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lunedì 30 dicembre 2019

Impedimento di salida o divieto di espatrio: talvolta una sgradita sorpresa per chi si presenta alle partenze in aeroporto




Ci sono oltre 300.000 dominicani che non a cui non è consentito lasciare il paese per diversi motivi. A questi si aggiungono circa 17.000 stranieri che vivono nel territorio nazionale e che hanno controversie legali diverse: spagnoli, francesi, tedeschi, italiani, canadesi, cinesi, americani e cittadini di altre nazionalità che nel paese hanno cause pendenti per mobili, immobili, aggressione fisica e sostegno all'infanzia.
Nel caso dei dominicani, molti di loro sono coinvolti in bande di droga, atti di corruzione, fallimenti di aziende e frodi contro lo Stato, contrabbando di armi e merci, violazioni sessuali, omicidi, ecc.
I divieti di espatrio contro dominicani e stranieri, sono imposti dalla Procura Generale della Repubblica su richiesta di giudici e pubblici ministeri di diverse giurisdizioni e sono notificati alla Direzione Generale della Migrazione per l'esecuzione.
Tuttavia, le fonti hanno rivelato che molti divieti di espatrio risalgono a 10, 15 e persino 20 anni fa, e che le loro cause in gran parte sono scomparse,  ma che sono tenuti vigenti dalle autorità.
Tra i dominicani a cui è stato impedito di viaggiare all'estero ci sono numerosi ex funzionari governativi, ex sindaci e consiglieri, membri attivi e in pensione delle forze armate e della polizia nazionale, ex diplomatici, sportivi e uomini d'affari di diversi settori.
https://www.facebook.com/groups/506846253094468/search/?query=divieto%20di%20espatrio&epa=SEARCH_BOX


domenica 29 dicembre 2019

Cosimo Maraglino ci parla dell'andamento della sua impresa nella Rep. Dominicana dopo il suo rientro in Italia



Un post di Cosimo Maraglino che ci racconta la sua esperienza come imprenditore nella Repubblica Dominicana. Un tema molto interessante e molto ben illustrato dal giovane connazionale.
“A Giugno 2018 ho lasciato in Rd un'attività edile con un parco clienti costruito in 8 anni di sacrifici tra privati, aziende multinazionali, banche, assicurazioni ecc ecc. Invece di venderla ad un estraneo, ho voluto lasciare l'azienda (a pagamento) a chi mi aveva seguito negli ultimi due anni, la segretaria, l'ingegnere e il capo cantiere, ho lasciato un ufficio avviato, un mezzo completamente pagato, un conto bancario nuovo (senza debiti), due container pieni di materiale comprati e da pagare con la stessa l'attività. Quando sono andato via, la mia azienda fatturava una media di 1,5 milioni di pesos al mese da circa 3 anni. Avevo previsto una riduzione del fatturato, previsione ovvia che avrebbe comportato comunque una buona vita a tutti e tre, infatti con soli 500 mila pesos di fatturato mensile avrebbero comunque vissuto una bella vita agiata con una bella azienda avviata e ben inserita nel mercato dominicano. Tenendo conto che stiamo parlando di persone di ceto sociale medio basso. Nei primi sei mesi si è scesi drasticamente da 1,5 milioni a 1,0 di media al mese, successivamente da 1 milione al mese si è passati a 500 mila. Il secondo anno non entravano piu lavori nonostante si continuasse a pubblicizzare l attività come prima, nessuno piu li contattava e si è passati subito a 0 di fatturato con conseguente vendita (di nascosto) del mezzo e di tutto cio che c'era in ufficio.
Perche? Semplice!!!
Il dominicano non ha fiducia del dominicano. Vedevano in me (italiano) una persona responsabile, a cui poter dare acconti, lavori di una certa entità, trovavano professionalità e garanzia. Entravo negli uffici dei clienti ed essendo italiano avevo piu probabilità di prendere un lavoro rispetto ad un dominicano. Con loro al comando tutto è andato a rotoli perché nonostante conoscessero alla perfezione il medtodo infallibile con cui si lavorava, non sono capaci di gestire un lavoro in proprio.
Cosa voglio dire con questo? Se avete un attività in Rd non affidatevi mai ai vostri collaboratori dominicani, i migliori sono delle schiappe, ovviamente parlo della maggior parte di essi, non tutti. Contate solo sul vostro sforzo, non fidatevi mai di nessuno, sfruttate al massimo il valore di essere italiani e godetevi quella meravigliosa terra senza fare intrallazzi con nessuno, senza andarvi a mettere nei casini con nessuno.
In rd chi vuole avere successo nel mondo del lavoro ci puo riuscire solo grazie a se stesso e non affidandovi a consiglieri della vita o falsi amici, siano essi italiani o dominicani.
Buena suerte a todos.”

L'omonimia, un problema che si presenta più di qualche volta



I casi di omonimia sono frequenti e creano spesso disagi ai nostri connazionali sia quando entrano nel paese che quando chiedono la residenza. Ecco descritto nei particolari un caso relativamente recente.

“Nel 2017 decisi di trasferirmi definitivamente in RD. Premetto che mancavo dall’Italia da molti anni perché avevo vissuto e lavorato all’estero prima di approdare in questo paese. Iniziai ad informarmi sulla residenza tramite amici e scelsi alla fine di rivolgermi ad un avvocato. Prima di fare questo avevo già ottenuto prezzi e informazioni da 3 studi legali diversi. Alla fine decisi di rivolgermi ad uno in particolare. 
Nell’estate 2017 arrivai all’aeroporto Las Americas di sera e giunto al desk di Migración, l’ufficiale mi indicò con il braccio di recarmi all’ufficio che si trovava nelle vicinanze.  Lì dovetti aspettare mezz’ora l’arrivo del capo-responsabile il quale mi fece notare che il mio nome e cognome compariva sul loro monitor e si trattava di una persona non gradita o ricercata. Fortunatamente in valigia avevo con me tutti i documenti che dovevo consegnare all’avvocato per iniziare la pratica di residenza, pertanto mostrai il mio certificato penale, il certificato di nascita ecc. e spiegai all’ufficiale che il mio nome e cognome è comune nella regione nella quale sono nato in Italia e che comunque data e luogo di nascita sono diversi, come pure la foto che compariva nel computer.
Alla fine dopo un paio di ore e dopo aver esaminato a fondo i miei documenti mi lasciarono entrare in RD senza problemi (premetto che non ho pagato niente).
Iniziai il lungo percorso della residenza con questo ufficio legale che effettivamente mi creò non pochi problemi perché faceva sembrare il processo una cosa semplice e fattibilissima. È stato un calvario portato avanti per quasi 2 anni di cui non chiarisco il perché, in quanto non pertinente con l’oggetto  dell’articolo. A fine estate 2018, dopo essere stato in Italia ed aver ottenuto il visto di residenza, al mio rientro in RD, sono stato ribloccato in dogana all’aeroporto per un’ora. Mostrando ancora i documenti ecc. e spiegando di essere a conoscenza del caso di omonimia, mi hanno fatto uscire senza problemi. Così ho consegnato altri documenti all’ufficio legale e dopo circa 2 mesi e mezzo, Migración ha chiamato l’avvocato per fissare la data della visita medica  per proseguire con il processo di Residenza. Visita fatta, circa 15 giorni  più tardi, Migración ha voluto rifissare un appuntamento senza indicare il perché. Mi sono presentato a Migración e mi hanno fatto accomodare in fondo ad un corridoio dove c’erano gli uffici dell’intelligence. Sono stato lì per circa 4 ore, piantonato da una persona in borghese e quando ho chiesto di andare in bagno, sono stato accompagnato (avevo intuito che il problema era connesso all’omonimia). Alla fine un ufficiale in borghese si avvicinò e io gli chiesi se si trattava di un problema di omonimia perché spiegai che già in entrata all’aeroporto mi avevano fermato. Mi fecero firmare una carta la quale raggruppava un bel po’ di documenti che erano quelli da me presentati a Migración, e mi lasciarono andare.  L’ufficiale incaricato del mio processo di residenza mi avvertì di non uscire dal paese fino al ricevimento di una risposta (mi disse nel giro di 10 giorni), altrimenti avrei potuto avere grossi problemi. 
L’ufficio legale al quale mi ero rivolto non procedeva, a quanto pare non era in grado di risolvere il problema. Dopo diverse settimane senza alcun aggiornamento, decisi di cambiare avvocato. Tramite un conoscente, mi rivolsi ad un altro studio e per fortuna accettarono di proseguire con la mia pratica di residenza. Nel giro di un paio di mesi mi fecero fare le impronte presso la DNCD  che furono certificate dal più alto funzionario del dipartimento. Il tutto si risolse nel migliore dei modi ed ora ho la cédula”. 

venerdì 27 dicembre 2019

Le peripezie di un italo-dominicano all’AILA per un problema di omonimia



Arriva dall’Italia insieme alla moglie dominicana. Si tratta di un settantenne veneto naturalizzato. Presenta alle autorità migratorie il suo passaporto dominicano. Poi viste le perplessità degli addetti esibisce anche quello italiano sul quale è stato apposto l’ultimo timbro di uscita dal paese.
C’è qualcosa che non va. La moglie si preoccupa. Vuole assistere il marito che parla male lo spagnolo. Non glielo consentono. Riesce però a prelevare dal nastro i bagagli di entrambi e a sdoganarli. Ad attenderla fuori c’è il figlio di lui.
Il connazionale finisce nel centro di raccolta stranieri di Haina, il famoso “Vacacional”. Dietro al veicolo cella arrivano anche il figlio e la moglie.
Si apre uno spiraglio. Ci sarebbe un caso di omonimia. Stesso nome e cognome di un ricercato dalle autorità italiane, 20 anni di differenza però. Per le autorità è irrilevante. È già successo. Scambio di persona, omonimia, nel mese di marzo del 2018. Un friulano gestore di una ONLUS per poco non viene rispedito in Italia con lo stesso aereo.
Gli addetti non entrano nei dettagli. Non tengono conto degli elementi evidenti che non supportano i loro sospetti o non vogliono ammettere di avere sbagliato o magari si divertono a rendere la vita difficile a uno straniero anche se naturalizzato. Chissà.
Il connazionale settantenne riesce ad avere dalla moglie le medicine che obbligatoriamente deve prendere ogni sera. Manca l’acqua. Il bottiglione è finito. Bisogna attendere il giorno dopo. Per fortuna tra i suoi compagni di cella c’è un tedesco che gliene dà un po’. Insieme a lui, altri stranieri, due argentini, due cileni, un brasiliano, due indiani. Quasi tutti si erano presentati ai controlli con passaporti falsi. La cella si trova all’interno di un appartamento, uno dei tanti del “Vacacional”.
Le amicizie del figlio sono altolocate. Al mattino presto il connazionale deve essere trasferito assolutamente agli uffici migratori della Feria. Lì viene accertato il caso di omonimia, ma c’è dell’altro.
Nella pratica di cittadinanza ci sarebbero delle irregolarità. Gli si contesta di aver dichiarato il falso sostenendo di essere figlio di dominicani. L’avvocato che ha seguito la pratica è però noto. L’errore è dell’ufficio. Viene quindi rilasciato. Brutta esperienza e vista l’età qualche rischio di troppo, ma tutto è bene quel che finisce bene.
Gli suggeriscono allora di utilizzare solo il passaporto italiano in entrata e in uscita, esibendo semmai la “cédula” dominicana.
Non si capisce come con un passaporto dominicano autentico il connazionale sia finito a Haina, nel centro raccolta stranieri. Sono tante però le cose misteriose di questa vicenda… Qualcuno sostiene che dicembre è il mese in cui tutti vogliono passare il Natale “al caldo”!

lunedì 23 dicembre 2019

Operazione: “Un patto per la vita, Natale sicuro 2019-2020”



Il Centro operativo di emergenza (COE), insieme alle 22 istituzioni che lo compongono, inizierà oggi, lunedì 23 dicembre, la prima fase dell'operazione “Un patto per la vita, Natale sicuro 2019-2020”
.
L'agenzia ha riferito che questa fase avrà inizio alle ore 14:00 di oggi e terminerà alle ore 18:00 del 25 dicembre.
Lo scopo è proteggere le vite e ridurre gli incidenti durante le festività natalizie. Si cercherà di prevenire in particolare le intossicazioni alimentari e alcoliche e gli incidenti stradali.
Per questa operazione, il COE avrà a disposizione 40.433 persone tra cui squadre di intervento, medici, paramedici, militari, polizia e specialisti di ricerca e salvataggio.
Le stazioni di aiuto sono 1927, situate in punti critici del paese.
141 ambulanze, tre elicotteri, adibiti a sorvolare punti strategici precedentemente stabiliti su strade e autostrade (forniti dal Ministro della Difesa, tenente generale Rubén Darío Paulino Sem), 97 unità di risposta immediata (URI), 13 unità di soccorso per veicoli situate su strade e punti strategici, nove centri di comando regionali e 37 officine mobili.
L'Istituto Nazionale di Transito e Trasporto terrestre (INTRANT), ha vietato la circolazione dei veicoli da carico in tutto il territorio nazionale dalle ore 12:00 di oggi a giovedì ventisei (26) alle ore 6:00 e da lunedì, trenta dicembre (30), dalle ore 12:00 a giovedì due (2) gennaio 2020 alle ore 6:00.
Inoltre, l'organismo di regolamentazione del traffico ha limitato la velocità di circolazione a 70 chilometri all'ora, viaggiando sempre lungo la corsia più a destra.
INTRANT ha vietato il trasferimento di più di due persone su ciclomotori e ha specificato che entrambi gli occupanti devono indossare il casco protettivo.
Per garantire gli spostamenti sicuri dei cittadini, i tecnici INTRANT eseguiranno ispezioni tecniche veicolari su diversi percorsi e fermate del trasporto pubblico di passeggeri, compresi quelli del trasporto in ciclomotori.

giovedì 19 dicembre 2019

M.I.R.E.: un nuovo partito, nasce nella Repubblica Dominicana e ha sede negli Stati Uniti. Si presenta già con delle idee molto chiare



È nato un nuovo partito italiano all’estero: il Movimento Italiani Residenti Estero (M.I.R.E.). Il suo fondatore e leader è Vincenzo Odoguardi, console onorario di La Romana ed ex presidente della Camera Dominico-Italiana.
Si tratta quindi di un’iniziativa che ha origine nel territorio che ci ospita anche se la sede è negli Stati Uniti. Il        M.I.R.E. si presenta nella circoscrizione America del Nord e Centrale. Il programma del movimento e di Odoguardi è legato alla sua esperienza di uomo delle istituzioni come Console Onorario, come Presidente della Camera di Commercio e come imprenditore nello sviluppo e realizzazione di grandi progetti immobiliari e commerciali.
Il M.I.R.E. si posiziona nella panoramica politica della nostra circoscrizione come alternativa ai tradizionali partiti italiani. Ricalca come strategia di base la ragione di esistere del MAIE, Movimento Associativo Italiani all’Estero, che alle ultime elezioni politiche si è piazzato al primo posto nella Repubblica Dominicana con circa il 44% dei voti e al quarto, con l’8%, dietro alla coalizione di destra, al PD e al M5S in tutta la circoscrizione.
Il M.I.R.E. quindi punta a sostituirsi al MAIE nella Rep. Dominicana e nell’America Settentrionale e Centrale. Nulla di più facile visto che il partito sudamericano ha deluso non poco le aspettative dei suoi elettori e dei suoi quadri soprattutto a seguito della sua recente alleanza con il PD ma anche con il ripetuto appoggio a iniziative volte a ridurre i parlamentari della Circoscrizione Estero.  
Lo slogan del nuovo movimento è: “..Costruiamo un futuro per gli Italiani all’estero”..
Nel suo proclama di lancio si sostiene che:
“Il movimento M.I.R.E.  rappresenta un chiaro rinnovamento del Panorama politico italiano, che schiera Professionisti, Imprenditori e cittadini seri e onesti che si sono distinti all’estero per il grande impegno e lavoro nei paesi stranieri.
Il Movimento e Pronto a valutare e ad informarsi su tutti i temi sensibili degli Italiani  all’estero e metterà a disposizione tutta la sua esperienza e capacita.
Saranno molte le idee e le novità che verranno introdotte dal M.I.R.E.”
Segreteria M.I.R.E., tel. +1 617 886 5167 
Sito ufficiale: www.miremondo.com

Il dengue e il bisticcio sulle cifre



La stima dei decessi per dengue nella Repubblica Dominicana è di più di 100 fino alla data di oggi. “Nel paese è in corso la peggiore epidemia della sua storia”. Lo sostiene il presidente del Collegio Medico Dominicano (CMD), dott. Waldo Ariel Suero.
Inoltre il presidente del CMD ha riferito che i casi di dengue finora registrati nel corso dell’anno sono oltre 30 mila.
Secondo il ministero della salute, invece, i casi di dengue sono stati circa 18 mila e i morti 47.
Una situazione che la dice lunga sulla propensione delle autorità ad alterare cifre statistiche e non solo nel settore sanitario.
“I dati non vengono forniti in modo veritiero perché il governo teme che se si parla di epidemia il turismo ne risenta.” Il dott. Suero ritiene che le autorità sanitarie sbaglino nascondendo la vera situazione epidemiologica del dengue.
"Solo nell'ospedale pediatrico Robert Reid Cabral sono deceduti 60 bambini e oltre 2.600 hanno contratto la malattia, una cifra spaventosa. Perché dicono che nel paese ci sono solo 47 decessi finora e circa 18 mila casi? Non è logico”.
Attualmente, circolano nella Repubblica Dominicana i sierotipi D1 e D3.
L’occultamento della gravità della situazione fa sì che non vengano lanciate allarmi internazionali in grado di avere un impatto sul turismo.
Ad esempio la Farnesina sconsiglia le Filippine ai connazionali tra l’altro perché in quel paese è in corso un’epidemia di dengue che ha provocato finora 600 morti. Facendo le dovute proporzioni tenendo conto delle differenze demografiche, i 100 della Rep. Dominicana diventerebbero 1.000 per cui si deve ritenere che stiamo peggio delle Filippine…


martedì 17 dicembre 2019

Aumento delle temperature: se persiste la Hispaniola scomparirà. Lo dice il presidente Danilo Medina



Cambio climatico e Repubblica Dominicana. Si pronuncia il presidente Danilo Medina. Il riscaldamento globale provocherà la scomparsa dell’isola. Ed è per questo che si sta dando da fare per ottemperare agli impegni presi nell’accordo di Parigi sul clima del 2015. Beato chi gli crede. Comunque la prospettiva non è delle più rosee, soprattutto per chi come me vive a un centinaio di metri dal mare. Ecco le parole testuali del presidente:
 “Siamo il decimo Paese al mondo più colpito dai cambiamenti climatici. Se la temperatura continua ad aumentare come previsto, RD è uno dei paesi che scompariranno dalla mappa. Per questo motivo l'impegno che dobbiamo prendere contro il cambiamento climatico deve essere deciso”,  ha dichiarato il presidente questa mattina all'inaugurazione di un gasdotto a Boca Chica.
Ha riferito che con il cambiamento nella matrice di generazione elettrica che si sta verificando nel paese, stiamo già rispettando quanto concordato al Vertice sul clima di Parigi, COP21, tenutosi nel 2015, sulla necessità di ridurre le emissioni di gas effetto serra.
Ha sostenuto inoltre che le emissioni saranno ridotte di 700 mila tonnellate di CO2 con il lancio del gasdotto inaugurato questa mattina.
Il presidente Danilo Medina ha dichiarato che attualmente vengono generati 609 megawatt di energia da fonti rinnovabili e che quando ha assunto la presidenza del paese questi erano soltanto 33. “Ne raggiungeremo i 1.000. Ho promesso il 25% della matrice di generazione e lo realizzeremo”.

Bartolo Colón e il trapianto di cellule staminali che lo restituì alla Mayor League


Famoso giocatore di baseball dominicano sottoposto a trapianto di cellule staminali si riprende da una grave lesione e torna sui campi da gioco. I medici che lo hanno trattato a Santiago chiedono e ottengono con sentenza del tribunale il riconoscimento di una percentuale del 10% sui compensi ricevuti dal 2010 al 2017. Alla base di tutto ci sarebbe un contratto verbale riconosciuto come valido dal tribunale.
Il tribunale di primo grado di Santiago ha condannato il lanciatore dominicano Bartolo Colón a pagare a due medici 4.000.000 di dollari per un trattamento di cellule staminali riuscito.
Secondo la decisione del giudice, il dott. José Luis García, il veterano giocatore di baseball deve pagare ai medici Leonel Liriano Espinal e Sergio Guzmán Durán il 10% dei compensi relativi ai contratti firmati dal 2010 al 2017, che ammontano a 45.922.148 dollari.
Le informazioni sono state rilasciate dal dott. J. Guillermo Estrella Ramia, che ha guidato il team legale della ditta Estrella y Tupete, che ha fatto valere le richieste dei medici.
La sentenza ha riconosciuto l'accordo verbale tra i medici Rafael Guzmán Durán e Leonel Francisco Liriano Espinal con Bartolo Colón a seguito del quale è stata eseguita la procedura di trapianto di cellule staminali per riparare i tessuti danneggiati nella spalla destra dell'atleta, che si impegnava a pagare il 10% dei compensi dei contratti firmati dal 2010 al 2017.
Secondo i medici, l’intervento su Colón ha avuto luogo quando la sua carriera sembrava essersi conclusa a causa di gravi lesioni al braccio di lancio.
Nel marzo 2010, Bartolo Colón ha accettato la proposta del Dr. Guzmán e Liriano e ha subito un trapianto di cellule staminali per riparare i tessuti danneggiati nella spalla destra. Il team medico ha rimosso il midollo osseo e il tessuto adiposo dal bacino del giocatore, li ha centrifugati e li ha posizionati nei suoi tessuti delle spalle.
Secondo la versione dei medici, sei settimane dopo, Colón ha ricevuto un trattamento di rinforzo, in cui sono stati prelevati 60 cc di sangue da una vena, questi sono stati elaborati e sono stati applicati sulla spalla e sul gomito.
La complessa e nuova procedura è stata eseguita presso il Centro Unión Médica del Norte, nella città di Santiago.

giovedì 12 dicembre 2019

Perle del giornale online Italiachiamaitalia



Questi sono stralci di un articolo pubblicato sul giornale in questione. Il primo è una imprecisione evidente e il secondo sostiene una tesi difficilmente condivisibile:

1) “E così un figlio di un emigrante italiano in Argentina ha rappresentato l’Italia alla cerimonia d’insediamento del nuovo presidente della Repubblica Argentina, Alberto Fernandez, anch’egli figlio di emigranti italiani.”
Il neoeletto presidente argentino non è figlio di emigranti italiani. I suoi due cognomi sono Fernández e Pérez. L’affermazione quindi come succede spesso con il giornale di Ricky Filosa è approssimativa e non regge al primo riscontro.

2) “Sono in molti a pensare, nel governo e al ministero degli Esteri ma non solo, che il Sottosegretario Merlo sia stato, per tanti motivi, la persona più adeguata a rappresentare il nostro Paese in tale occasione.”
Niente di più falso. All’insediamento di Fernández si sono presentati capi di stato, premier, ministri e viceministri. Visto che la Rep. Argentina è il paese al mondo dove risiedono più italiani ci saremmo attesi un personaggio di livello adeguato come nostro rappresentante. L’italo-argentino Ricardo Merlo usurpa comunque spesso e volentieri nel suo paese natale il titolo di viceministro, carica che però non le è mai stata conferita. Peraltro sussiste un evidente conflitto di interessi nella sua designazione a rappresentare l'evento a nome dell'Italia. Merlo, infatti, si presenta ai suoi elettori in una veste che non è sua e che può avvantaggiarlo ingiustamente.
Forse viste le imminenti elezioni si voleva arginare la vittoria più che certa della Lega anche in Sudamerica?


L’abbraccio da figliol prodigo di Ricardo Merlo



Casa Rosada, Buenos Aires. Assunzione della presidenza di Alberto Fernández
La foto
Lo stupore si legge sul viso del neoeletto presidente argentino. L’abbraccio da figliol prodigo (pentito?) di Ricardo Merlo, sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri italiano non se l’aspettava di certo.
Altra dimostrazione della versatilità del presidente del MAIE sempre pronto a orientarsi dove più conviene a prescindere da ideologie di sorta.
Dopo aver sostenuto nelle ultime elezioni il governo neoliberale di Macri ora si appresta a farsi perdonare dalla sinistra populista che si è ripresa il potere. Tante ambizioni da soddisfare tra i quadri del suo partito. Le alleanze in patria (Argentina) sono fondamentali perché supportano la sua struttura.
Il periodo delle vacche grasse finirà con le imminenti prossime elezioni politiche in Italia. Non ci saranno più maggioranze risicate per formare il governo e l’italo-argentino Merlo dovrà dare l’addio, forse per sempre, a una carica prestigiosa di sottosegretario che millanta in Argentina come di viceministro.
La modalità di voto nella Circoscrizione Estero cambierà. Si adotterà con ogni probabilità il sistema elettronico e per la prima volta il MAIE rischia di perdere la sua leadership in Argentina: c’è la Lega che incalza…
Un abbraccio da figliol prodigo non costa praticamente nulla, solo qualche sorriso beffardo da parte di chi sa come stanno le cose, ma che vuoi che sia…

L’Unesco dichiara la Bachata patrimonio dell'umanità



Cinquant'anni dopo aver estratto la sua carta d'identità dominicana, il ritmo è stato iscritto ieri nell'elenco rappresentativo del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO).
Il XIV Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO, riunito a Bogotà, ha deciso di iscrivere il ritmo nella sua lista perché ritiene che “la musica e la danza denominate Bachata siano espressioni culturali native sempre presenti nelle celebrazioni delle comunità e in incontri sociali”.
“Di norma, i testi della Bachata esprimono sentimenti profondi di amore, passione e nostalgia. La parola "Bachata" è di origine africana e inizialmente non era utilizzata per designare un genere musicale specifico, ma piuttosto un incontro o una festa vivace", ha riferito l’Unesco.
Questo genere, emerso dalla fusione del bolero con altri ritmi afroamericani come il son cubano, il chachachá e il merengue, richiede per la sua interpretazione un gruppo con una o due chitarre, un contrabbasso e un set di strumenti a percussione che comprende bonghi, maracas e guira.

“La Bachata ha un ritmo di quattro battute e uno dei musicisti fa da cantante solista. Il ballo è appassionato come la sua musica. Basato su un ritmo di otto battute, si balla in coppia con movimenti sensuali dei fianchi”, ha aggiunto Unesco.
La paternità del ritmo nativo è attribuita a José Manuel Calderón che ha registrato la canzone "Condena" il 30 maggio 1962.
 “Quella canzone mi è stata insegnata da un vicino di casa a Villa Juana, in via Moca numero 41. L'ho imparata e la suonavamo nei fine settimana. Avevo circa 17 anni. L’ho registrata a 20 anni." Sono parole di Calderon.
Tra i suoi rappresentanti più popolari ci sono Luis Segura, Leonardo Paniagua, Juan Luis Guerra, Anthony Santos, Luis Vargas, Frank Reyes, Joe Veras, Raulín Rodríguez, Yóskar Sarante, Ramón Torres, Zacarías Ferreira, Elvis Martínez Romeo Santos e molti altri. "Il ballo (della Bachata) si inizia a imparare spontaneamente sin dall'infanzia, ma il paese (Repubblica Dominicana) ha anche più di cento accademie, studi e scuole dedicati a trasmetterlo alle nuove generazioni", ha affermato l'UNESCO.
Il ministro della Cultura, Eduardo Selman, ha dichiarato che la Repubblica Dominicana si rallegra della decisione dell'Unesco. "È un evento che rafforza l'identità del popolo dominicano nel mondo, che si rallegra di quella decisione", ha dichiarato Selman.
Allo stesso modo, Selman si è congratulato con il popolo dominicano, che ha creato uno stile unico su come ballare la bachata, pieno di entusiasmo e sensualità, contagiando milioni di persone.

mercoledì 11 dicembre 2019

Il MAIE strombazza una vittoria pirrica




Il partito sudamericano ha presentato un emendamento agli inizi di novembre a nome del senatore Adriano Cario contro il raddoppio della tassa di cittadinanza e l’aumento delle tariffe consolari. Un atto dovuto. L’emendamento contemplava più richieste, sono passate solo quelle. C’è voluto il ricatto, però. L’alternativa era ritirare la fiducia. Un rischio che il governo giallorosso non poteva correre perché sta perdendo i pezzi.
Alcuni senatori pentastellati non voteranno a favore del MES e allora tutti diventano indispensabili anche i due sudamericani del MAIE. Per quattro soldi il governo non cade. L’Unione Europea attende la conferma del MES e l’approvazione del bilancio. E chi comanda in Italia si trova a Bruxelles.
Qual è la prodezza di cui va fiero il partitino sudamericano? Quella di consentire di far passare un accordo che compromette seriamente il futuro dell’Italia e degli italiani, frutto di un vero e proprio colpo di mano di Giuseppe Conte?  Non era più semplice ritirare comunque la fiducia e far cadere questo governo, accontentando sia gli italiani della diaspora che quelli che vivono nella penisola?
Non si capisce quale sia il motivo di tanta gioia. Strombazzate pure, vi aspettiamo al varco!

Arrestata a Santo Domingo Oeste la giovane coppia di omicidi di Piero Testoni



Il giudice Leomar Cruz Quezada, dell'Ufficio giudiziario dei servizi di attenzione permanente, ha rinviato a sabato 14 dicembre la conoscenza delle misure coercitive per la coppia di sposi accusata di partecipare, insieme a un'altra donna, all'omicidio a scopo di rapina del cittadino italiano Piero Testoni nel comune di Boca Chica lo scorso mese di ottobre.
Gli imputati sono Yoeimi Caraballo de la Cruz e suo marito, Tommy Vásquez, latititanti arrestati l’8 dicembre a Santo Domingo Oeste.
Entrambi sono implicati nella morte dell'italiano Testoni Piero, un pensionato di 70 anni, ucciso in una stanza in un condominio nel comune di Boca Chica .
Secondo la richiesta di misure coercitive, nella notte dell'evento, i due imputati e Arisleyda Caraballo de la Cruz (che era la compagna della vittima), erano insieme all'italiano, quando ad un tratto gli hanno coperto la faccia con un panno imbevuto di ammoniaca per intorpidirlo, dopodiché lo hanno legato mani e piedi.
Immediatamente, le due donne (che sono sorelle) e l'uomo, hanno proceduto a sottrarre tutti i soldi (in euro e pesos), che erano in una cassaforte nonché orologi e vestiti appartenenti al connazionale.
Mentre stavano raccogliendo soldi e oggetti vari di valore il pensionato si è svegliato e ha cercato di difendersi, al che è stato soffocato manualmente dai tre imputati.
Successivamente, i tre individui sono fuggiti dall'appartamento su una moto, guidata dal Tommy, sono stati visti dai vicini e ripresi dalle telecamere di sicurezza del condominio.
L'imputata Arisleyda Caraballo de la Cruzè stata arrestata nel settore di Los Alcarrizos nei giorni seguenti all’omicidio.
Invece la giovane coppia è fuggita nella provincia di San Juan de la Maguana ed è stata arrestata questa domenica 8 dicembre a Santo Domingo Oeste.

venerdì 6 dicembre 2019

Il vudù e la moltiplicazione dei soldi



C’è chi ci crede e ogni tanto la notizia appare sui giornali. Una signora ha consegnato a due haitiani 1,2 milioni nell’ambito di un’operazione nella quale erano implicate diverse divinità e spiriti subalterni secondo le migliori tradizioni religiose africane.
La signora in questione ha ricevuto in cambio una valigia piena di carta straccia. Ha presentato quindi querela per avere giustizia e nel contempo per recuperare i suoi soldi. Quest’ultima ipotesi è molto improbabile e la prima non ha senso perché difficilmente i “truffatori” riceveranno una severa condanna. Comunque entrambi gli haitiani sono stati immediatamente arrestati. Dei soldi ovviamente nessuna traccia.
Questa volta lo “scambio a divinis” si è verificato a Jarabacoa, ma sono cose che si ripetono con periodicità regolare in tutto il territorio nazionale, il che conferma anche l’insospettabile diffusione del vudù e la fede cieca di cui questa religione gode.
Sono stato anch’io testimone di una vicenda analoga che ha coinvolto un nostro connazionale. La moglie si è convinta dell’”affare” e ha contratto debiti per centinaia di migliaia di pesos all’insaputa del marito. Operazione riuscita anche perché da queste parti un capofamiglia straniero rappresenta una sicura garanzia per la concessione di un prestito. Infatti, a vicenda conclusa nell’unico modo possibile, è a lui che i creditori della moglie si sono rivolti. Il connazionale, un pensionato, ha optato saggiamente per trasferirsi in un’altra città…

giovedì 5 dicembre 2019

Italia e i suoi traditori, una costante nella storia



Sempre a fin di bene sia ben chiaro e invocando nobili ideali:
i veneziani che misero in un piatto d’argento la Repubblica di Venezia consentendo la passeggiata di Napoleone e la definitiva caduta della più importante repubblica marinara. I nobili ideali? Quelli della rivoluzione francese, libertà, uguaglianza e fratellanza. Il risultato? Grande miseria in tutto il territorio per oltre un secolo;
i duosiciliani che propiziarono l’annessione al Regno di Sardegna del grande e prosperoso stato italiano le cui ricchezze vennero saccheggiate dai Savoia e dal ladrone sanguinario dei due mondi. I nobili ideali? L’unità d’Italia. Il risultato? L’emigrazione di 10 milioni di meridionali, la cessazione di ogni attività imprenditoriale, la morte nei campi di concentramento di cui poco e nulla si parla di migliaia di soldati duosiciliani e la persecuzione dei ribelli fatti passare per briganti;
i vertici militari che nella seconda guerra mondiale favorirono con il boicottaggio le sconfitte e la morte dei nostri soldati, l’invasione della Sicilia da parte degli americani senza sparare un colpo, le razzie e i bombardamenti degli alleati sui civili, le famose violenze carnali e i soprusi delle unità marocchine dell’esercito francese. L’ideale? La liberazione dalla dittatura fascista;
i politici che stanno distruggendo la nostra sovranità per consegnarla all’Unione Europea, agli interessi di Francia e Germania e al disegno mondialista della finanza internazionale, che hanno svenduto i nostri gioielli, le banche e le imprese pubbliche, ereditate dal fascismo, che hanno regalato la banca d’Italia, consentendo che diventasse privata, che hanno rinunciato quindi alla sovranità monetaria senza nessuna contropartita, che stanno favorendo la distruzione delle nostre imprese, mettendoci davanti ancora una volta alla prospettiva dell’emigrazione di massa alla ricerca di un lavoro e sostituendo gli italiani con stranieri clandestini propensi alla delinquenza e alla violazione delle nostre leggi con l’evidente compiacenza di una parte della nostra magistratura. L'ideale? Un'Europa senza frontiere, peccato che queste non si trovano ai confini ma nelle menti degli europei.
Tra tanti traditori, citare Giuseppe Conte, premier arrivato dall’alto, imposto dall’Elevato Belin, Beppe Grillo, è solo la ciliegina finale sulla torta.

mercoledì 4 dicembre 2019

I risultati del PISA 2018 deludono nella Repubblica Dominicana e non entusiasmano in Italia



Il Programma per la valutazione internazionale dello studente (Programme for International Student Assessment, meglio noto con l'acronimo PISA) è un'indagine internazionale promossa dall'OCSE nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti quindicenni dei principali paesi.
I risultati relativi alle prove del 2018 sono stati pubblicati ieri.  E hanno sollevato polemiche nella Rep. Dominicana che si è piazzata al 78esimo posto, il penultimo, davanti alle Filippine. E’ andata meglio che nel 2015 quando ha funto da fanalino di coda.
I paesi nel mondo sono circa 200 e nel PISA hanno partecipato solo 79.
Partiamo da qui. Stiamo parlando dei principali paesi del mondo. E quindi, l’importante è partecipare e da questo punto di vista il posizionamento della Repubblica Dominicana diventa meno drammatico.
I giornali locali si sono occupati molto in questi giorni del PISA. La delusione è cocente. Conosciamo bene il livello scolastico della Repubblica Dominicana. I risultati non ci sorprendono. Comunque si deve ricordare che si stanno facendo sforzi notevoli per migliorare.
Del resto la partecipazione a questo programma è stata fortemente voluta anche dalla famiglia Vicini che si è posta degli obiettivi ben precisi con la loro società INICIA EDUCACION. Sostiene al riguardo l’italo-dominicana Amelia Vicini: “Ci troviamo nell’era della gestione della conoscenza  per cui è fondamentale considerare l’educazione come un meccanismo favorevole all’imprenditorialità, perché Investire in educazione è redditizio.”
Hanno partecipato al programma 600.000 studenti quindicenni di tutto il mondo. Le prove sono state tre e riguardano la lettura, la matematica e le scienze.
L’Italia nel PISA si è piazzata al 31 posto e ha raggiunto la media OCSE soltanto nella matematica.
Desta comunque perplessità che al 13esimo e al 14esimo posto figurino gli Stati Uniti e il Regno Unito. A occhio e croce questi paesi non dovrebbero essere tanto avanti, ma evidentemente si tratta solo di una mia impressione personale.