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sabato 30 settembre 2017

In caso di doppia cittadinanza, quale passaporto si deve usare?



Da quando è stata diffusa la notizia della chiusura della nostra ambasciata, quasi tre anni fa, molti connazionali, tanti anche nella cerchia delle mie amicizie, hanno chiesto e ottenuto la cittadinanza dominicana. Si trattava di una scelta obbligata perché l’alternativa era diventare dei quasi apolidi, con tutte le conseguenze che ciò comporta.
L’ambasciata è stata riaperta, ma la situazione di disagio permane. È quasi impossibile avere un passaporto, un’iscrizione AIRE, il rinnovo della patente, una trascrizione di atto civile…
Recandosi in Italia con i costi che ciò comporta si potrebbero risolvere alcune cose, altre no per l’inoperosità cronica della nostra ambasciata. Questa ad esempio non si degna di inviare la necessaria delega alla questura italiana alla quale viene eventualmente richiesto il rilascio del passaporto.
In conclusione ci troviamo oggi con una comunità che ha una prevalenza netta di italo-dominicani. In primis gli oriundi, circa 5.000 e poi i coniugi e i figli di italiani nativi e gli italiani nativi che si sono naturalizzati.
C’è da dire che a questa maggioranza di italiani con la doppia cittadinanza l’ambasciata non riconosce il diritto di urgenza ai fini del rilascio del passaporto italiano o del suo duplicato in caso di smarrimento. Il possesso del passaporto dominicano effettivo o potenziale li esclude. E dato che la dimostrazione del carattere di urgenza è l’unica via per accedere al rilascio di detto documento, la cosa più sicura è che ci vorrà molto tempo, anni? prima che questi connazionali possano riavere un passaporto italiano.
Attualmente per accedere allo spazio Schengen con il passaporto dominicano è necessario il visto. Si tratta di un requisito che non dovrebbe durare ancora a lungo, data la recente eliminazione dello stesso per paesi come la Colombia e il Perù.
Avere due cittadinanze e quindi due passaporti è sicuramente un vantaggio. Con quale passaporto si deve viaggiare? Di fatto questa domanda è fonte di preoccupazione per tanti.
Di regola se si esce dalla Repubblica Dominicana, meglio uscire con il passaporto dominicano, ovviamente munito di regolare visto Schengen, questo nel caso in cui sussista la scelta tra i due passaporti. Una volta in Italia si dovrebbe superare il controllo di frontiera esibendo il passaporto italiano. Al ritorno avvalersi del passaporto italiano per il check out e una volta giunti nella Repubblica Dominicana esibire il documento dominicano. Se invece si è in possesso del solo passaporto dominicano, lo si utilizza anche per entrare in Italia e una volta avuto il nuovo passaporto italiano dalla Questura, lo si riutilizza uscendo e anche una volta giunti in RD.
In caso di utilizzo del passaporto italiano all’uscita, resterebbe aperta la registrazione dell’entrata, cioè si riscontrerebbe una presenza illegale in Italia come extracomunitario mai espatriato.
Avendo comunque i due passaporti in regola se la partenza o l’arrivo riguarda uno dei due paesi di cui si è cittadini si dovrebbe all’atto di uscire usare sempre il passaporto del paese dal quale si esce e all’arrivo, il passaporto del paese nel quale si arriva. Poi a seconda delle convenienze, in altri paesi, usare l’uno o l’altro passaporto. A volte la scelta è obbligata, ad esempio se un italo-argentino vuole viaggiare in Russia con il passaporto argentino che non richiede visto, deve partire dall’Italia con detto passaporto in quanto con quello italiano il visto sarebbe necessario oppure uscire dall’Italia e intraprendere all’estero il viaggio in Russia con il passaporto argentino. In quel caso al ritorno esibirebbe nel posto di frontiera russo il passaporto argentino e nel posto di frontiera italiano il passaporto italiano.

Il nostro diritto alla cittadinanza italiana si sta frantumando un po’ alla volta a seguito dei mirati colpi di mazza della Farnesina che si alternano con sempre maggiore frequenza dal 2011 in qua. Dobbiamo iniziare a convivere con soluzioni di emergenza, appoggiandoci alla cittadinanza del posto dove risiediamo. Nel frattempo continuiamo a batterci fiduciosi per preservare l’italianità nostra e dei nostri figli. Teniamo sempre presente che chi la dura la vince. L’importante è non demordere!

venerdì 29 settembre 2017

Si può viaggiare con il passaporto scaduto? L’iscritto all’AIRE può chiedere il rilascio del suo passaporto presso una questura italiana? Un cittadino italiano con più cittadinanze può recarsi in Italia con un passaporto diverso da quello italiano? E in caso di necessità del visto, questo gli viene concesso?



Queste sono domande le cui risposte sono rilevanti non solo dal punto di vista della libertà di circolazione, ma anche per tanti altri aspetti, anche quello economico relativo alla spesa necessaria per essere in possesso di un documento di viaggio.
Incominciamo dall’ultima delle tre domande citate.

  • Si può viaggiare con un passaporto diverso da quello italiano per recarsi in Italia?
La risposta è positiva. L’Italia diversamente da altri paesi tra cui Israele, Egitto, Australia e Venezuela non impone ai suoi cittadini di esibire un passaporto italiano alla sua frontiera sia in entrata che in uscita. Probabilmente questo è uno dei motivi per cui a chi è in possesso di un passaporto di un altro Stato non viene riconosciuta l’urgenza da parte della nostra ambasciata all’atto della richiesta del rilascio del passaporto italiano.
C’è da dire però che nel caso degli italo-dominicani, il passaporto locale non consente l’accesso all’area Schengen senza il visto di ingresso. Sono numerosi i casi di connazionali che nell’impossibilità di ottenere un passaporto italiano per il figlio minore per via del requisito dell’urgenza non riconosciuto non possono nemmeno avere il visto sul loro passaporto.
A chi ha la cittadinanza dominicana quindi non viene riconosciuto il carattere di urgenza ai fini del rilascio del passaporto, ma non viene nemmeno concesso il visto.
In considerazione del fatto che la rete diplomatica non risulta dotata delle necessarie risorse per l'erogazione del servizio passaporti in tempi ragionevoli, dovrebbe essere quanto meno concesso immediatamente il visto Schengen sul  passaporto non italiano dei connazionali.
Sarebbe logico, infatti, ma la logica non è di casa alla Farnesina, che invoca la mancanza di risorse, di cui lei stessa è colpevole perché fa una distribuzione iniqua di queste tra i due settori che gestisce, la cooperazione internazionale e la rete diplomatica, a scapito di quest’ultima.

  • Si può viaggiare con il passaporto scaduto?
La risposta è negativa. Fino a circa due anni fa e limitatamente ai voli charter e non di linea era possibile, ma attualmente non più. È comunque questa una convinzione diffusa. Al momento di intraprendere il viaggio però chi si presenta con un passaporto scaduto viene respinto con conseguente perdita di quanto investito per l'acquisto del biglietto.

  • L’iscritto all’AIRE può chiedere il rilascio del suo passaporto presso una questura italiana?
Chi, viste tutte le difficoltà e i tempi geologici necessari per farsi rilasciare il passaporto dall'ambasciata, volesse correre ai ripari ed essendo ancora il suo passaporto vigente si recasse in Italia per rinnovarlo presso la Questura della sua provincia di provenienza si troverebbe con la sorpresa di essere caduto dalla padella nella brace: lontano da casa, magari ospite di amici o di familiari, scoprirebbe che per il rilascio del suo passaporto non sono necessari i soliti 15 giorni, ma molti di più. Infatti, la questura è tenuta a chiedere la delega all’ambasciata che ovviamente non si degna di concederla se non in tempi lunghissimi. Non esiste silenzio assenso che tenga, la delega deve essere espressa. Un’esperienza che è toccata anche a me con un mio figliastro che vive da anni in Germania dove studia e all'atto di rinnovare il suo passaporto per recarsi in Sud America per uno stage poco ci è mancato che non potesse intraprendere il viaggio. In questo caso l’ambasciata di riferimento era l'ambasciata di Panama.
Altra testimonianza la offre una nostra connazionale che riferisce:
“Se vuoi ti racconto come funziona il rinnovo del passaporto in Italia per gli iscritti Aire di Santo Domingo.
Non è stata una passeggiata, visto che la Questura di competenza deve richiedere nulla osta e delega all’Ambasciata di Santo Domingo tramite mail, non so se mi spiego...
Ho scritto decine di mail di "denuncia di abusi" alle varie rappresentanze, comitati ed istituzioni, compresa Farnesina, ministro degli Esteri e staff.
La questura era imbarazzata davanti a tale situazione.
Affrontare gli uragani è stato, in confronto, un momento decisamente più rilassante rispetto all'odissea del rinnovo passaporto”.
In un contesto di menefreghismo totale che viene arbitrariamente definito “assenza di risorse”, questa delega non arriva mai e quindi ci sono gravi conseguenze economiche, di lavoro, di carriera e di studio, familiari e di ogni tipo che noi italiani dobbiamo subire perché la rete diplomatica non ha risorse in quanto la Farnesina gliele toglie per assegnarle ai paesi del terzo mondo.
Sono cose non tollerabili, non hanno giustificazione. Chi ha bisogno della delega per ottenere il suo passaporto presso una questura deve avere la priorità.

Il menefreghismo non è decoroso. Peccato che il decoro non lo si cerchi nei contenuti ma nelle apparenze e mi riferisco ai nuovi locali di cui si è alla ricerca per trasferire l'ambasciata. Il vero decoro costerebbe molto di meno di questo trasferimento non impellente e risolverebbe i problemi dei servizi anagrafici e documentali dei connazionali e delle loro famiglie qui residenti. A quanto pare questo è un aspetto al quale i funzionari della Farnesina ci tengono poco.

giovedì 28 settembre 2017

Condizioni per il rilascio del passaporto in caso di furto o di smarrimento secondo i criteri di ammissibilità dell’urgenza recentemente pubblicati dall’ambasciata


In caso di furto o di smarrimento del passaporto l'ambasciata italiana di Santo Domingo ha fissato le modalità della richiesta di un nuovo documento di viaggio e i criteri di ammissibilità del carattere di urgenza della stessa. Bisogna distinguere tra i richiedenti iscritti e quelli non iscritti all'AIRE.

Richiedente iscritto all’AIRE
Per aver diritto all’urgenza nel rilascio del passaporto in caso di smarrimento o di furto dello stesso, il richiedente deve essere iscritto all’AIRE e deve avere lo status di residente nella Repubblica Dominicana. Altra condizione che si aggiunge alle due appena menzionate è che il richiedente non sia in possesso di un altro documento d’identità, quindi di un altro passaporto. Pertanto non deve avere la nazionalità dominicana, il che viene accertato subito nel momento in cui si dimostra la residenza nel paese. L’urgenza è legata, infatti, a eventuali problemi che potrebbero originarsi in seguito alla mancanza del documento: ritiro della pensione, rinnovo del permesso di residenza ecc.

Richiedente non iscritto all’AIRE.
In questo caso non si parla di rilascio del passaporto, ma dell’ETD, Emergency Travel Document, “documento di viaggio di emergenza”. A tal fine questi sono i requisiti.

  • Il cittadino italiano deve essere residente in Italia.

Questo requisito va oltre la previsione del MAECI. L’ETD viene rilasciato al cittadino italiano che ha smarrito il suo passaporto o che ha subito il furto dello stesso indipendentemente da dove risiede e al solo scopo di consentirgli il ritorno al suo luogo di residenza.

  • deve trovarsi nella Repubblica Dominicana per un breve periodo di tempo.

Questo criterio rientra nello spirito di questa soluzione di emergenza. A tal fine bisogna dimostrare:

  • l’ingresso in RD con un passaporto (italiano) valido

Il connazionale potrebbe essere entrato in RD con un passaporto diverso da quello italiano.

  • il passaporto avrebbe dovuto essere vigente alla presunta data della partenza

Si vuole così distinguere tra turisti veri e turisti residenti. Il carattere di urgenza va riconosciuto solo ai primi secondo le istruzioni della Farnesina.
Questi accertamenti sono dovuti anche al fatto che capita che dei connazionali con situazioni di permanenza irregolare sul territorio, per evitare il pagamento della multa prevista dalle leggi dominicane, che può raggiungere anche cifre significative, denunciano opportunamente lo smarrimento del passaporto.
Il carattere di urgenza di questo documento ampiamente riconosciuto dalla Farnesina non sembra accolto dalla nostra ambasciata. Questa assume una posizione contrastante con lo spirito dell'ETD. La comunicazione via e-mail o attraverso la posta ordinaria o il deposito del plico nella cassetta delle poste della richiesta del rilascio dell'ETD non è consona con le direttive della Farnesina. Niente di strano in un contesto con una condotta persistentemente illegittima a tutti i livelli della nostra rete diplomatica. Una situazione che si verifica da quando questa viene gestita da funzionari a Roma con una tendenza garibaldina nell'adozione di misure senza andare tanto per il sottile nel rispetto delle leggi, della costituzione e dei diritti elementari delle persone. E non si tratta di un problema di poco conto se guardiamo alle 100.000 visite annuali di turisti italiani al paese tra i quali succede sempre che qualcuno subisca il furto o la perdita del passaporto.
La Farnesina assegna inoltre relativamente agli ETD un compito preciso ai Consolati onorari i quali non sono abilitati alla loro emissione, ma si limitano alla trasmissione delle domande di rilascio all'ufficio consolare competente.

È evidente che la prassi adottata dalla nostra ambasciata per il rilascio dell'ETD deve essere rivista, consentendo al connazionale di presentarsi presso l'ambasciata o presso una figura onoraria in ogni tempo durante le giornate lavorative per far presente la sua situazione di emergenza. 

mercoledì 27 settembre 2017

Nuovo ambasciatore di Santo Domingo, due mesi in carica e due mesi da dimenticare. Servizio Prenota online sospeso sine die e gestione carente delle urgenze




Si sostiene che il nuovo ambasciatore Andrea Canepari in carica da poco abbia bisogno di tempo per capire la nostra situazione e per trovare delle soluzioni. Troppe e immeritate critiche gli sarebbero state rivolte negli ultimi tempi. Questo è il parere di alcuni connazionali. Invece non è così. Non c’è niente di personale! Si stanno criticando le procedure che vengono attuate per la gestione e la trasparenza del servizio Prenota online, e quindi per la fissazione degli appuntamenti, e per la determinazione del carattere di urgenza delle richieste.
Si tratta di questioni amministrative perfettamente alla portata del nuovo ambasciatore proveniente da un’esperienza di 4 anni come console a Filadelfia dove peraltro vige dal primo marzo 2016 il sistema Prenota online per i servizi consolari. Si deve quindi ritenere che Andrea Canepari abbia esperienza da vendere su questi temi. Pertanto avrebbe potuto esordire mille volte meglio come capo missione della nostra ambasciata, ottenendo dei risultati più soddisfacenti. Quanto precede, al di là dell’alibi che lascia il tempo che trova della carenza di risorse per adeguare il numero di collaboratori alla domanda di servizi dell’utenza.

Dando una sbirciatina alla pagina del consolato di Filadelfia alla cui guida il neo ambasciatore è stato per ben 4 anni come console, dà nell’occhio l’educazione e la flessibilità dell’approccio verso i connazionali. Cose queste che a Santo Domingo non esistono. Sì precisa in detta pagina che “a causa dell’elevato numero di domande di rilascio/rinnovo di passaporti i tempi medi per l’ottenimento di un appuntamento possono essere in alcuni periodi dell’anno anche di diverse settimane”. Da minimo sei mesi a qualche settimana, c’è di mezzo il mare. Non si può quindi dire che l’attuale ambasciatore sia un novellino che non sa. Capisce benissimo quanto sia grave la nostra situazione.
Per quel che riguarda il servizio Prenota online dà nell’occhio una precisazione che dimostra la differenza di trattamento tra le due utenze, quasi che i connazionali della RD siano cittadini italiani di serie B: …qualora accedendo al sistema Prenota online, non siano disponibili appuntamenti, tutte le caselle sono di colore rosso, gli utenti sono invitati a riprovare in un momento successivo. Ogni giorno, escluso il martedì e il mercoledì alle 18:30, si rendono automaticamente disponibili i nuovi appuntamenti nella prima data utile al termine del periodo di 6 settimane. Altri appuntamenti si rendono disponibili in ogni momento del giorno in caso di cancellazione della prenotazione da parte di altri utenti”.
Vediamo qui che c’è la possibilità a Filadelfia di cancellare e spostare gli appuntamenti e in quel caso questi si rendono disponibili agli altri utenti.
Nel primo avviso affisso al muro esterno dell’ambasciata si escludeva questa possibilità. L’appuntamento una volta fissato non può più essere soggetto a variazioni. Scioperi, tumulti, maltempo, motivi di salute ecc. non vengono presi in considerazione neanche se piangi in greco. Eppure una percentuale che si aggira sul 20 percento dei convocati non si presenta regolarmente agli appuntamenti. Se la gente potesse cancellare gli appuntamenti, questi posti vacanti potrebbero rendersi disponibili per altri, una sorta di Last Minute dei servizi consolari! Invece chi è impossibilitato a presentarsi non solo non può cedere indirettamente il suo turno ad altri, ma deve rifare da capo la prenotazione con i tempi geologici che conosciamo.
Gli utenti di Filadelfia ricevono inoltre dei consigli che dimostrano che godono di una considerazione estremamente superiore alla nostra, utenti della RD, perché a noi non vengono dati consigli, a noi fanno semplicemente capire di non rompere le scatole: veniamo invitati a scrivere i motivi dell’urgenza, ma le nostre lettere non vengono lette.
A Filadelfia invece il tono è diverso: “Non aspettate l’ultimo momento per richiedere di rinnovare il vostro passaporto. Se pensate di avere bisogno di un passaporto per i vostri spostamenti all’estero, vi invitiamo a fissare l’appuntamento con il necessario anticipo. Non aspettate di avere un passaporto scaduto per rinnovarlo. Le domande di rinnovo del passaporto possono essere presentate anche sei mesi prima della scadenza”. Infine si precisa che “i Consolati onorari a Pittsburgh e a Virginia beach sono stati recentemente abilitati dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale al rilascio dei passaporti italiani. Tutti i connazionali residenti in quelle aree degli Stati Uniti potranno pertanto programmare con congruo anticipo il rinnovo del proprio passaporto italiano, recandosi di persona presso gli uffici dei Consolati onorari per il rilascio delle impronte digitali. I libretti di passaporto saranno poi stampati presso la sede sovraordinata di Filadelfia”.
Andrea Canepari ha quindi ottenuto dov’è stato console per 4 anni che il rilascio dei passaporti italiani venga autorizzato anche alle figure onorarie. È da tempo che stiamo cercando di capire cosa vuole fare con le figure onorarie della RD.
Il tema che evidentemente sta più a cuore al nostro ambasciatore è il trasferimento dell’ambasciata in una sede più decorosa. Canepari non ritiene che questa sede, quella di proprietà del demanio italiano sia una sede degna, dopo oltre 100 anni di funzionamento!
L’ambasciatore è più propenso a ottenere risorse per lo spostamento degli uffici, il che rappresenta un costo elevatissimo da tutti i punti di vista, sia del canone di locazione, che dell’arredo e delle strutture e impianti necessari per un’ambasciata. Un costo che praticamente supera il risparmio per il quale Mario Giro, attuale viceministro MAECI, dopo due anni di chiusura della nostra ambasciata faceva salti di gioia. Stiamo parlando di 300.000 euro! Invece con circa 100.000 euro potrebbero essere assunti 10 impiegati a contratto, rendendo la nostra ambasciata in tempi brevi e cioè dopo l’addestramento, perfettamente funzionale.

Qualcuno ha detto che l’improvvisa esigenza del trasferimento sia dovuta alla constatazione dell’ostilità crescente dei connazionali verso un’ambasciata che si arrocca, che diventa inaccessibile e che non è di fatto funzionante. È stata ventilata la possibilità di manifestazioni di fronte all’attuale sede ed è stata anche comunicata una data per i primi di dicembre per una di queste. Questo è il motivo dell’esigenza di decoro? L’inadeguatezza dal punto di vista della sicurezza del personale di una sede che si trova in un ambiente sempre più ostile? Se è così penso che invece quella sia la sede più sicura. A due passi dal palazzo di governo, non vengono tollerati assembramenti di sorta…

Tutti i mali vengono dall’est? Dopo gli uragani, ora anche una nuvola gigantesca di polvere proveniente dal Sahara.




Una nuvola gigantesca di polvere proveniente dal Sahara arriva nella Repubblica Dominicana. Si trova sull’Oceano Atlantico e si sposta verso la regione caraibica. Ormai è già alle porte.
Si tratta di un fenomeno che colpisce le isole dei Caraibi ogni anno una o due volte regolarmente nei mesi estivi, formando un’atmosfera calda e secca come conseguenza delle tormente di sabbia nel deserto africano che sollevano la polvere a un’altezza di fino a 6000 metri, che si riversa sull’Atlantico. Questa volta però le dimensioni della nuvola sono molto superiori e quindi i danni per la salute saranno sicuramente maggiori.
Si tratta, infatti, di tonnellate di polvere contaminate da batteri, polline, virus, spore, mercurio e pesticidi che potrebbero generare allergie, crisi asmatiche e altri problemi respiratori, bruciore negli occhi, congiuntivite e malattie della pelle.
Le persone affette da asma potrebbero sperimentare crisi nel vedere i loro sintomi aggravati dai componenti di questa nuvola di polvere, mentre tra il resto della popolazione è probabile la veloce diffusione di una forte influenza. Chi ha problemi respiratori non dovrebbe smettere di utilizzare gli inalatori e prendere misure di igiene rigorose. Bisogna inoltre fare attenzione alle attività ricreative all’aria aperta. I malati di asma, ipertensione, cancro e le persone che prendono steroidi dovrebbero fare uso di mascherine. Lo stesso vale per coloro che hanno un sistema immunologico debilitato, per i bambini e per gli anziani. Nel caso in cui non possano essere utilizzate le mascherine, si dovrebbe optare per un panno pulito, se umido meglio. Lavarsi le mani e la faccia costantemente e usare gocce di lacrime artificiali per gli occhi. È importante anche mantenere pulite le vie respiratorie.
La temperatura aumenterà in alcune zone del paese fino a 35 gradi con una percezione termica simile ai 47 gradi, un caldo che può avere degli effetti molto gravi sulle persone, soprattutto bambini e anziani.
Gli esperti invitano a tenere le finestre chiuse, a limitare l’esercizio fisico e l’attività all’aria aperta sia dei bambini che degli anziani, all’ingestione di liquidi sufficienti in modo da evitare la disidratazione, un aspetto da tenere sempre presente.

Possono essere di aiuto anche i probiotici. Secondo recenti studi, infatti, esiste una relazione tra le allergie e la flora intestinale. L’uso di questi microrganismi vivi o batteri buoni agisce in modo benefico sull’organismo e riduce i sintomi delle allergie attraverso la modificazione dell’ecosistema intestinale, bilanciando il sistema immunologico per ottimizzarne la funzione. 

martedì 26 settembre 2017

Frequenti lamentele dei connazionali: dicono di aver pagato somme di denaro per l’appuntamento o per l’ottenimento di servizi consolari


Cambiamento radicale nella presentazione delle richieste di servizi consolari da parte della nostra ambasciata. Ora non è più Prenota online il portale d’accesso, ma il carattere di urgenza del servizio richiesto. La priorità va al rilascio dei passaporti, ma no preclude gli altri servizi.
Viene ora ufficializzata una situazione che sussisteva da mesi. Le prenotazioni erano bloccate e venivano riaperte sporadicamente e per brevissimo tempo. E arriviamo al punto dolente, il sistema delle urgenze, motivo di lamentele costanti da parte dei connazionali. In effetti non funziona e non ha mai funzionato. Non si risponde mai, la casella di posta elettronica è sempre intasata e le e-mail della “speranza”, preparate con tanta cura e attenzione con tutti gli allegati possibili e immaginabili, vengono semplicemente eliminate con un clic. Diavolerie della tecnologia moderna! Quindi a rigore si dovrebbe ritenere che si va di male in peggio. Certamente qualcosa deve cambiare nella ricezione delle urgenze, anche perché è ora l’unico modo per ottenere l’erogazione di un servizio consolare. Si dovrebbe quanto meno rispondere a tutte le e-mail anche a quelle ritenute non consone al carattere di urgenza che si desidera dimostrare.
Tassativamente i canali per il riconoscimento dell’urgenza sono quelli summenzionati, non si accenna a una qualche funzionalità delle figure onorarie o dei consiglieri del Comites Panama o della presentazione spontanea alla porta dell’ambasciata.
Degna di nota la sorprendente ammissione dell’ambasciata: “Sono frequenti le lamentele da parte di connazionali che riferiscono di aver pagato delle somme di denaro per l’ottenimento di un appuntamento presso l’ambasciata d’Italia o per l’ottenimento di servizi consolari”. Sarà questo il motivo di questa virata a rotta di collo nell’organizzazione dell’attività consolare dell’ambasciata?
In una situazione di totale chiusura verso l’utenza e di crescente disperazione dei connazionali è naturale che scaturisca un movimento di soldi intorno agli appuntamenti e ai servizi veri e propri. Sta succedendo anche altrove in Sudamerica. Il servizio Prenota online manca di trasparenza e si presta all’intermediazione di terzi. L’informazione confidenziale può diventare in tal caso una fonte di reddito per terzi. Una situazione che consente poi di fare le più diverse ipotesi. In fondo siamo già stati scottati dallo scandalo visti e ora cosa ci dovremmo attendere: uno scandalo Prenota online? Non va mai bene parlare di corda in casa dell’impiccato!

Per quanto riguarda i professionisti esperti in pratiche consolari l’ambasciata fa quindi un passo indietro. Nel comunicato precedente sembrava che ritenesse importante che il connazionale si recasse presso questi professionisti in modo da avere tutta la documentazione completa al momento di presentarsi in ambasciata. Faceva allora inoltre una vaga distinzione fra professionisti preparati e non preparati e pareva essere al corrente di quali fossero gli uni e gli altri. Ora invece esclude un qualunque tipo di rapporto con intermediari, società o singoli.

Putin sostiene che dietro i recenti uragani che hanno devastato i Caraibi c’è l’intervento umano. Ha le prove e le renderà di dominio pubblico


La storia degli uragani non finisce… È ancora presente da noi la “coda” di Maria che continua a fare danni soprattutto con le piogge torrenziali intermittenti dopo diversi giorni dal suo passaggio e ora c’è anche la novità delle dichiarazioni di Putin, e non è una bufala, che sostiene che la Russia ha prove satellitari che gli ultimi uragani sono stati costruiti con macchine.
Il presidente russo ha osservato con attenzione il filmato preso dal satellite meteorologico Elektro-L Mo.1 e ha deciso di attendere il momento giusto per rendere pubblica la documentazione filmica di cui è in possesso. All’interno del Cremlino si ritiene che tale filmato verrà diffuso a Natale. Questo proverebbe in modo definitivo che l’uragano Irma e l’uragano Harvey nonché altre tormente estreme osservate recentemente sono opera della geo-ingegneria su iniziativa di gente all’interno delle agenzie di intelligenza statunitensi.
“La distruzione causata da quelle tormente è stata orchestrata dallo Stato sommerso che come l’11 settembre, ha voluto infliggere sofferenza e dolore al popolo americano”.
Putin è l’unico leader mondiale che contrasta le forze oscure del Nuovo Ordine Mondiale e che cerca di sconfiggerle.
Le affermazioni di Putin sugli uragani provocati artificialmente possono sembrare strambe, ma la geo-ingegneria è una realtà consolidata.
Lo scienziato di fama mondiale Michio Kaku ha ammesso recentemente in un’intervista televisiva dal vivo che il governo statunitense da molto tempo è in grado di provocare artificialmente la formazione di uragani, tsunami e altre tormente estreme. I recenti uragani “fatti dall’uomo” sono stati il risultato di un programma di modificazione climatica del governo. Vengono spruzzate nell’atmosfera nano-particelle e le tormente vengono poi “attivate”  mediante l’utilizzo di “laser”.
La High-Frequeny Active Auroral Research Program (HAARP) è stata creata nei primi anni ’90 come parte di un programma di ricerca ionosferica fondato congiuntamente dalla Forza Aerea, la Marina Militare, l’università di Alaska Fairbanks e la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA)

HAARP è in grado di convertire il tempo meteorologico in arma ed è in grado di provocare uragani, siccità, inondazioni e terremoti.

Avviso dell’ambasciata: viene sospeso il servizio Prenota online. Sono salvi gli appuntamenti già fissati. La priorità va ai passaporti il cui carattere di urgenza sia comprovato



Un avviso poco chiaro, buttato giù velocemente e non riletto. Questo è quanto si può facilmente arguire. Il testo presenta punti oscuri che dovrebbero essere ulteriormente chiariti. Speriamo che con il tempo la qualità delle comunicazioni dell’ambasciata migliori, in fondo ci vorrebbe solo un pochino di buona volontà. La chiarezza poi facilita la comprensione e accelera i tempi di esecuzione senza malintesi e conseguenti lungaggini.

L’ambasciata attualmente è in grado di erogare solo i servizi consolari urgenti e non posticipabili.
Avranno la precedenza:
1.     i servizi consolari considerati prioritari
2.     le persone appartenenti a categorie protette
Quali sono i servizi consolari considerati prioritari? Fermo restando che il rilascio del passaporto ha la priorità su tutti, nulla si dice sui criteri di priorità degli altri servizi. Se ne dovrebbe dedurre che tutto dipende dal loro carattere di necessità e di urgenza. Quali sono le persone appartenenti alle categorie protette? Rientrano tra questi gli over 65?
Il servizio Prenota online viene sospeso fino a data da stabilirsi.
Verranno rispettati gli appuntamenti già assegnati tramite detto servizio.

La priorità comunque verrà data alle pratiche di richiesta di un nuovo passaporto.
Condizioni:
1.     il passaporto deve essere già scaduto
2.     oppure deve essere prossimo alla scadenza
3.     la richiesta deve essere fatta da cittadini italiani residenti e regolarmente iscritti all’AIRE
4.     il richiedente non deve essere in possesso di alcun altro documento d’identità
5.     a seguito del punto precedente, deve essere obiettivamente compromessa la sua permanenza nella Repubblica Dominicana (ritiro della pensione, rinnovo del permesso di residenza, ecc.)
La condizione di cui al punto 3. desta delle perplessità. Viene richiesta non solo l’iscrizione all’AIRE, ma anche la residenza del connazionale. Cosa si intende per residenza? L’iscrizione all’AIRE non basta a dimostrazione della residenza? Si dà a intendere che il connazionale deve essere anche regolarmente residente nella Repubblica Dominicana?
Il punto 4. fa presumere che se il richiedente è anche cittadino dominicano e quindi è in possesso di un altro documento d’identità non rientra nei casi prioritari del servizio passaporti. Non viene infatti (punto 5.) compromessa la sua permanenza nella Repubblica Dominicana.

Condizioni per la richiesta di passaporto finalizzata al rientro in Italia:
1.     il cittadino italiano deve essere residente e regolarmente iscritto all’AIRE
2.     la necessità del viaggio deve essere comprovata da motivi di urgenza (motivi di salute, studio, ecc.)

Condizioni per il rilascio del passaporto in caso di perdita o smarrimento del passaporto.
Al di fuori dei casi precedentemente menzionati, le condizioni sono le seguenti:
1.     il cittadino italiano deve essere residente in Italia
2.     deve essere presente nella Repubblica Dominicana per un breve periodo
3.     deve dimostrare di essere entrato nella RD con un passaporto valido
4.     il documento perso o smarrito sarebbe stato valido alla data prevista dell’uscita dal territorio della RD
In questi casi potrà essere rilasciato un documento provvisorio di viaggio (ETD). Il punto 2) fa pensare che se invece si tratta di un “turista” che abita qui da anni, questa possibilità di avere un ETD in tempi più o meno ragionevoli non sussiste. Inoltre secondo il punto 3. deve essere entrato necessariamente nel territorio con un passaporto valido. Non penso che al riguardo si voglia dare a intendere che ci siano connazionali clandestini, ma piuttosto che qui venga considerata l’ipotesi di ingresso con un passaporto diverso da quello italiano. Si pensi ad esempio agli italo-venezuelani. Il punto 4. riguarda ancora i “turisti” di vecchia data il cui passaporto è scaduto da anni. Questi nemmeno potranno avere un ETD in tempi ragionevoli.
Comunque è previsto che anche per coloro che pur non essendo residenti e iscritti AIRE, in presenza di comprovati motivi di necessità e urgenza, possa essere accolta la richiesta di rilascio di passaporto o ETD.

Tutti i casi sopraelencati senza eccezione dovranno essere:
1.     segnalati all’ambasciata
2.     allegando la documentazione giustificativa
3.     utilizzando l’indirizzo e-mail santodomingo.consolare@esteri.it
4.     per posta ordinaria
5.     con consegna a mano nella cassetta postale all’ingresso dell’ambasciata
In ogni caso il ricevimento avverrà dietro appuntamento che verrà comunicato agli interessati via e-mail o nelle altre forme ritenute opportune.


lunedì 25 settembre 2017

Emma Bonino, il ministro MAECI che ha deciso la chiusura della nostra ambasciata: una pedina dei globalizzatori



Il ministro MAECI responsabile della chiusura della nostra ambasciata è stata Emma Bonino. Spesso quando parlo di lei la definisco abortista ed esperta in siringhe sterili. Recentemente ho avuto una discussione con un lettore che si è risentito perché ha ritenuto inopportuni questi accenni alla biografia dell’ex radicale. Secondo lui avrei dovuto limitarmi a parlare dei fatti, criticare magari, ma senza fare riferimento a questi trascorsi da giovane dell’ex radicale. Tanti sono favorevoli all’aborto. Pochi però tra questi senza essere medici hanno praticato come lei attivamente degli aborti eseguendoli di persona e hanno promosso pubblicamente l’aborto come se fosse una grande conquista dell’umanità, non qualcosa che va limitato, cercando di evitare gravidanze indesiderate. Lo stesso dicasi per le siringhe sterili. Più che un aiuto ai tossicodipendenti la sua aveva tutta l’aria di essere un’apologia della tossicodipendenza.
Il curriculum della Bonino è di tutto riguardo. Non è che come ministro MAECI sia venuta fuori dal nulla. È stata per anni anche ministro del commercio internazionale e le sue cariche importanti non si contano.
Alla base del suo successo c’è il partito radicale fortemente neoliberale che si è reso famoso per le sue battaglie per i diritti civili. Troppo poco comunque per giustificare l’assegnazione alla Bonino di cariche politiche ai vertici!
In effetti tutto appare sotto una luce molto diversa quando si osserva che dal 1998 Emma Bonino fa parte del Gruppo Bilderberg, principale promotore della globalizzazione.
Emma Bonino è inoltre membro del board della Fondazione open Society di George Soros dal quale poi recentemente ha ricevuto un premio per conto del Crisis Group come “riconoscimento per il suo impegno instancabile a favore degli interventi umanitari e politici nei contesti di crisi”. George Soros, lo speculatore che nel 1992 ha provocato la crisi della lira, mettendo in ginocchio la nostra economia. Un globalizzatore, un promotore dell’invasione di clandestini in atto in Italia.
George Soros ha appoggiato sempre i radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino. Questo minuscolo partito che si è sempre battuto per i diritti civili, aborto, divorzio, antiabolizionismo droga, marijuana libera per scopi medici attingeva per le sue costose campagne a ingenti fondi proprio dalle tasche di burattinai come il noto finanziere George Soros.
Emma Bonino, da sempre una marionetta di George Soros. Come ministro MAECI pensava e decideva oppure eseguiva le direttive dall’alto, del suo burattinaio di sempre? Una domanda dalla risposta facile. In fondo si tratta semplicemente di una figura subalterna, una pedina esecutrice.
E con l’avvento di Mario Monti come premier, la Farnesina divenne un feudo dei neoliberali globalizzatori e i funzionari che da allora ne fanno parte rientrano pienamente in questa corrente. Un altro radicale ad esempio al suo interno è il sottosegretario Della Vedova. E lo stesso Mario Giro, di fatto la figura di maggiore spicco all’interno della Farnesina, è stato imposto da Monti nel 2011 e non ha mai cessato di battersi per la cooperazione internazionale a scapito della rete diplomatica.
Al riguardo dice la Meloni in un suo recentissimo discorso:
“Da quel giorno (da quando Monti è diventato premier) abbiamo smesso di difendere i nostri interessi nazionali, l'Italia è diventata terra di saccheggio del capitalismo straniero". I leader che si sono susseguiti dopo il Cavaliere a Palazzo Chigi, da Mario Monti a Enrico Letta, da Matteo Renzi a Paolo Gentiloni, hanno semplicemente seguito le linee imposte dall'Unione europea e da Berlino, ricavandone elogi personali nel migliore dei casi. "Ma se in Europa ti fanno i complimenti - ironizza la Meloni - significa che non hai fatto bene il tuo lavoro. Nessuno ha fatto i complimenti a Macron quando ha bloccato una commessa importante vinta da Fincantieri per rimetterla in mano ai francesi".
La rete diplomatica non è sfuggita in questo periodo alla gestione anti italiana: è stata letteralmente smantellata e i disagi che stiamo vivendo sono una chiara dimostrazione di ciò.
Allora lo ripeto: Emma Bonino non aveva le capacità di svolgere le mansioni di ministro MAECI. È stata investita di tale carica per la sua militanza all’interno del gruppo dei globalizzatori. Le sue idee non sono né da premiare, né da condannare. Sono le idee di un subalterno. Non sono sue. Le ha sempre ricevute dall’alto. Come farebbe altrimenti a battersi per l’aborto, contro l’omofobia, per i diritti delle donne, contro l’infibulazione ecc. e poi tutto a un tratto promuovere l’invasione di clandestini che sotto l’insegna di una religione quanto meno strana sono di tutt’altro avviso?

La chiusura della nostra ambasciata è stata voluta ad alti livelli e per motivi che la Bonino e il Giro si porteranno nella tomba. Speriamo presto, in modo che il peso di questa malefatta non gravi troppo a lungo sulle loro coscienze.

domenica 24 settembre 2017

Il maggior disagio dopo il passaggio di un uragano è la mancanza di energia elettrica per mesi


Maria ha devastato Porto Rico. Nonostante l’appoggio finanziario illimitato degli Stati Uniti, soprattutto dopo che è stato riconosciuto da parte di Trump lo “stato di disastro”, resterà per mesi senza corrente elettrica. L’80% delle linee di distribuzione della compagnia di elettricità sono per terra inservibili. Proviamo solo a immaginare cosa sarebbe successo se l’uragano avesse attraversato la Repubblica Dominicana.
Una di queste terribili tormente prima o poi ci colpirà in pieno. Alle statistiche e alla legge delle probabilità, sappiamo che non si sfugge. E c’è l’aggravante di un’evidente maggiore frequenza e potenza degli uragani. Una riprova di questo è che quasi contemporaneamente nella regione Caraibica erano presenti quattro uragani di categoria elevata o addirittura record: Irma, Maria, Harvey e Jose.
Gli alberi sradicati, le case distrutte, le inondazioni ecc. rappresentano danni materiali ingenti. La mancanza della corrente elettrica è però alla lunga il danno più temuto. Come si fa a vivere per mesi senza corrente elettrica? Ne risentono tutti, privati e imprese. E queste ultime fanno fatica a esercitare la loro attività, a produrre il reddito necessario in primo luogo per coprire le spese fisse del personale ad es., ma anche il pagamento dei debiti in scadenza, delle imposte ecc. E lo spettro del fallimento si affaccia su di loro inesorabile!
C’è da rilevare che nella Repubblica Dominicana molte imprese e famiglie hanno i generatori di corrente. Ciò che forse non succede in Porto Rico. Comunque un generatore non può rimanere sempre acceso e il costo del combustibile per mantenerlo in funzionamento le 24 ore del giorno risulta per tanti proibitivo.
Quelli tra noi che lavorano con il computer con un collegamento a internet e per i quali questo lavoro in rete rappresenta la fonte principale di reddito dovranno cercare delle soluzioni preventive.
Tra i rischi del passaggio dell’uragano c’è anche quello quindi, se non si corre ai ripari, di rimanere disoccupati per mesi. Dotarsi di un generatore di corrente e di un inverter potrebbe essere opportuno. Il generatore verrebbe fatto funzionare qualche ora dopodiché una volta caricate le batterie dell’inverter, l’energia necessaria sarebbe erogata da quest’ultimo.
Da quel che si sa in Porto Rico l’internet non è mai mancato. Ci sono stati problemi per qualche ora per il danneggiamento di un cavo marino, per il resto tutto a posto. Dobbiamo quindi ritenere che in presenza di corrente elettrica saremo in grado di eseguire il nostro lavoro.

Certo che se i mesi sono tanti, sarà necessario trasferirsi. Dove, come e il relativo costo sono aspetti che dovremmo valutare sin d’ora con attenzione. L’eventualità di perdere la clientela acquisita durante anni di lavoro non è accettabile ed è da evitare ad ogni costo.

sabato 23 settembre 2017

“Sono previsti nuovi uffici per la nostra ambasciata: ˈfunzionali e decorosiˈ. Questa è la priorità? L’unico argomento concreto, il resto promesse. Quanto valgono le promesse della Farnesina?


È così che si è espresso l’ambasciatore Andrea Canepari nel suo discorso pubblicato di recente nelle reti sociali.
La notizia ci lascia perplessi. Evidentemente conta di più la forma che la sostanza. La Farnesina fa finta di non capire qual è di fatto la situazione dei connazionali che risiedono nella Repubblica Dominicana. E alla base di tutto non c’è sicuramente una mancanza di decorosità dell’attuale struttura quanto un capriccio, l’ennesimo, del vice ministro del MAECI, Mario Giro, nostra vecchia conoscenza.
Nell’incontro con questo funzionario alla Casa de Italia nel mese di ottobre del 2016, parlando degli immobili, sorrise e tacque per qualche istante. Tutti sapevamo cosa passasse per la sua testa. Infatti, tra le ragioni della chiusura della nostra sede diplomatica decisa proprio da Mario Giro e dall’allora ministro MAECI Emma Bonino, esperta in aborti e in siringhe sterili per tossicodipendenti, era stata ventilata da molti, anche da me, l’ipotesi della sottostante volontà di alienazione degli immobili demaniali. Il risparmio di spesa preventivato dalla Farnesina nell’ambito della “spending review” era stato di 100 milioni di euro, tutti a carico della rete diplomatica. Siccome il valore di realizzo di questi immobili era al tempo di circa 15 milioni di euro, il vice ministro e l’abortista hanno pensato che questa rimozione rappresentasse un bel passo avanti verso tale obiettivo. Non sempre però le ciambelle escono con il buco e si è rivelato a giochi fatti, e cioè dopo la rimozione della sede, che sugli immobili era stata posta dal donatore, Giambattista Vicini, circa 115 anni fa la condizione che questi dovessero essere adibiti a sede diplomatica. Non sono alienabili! Un progetto quindi “abortito” tanto per rimanere in tema.
La Farnesina per non perdere gli immobili definitivamente, vi insediò subito una missione d’affari con un diplomatico e qualche impiegato di ruolo. Il risparmio della chiusura veniva così dimezzato e di fatto vanificato se si pensa alle spese di potenziamento della sede diplomatica di Panama, a livello di personale e di trasferimento, anche lì, degli uffici, per far fronte all’incremento dell’utenza di oltre 10.000 unità.
Mario Giro sorrise e tacque, e disse che per la nostra sede diplomatica si augurava una sede più decorosa.
È così che nasce il progetto dei nuovi uffici “decorosi”.
Ma quanto costa questo progetto? Non meno sicuramente del costo annuale di dieci impiegati a contratto. Un canone di locazione inferiore a 10.000 euro al mese in una zona importante della città è impensabile e poi ci sarebbero gli arredi e le attrezzature e il costo di personale tecnico esperto proveniente dall’Italia per tutte le sofisticate installazioni informatiche e di sicurezza necessarie per una sede diplomatica.
Allora non è vero che la Farnesina non ha risorse! Se le ha per soddisfare i capricci di Mario Giro le dovrebbe avere anche per risolvere i nostri problemi che sono dovuti a violazioni da parte dell’ambasciata della legge italiana, della costituzione e addirittura dei diritti umani.
Ci viene negato di fatto il rilascio di un passaporto. Non godiamo quindi del diritto di libera circolazione e se chi ha la possibilità economica di farlo si reca in Italia per ottenere questo vitale documento, una volta in questura si trova davanti all’esigenza di una delega o nullaosta proveniente dall’ambasciata di Santo Domingo che deve necessariamente essere espressa e che di norma non viene fornita.
La mancanza del passaporto comporta inoltre l’impossibilità di rinnovo della residenza dominicana, il che ci converte, nonostante gli anni di permanenza nel paese, in semplici turisti ai quali è vietato di esercitare attività lavorative e commerciali di ogni tipo e su cui pende in caso di inosservanza la deportazione immediata. Non si può nemmeno guidare una macchina!
L’illegalità in cui incorre l’ambasciata nel non procedere in tempi brevi all’iscrizione all’AIRE comporta l’irreperibilità di fatto del connazionale, che incorre pertanto in rischi penali ed economici rilevanti in Italia a seguito della non ricezione di notifiche da parte delle autorità giudiziarie e amministrative. Il comune poi, venuto a conoscenza di questa irreperibilità, procede alla cancellazione del connazionale dall’anagrafe, il che rappresenta l’anticamera dello status di apolide.
Si aggiunga inoltre l’impossibilità del rinnovo della patente italiana con conseguente perdita definitiva della stessa, l’impossibilità di trascrivere atti di nascita e di morte, ecc. con le relative implicazioni anche, per queste ultime, a livello ereditario e di percezione della pensione.
Tutto questo si potrebbe risolvere con l’assunzione di dieci impiegati a contratto con una spesa annuale di circa 120.000 euro, pari quindi al canone di locazione minimo dei nuovi uffici “decorosi” che Mario Giro ambisce per noi per capriccio o per ripicca.
Ambasciatore non porta pena. Il dott. Andrea Canepari dice quello che gli dicono di dire e promette quello che gli dicono di promettere. Dietro alle sue promesse c’è Mario Giro e noi sappiamo per esperienza quale valore esse abbiano.

Non mi soffermerò quindi sull’ambasciatore. Vedo però che è molto sensibile alla forma piuttosto che alla sostanza. Speriamo che arrivi il giorno in cui si metta nei nostri panni e si rivolga allora alla Farnesina, facendo presenti le priorità effettive dei connazionali. Non serve andare in giro per il paese a visitare i connazionali per conoscere le loro esigenze. Queste sono evidenti, agli occhi di tutti, anche dei ciechi!

venerdì 22 settembre 2017

Maria è andata. Siamo in attesa che vada via anche la "coda". Possiamo ritenerci fortunati, una cosa è la coda, un'altra la testa…





Chi non si è mai incontrato faccia a faccia con un uragano, intendo con la sua massima potenza ovvero con il suo occhio, non può immaginare nemmeno vagamente di cosa si tratti.
Ho sperimentato il ciclone George nel 1998 un giorno come oggi, il 22 settembre. Il bilancio del suo passaggio: 223 morti solo nella Repubblica Dominicana e c'è chi sostiene che siano stati addirittura molti di più.
Posso dire a titolo di esempio che nel lungomare dell'Avenida España nei pressi del mio domicilio il 90 percento delle palme era stato divelto. Praticamente non c'era una palma in piedi e sulle strade si erano accumulati ingombri di ogni tipo che impedivano la circolazione dei veicoli, le case con tetti in lamiera erano state tutte scoperchiate e le lastre di zinco svolazzavano come foglie nella furia del vento e si abbattevano su case e muri che venivano spesso demoliti dall'impatto delle improvvisate "munizioni" con cui erano bombardati: alberi, lastre di zinco e quant'altro.
Non era possibile spostarsi all'aria aperta perché la forza del vento non consentiva di fare nemmeno un passo avanti. Semmai qualcuno si fosse avventurato poi sarebbe andato incontro a morte sicura per gli oggetti che lo avrebbero colpito.
Una volta che l'occhio si allontana, chi si azzarda ad uscire rischia comunque. La momentanea calma dura poco, al seguito degli uragani c'è un esercito di tormente subalterne, di accoliti perversi, piogge torrenziali e raffiche improvvise di vento che si occupano della rifinitura del lavoro di devastazione già iniziato. Appunto la coda… che può rimanere sul posto anche per giorni. Come conseguenza si verificano straripamenti di fiumi, crolli di ponti, smottamenti e quindi case allagate o sotterrate.
Ma c'è gente che continua a stabilirsi sulla riva del mare o dei fiumi. Un esempio che può valere per tutti sono le case costruite sulla spiaggia di Nagua. Eppure se c'è un posto dove assolutamente non si dovrebbe costruire una casa è proprio lì. Una zona famosa per uno tsunami che ha provocato migliaia di morti, dove il mare spesso e volentieri si fa una capatina in città con le sue acque alte. E alla minima burrasca i proprietari di queste case sono sempre sulla prima pagina dei giornali come danneggiati. L'indomani ci ritornano però per non perdersi quel ruolo di eterni danneggiati che si tramandano da padri in figli. Lo stesso capita a chi abita sulle rive dei fiumi. Il governo ha provato a donare delle case perché abbandonassero quei pericolosi insediamenti. Lo fanno sì, dopo un po' vendono tutto per qualche soldo e ritornano nelle catapecchie dove abitavano prima.
Si sapeva già quali sarebbero stati i maggiori danni di Maria anche se non avesse toccato terra, come infatti è accaduto: le piogge, gli smottamenti, gli straripamenti dei fiumi e il crollo dei ponti. Il suolo saturo da piogge non solo recenti non avrebbe potuto assorbire più nemmeno una goccia d'acqua.
Non serve un ciclone forza tre per mettere in ginocchio la RD e far spostare migliaia di sfollati. Bastano un paio di tormente. È già accaduto.
Purtroppo il dominicano non è stato ancora sufficientemente colpito dagli uragani, ciò che invece è già successo abbondantemente a cubani e portoricani, da capire come deve comportarsi per affrontarli con il minor numero di vittime possibili.
Peccato perché da quel che si può arguire, le cose stanno cambiando e gli uragani saranno nel prossimo futuro sicuramente più frequenti e più potenti.