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sabato 7 novembre 2020

Ceylin del Carmen Alvarado, ha vinto la medaglia d'oro nel campionato d'Europa di ciclocross

 


Ceylin del Carmen Alvarado, campionessa del mondo di ciclocross si è aggiudicata la vittoria nel campionato d'Europa della categoria Elite che si è svolto in Olanda.

La 22enne dominicana per nascita e olandese naturalizzata è ormai da anni la migliore ciclocrossista del mondo. Intelligenza e potenza fisica sono le sue caratteristiche. La bellezza non c'entra niente, ma non le manca di certo.

Le sue principali avversarie erano tutte sue connazionali. Tre olandesi sul podio, lei con la medaglia d’oro. L’italiana che ha fatto meglio, Eva Lechner, è arrivata sesta.

Un po' di cronaca della competizione non guasta, tanto per sottolineare la bravura della “nostra” campionessa.

“Nel secondo tratto su sabbia, quello lungo, prima in sella e poi a piedi, ha staccato le due connazionali, ma nel tratto nel bosco la Worst (giunta seconda) l’ha ripresa. La tecnica della 22enne originaria della Repubblica Dominicana ha fatto la differenza. La Worst recuperava dove serviva potenza, ma nel ciclocross non basta. Serve la tecnica del pedale sulla sabbia, saper affrontare le salite e bisogna correre veloci a piedi quando c'è da portare la bici sulle spalle”.

Ceylin è nata il 6 agosto 1998 a Cabrera nella provincia Trinidad Sánchez, figlia di genitori dominicani. Vive a Rotterdam dove si è trasferita da piccola. Si considera 80% dominicana e 20% olandese. A casa sua si parla spagnolo e la madre e il fratello minore sono sempre al suo seguito quando gareggia.

lunedì 2 novembre 2020

Haiti celebra il giorno dei morti come se il covid-19 non esistesse

 



Né le mascherine, né il distanziamento sociale, né il lavaggio delle mani hanno fatto parte della festa dei morti haitiana chiamata Guédé. Un rito che, come ogni anno, ha radunato migliaia di persone nel cimitero pubblico di Port-au-Prince, uno spazio emblematico della cultura voodoo.

Nella mitologia vudù, i Guédés simboleggiano lo spirito dei morti. I rituali si celebrano l'1 e il 2 novembre di ogni anno. Le circostanze di questo 2020 non hanno scoraggiato gli haitiani che hanno partecipato a questa festa proseguendo la tradizione tra le tombe, adornate con immagini di spiriti in bassorilievo e teschi umani.



Donne e uomini si vestono di bianco, indossano una sciarpa viola intorno al collo o alla testa e portano candele. L'atmosfera del vasto spazio del cimitero si carica di caffè, profumi e preghiere offerte in onore dei loro defunti.

Il Clerén, un distillato simile al rum fatto in casa, è un elemento essenziale in questa cerimonia e non necessariamente da ingerire: alcune donne lo spalmano anche sui genitali, nel corso del rituale, mentre pronunciano i loro canti di invocazione degli spiriti del Guédé con esplicite connotazioni sessuali mentre raggiungono un trance convulso.

Sul set delle preghiere di sacerdoti e sacerdotesse spicca quella del "papa vudù" Augustin Saint-Clou, che con la sua veste bianca prega davanti a una croce nera alla base della quale si trovano offerte di alcolici, cibo e candele.

Nonostante la prevedibile numerosa affluenza di pubblico al cimitero per partecipare alla festa dei morti, le autorità non hanno richiesto alla popolazione di rispettare le misure sanitarie come è stato fatto durante i festeggiamenti di tre o quattro mesi fa.



Dal 26 ottobre non vengono pubblicate newsletter aggiornate. Nell’ultima sono stati segnalati otto nuovi casi di coronavirus SARS-CoV-2 per un totale di 9.054 confermati, 232 morti, oltre a 32.225 casi sospetti, e un tasso di mortalità del 2,56%.

Le celebrazioni continueranno anche oggi in misura maggiore rispetto a ieri, in quanto il 2 novembre si commemora il grande giorno di Guédé.