anche molto ambiguo perché al momento delle elezioni, sempre da iscritto all'Aire, la tessera elettorale, nel caso volessi votare qui in Italia, “esce come le patatine fritte”, come si dice in Argentina, cioè me la rilasciano immediatamente; come l'IRPEF o l’imposta da bollo, le trattenute sul ritiro dei buoni fruttiferi, guadagni in Borsa e via discorrendo. Se avessi una casa pagherei l'IMU seduta stante. Mi chiedo dunque se conti di più essere cittadino di un Paese o dove si risiede. Essere iscritto all'Aire non dovrebbe farmi meno italiano di chi vi risiede, anche perché pago lo stesso quello che è dovuto.

Insomma, i diritti/doveri di un cittadino non devono dipendere da una residenza. Il voto, la salute sono diritti. Per concludere, sono quasi un extracomunitario nel mio Paese e oggi ho più diritti in Argentina (da residente straniero) che nel mio Paese. Sto seriamente pensando di chiedere il permesso di soggiorno… anche se mi resta il dubbio che possano deportarmi.