Negli ultimi due
mesi, nella città di Santiago si sono registrati quasi 50 incendi, le cui cause
principali sono state le alte temperature e l'uso indiscriminato di
apparecchiature elettroniche, secondo l'ultimo rapporto preparato dai Vigili
del Fuoco del cuore di questa città.
È diventata una
routine sentire il costante eco delle sirene che guidano i camion dei pompieri
attraverso diverse strade e viali verso un posto dove si deve spegnere un
incendio.
Undici di questi
incendi sono stati registrati in case familiari. Questi di originano a seguito
di collegamenti elettrici inadeguati, di una gestione poco professionale del serbatoio
del GPL nelle cucine, di un uso eccessivo di condizionatori, ventilatori e in
altri casi di un uso non corretto di apparecchiature elettroniche.
Da luglio fino ad
agosto si sono verificati 11 incendi in case familiari, 18 veicoli bruciati per
problemi elettrici, incendi dovuti a collegamenti inadeguati dell'alta
tensione, 10 incendi boschivi e altri dovuti a collegamenti elettrici illegali.
Durante quel periodo sono scoppiati incendi in due centri commerciali, il più
grande dei quali è stato il “Mercato modelo”, situato nel centro storico.
Questo è stato uno degli incidenti più significativi per la sua entità, durata
e difficoltà nel reprimerlo.
Molte
organizzazioni di soccorso concordano sul fatto che i bateyes improvvisati,
abitati da haitiani in condizioni illegali, sono le principali fonti dove si
registrano gli incendi più grandi a causa di molteplici fattori, dovuti anche a
collegamenti elettrici inadeguati.
Uno dei casi più
recenti che illustra questa realtà è stato l'incendio avvenuto venerdì scorso
nel comune di Tamboril, dove sono andate completamente bruciate 57 case in
legno e zinco, tutte abitate da haitiani. Questo incidente è avvenuto nel
settore Batey di quel comune.
L'incendio ha
avuto origine a pochi metri da dove opera un impianto di imbottigliamento di
gas di petrolio liquefatto (GPL).