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domenica 30 giugno 2019

Il connazionale Giuseppe Lubrano di Ciccone muore insieme a sua moglie in un incidente aereo





Precipita un aereo nella provincia di Barahona. Muoiono quattro persone tra cui un italiano, il pilota, e sua moglie
Altro aereo che precipita. Questa volta nella località costiera di La Ciénaga in provincia di Barahona. È stato rinvenuto oggi dopo assidue ricerche con quattro persone decedute a bordo. Tra di loro il pilota Giuseppe Lubrano di Ciccone, savonese di nascita, sua moglie Raquel Cordova 52enne, il copilota Enrique Grullón e un’altra persona identificata come José Carbonell. L’aereo era partito dall’aeroporto Maria Montes di Barahona ed era diretto a Cabo Rojo in provincia di Pedernales. È quindi precipitato subito dopo il decollo.

Nella ricerca del velivolo, un PA283 di matricola statunitense, hanno partecipato la marina di guerra (Armada) e la forza aerea tra le altre istituzioni di sicurezza dello stato.
Giuseppe Lubrano di Ciccone era di Savona, ma viveva da circa trent’anni nella Repubblica Dominicana. Sua moglie Raquel Cordova aveva una posizione dirigenziale nel Grupo Ramos, settore alimenti preparati.

sabato 29 giugno 2019

Candela è fuori pericolo, è sveglia, parla e si alimenta per via orale



La quindicenne italo-argentina Candela Aylen Saccone che da sette giorni si trova ricoverata nell’unità di cure intensive pediatriche dell’Hospital General de la Plaza de la Salud (HGPS) è stabile e sveglia. Riconosce le persone che le stanno attorno e riesce a parlare.
Il presidente dell’HGPS, Julio Amado Castaños Guzmán ha dichiarato che con il caso di questa paziente si dimostra che nella Repubblica Dominicana ci sono servizi di salute di alto livello che garantiscono la sicurezza dei turisti. Ritiene tuttavia necessari il rafforzamento di alcuni settori della salute e il miglioramento dei sistemi di riferimento di casi complessi a centri di salute di livello elevato.
Patricia del Rosario, coordinatrice dell’unità di cure intensive pediatriche, ha reso noto che a Candela è stata sospesa la dialisi continua. Inoltre ha già iniziato una dieta leggera per via orale in quanto la sua funzione gastrointestinale è molto migliorata. La ragazza respira bene e i suoi valori glicemici ed elettrolitici sono normali per cui nei prossimi giorni avrà inizio la sua terapia di riabilitazione.

venerdì 28 giugno 2019

I fondi ai Comites sono stati fortemente ridotti e sono stati istituiti dei parametri preferenziali per la loro assegnazione



Con il governo del cambiamento i Comites sono stati penalizzati. L’on. PD Nicola Carè ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta in cui ha richiesto la “reintegrazione delle risorse a disposizione dei Comites”.
La Farnesina ha sostenuto invece che non c’è stata alcuna riduzione, ma che la relativa voce di stanziamento pari a circa 1.267.000 di euro per gli anni 2017, 2018 e 2019, fissata dalla gestione passata, è semplicemente rimasta invariata. In un tentativo di arrampicata sugli specchi che non è nuovo negli ultimi tempi nelle risposte della Farnesina, si è accennato soltanto al fatto che per il 2018 era stata disposta con un emendamento parlamentare l’attribuzione di un ulteriore milioni di euro, per cui per tale anno lo stanziamento totale a favore dei Comites è stato di 2.227.000 circa. Ben un milione in più, quasi il doppio!
La nuova gestione della Farnesina ha lasciato invece per il 2019 le cose come stavano: non ha confermato quindi l’aumento dell’anno precedente il che vuol dire in parole povere che lo ha ridotto di un milione e cioè di circa il 50%.
Ma la penalizzazione non finisce lì. Ora è stato stabilito un accantonamento del 14% da distribuire ai comites “per i quali l’assegnazione risulti insufficiente a coprire le spese di gestione” e una percentuale del 6% per un accantonamento “per finanziare progetti integrativi o esigenze sopravvenute”. In tutto un 20% di accantonamenti pari al 16% in più di quanto previsto dalla precedente gestione che riduce di fatto l’entità totale dello stanziamento. A questa novità si aggiungono dei parametri che assottigliano ancora la quota da destinarsi per composizione al 25% dello stanziamento totale, ridotto dagli accantonamenti menzionati. Il resto delle risorse verranno attribuite per il 35% “alla consistenza numerica della comunità italiana di riferimento”, per il 10% “a seconda dell’estensione territoriale dell’area di competenza del comitato”, per un altro 10% “alla realtà socio-economica del paese in cui opera il comitato”.
Un bel colpo di scure!

giovedì 27 giugno 2019

La volontà di modificare la costituzione trova una forte opposizione ed è foriera di instabilità politica ed economica




Brutti tempi si avvicinano. Il caos è alle porte e durerà forse fino alle prossime elezioni amministrative e presidenziali
Forte tensione davanti al congresso. Ieri pomeriggio si sono presentati migliaia di manifestanti contro la riforma costituzionale. Il loro slogan: “Non si vende la costituzione”. Ormai la democrazia è arrivata a questo punto. I voti dei parlamentari si possono comprare e per di più con i soldi dello stato. Questo sicuramente è un assurdo e chi non è di questo parere non può non essere in malafede.
Il presidente ha convocato gli imprenditori più importanti del paese, tra di loro i connazionali Frank Ranieri e Juan Vicini. Voleva consultarli, si dice, ma il primo cittadino sanjuanero non sembra un uomo che abbandona facilmente le proprie ambizioni. Al suo intorno ci sono i politici di spicco della sua corrente, i parlamentari e tanti senatori. Tutti vorrebbero conservare le loro posizioni ancora per quattro anni. Magari si vorrebbe anche essere certi di non venire coinvolti con un futuro colpo di coda giudiziario, una volta lontani dal potere, negli scandali di corruzione precedenti che si avviano a una chiusura tombale con il processo Odebrecht, una sorta di sagra dei pesci piccoli.
Tutto sembra cadere a pezzi. L’industria turistica, spina dorsale dell’economia nazionale, subisce un forte attacco mediatico, la delinquenza dilaga, i black out sono all’ordine del giorno e le compagnie erogatrici dell’elettricità non danno spiegazioni. Siamo ritornati a un passato letteralmente buio.
La crescita del PIL denota una riduzione recente del 50%.
Il settore rielezionista si giustifica: “Danilo Medina è il migliore presidente di tutti i tempi”. Le adulazioni sono all’ordine del giorno! Un déjà vu. Nelle dittature l’adulazione è sempre presente. Del resto se il processo democratico viene scavalcato con  bustarelle per addomesticare il voto dei parlamentari dell’opposizione, non è il caso di pensare a un colpo di stato soft?
Tutto normale, per il gruppo che favorisce la rielezione. Una logica marcia frutto di un vistoso allontanamento in essere dalle regole democratiche.
L’instabilità economica è alle porte e una violenta rivolta popolare non è assolutamente da escludere.
Le prospettive nel breve e nel medio periodo non sono rosee e non solo nell’ipotesi che il progetto rielezionista si imponga. Davanti a noi italiani qui residenti si profilano grandi incognite. Un’ottima ragione per muoversi in tutti i sensi con cautela.

mercoledì 26 giugno 2019

Il 46,6% delle piccole e micro imprese della Repubblica Dominicana ha una vita breve


Tante piccole e micro imprese vengono avviate nella Repubblica Dominicana, circa la metà hanno una vita breve. Questo è quanto emerge da un’indagine recente organizzata anche dall’ufficio della vicepresidenza.
Secondo un sondaggio condotto dal Failure Institute, il 48,6% delle piccole e micro imprese fallisce nella Repubblica Dominicana a causa di problemi finanziari e di mancanza di pianificazione strategica.
L'indagine riguarda 600 imprenditori che hanno gestito almeno un’impresa non riuscita e propone iniziative pubbliche al fine di garantire che i gruppi vulnerabili possano generare imprese sostenibili e aumentare l'occupazione delle persone appartenenti ai ceti sociali più poveri.
Tra le donne, che hanno rappresentato il 68% del totale degli intervistati, le attività più comuni sono il commercio, la vendita di cibi preparati, i negozi di alimentari, i saloni di bellezza e la confezione di capi di abbigliamento; mentre, nel caso degli uomini, che costituiscono il 32% del campione, il commercio, la vendita di cibi preparati e i “colmados” o botteghe. Allo stesso modo,  l'85% degli imprenditori aveva tra uno e tre dipendenti al momento della chiusura della propria attività.
Lo studio evidenzia un'importante differenza per quanto riguarda l'investimento iniziale medio tra uomini e donne. Gli uomini dispongono di un capitale medio di RD$ 86.288 (circa USD 1.713), mentre le donne iniziano mediamente con un capitale di RD$ 30.161 pesos dominicani (circa USD 598), quasi un terzo del capitale iniziale maschile, disparità che si mantiene nel corso della durata dell’attività.

martedì 25 giugno 2019

Una ragazza italo-argentina si è ammalata gravemente a Punta Cana



Candela Ayla Saccone, 15 anni, argentina. Ha trascorso alcuni giorni insieme alla sua famiglia in un resort di Punta Cana. Giovedì scorso 19 giugno, la data di partenza prevista per il ritorno, si è sentita male. Dolori stomacali, poliuria, tanta sete… I sintomi di un diabete che non ha mai avuto. È andata in coma glicemico nella hall dell’hotel ed è stata ricoverata d’urgenza nella clinica Canela 1 di La Romana. Il diagnostico: ceto acidosi diabetica, insufficienza renale ed edema cerebrale.
Nessun ospedale della zona, che accoglie milioni di turisti l’anno, era attrezzato per trattare l’improvvisa malattia acuta della ragazza. Ci voleva un trasferimento urgente a Santo Domingo. E qui sono iniziati i problemi. L’assicurazione Assist Card si è negata a fornire la necessaria copertura. La famiglia Saccone si è rivolta alla stampa e a seguito del clamore mediatico sollevato, la copertura assicurativa è stata garantita oltre al viaggio di ritorno una volta stabilizzato lo stato di salute di Candela.

Grazie all’intervento del console argentino di Santo Domingo María Emilia Rinaudo, è stato possibile mettere a disposizione una camera per il trattamento intensivo nell’ospedale Plaza de la Salud dove è stata ricoverata nella mattinata di sabato scorso. Due giorni di ritardo che non ci volevano. Le solite cose alle quali siamo abituati. Davanti all’urgenza non si procede se non si sa come verranno pagate le prestazioni. Si era parlato anche di un versamento della famiglia di 10 mila dollari a titolo di cauzione alla Plaza de la Salud il che però non risponde a verità.
Nella giornata di ieri mi sono recato in ospedale e ho avuto la conferma del padre dell’ottima evoluzione della ragazza che ha superato il coma e che reagisce molto bene alle cure. Il trattamento intensivo continua, ma si può ritenere che il peggio sia stato superato e che in breve la ragazza sarà in grado di rientrare in Argentina.
La famiglia Saccone fa parte della comunità italiana di Buenos Aires che segue la vicenda con molta apprensione.
Nella foto a sinistra vediamo Candela, in quella a destra suo padre Leandro e il console argentino Maria Emilia Rinaudo

L’Italia e la sua posizione nei confronti del Venezuela




L’atteggiamento dell’Italia nei confronti del Venezuela è controcorrente rispetto al resto dell’UE. Guaidó non è stato riconosciuto presidente ad interim. Il capo dello stato sudamericano continua ad essere Nicolás Maduro in attesa di nuove elezioni. La sostanza dal punto di vista dei rapporti internazionali cambia poco. L’orientamento italiano è sicuramente equilibrato e volto ad una soluzione pacifica e democratica della crisi venezuelana. Ricordiamo che l’Italia ha posto anche il veto in sede europea, impedendo, in occasione del Consiglio Affari Esteri dell’UE, il 31 gennaio scorso a Bucarest, il riconoscimento della legittimità di Guaidó come presidente da parte dell’UE.

L’Italia si è prodigata invece in interventi diplomatici e finanziari per il Venezuela e in particolare per la numerosa comunità di suoi cittadini residenti. Ha stanziato circa tre milioni di euro a favore della popolazione civile di cui mezzo milione destinati ai migranti in Colombia e Brasile e mezzo milione all’UNICEF per un programma di nutrizione infantile.

C’è stato inoltre un intervento di integrazione del minimo pensionistico dei connazionali residenti ed è in corso un programma del valore complessivo di un milione di euro per permettere la fornitura diretta ai connazionali dei medicinali diventati irreperibili sul mercato locale.

CISL B1 in Repubblica Dominicana, per ora solo a Santiago de los Caballeros



Esame di conoscenza della lingua italiana ai fini dell’acquisizione della cittadinanza: CISL B1. Di primo acchito non ha l’aria di essere un esame semplice. Il costo è di 100 euro. In caso di bocciatura l’esame può essere ripetuto, previo nuovo pagamento, nella sessione successiva. Da qui a fine anno sono previste tre sessioni. La prima, il 23 luglio.

Il Centro CILS ha istituito un esame di livello di conoscenza linguistica destinato a coloro che richiedono la cittadinanza italiana. Gli obiettivi sono specifici. L’esame CILS B1 vale solo ai fini dell’acquisizione della cittadinanza. Non vengono ricompresi ambiti come il lavoro, l’attività accademica ecc. Il CILS istituito dall’Università di Siena certifica le competenze linguistiche e comunicative in italiano come seconda lingua. L’esame CILS B1 è suddiviso in quattro parti che valutano le abilità fondamentali (espressione orale, espressione scritta e competenze lessicali e morfologiche sintattiche, comprensione della lettura e comprensione orale). È composto da quesiti chiusi ( quesiti a risposta multiple), quesiti semistrutturati (rielaborazione di testi a partire da dati) e aperti (sviluppo libero di un tema). In caso di mancato superamento, l’esame può essere ripetuto nella data di sessione seguente nello stesso anno, versando nuovamente l’importo dell’ammissione. Le prossime sessioni di esame previste dall’Università per stranieri di Siena (UNISTRASI) sono: 25 luglio del 2019, 24 ottobre del 2019 e 3 dicembre del 2019. Gli esami avranno luogo solo con un numero minimo di otto iscritti. Esiste anche un numero massimo non precisato oltre al quale le iscrizioni verranno rifiutate o fatte valere sulla successiva sessione. La tassa di esame è di 100 euro in Italia e all’estero. Chiunque può iscriversi. Il certificato non ha data di scadenza.

Contatti: La Scuola
Av. Estrella Sadhala # 75
Santiago de los Caballeros
República Dominicana
Tel.: +1 809 222 3426


Falsificazione di superalcolici: un’attività fiorente




Le falsificazioni di bevande alcoliche sono molto diffuse nel territorio nazionale. L’attività di solito viene evidenziata dai media verso la fine dell’anno, epoca in cui il consumo di alcolici è maggiore. Ora invece troviamo qualche riferimento sui giornali perché tra le cause delle morti improvvise di turisti nei resort viene menzionata con frequenza la possibile ingestione di bevande alcoliche falsificate. Ci sono turisti che si sono sentiti male e che sono deceduti immediatamente dopo aver consumato un drink del minibar.

Solo nella cittadina di Moca esistono nei rioni: La Española, Los López, Isla Saona e Viejo Puerto Rico nonché il comune di San Víctor de Moca e la comunità rurale di Tierra Dura, 15 fabbriche di bevande alcoliche che operano clandestinamente in cortili di abitazioni e in zone rurali.

Si suppone che ci sia connivenza da parte delle autorità che si accontenterebbero di un “pedaggio” per chiudere un occhio.

I marchi maggiormente oggetto di falsificazione sono: Ron Brugal, Carta Blanca, Brugal Extra Viejo, Brugal Añejo, i marchi di whisky Peter Allen, Chivas Regal e White Label.

lunedì 24 giugno 2019

L'ottavo turista americano deceduto quest'anno, il primo a Boca Chica, è un calabrese naturalizzato




L’ottavo “gringo” morto nei resort non era tanto gringo e non era un turista all inclusive, ma uno “Fai da te”, in quanto era alloggiato in un’abitazione del Condominio Boca Chica dell’omonima città. Andrebbe quindi depennato dalla lista qualora gli americani intendessero battere qualche record dei Guiness dei primati nella Repubblica Dominicana.
“Lo conoscevo,  dice un connazionale, faceva frequenti visite a Boca Chica. Si fermava nello stesso hotel dove alloggiavo io. Da qualche tempo si era trasferito in un’abitazione del condominio Boca Chica. Era calabrese e parlava con influssi dialettali molto forti talché era difficile capirlo”.
Il 56enne Vittorio Caruso era stato per molto tempo proprietario di una pizzeria a Long Iland nello stato di New York, che circa due mesi fa aveva venduto. A Boca Chica aveva anche una compagna dominicana che lo ha assistito da quando ha iniziato a sentire quel malessere che lo ha portato alla morte.
La figlia dell’italo-americano ha dichiarato alla Fox News che suo padre è stato trasportato in ambulanza in ospedale a seguito di difficoltà respiratorie dopo aver bevuto qualcosa”. Secondo lei, suo padre era una persona che godeva di ottima salute. Poco prima della partenza si era recato dal medico il quale non gli aveva riscontrato alcun problema di salute.
La compagna dominicana riferisce che il Caruso si era recato dal medico l’11 giugno perché si era sentito male ed era affetto da tosse. Una volta tornato a casa aveva avvertito dolori al petto.
Il 17 giugno all’1 del mattino ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie e dolore al petto. È stato trasportato all’ospedale Hospiten di Santo Domingo dove all’arrivo ha subito un arresto cardiorespiratorio ed è deceduto.
Secondo il referto autoptico dell’anatomopatologo Sarita Valdez, il Caruso sarebbe morto per insufficienza respiratoria a seguito di scompenso cardiaco dovuto a molteplici infarti acuti pregressi e recenti. Era affetto inoltre da una malattia polmonare ostruttiva e cronica. Un quadro grave peggiorato dalla sua abitudine di fumare sigari e di bere alcolici pur essendo iperteso.
Non siamo sicuramente in presenza di un turista all-inclusive che beve un drink preso dal minibar e muore. Si denota inoltre una grande negligenza da parte dell’italo-americano. Se si fosse sottoposto a tutti gli accertamenti la prima volta che si è sentito male, forse sarebbe ancora in vita. Molto probabilmente tra l’11 e il 17 giugno il Caruso non ha nemmeno smesso di fumare e di bere com’era sua abitudine.
La domanda che ci si pone è se l’italo-americano era sano come un pesce come sostiene la figlia oppure se era affetto da tante e gravi patologie come invece riferisce il dott. Sarita Valdez.


venerdì 21 giugno 2019

L'ex amministratore della Parmala condannato per furto di corrente elettrica



Un connazionale condannato per problemi con Edesur e presunta frode elettrica. Si tratta di Giovanni Gottardo di Como giunto nel paese nel 1996 come amministratore della Parmalat Dominicana, azienda che ha gestito fino al 2004 anno della cessione da parte della società italiana delle azioni della collegata dominicana, la quale ha mantenuto il suo nome e continua ad avere un ruolo di leader del mercato latteo locale. Il Gottardo è rimasto nel territorio dominicano probabilmente legato ancora ai nuovi proprietari della società che gestiva e successivamente è diventato amministratore della Helados la Hispaniola srl. Una società che ha per oggetto la produzione, l’importazione, la commercializzazione, la distribuzione e l’esportazione di ogni tipo di gelato e prodotto latteo pasteurizzato.

Giovanni Gottardo è stato condannato per frode a Edesur e allo stato dominicano per un ammontare di RD$ 1,8 milioni. I fatti alla base dei capi di imputazione risalgono al 2014. La sentenza è stata emessa in questi giorni dalla Camera penale del tribunale di prima istanza di Santo Domingo Oeste. Gli vengono imposti 20 giorni di reclusione, pena sospesa, e il pagamento di 10 salari minimi, vale a dire RD$ 100.000 oltre all’importo equivalente alla potenza elettrica che si ritiene consumata e non pagata e a ulteriori 200.000 RD$ a favore di Edesur.

Il vice procuratore generale per l'elettricità (PGASE) sarebbe riuscito a seguito di un'indagine presso la sede della società a dimostrare in tribunale la responsabilità penale dell'imputato, che è socio amministratore della società Helados La Hispaniola, SRL.

Una volta avviata l'indagine, il contatore della società è stato rimosso in presenza del Gottardo in ottemperanza al protocollo stabilito nella Ley General de Electricidad (n. 125-01) per svolgere una perizia.

Attraverso tale indagine, si è constatato che il contatore installato conteneva modifiche considerate intenzionali a vantaggio dell'azienda.

Un perito dell'Istituto Dominicana por la Calidad (Indocal) con un pubblico ministero e un tecnico della Superintendencia de Electricidad hanno redatto il verbale di frode di energia elettrica che ha formalmente accusato l'azienda Helados La Hispaniola, S.R.L. e il suo amministratore.

Malasanità a Santo Domingo. Nemmeno la Plaza de la Salud si salva




Questo è una lettera pubblicata del nostro connazionale Sergio Boschetti e riguarda un'altra vicenda di malasanità, questa volta non si tratta di un ospedale qualunque ma della Plaza de la Salud del Distretto Nazionale. In definitiva si deve dedurre che chi non è assicurato nella Rep. Dominicana è in una situazione molto precaria perché di fatto non viene assistito. Chi invece è assicurato può essere oggetto di cure non necessarie volte ad aumentare gli onorari dello staff medico e può anche morire in corsia mentre l'amministrazione ospedaliera verifica se l'assicurazione è disposta a coprire la spesa. In definitiva c'è da scegliere tra la padella e la brace!

Silvio Boschetti:
"Vorrei informare cosa è successo ad una carissima amica che aveva il Ristorante “El Pirata” a Las Galeras di Samana. Una settimana fa va a fare una visita da un super cardiologo a Plaza de la Salud a Santo Domingo. Gli fanno un esame con il contrasto e scoprono che ha una vena leggermente otturata. Decidono di mettere uno stand. Tutto bene per un giorno ma poi non sta bene. Decidono di inserire un altro stand nello stand. Sembra tutto a posto ma il giorno seguente non sta bene. Trovano acqua ai polmoni e gli mettono un catetere. Sta bene per un paio di giorni, tolgono il catetere e la informano che il giorno dopo può andare a casa. E’ sabato mattina e la dottoressa di turno gli fa un ultimo esame e vede che i valori della transaminasi sono leggermente bassi e decide di fare una trasfusione di sangue. Inizia a non star bene durante la trasfusione ma poco importa. Inizia ad avere problemi respiratori e sempre in sala di rianimazione non si accorgono che aveva ancora acqua nei polmoni. Il sabato e la domenica i medici sono al mare. Conclusione... muore asfissiata!! La famiglia vuole un medico legale ma viene informata dai legali che nessuno in Repubblica Dominicana ha mai vinto contro un ospedale e che quindi è meglio lasciare stare. L’ospedale informa che per la cremazione occorre fare l’autopsia aprendola a metà, togliendo tutti gli organi che fanno a pezzetti per poi rimetterli dentro. Un terrorismo psicologico che la famiglia non ha voluto eseguire e quindi funerale classico. In compenso, devono pagare 147 mila pesos per il secondo stand che l’assicurazione non paga!

Entri per una visita ed esci steso in una bara con il conto da pagare.... che tristezza! Il diritto umano qui non esiste!"

Il rovescio della medaglia di permettere alle multinazionali di diffondersi nel paese




Un'interessante analisi del nostro connazionale Antonio Bagnara (Larry Green)

Il rovescio della medaglia di permettere alle multinazionali di diffondersi nel paese

Punta Cana costruita con capitali stranieri, gestita da stranieri: tutti i soldi rimangono di fatto all’estero.

Lo stesso per le zone franche. Paghe da fame agli operai. E allo stato dominicano rimangono i costi dello stato sociale.

Per attirare investitori stranieri è stato svenduto il paese.

Punta Cana, la zona franca e barrick gold sfruttano la Repubblica Dominicana prosciugando le sue risorse umane, ambientali e minerali.

Gli operai della zona franca vengono pagati 8.400 pesos per 168 ore mese = 50 pesos ora, hanno l’assicurazione sanitaria basica, vengono fatti lavorare in ambienti malsani dove si ammalano e a parte il trasporto gratis, tutto il resto è a carico loro.

Lo stato doveva esigere nelle zone franche ospedali gratis per gli operai, scuole e asili dove lasciare i bambini e doposcuola, in cui farli giocare, inoltre mensa gratis per chi lavora. Invece nulla. Semplicemente si tratta di un luogo di schiavitù moderna.

Lo stato non ha pensato al bene del popolo.

In compenso gli stessi che sfruttano il popolo, inquinano anche il paese , scaricando tutto il sudiciume nel mare e inquinando quella che è la prima risorsa dell’isola.

Qui si producono profitti, ma la popolazione non ne beneficia, di conseguenza aumenta la criminalità che distrugge la piccola impresa e arreca danni alle famiglie meno abbienti.

Alla fine la prosperità del PIL causa povertà all'intero paese.

Organico pubblico alle stelle in sette anni nella Repubblica Dominicana


Nella Repubblica Dominicana ci sono 650.000 dipendenti pubblici senza contare quelli alle dipendenze dei comuni e di anti enti decentralizzati

Participación Ciudadana ha affermato ieri che il “clientelismo viscerale” dilagante nel paese ha raddoppiato l’organico pubblico che supera attualmente la cifra di 650.000 dipendenti.

Nel 2012 erano in forza alle dipendenze del governo centrale, escluso il personale delle amministrazioni comunali e di altri enti decentralizzati, 336.000 dipendenti; nel 2014 sono diventati 441.000; nel 2016, 550.000 e attualmente superano la cifra di 650.000 con un raddoppio avvenuto soltanto in sette anni.

Secondo Participación ciudadana si è di fronte a un “macro stato” con un impiegato pubblico ogni 13 abitanti e ogni otto elettori. “Si tratta di una struttura grande, inefficiente e costosa, piena di enti duplicati, che non mira a un ridimensionamento, alla ricerca di una maggiore produttività, ma a un ampliamento per motivi elettorali e di clientelismo.”

Aveva ragione la sorella dell’attuale presidente quando arringava i dipendenti pubblici sostenendo che la rielezione vale per tutti, non solo per il presidente perché solo così avrebbero potuto mantenere i loro posti di lavoro.

Di fatto se non ci sarà la rielezione, l’anno prossimo tutta quella gente sarà licenziata e sostituita da persone vicine al nuovo capo di stato. Si parla di effetto bulldozer. Esiste da sempre e sarà difficile che in futuro arrivi quel giorno in cui gli impiegati pubblici conservino il loro posto dopo un cambiamento di governo.

Prima sede di esame per il certificato di conoscenza della lingua italiana




Buone novelle sul tema della certificazione della conoscenza della lingua italiana per l’acquisto della cittadinanza attraverso il matrimonio.

Ora abbiamo a Santiago una sede di esami autorizzata che da noi in RD è la prima in assoluto e che a livello mondiale riporta il numero 1262. Si trova presso il Viceconsolato Onorario di Santiago de los Caballeros. L’autorizzazione è stata rilasciata dall’Università per stranieri di Siena alla scuola d’italiano dell’Università Tecnologica de Santiago (UTESA). La certificazione di italiano come lingua straniera ha anche la sua sigla: cils.

Con questa sede di esame autorizzata si colma una lacuna della legge almeno per quel che riguarda il paese che ci ospita. Si spera in breve che siano abilitate altre sedi di esame, in particolare nel Distretto Nazionale dove abita la maggioranza degli italiani residenti nell’isola.

Il cils si rende necessario per ogni coniuge richiedente la cittadinanza italiana indipendentemente dal fatto che conosca o meno la lingua di Dante. Restiamo in attesa della pubblicazione dei costi necessari per il sostenimento dell’esame.

Errare humanum est: anche i killer sbagliano





Anche i killer possono sbagliare, quelli a buon prezzo si capisce, sfatti dalla droga si prestano a tutto. Costano 200.000 pesos. Un po’ pochino e siccome la professionalità va pagata, spesso mancano anche il bersaglio, colpendo un’altra persona oppure commettono errori che li fanno arrestare subito e conducono la polizia all’individuazione del mandante. Gli omicidi su commissione vengono gestiti frequentemente dal carcere da parte di qualche recluso condannato a 20 o 30 anni introdotto nel killeraggio.
Di solito non è consentito l’utilizzo di cellulari nel carcere, ma evidentemente ci sono delle eccezioni. Lo abbiamo visto nel caso David Ortiz del quale solo una cosa finora è chiara ed è che il reclutamento delle persone coinvolte nel tentativo di omicidio è stato organizzato dal carcere di Azua.
Gli errori nell’individuazione dei target sono dovuti qualche volta alla somiglianza fisica o al fatto che le vittime predestinate hanno lo stesso tipo di veicolo oppure abitano nello stesso edificio.
È successo ad esempio nel 2014 alla nipote dell’allora presidente del Colegio Médico Dominicano, Natasha Sing. I due killer hanno incassato 200 mila pesos per uccidere la giovane Zuleica Flores German, vicina di casa della Sing. La loro vittima invece è stata quest’ultima. Si sono confusi perché entrambe avevano lo stesso tipo di autovettura con lo stesso colore e risiedevano nello stesso edificio. Comunque la loro missione una volta scoperto l’errore è andata a buon fine. I killer hanno incassato altri 200 mila pesos e questa volta sono riusciti ad ammazzare la persona giusta. Errare humanum est. Perseverare, diabolicum.
L’anno scorso a La Romana è stato ucciso per errore l’avvocato e pastore protestante Santo Cedeño del Rosario. Un recluso del carcere di Santa Cruz del Seibo ha contrattato tre uomini per uccidere l’avvocato Julio Cesar Ruiz, ma i killer hanno sbagliato bersaglio per la somiglianza fisica dei due avvocati.
Poi c’è il caso clamoroso, ormai secondo gli inquirenti chiuso, di David Ortiz. Il killer avrebbe confuso il suo bersaglio pur essendo in possesso della fotografia della vittima designata, un mulatto di grande stazza e conosciutissimo in quanto ex star del baseball, che indossava una camicia bianca, con un caucasico magro con una maglietta nera…

giovedì 20 giugno 2019

Caso David Ortiz: il killer ha sbagliato bersaglio, la vittima predestinata era un'altra...




Ormai non ci sono più dubbi. La ricostruzione dei retroscena dell’attentato a David Ortiz è stata resa nota ieri in una conferenza stampa direttamente dal procuratore della repubblica Jean Alain Rodríguez. Questa versione dei fatti è definitiva e non più soggetta a modifiche. Crederci però è un altro paio di maniche… Jean Alain Rodriguez è legato alla nostra comunità se non altro perché ha fatto parte della Camera di Commercio Dominico-Italiana per diverso tempo, ha trascorso diversi anni in Italia dove ha studiato e parla anche italiano.
Non per questo però l’abbiamo visto intervenire in qualche modo su scandalose sentenze penali che hanno coinvolto alcuni nostri connazionali.
Secondo questa ricostruzione definitiva del procuratore della repubblica:
il committente è un narcotrafficante dominicano legato a un cartello messicano ed è attualmente latitante in quanto ricercato dalle autorità statunitensi;
il movente: un regolamento di conti nei confronti di chi lo avrebbe tradito nel 2011 quando è stato arrestato dalle autorità dominicane per possesso di droga a scopo di spaccio;
il bersaglio: un cugino del committente, il presunto delatore, che si trovava seduto accanto all’ex star del baseball nel locale notturno;
le persone coinvolte: circa una quindicina, undici tratte in arresto, due reclusi nel carcere di Azua e alcuni ancora latitanti;
l’ingaggio del killer, dei pedinatori, degli informatori ecc. sarebbe avvenuto con telefonate a due reclusi del carcere di Azua;
nel locale notturno era presente uno dei complici, un amico del mandante, che avrebbe fotografato la vera vittima predestinata, il cugino del committente, che era vestito con una maglietta nera e indossava pantaloni bianchi;
David Ortiz indossava invece una camicia bianca,  un omone di colore conosciuto da tutti in quanto un idolo dello sport internazionale;
nonostante tutto il killer ha sbagliato il bersaglio;
Per tutto questo complesso svolgimento dell’omicidio su commissione mancato erano stati previsti 400.000 pesos da suddividere tra i partecipanti. Nono è stato pagato alcunché. Tutta questa gente sarebbe stata disposta quindi a rischiare una condanna penale sulla base della parola di un recluso di Azua;
fra le persone sedute al tavolo di David Ortiz c’era il presunto bersaglio, una persona legata al mondo della droga.
Certo che la versione dei fatti o meglio il racconto diffuso dal procuratore della repubblica è molto interessante. L’importante però è che sia definitvo…

mercoledì 19 giugno 2019

Morti di turisti: l’erba del vicino non è sempre più verde!




E non si può nemmeno parlare di mal comune mezzo gaudio in fatto di decessi misteriosi o meno di turisti. Dove si muovono milioni di persone si verificano vicende statisticamente possibili e comunque probabili talvolta senza una spiegazione plausibile. A titolo di esempio ricordiamo che con la prova del DNA si stabilisce la paternità con una probabilità del 99,99%. Ci sono in giro quindi persone che tranquillamente ritengono di essere genitori senza esserlo. Ad esempio su 2 milioni di uomini che fanno il test 200 potrebbero non essere i genitori. Una sicurezza del 99.99% tranquillizza chiunque eppure concretamente se su due milioni di turisti americani ci fossero 200 morti misteriose in un anno nei resort dominicani, scoppierebbe il finemondo. Con l’aiuto dei media ne bastano invece 4 o 5 per avere lo stesso effetto.

Una copertura mediatica c’è sempre stata. Certi omicidi di stranieri non venivano nemmeno pubblicati sui giornali e lo stesso succedeva con le morti improvvise nei resort. Da un po’ di tempo in qua la risonanza di qualunque decesso di turista è al massimo livello: l’iniziativa parte dagli Stati Uniti e si diffonde a livello mondiale. Dobbiamo attenderci per forza di cose quest’anno un calo delle cifre del turismo dominicano.

Ma guardiamo invece cosa succede nel Messico:

L’anno scorso nel Messico c’è stato un afflusso turistico record che ha raggiunto i 39 milioni. Ciononostante nei sei anni di presidenza del presidente Enrique Peña Nieto sono stati uccisi 1.038 turisti.

Gli omicidi più recenti sono stati quelli dei ciclisti Krystof Chmielewski e Holger Hagenbush, uno polacco e l’altro tedesco, i cui corpi sono stati rinvenuti in un dirupo vicino a Palenque nel Chiapas il mese scorso. La notizia è giunta quando ancora attirava l’attenzione dei media europei la scomparsa di tre italiani a Jalisco lo scorso gennaio, che si dice che siano stati venduti dalla polizia locale a un gruppo criminale per 43 euro.

Il bello, si fa per dire, del Messico è che non ci sono morti misteriose ovvero se ci sono queste non vengono segnalate.

Negli Stati Uniti l’abuso legale per ottenere risarcimenti non colpisce soltanto il settore alberghiero o gastronomico ma praticamente ogni ambito della vita di ogni giorno. C’è chi va dal barbiere e alla fine contesta tutto e minaccia una querela perché non è soddisfatto con il taglio per cui se ne va via regolarmente senza pagare. Paese che vai, usanza che trovi. Figuriamoci se un parente muore in un resort magari di infarto! Addirittura c’è, come abbiamo visto, chi si fa bastonare a sangue per poi chiedere 2,2 milioni di dollari di indennizzo o chi sostiene di aver respirato una sostanza dannosa durante una notte e chiede 1 milione.

Se i media vogliono lanciare un attacco all’industria turistica di un paese lo possono sempre fare e i danni potrebbero essere ingenti per questa.

Siccome l’attacco parte dagli Stati Uniti si può ritenere che ci siano motivi politici alla base di tutto. Oppure credeva Danilo Medina che quando Trump diceva che non era contento del novello idillio affaristico tra RD e Cina non sarebbe passato dalle parole ai fatti?

Non per niente l’ambasciatore cinese si è lamentato delle lungaggini dei visti rilasciati dai consolati dominicani in Cina che ostacolano l’afflusso di turisti cinesi…

Mario Torroni: lo svizzero italiano che ha importato la fonduta nella Repubblica Dominicana




Mario Torroni: uno svizzero italiano molto conosciuto nella nostra comunità. Ne abbiamo già parlato in quanto da sempre punto di riferimento non solo della gastronomia svizzera ma anche di quella italiana a Santo Domingo. Oggi il Listin Diario gli dedica un articolo

Mario Torroni: ha portato dalla Svizzera il sapore della "fonduta"

Nelle vicinanze del confine franco-italo-svizzero si registrano le origini della "fonduta", un piatto che coinvolge al massimo il gusto e la vista e che nella Repubblica Dominicana ha reso famoso lo svizzero Mario Torroni.

La fonduta consiste nell'immersione con uno spiedino di piccoli pezzi di cibo in liquidi caldi come formaggio fuso, olio o cioccolato, in una pentola di argilla cotta o ghisa. La particolarità di questo piatto è che viene servito per essere condiviso al centro del tavolo, rendendo il suo consumo un momento di cameratismo, dato che i commensali utilizzano uno spiedino di metallo con due o tre punte, con il quale introducono nel formaggio pezzi di pane e di carne o frutta nella variante di cioccolato.

Nel 1995 il Torroni aprì "Les Fondues" e rapidamente la sua fama si diffuse, trasformando la novità in un piatto che oggi fa parte della gastronomia nazionale. Sebbene non sia dominicano, ha saputo rappresentare il paese con una proposta che, senza perdere la sua essenza, si è radicata.

Mario Torroni giunse molto giovane nella Repubblica Dominicana, per trascorrervi delle vacanze, e fece ritorno malvolentieri nel suo paese, sarebbe voluto restare qui. "Un po’ di tempo è stato sufficiente per generare amicizie e per desiderare di rimanerci", dice.

Cercò le scuse perfette e dopo un po’ ritornò da noi "in vacanza". Rimase dove erano stati alcuni suoi amici che se ne erano già andati dicendogli che c'erano molte opportunità nel paese. Il suo terzo "viaggio di vacanza" fu l'ultimo. Qui ci rimase e decise di tentare la fortuna, e questa non gli mancò, tant’è che ha formato una bella famiglia.

Il suo più grande contributo al paese è stato attraverso l'arte culinaria. La sua incursione nel mondo del business gastronomico non è stata una coincidenza. "È stato davvero un sogno che ho realizzato insieme a María Ysabel Valdes, mia moglie, che ha il compito di definire le linee guida per il servizio di ristorazione", afferma e lo si può definire una persona che non solo si sente parte del paese, ma che lo rappresenta in diverse parti dal mondo in cui ha l'opportunità di portare la buona cucina.

Il successo per Torroni non è casuale e il suo fondamento viene da lui riassunto così: "Rispetto, onestà, responsabilità, gentilezza, gratitudine e ottimismo sono i valori che mettiamo in pratica ogni giorno, a parte il fatto che abbiamo Dio al primo posto in tutto ciò che facciamo ".

Marco Botti: retroscena delle ultime ore di vita del ristoratoratore italiano di Guayacanes




Marco Botti 59enne di Como viveva ormai da non meno di 25 anni nella Repubblica Dominicana. Era giunto quindi molto giovane nel paese e ci era rimasto, diventando un noto imprenditore del settore gastronomico. Aveva anche moltissimi amici. Il suo ristorante gestito insieme a due soci era il Restaurante El Sueño di Guayacanes, Juan Dolio.

Premettiamo che Marco era assicurato con l’Ars Humano.

Era stato ricoverato nell’ospedale Centro Hospitalario UCE, noto anche come l’”Oncologico” di San Pedro di Macoris.

Al riguardo riferisce la sua socia Teresa Strusi quanto segue: “Quando la sua situazione si è aggravata, la dottoressa che l’aveva in cura ha deciso di mandarlo a terapia intensiva alla clinica Juan Carlos di Santo Domingo Este. Ci ha detto di chiamare un’ambulanza e ci ha fornito un n. di telefono. Abbiamo chiamato e dopo quasi un’ora è arrivata l’ambulanza. Erano le 7 di sera. Dopo qualche chilometro il veicolo si ferma perché è finita la benzina. Il conducente va a prenderla con una tanica. L’ambulanza era priva di aria condizionata. Marco stava malissimo. Non c’era neppure l’ossigeno. Infine quando riprende la corsa, scoppia una gomma. Insomma ha dovuto intervenire il 911 e Marco è arrivato ormai esanime dopo quattro ore. La dottoressa della UCE non ha mai risposto alle nostre chiamate, pur sapendo che eravamo noi a chiamare. Sono sconcertata da questa esperienza e vorrei che non si ripetesse.

Dimenticavo l'ambulanza anche se in quelle condizioni è costata 5.500 pesos.”

Marco era in preda a una forte colica biliare. Sarebbe stata necessaria una colecistectomia. Un’operazione relativamente semplice. Il quadro clinico si è complicato per il ritardo dell’intervento chirurgico. Nel Centro Medico Juan Carlos non si è proceduto al ricovero perché non sapevano niente del paziente e volevano informazioni precise sulle sue condizioni. Ma come ha riferito la signora Teresa, la dottoressa che lo seguiva nell’”Oncologico” di San Pedro non ha mai risposto alle telefonate.

È così che si può morire nella Repubblica Dominicana, a 59 anni ed essendo in possesso di un’assicurazione relativamente buona. Con un servizio privato di ambulanza che parte senza benzina e con rischio di scoppio ad ogni istante di una gomma, che però non rinuncia per questo al pagamento a tariffa piena, con un ospedale che ti lascia morire in corsia o perché non ci sono garanzie di copertura o perché ritiene di non avere elementi per valutare il tipo di intervento e quindi il prezzo dello stesso da comunicare all’assicurazione anticipatamente ai fini di un’autorizzazione.

Marco Botti in passato aveva avuto bisogno di un bypass in una gamba. L’assicurazione Humano ha rifiutato la copertura per cui il connazionale ha dovuto recarsi in Italia per l'esecuzione dell’intervento.

Ecco allora che in questo caso vediamo tutti i punti controversi che affronta un connazionale che risiede nella Repubblica Dominicana, quello di avere un’assicurazione sul posto, di doversi rivolgere comunque all’assistenza sanitaria italiana, dei tempi necessari per il riacquisto della tessera sanitaria in Italia, ecc.

Marco aveva in Italia un fratello e la madre. A gennaio è rimpatriato ed è rimasto a casa quattro mesi. Al suo ritorno lo si vedeva rigenerato. Non era uno che badava alla sua salute, fumava molto e beveva qualche bicchiere in più, cose che quando si superano i 50 anni dovrebbero essere limitate. Comunque intorno al suo decesso possiamo notare tanta sfortuna sì, ma anche delle situazioni di cui bisogna tener conto.

Sulle tracce di Ilio Capocci e degli altri istruttori degli Uomini Rana




La comunità italiana nella Repubblica Dominicana si avvia ad approfondire la conoscenza biografica di nostri connazionali che si sono distinti nella storia dominicana del secolo XX.

Il Cav. Paolo Dussich, Gianni Prudenza, Luca Pellegrini e Armando Tavano hanno formato un gruppo di ricerca storica per identificare gli italiani che addestrarono il corpo d’elite degli uomini rana che scrisse la pagina più importante della storia dominicana del secolo XX: la “Guerra de Abril” del 1965. I dominicani saranno sempre fieri del valore dimostrato dal loro popolo in quella guerra civile alla quale direttamente e indirettamente hanno partecipato eroicamente degli ex combattenti italiani che hanno avuto il merito soprattutto di addestrare un corpo d’elite diventato leggendario per gli interventi in diversi episodi bellici di quella guerra.

Ilio Capocci o Capozzi è un personaggio noto della storia dominicana del secolo XX. Lui e Vittorio Tudesco provenienti dalla Decima Mas addestrarono un commando d’elite che venne chiamato “Comando de nadadores de combate“, meglio noti come “hombres rana”, uomini rana, che diventò il migliore corpo militare d’elite del continente americano e tra i migliori del mondo. Circa 100 militari avevano concluso l’addestramento tra il 1958 e il 1965. Nel 1965 gli “uomini rana” combatterono a fianco di coloro che volevano ripristinare il governo eletto democraticamente nel 1962, rovesciato da militari golpisti nel 1963 e sostituito da un triumvirato. Il 24 aprile 1965 ci fu un sollevamento popolare che intendeva ripristinare il governo costituzionale, la “Guerra de Abril”. A questo sollevamento partecipò Ramón Montes Arache, capo del commando degli uomini rana, sconfiggendo l’esercito ufficiale nella battaglia del Puente Duarte e costringendolo alla ritirata. Cento uomini che senza subire una sola perdita sul campo di battaglia, malamente armati, seppero con la loro destrezza e conoscenza delle tecniche di guerra imporsi sull’esercito ufficiale. Gli Stati Uniti preoccupati di questa sconfitta e ritenendo erratamente che si trattasse dell’inizio di un’altra Cuba, invasero l’isola con circa 21.000 soldati. Nemmeno questi però riuscirono a portare alla resa i “costituzionalisti” che guidati da Ramón Montes Arache con il suo esercito personale di 100 uomini rana, addestrati da ex membri della Decima Mas, seppero mantenere le loro posizioni senza mai arrendersi e costringendo la potenza straniera alla sottoscrizione di un armistizio nel quale si prevedeva un periodo di governo transitorio e il ritorno alle elezioni. Gli episodi bellici nei quali gli uomini rana parteciparono sono diventati leggendari.

Non per niente Ramón Montes Arache dopo il suo decesso nel 2009 raggiunto il massimo grado della marina di guerra dominicana come “Vice almirante” è stato dichiarato eroe nazionale da parte dell’allora presidente della Repubblica Leonel Fernández.

Ilio Capocci o Capozzi morì in combattimento il 19 maggio del 1965. Non sappiamo niente di lui. Non conosciamo la sua data di nascita. Sembra che fosse campano e che abbia aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Successivamente pare che si sia arruolato nella Legione Straniera e che abbia combattuto in Indocina prima di arrivare nel 1957 nella Repubblica Dominicana con l’incarico insieme ad altri ex-combattenti italiani di formare un corpo militare d’elite, tipo la Decima Mas.

Ci stiamo dedicando alla ricerca delle origini di Ilio e degli altri uomini per dare un contributo alla storia del paese che ci ospita e per valorizzare la partecipazione di cittadini italiani alla stessa.

Oltre a Ilio Capocci, vanno menzionati

Vittorio Tudesco, capitano della Brigata Todaro

Alberto Cortellezza, capitano della Brigata Nembo

Benito Pambianchi, capitano della brigata Barbarigo

Enzo Lobasto, capitano

Fabio Chestaro, che partecipò alla battaglia del Puente Duarte

Elio Volpi, civile, istruttore di arti marziali

Mario Cresla

La vicenda Vulso, l'onorevole Ricardo Merlo e il suo interessamento per il processo penale di un italo-venezuelano in Venezuela




L’onorevole Ricardo Merlo, sottosegretario agli esteri si sta interessando fattivamente al caso di un italo-venezuelano sottoposto a processo penale in Venezuela. Anche per il bolognese Wagner Vulso di La Romana, il presidente del MAIE aveva accennato a un interessamento che però di fatto non c’è stato.
Il caso Wagner Vulso, un processo a dir poco scandaloso con moltissimi rinvii di udienze dovuti anche alla frequente non presenza della parte civile, con una vittima sprovvista di certificato di nascita, quindi con nome e cognome di fantasia e con una sentenza che si basa solo su indizi. Abbiamo seguito questo caso. In calce ci sono tutti gli articoli che abbiamo pubblicato al riguardo. Praticamente a ognuna delle numerose udienze ha assistito il presidente del Comites Paolo Dussich e spesso il segretario Lic. Flavio Bellinato anche nelle veci di presidente della Fundación Solidariedad Italiana, che ha anche apportato fondi per il pagamento del legale del connazionale. Hanno seguito presenzialmente diverse udienze Gianni Prudenza e Vittorio Gil Vitale, due connazionali di Boca Chica.
La sentenza di primo grado è stata confermata anche in secondo grado. Sembrava che a questo ingiusto processo si fosse interessato anche il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo. Invece dal lato della Farnesina non c’è stato nessun tipo di intervento.
Vediamo ora però che in una vicenda giudiziaria in corso nel Venezuela che coinvolge un cittadino italo-venezuelano, l’onorevole Ricardo Merlo si è impegnato fattivamente sulla base di “dubbi della famiglia sulla fondatezza delle accuse e sulla correttezza della procedura giudiziaria”.
Si legge ancora sul giornale ItaliaChiamaItalia che “ il senatore Ricardo Merlo fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, ha assicurato il suo interessamento personale alla vicenda. Il Sottosegretario informerà immediatamente del caso la signora Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sollecitando un suo intervento sulle autorità di Caracas.”
Sicuramente il Vulso che si trova in un paese estero di cui non possiede la cittadinanza meritava di essere seguito dalla Farnesina con maggiore attenzione. Così non è stato. A quanto pare l’attenzione del sottosegretario agli esteri e presidente del MAIE è rivolta maggiormente alle vicende in grado di apportare numerosi voti alle prossime elezioni.
Del Vulso, tra l’altro gravemente malato recluso in una cella infernale e ingiustamente condannato sulla base di indizi, non importa nulla a nessuno.
L’oriundo italo-venezuelano gode invece di un’attenzione particolare. Centomila italo-venezuelani che voteranno alle prossime elezioni valgono sicuramente di più di un bolognese destinato a morire nella Repubblica Dominicana dove i voti in palio sono meno di tremila.

Articoli scritti nel blog sulla vicenda Vulso:


La storia enigmatica di un omicidio che vede come imputato il bolognese Wagner Vulso. Un altro giallo tra i gialli!

Processo Wagner Vulso: l’impianto accusatorio si basa soltanto su una prova di paraffina ormai in disuso dappertutto in quanto imprecisa

Wagner Vulso, il recluso italiano di Cucama recentemente condannato a 10 anni è gravemente ammalato. Gli amici sono indignati

Il via Crucis del connazionale Wagner Vulso continua. Una situazione che rasenta l’inverosimile