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sabato 25 febbraio 2017

DAL 2011 LA FARNESINA È PIÙ FOCALIZZATA SULLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE CHE SULLA RETE DIPLOMATICA E SULL'EROGAZIONE DEI SERVIZI CONSOLARI. PERCHÉ?





Esiste a livello mondiale una struttura che affianca la rete diplomatica attraverso organismi rappresentativi degli italiani residenti all'estero. Sono relativamente numerosi i CO.MI.TES. Moltiplicatelì per il numero dei membri e vi troverete di fronte una moltitudine di persone. In più c'è anche il CGIE che a qualcosa dovrà pur servire, visto che esiste e visto che ha una posizione preminente rispetto ai CO.MI.TES. Tanta gente! E non sono gli ultimi arrivati... Si tratta di persone che delle esigenze e delle problematiche degli italiani all'estero se ne intendono. E poi ci sono i parlamentari, diciotto, regolarmente eletti, non nominati a seguito di un premio di maggioranza, tanto per intenderci, che hanno quindi una base di elettori alla quale in qualche modo devono rispondere, soprattutto se vogliono ricandidarsi, e che godono di un'ottima remunerazione con la prospettiva quasi certa di ricevere a fine mandato un vitalizio. Niente male!
Penso che in definitiva ci siano tutti i presupposti perché i parlamentari in primis e poi in ordine di importanza i membri del CGIE e dei CO.MI.TES dedichino un attimino del loro tempo, un po' della loro esperienza e intelligenza alle cose che succedono all'interno della Farnesina e alle decisioni che vi si prendono e che coinvolgono la diaspora italiana. Non ci vuole molto per accorgersi di irregolarità macroscopiche e non credo che di quelle che ci sono state di fatto, le più eclatanti, nessuno se ne sia accorto. E allora perché tutti hanno taciuto?
All'origine di tutte le irregolarità degli
ultimi anni, da quando il presidente Napolitano coronò premier Mario Monti, il tecnico per antonomasia, c'è la scissione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) in due ministeri: il Ministero degli Affari Esteri (MAE) e il Ministero della Cooperazione Internazionale e Integrazione (MCII), e soprattutto la nomina come ministro di quest'ultimo del professor Andrea Riccardi.
Andrea Riccardi è il fondatore nel 1968 della Comunità di Sant'Egidio, nota anche come l'ONU di Trastevere, un vero e proprio doppione della Farnesina a livello di cooperazione internazionale che opera in oltre 70 paesi a favore di cittadini non italiani. Un conflitto di interessi clamoroso! Alla guida del neo costituito ministero della cooperazione veniva insediato un concorrente diretto! Non si sarebbe dovuto pensare al tempo che Andrea Riccardi avrebbe potuto favorire gli interessi della sua "creatura", un colosso sempre alla ricerca di fondi da destinare secondo le sue varie strategie a paesi esteri e a interessi estranei a quelli italiani?
Di fatto c'è chi c'ha pensato, ma nessuno tra coloro che fanno parte della schiera di persone di cui sopra che dovrebbe vigilare sugli interessi degli italiani all'estero. Ad esempio citerò una risposta di Sergio Romano ad una lettera indirizzata al Corriere della Sera in data 25 novembre 2011 (http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/11_Novembre_25/-IL-GOVERNO-DEI-TECNICI-E-LA-COMUNITA-DI-SANT-EGIDIO_5a6d97a6-1732-11e1-8448-ba9de42f6fce.shtml): "Se Andrea Riccardi privilegiasse sfacciatamente le aree africane in cui la Comunità di Sant’Egidio è presente con i suoi ambiziosi programmi umanitari e sanitari, la pubblica opinione se ne accorgerebbe e la stampa lo richiamerebbe all’ordine." Sergio Romano con questa risposta dava per scontato ciò che invece non è mai successo, vale a dire, l'intervento di denuncia da parte di chicchessia e soprattutto da parte di uno almeno dei tanti preposti alla tutela degli interessi degli italiani all'estero.
Anche se successivamente con il governo Letta i due ministeri furono riaccorpati e anche se Andrea Riccardi si allontanò definitivamente dalla scena politica, il suo delfino Mario Giro vi rimase come sottosegretario agli esteri, oggi viceministro, e continuò a svolgere la sua funzione di raccordo tra gli interessi della Comunità di Sant'Egidio e le strategie della Farnesina. E questa non è un'accusa, è semplicemente una constatazione. La Farnesina abbandonò gradualmente la rete diplomatica per presunti motivi di risparmio e si focalizzò sulla cooperazione internazionale che svolse un ruolo più preminente rispetto all'erogazione di servizi consolari e rispetto agli interessi degli italiani all'estero. E mentre Mario Giro e la sua squadra mettevano a ferro e fuoco la rete diplomatica italiana, qualcuno dei numerosi preposti alla tutela degli interessi degli italiani all'estero ebbe qualcosa da ridire su questo eclatante conflitto di interessi che ci portiamo dietro dal 2011? No! Assolutamente niente, semmai è stato accusato il governo. Ma cosa c'entra il governo con la Farnesina? È evidente che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale è un reparto a sé stante fortemente controllato tuttora dal senatore a vita Mario Monti e dagli interessi che egli rappresenta. Un vero e proprio feudo dei neoliberali anti italiani!

L'ORO: UN QUARTO DEL PIL DELLA REPUBBLICA DOMINICANA!




L'esportazioni di oro si è incrementata nella Repubblica Dominicana del 330% nel 2016. Aveva visto giusto Cristoforo Colombo sempre alla ricerca del nobile metallo nel Nuovo Mondo per impinguare le casse reali dei sovrani spagnoli. L'Hispaniola continua a fornire oro con destinazione oltremare in un'epoca, tra l'altro, in cui il suo prezzo è alle stelle! Oltre 524 anni di estrazioni, ma il metallo prezioso non accenna ad esaurirsi, anzi...
La crescita economica della Repubblica Dominicana desta ammirazione dappertutto, essendo di gran lunga la prima in assoluto dell'America Latina, ma per il 25% questa è dovuta all'esportazione di oro e al forte aumento del suo corso sui mercati internazionali. L'oro non è una risorsa rinnovabile... Comunque il settore rappresenta una fonte importante di impiego e paga stipendi superiori dal 15% al 30% rispetto a quelli medi del settore industriale. La miniera di Pueblo Viejo, nella provincia Sánchez Ramírez (Cotui) è una delle più grandi del mondo e occupa in tutto il continente americano il secondo posto. Viene gestita dalla Barrick Gold Dominicana e il relativo contratto di autorizzazione all'estrazione, fu stipulato con il governo dominicano durante il terzo mandato presidenziale di Leonel Fernández. Dettagli di questo contratto svelati dal suo successore alla presidenza Danilo Medina suscitarono non poco scalpore da parte dell'opinione pubblica. Leonel Fernández costretto a giustificare ogni punto dell'accordo non riuscì tuttavia a essere del tutto convincente. C'è da dire che l'estrazione dell'oro da questa grandissima miniera era rimasta sospesa per decenni per mancanza della tecnologia necessaria. Sussistevano inoltre grandi problemi di sostenibilità a livello ecologico.
Nel 2016 sono state esportate 1220 once d'oro per un valore complessivo di US$ 1779 milioni!

venerdì 24 febbraio 2017

DIFFERENZE TRA LE SPERANZE DI VITA IN ITALIA E NELLA REPUBBLICA DOMINICANA




In Italia per le statistiche siamo precisissimi. Per esempio per la speranza di vita, cioè per la longevità l'Istat è in grado di fornire dati che tengono conto anche dei mesi! Recentemente si è riscontrato un calo della speranza di vita di tre mesi per gli uomini, che ora possono aspirare a vivere mediamente 80 anni, anziché 80 anni e tre mesi e per le donne che con un calo minore di due mesi ora devono rassegnarsi a vivere "solo" 84 anni e otto mesi anziché 85. La stessa precisione non esiste invece nella Repubblica Dominicana e al riguardo ci sono delle fonti diverse, non si sa quanto attendibili. Recentemente comunque sul giornale El Caribe sono comparsi dati allarmanti per quanto concerne la speranza di vita nella Repubblica Dominicana, che aumenta di anno in anno, ma che è molto inferiore a quella del Bel Paese. Gli uomini possono aspirare, secondo questo articolo, a una vita media di 68 anni, qualunque riferimento ai mesi da queste parti è assolutamente impossibile. Siamo quindi ben 12 anni al di sotto dell'età media raggiungibile in Italia! Per le donne la differenza è addirittura maggiore, essendo qui l'età media di vita a cui una donna può aspirare di 72 anni e in Italia di ben 84 anni e otto mesi! A questo punto ci si chiede se non sia meglio ritornare in patria! Invece ricordo sempre un mio amico di Crema, in provincia di Cremona, che arrivò nell'isola nel 1990, fuggendo dall'Italia perché Il medico gli aveva pronosticato come conseguenza di tutti i suoi malanni polmonari, di ipertensione e di glicemia, a livello di assunzione di insulina, soltanto sei mesi di vita... Il mese prossimo compirà 80 anni e... sta lavorando in un dolcificio! E allora come stanno le cose veramente? Siamo sempre alle solite statistiche a cui faceva riferimento Trilussa?
Altri dati sulla Repubblica Dominicana: l'età adulta rappresenta il 6,9% della popolazione totale, vale a dire 690.000 persone maggiori di 65 anni. Nell'anno 2020 questa cifra si incrementerà a un milione di persone. Le cause di morte più frequenti in questo gruppo della popolazione sono le malattie cardiache, gli incidenti cardio vascolari, il cancro, la pneumonia e attenzione attenzione... tutte queste cause di morte sono seguite da vicino dalle cadute... Meglio comprarsi delle scarpe antiscivolo... Sembra invece che le folate dei ventilatori non provochino vittime... Lo dico perché mio nonno, cavaliere di Vittorio Veneto, sosteneva che ne uccidono di più le folate dei ventilatori che le raffiche di mitra!

COMUNITÀ A CONFRONTO: ITALIANI NELLA REPUBBLICA DOMINICANA E DOMINICANI IN ITALIA





Comunità italiana della Repubblica Dominicana iscritta e non iscritta all'AIRE

Il numero degli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) della nostra circoscrizione consolare supera attualmente le 11.000 unità. In tutto il Centro America e Caraibi questa cifra non ha eguali. La circoscrizione che le si avvicina maggiormente è quella di Panama, che conta con poco più di 4.000 persone iscritte. Gli altri paesi non vanno oltre le 2.000 unità. Nella regione del Centro America e dei Caraibi esistono attualmente sei ambasciate italiane, sette ora che anche la nostra è stata riaperta: El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Costa Rica, Panama e Cuba.
Ai circa 11.000 iscritti AIRE della nostra circoscrizione vanno aggiunti altri 40.000 italiani in gran parte pensionati che vivono in pianta stabile nella Repubblica Dominicana, ma che non risultano iscritti all'anagrafe, questo per diversi motivi, ma principalmente per non perdere il loro diritto all'assistenza sanitaria italiana. Inoltre, va segnalato che visitano questo paese caraibico tutti gli anni oltre 100.000 turisti italiani.
Solo tenendo conto dei residenti ufficiali, quindi iscritti AIRE, la rappresentanza diplomatica italiana di Santo Domingo si collocava per dimensione nel 2014 tra le prime 25 del mondo. Aggiungendo i residenti non iscritti AIRE, si sarebbe piazzata tra le prime del continente americano, superata soltanto dalle grandi destinazioni di sempre dell'emigrazione italiana nel nuovo mondo.
Ma anche se il numero di italiani residenti ha in sé la sua importanza, è anche significativo il suo dinamismo demografico, vale a dire come la comunità cresce o diminuisce nel tempo. Da questo punto di vista notiamo che la cifra degli iscritti all'anagrafe residenti della Repubblica Dominicana è raddoppiata negli ultimi cinque anni. Accelerazione superata solo dal Regno Unito.
Va segnalata altresì una particolarità tra le caratteristiche degli iscritti: più della metà degli stessi nel 2014 erano minorenni. I matrimoni misti con figli aumentano vertiginosamente nel paese e in Italia. C'è una popolazione giovane di italo-dominicani che così come stanno le cose in Europa, a seguito dell'invecchiamento demografico, ha una rilevanza non indifferente e non può assolutamente non essere presa in considerazione.

Dominicani in Italia
La comunità dominicana in Italia si è incrementata molto velocemente negli ultimi decenni. Attualmente l'Italia è per i dominicani la seconda destinazione migratoria europea dopo la Spagna. Circostanza questa che si ripete nella Repubblica Dominicana dove l'Italia è il secondo stato europeo dopo la Spagna dal punto di vista migratorio anche se con ogni probabilità, visto il veloce incremento della popolazione residente italiana, l'Italia ha già superato la Spagna, piazzandosi al primo posto.
Secondo le statistiche più recenti, i cittadini dominicani iscritti nei registri consolari dominicani in Italia erano nel 2014 circa 30.000 con un incremento annuale del 10%. A questi cittadini vanno aggiunti gli italo-dominicani figli di matrimoni misti che in generale non risultano nelle statistiche dominicane, ma che hanno una notevole importanza da diversi punti di vista per le relazioni tra i due paesi, oppure le persone sposate che acquistano la cittadinanza italiana e che non figurano più nei registri della loro ambasciata.
Gli italo-dominicani nati in Italia negli ultimi trent'anni dovrebbero essere circa 40.000. I dominicani in Italia si trovano in tutte le latitudini della penisola. La colonia più numerosa e organizzata è quella di La Spezia a pochi chilometri di distanza da Genova. La cifra stimata dell'impatto demografico dominicano in Italia è quindi di 70.000 persone, cifra stimata per difetto e in pieno aumento con un tasso di crescita annuo del 10%.

Considerazioni generali
Inutile dire che l'impatto di entrambe le comunità sul PIL dei rispettivi paesi di residenza è notevole. Ad avvantaggiarsene di più è l'Italia perché le decine di migliaia di pensionati italiani che vivono nella Repubblica Dominicana, in mancanza di un trattato contro la doppia imposizione, pagano le imposte in Italia pur non usufruendo di servizi di sorta. E sono cifre di imposte introitate dall'Italia che possono facilmente raggiungere i 50 milioni di euro. 
Anche la numerosa comunità di prima e seconda generazione abitante in Italia, vi lavora e apporta a livello di PIL e di imposte e se il loro apporto non raggiunge il miliardo di euro l'anno poco ci manca. 
Altro aspetto interessante da non trascurare è che i numerosi italo-dominicani nati in Italia sono bilingui. Invece quelli nati nella Repubblica Dominicana parlano solo lo spagnolo. Una situazione che dovrebbe cambiare nel tempo... con un po' di impegno da parte nostra.
A quanto sopra si aggiunga che i rapporti tra entrambi i paesi hanno natura storica e rendono la Repubblica Dominicana una delle maggiori destinazioni dell'emigrazione italiana di tutti i tempi con circa 300.000 dominicani discendenti da italiani.
Una domanda: a chi è venuto in mente di chiudere l'ambasciata italiana di Santo Domingo? 
MA IN CHE MANI SIAMO FINITI?

giovedì 23 febbraio 2017

PRESENZA ITALIANA NELLA REPUBBLICA DOMINICANA




Il numero di dominicani discendenti da italiani si aggira sui 300.000 che si aggiungono all'esistenza di una colonia italiana di 50.000 persone, il che rende la comunità italo-dominicana la più numerosa dei Caraibi. Molti dei membri di questa comunità svolgono ruoli di grande importanza per l'economia del paese in quasi tutti i settori.
Queste sono alcune delle imprese create da italiani e/o dai loro discendenti e che attualmente sono molto importanti per l'economia del paese:
Grupo Bona: azienda di proprietà dei Bonarelli, una famiglia con una lunga tradizione gastronomica nel paese. Sono parte dell'azienda le succursali Pizzarelli, 3 Mariachis, Paninoteca y Mustard’s, tutte catene di ristoranti specializzati nella cucina italiana, messicana e/o americana.
Gruppo Vicini: di proprietà della famiglia che porta lo stesso cognome. È uno dei gruppi societari più importanti del paese. Ha interessi in diversi settori come l'industria agricola, le finanze, il turismo, l'energia, i beni immobili, le comunicazioni, ecc.
Grupo Pellerano Nadal: azienda di grande importanza nel settore automobilistico dominicano. Fanno parte del gruppo Autogermánica, Autobritánica e Autogermana sono le distributrici esclusive dei marchi BMW, LandRover, Rover, MG e Mini sia nella Repubblica Dominicana che in Porto Rico.
Grupo Omnimedia: di proprietà dei Pellerano, è una delle principali imprese di comunicazione del paese. I suoi prodotti mediatici includono Diario Libre, Diario Libre Metro, Plaza Libre e Plaza Libre Norte nel segmento stampa; Mujer Única, Habitat, Estilos, Novias, La Casa y Única a tus 15 nel segmento riviste; diariolibre.com y plazalibre.com in Internet; OnTV, Diario Libre a.m., Informativos Diario Libre, y comerciales por Telecable in televisione
Grupo Puntacana: impresa della quale i Rainieri sono soci fondatori, è tra le più importanti, ammirate e riconosciute del settore turistico dominicano. Oltre al fatto che ha avuto un ruolo pionieristico nello sviluppo del rinomato polo turistico di Punta Cana. Fanno parte del gruppo Puntacana Resort & Club, Tortuga Bay, Aeropuerto Internacional de Punta Cana, e la Fundación Ecológica de Puntacana.
Grupo Mercasid: uno dei conglomerati agroindustriali più grandi e importanti della Repubblica Dominicana. I Bonetti sono soci molto importanti dello stesso. Cítricos Tropicales, Agua Crystal, Flordom, Agrocítricos, Induspalma Dominicana e Induveca sono società collegate al Mercasid. Sono anche i distributori esclusivi dei prodotti Kimberly-Clark, Kellogg’s, Clorox, Solae, Unilever, Pillsbury, Danone, Dos Pinos, Hershey’s, Carbonell y Häagen-Dazs.
Grupo Ambar: impresa leader nel settore automobilistico dominicano, portoricano, venezuelano, di Saint Martin, Isole Vergini Britanniche e Isole Vergini Statunitensi. È di proprietà della famiglia Barletta. Nel mercato dominicano sono i distributori esclusivi dei marchi Chevrolet, Cadillac, Nissan, Suzuki, Yamaha e Blue Bird nel loro concessionario di Santo Domingo Motors.
Menicucci: impresa appartenente alla famiglia con lo stesso nome, radicata a Santiago de los Caballeros e dedicata alla produzione e alla vendita di selci, mosaici, articoli di porcellana, sanitari, tegole, terrazzi, marmo e granito naturale.