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martedì 27 febbraio 2018

Mata Mosquitos a due passi da Bavaro, piaghe sociali e poli turistici



Bavaro si è sviluppato inizialmente come città dormitorio per la manodopera alberghiera degli hotel di Punta Cana. A seguito del diffondersi a macchia d’olio di questi verso nord, Bavaro è diventato  uno dei più importanti poli turistici e la sua spiaggia principale Bavaro Beach è ormai ritenuta la più bella della Rep. Dominicana. Sabbia bianca e fine, tante palme di cocco che ai suoi margini offrono riparo dal sole, un vero e proprio paradiso! Un grande afflusso di turisti, entrate di divise abbondanti per l’economia dominicana. Un’industria da proteggere contro i mali oscuri dell’isola che sono l’immigrazione massiccia haitiana e la delinquenza.
Non c’è giorno che passa che non si parli della lotta a queste due piaghe sociali. Anche il presidente si è soffermato oggi a lungo su questi due temi e le prospettive illustrate dovrebbero mettere a tutti il cuore in pace.
Ma le parole le porta via il vento. L’immigrazione haitiane è in crescente aumento e la delinquenza non cala e diventa anzi sempre più sfrontata.
Bavaro risente vistosamente dell’imperversare di queste due piaghe e non dovrebbe essere così perché se le severe misure che si decidono quasi ogni giorno stentano a essere applicate in un polo turistico così importante, figuriamoci nel resto del paese.
Nella sua periferia a Mata Mosquitos brulica di haitiani e si parla addirittura di ghetto dove la criminalità è all’ordine del giorno. 
Negli stabilimenti di Bavaro lavora regolarmente del personale straniero senza permesso di soggiorno, oltre ad haitiani, venezuelani in primis e anche tanti italiani ed europei in genere, come ad esempio i polacchi coinvolti nel caso della misteriose morte del farmacista savonese in cui risulta essere stato interrogato anche un cameriere venezuelano.
Inutile che si dica che tutto è sotto controllo a Bavaro e che i turisti sono in buone mani in quanto ben protetti dalla Cestur.
Ora si parla anche della scomparsa di un nostro connazionale a fine dicembre 2017. Non è il caso di ritenere che questa si sia verificata in un luogo tranquillo.
Ci si chiede invece quando si farà piazza pulita almeno a Bavaro, uno dei pilastri dell’industria turistica, di clandestini e di delinquenti.

Due italiani scomparsi. Due vicende diverse in un contesto preoccupante



Michele Giaquinto, un nostro connazionale scomparso di recente che i suoi familiari stanno cercando di rintracciare attraverso un avvocato.
Si trovava nella provincia Samaná nella cittadina di Sánchez dove ha trascorso le sue vacanze. Il 19 febbraio si era avviato verso l’aeroporto Las Américas di Santo Domingo. Era diretto in Italia. Lo attendeva un volo Condor che ovviamente ha perso.
Con ogni probabilità il connazionale aveva altri motivi non prettamente turistici alla base del suo viaggio in quanto Sánchez non fa parte delle destinazioni tipiche più note dell’isola.
Nel messaggio diffuso dalla stampa non si parla del luogo dove lo scomparso aveva alloggiato durante il suo soggiorno e questo sarebbe sicuramente un elemento importante. Non si dice nemmeno se ha intrapreso il suo trasferimento all’AILA con un mezzo pubblico o con un tassì locale.
Oggi si compiono otto giorni dalla sua scomparsa. Il problema non è se qualcuno l’ha visto, ma quali indagini sono state fatte per scoprire cosa gli è successo, perché qualcosa gli è sicuramente successo.
È chiaro che si dovrebbe investigare a dovere nell’ambito del contesto familiare e di amicizie del o della probabile ospitante. Se poi si preferisce fare una ricerca generica tipo “Chi l’ha visto”, ci saranno anche dei buoni motivi. Si presume almeno…


Dante Diego Milano, 44enne di Torino. Il 26 dicembre i familiari hanno smesso di avere sue notizie. Era a Bavaro. Si sa molto poco di questo nostro connazionale. Ad es. non si sa nemmeno se abitasse a Bavaro e se ci lavorasse, se avesse delle amicizie, relazioni sentimentali. Anche in questo caso la ricerca tipo “Chi l’ha visto” promette poco.
Teniamo presente poi che Bavaro è situata nella zona dove le notizie sulla cronaca nera che coinvolge gli stranieri vengono diffuse con il contagocce e i casi si chiudono alla svelta e senza tanto clamore.
Qualcosa comunque sui retroscena della criminalità di Bavaro è trapelato di recente a seguito di una pubblicazione a pagamento effettuata da un cittadino straniero. Prontamente le autorità locali hanno smentito la veridicità delle accuse.
Anche nel caso di questo connazionale sono necessarie indagini più approfondite.


Persone scomparse nella Repubblica Dominicana
Se ne occupa il Dipartimento di persone scomparse della polizia nazionale.
A Santo Domingo la sua sede è a duecento metri dal Palazzo della Polizia nella via Francia. Si tratta di una struttura organizzata e modernamente attrezzata con del personale molto preparato. Una denuncia di scomparsa di persona può essere presentata dopo 48 ore, prima non viene accettata. Le cause della scomparsa possono essere di natura volontaria, a seguito di incidenti o forzata.

Può darsi che una persona maggiorenne si allontani volontariamente e non faccia più sapere niente di sé per diversi motivi ad es. a seguito di maltrattamenti, abuso sessuale, problemi all’interno della famiglia, un litigio con il partner, problemi economici ecc.

Gli incidenti stradali sono sempre la causa di morte violenta principale della Repubblica Dominicana. Questi incidenti possono far sì che una persona scompaia temporaneamente o permanentemente a seconda della gravità del suo stato dopo l’incidente. Migliaia di persone nella R.D. sono sprovviste di documento di identità o di alcun tipo di identificazione. Inoltre negli ospedali non esistono registri affidabili per cui dopo un incidente stradale in cui la vittima non può essere identificata è probabile che questa finisca in un obitorio e successivamente in una fossa comune.

Nella scomparsa forzata, a differenza delle precedenti, la persona scomparsa è vittima di un fatto violento che può andare dalla privazione della libertà all’omicidio e occultamento di cadavere. In questi casi di deve procedere con rapidità.
Quando si parla di privazione della libertà si intende anche la tratta di persone. Non sono pochi i casi che si vedono di perquisizioni della Procura Generale della Repubblica nelle quali sono rinvenute a decine delle minorenni che vengono sfruttate sessualmente.

lunedì 26 febbraio 2018

Il dott. Guido Baccoli noto e apprezzato membro della nostra comunità è deceduto alle ore 5 am di oggi 26 febbraio





Viveva a Santo Domingo insieme alla moglie Aracelis. Lo ha stroncato un tumore per il quale a seguito di un’operazione chirurgica da diverso tempo non era più in grado di parlare. Esercitava la professione di consulente legale – giuridico e difensore extragiudiziale, esperto in pratiche consolari.
Nato a Cagliari, nel 1952, dal 1999 residente in Repubblica Dominicana, laureato nel 1979 in Economia e Commercio all’Università di Cagliari.

Nel 1999 si è trasferito per questioni di lavoro in Rep. Dominicana. Ha lavorato per una società telefonica americana. Nel frattempo ha ripreso a studiare il Diritto Consolare, di Famiglia, la Riforma del Diritto Internazionale italiano e le direttive UE sull’immigrazione e la libera circolazione dei cittadini e loro familiari anche extracomunitari. Ha iniziato la professione di consulente legale e burocratico nel 2001.

Il 24/02/2005, è stato nominato Coordinatore Nazionale del C.T.I.M. (Comitato Italiani nel Mondo), incarico dal quale dopo oltre un anno, nel mese di giugno del 2006 ha dato le dimissioni. Dal novembre 2006 al dicembre 2009 ha ospitato il Patronato ACLI in Rep Dominicana.
Lascia la moglie Aracelis, il figlio Fabio, la sorella Bettis, la zia Eva e tanti nipoti a cui era affezionatissimo. La salma è esposta presso l’impresa di pompe funebri Funeraria La Altagracia della via Bolivar. La messa si farà alle ore 15 e subito dopo avrà luogo il funerale


domenica 25 febbraio 2018

Maria: un uragano devastante le cui vere proporzioni vengono tenute nascoste. Le vittime di Porto Rico sarebbero 500 e non 64



Esperti di un’università statunitense guideranno un’inchiesta indipendente e minuziosa circa il calcolo dei decessi in Porto Rico dopo l’impatto dell’uragano Maria. Lo ha annunciato in questi giorni il governatore dell’isola a seguito delle accuse delle autorità locali che sostengono che sia stata pubblicata una cifra inferiore a quella vera.
Si spera di redigere un rapporto preliminare entro tre mesi e uno definitivo dopo un anno.
I funzionari di governo di Ricardo Rosselló avevano affermato che erano decedute 64 persone per causa dell’uragano categoria 4 che si è abbattuto sull’isola il 20 settembre 2017 con venti di fino a 248 km/h.
Verranno revisionate tutte le statistiche di mortalità degli ultimi 10 anni al fine di calcolare i possibili decessi negli appositi registri e si analizzerà il processo utilizzato da Porto Rico per il conteggio delle vittime.
Secondo il direttore di demografia applicata dell’università dello stato della Pennsylvania i decessi nel solo mese di settembre dopo il passaggio di Maria sono stati oltre 500.
Le proporzioni dei danni e delle vittime di Maria restano un mistero. Ragion di stato?
Certo gli USA non sono stati tanto solerti nell’erogazione degli aiuti necessari per rimediare ai danni di Porto Rico. I finanziamenti non sono fluiti come verso il Texas o verso Miami.
Del resto Porto Rico non è uno dei 50 stati degli USA. Ha, infatti, lo status di territorio libero associato.
Centinaia di migliaia di persone si sono riversate verso gli Stati Uniti e molti hanno continuato a morire per gli effetti dell’uragano.
Si affaccia imperativa la possibilità che questo tipo di fenomeni meteorologici da Guinness dei primati diventi normale nel prossimo futuro come conseguenza del cambio climatico. Due uragani potentissimi con traiettorie simili che fortunatamente hanno colpito di striscio la nostra isola.
Non sarebbe male prendere per tempo le precauzioni del caso in previsione dei probabili passaggi futuri di uragani.
Soprattutto chi può dovrebbe munirsi di pannelli solari, che si sono dimostrati resistenti a queste tormente, dotarsi di inverter e di generatore di corrente.
Certo forte dell’esperienza vissuta nel 1998 con l’uragano George stento a credere che gli effetti di un uragano devastante nella Repubblica Dominicana durino così a lungo. In fondo Porto Rico è pur sempre uno status di territorio libero associato degli Stati Uniti.

sabato 24 febbraio 2018

UPS non ha smesso di consegnare. Oggi è arrivato da me un plico elettorale



Pensavo che i giochi fossero fatti e invece no. UPS è ancora operativa ed è qualcosa che ci fa ben sperare.
Il mio plico elettorale l’avevo richiesto in duplicato giovedì scorso. Oggi mi stavo apprestando per andare in ambasciata a chiedere quello di mio figlio. Avevo preparato la richiesta per conto suo che è anche un’assunzione di responsabilità da parte dell’elettore che viene reso edotto del carattere penale del doppio voto. La Legge 459/2001 recita infatti: “Chiunque in occasione delle elezioni delle Camere o dei referendum vota sia per corrispondenza che nel seggio di ultima iscrizione in Italia, ovvero vota più volte per corrispondenza è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 52 euro a 258”.
Il fattorino ha controllato il documento di mio figlio, gli ha consegnato il plico e ha chiesto se volevamo che rimanesse in attesa per qualche minuto per riportarsi via la busta con la scheda votata. Gli ho risposto di no, che mi sarei recato personalmente in ambasciata per la consegna.
Come al solito nessuna traccia di vita nei dintorni dell’ambasciata, ma una volta battuto alla porta si è presentato immediatamente all’uscio un carabiniere. Ho fatto cenno di consegnargli i due plichi e invece sono stato da lui invitato a inserirli personalmente in un’apposita urna. Quindi le buste sono finite direttamente nell’urna senza intermediari di sorta
Ecco i prossimi orari di apertura per questioni elettorali:
domenica 25, al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
lunedì 26 e mercoledì 28 al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
martedì 27 (festa nazionale dominicana) al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
giovedì 1 marzo al mattino dalle 10:00 alle 13:00 e nel pomeriggio dalle 14:00 alle 16:00.
Inoltre da lunedì 19 fino a mercoledì 28 febbraio, sarà possibile consegnare le buste con le schede votate mediante consegna diretta ai carabinieri in servizio presso l’ambasciata dalle 8:00 alle 20:00.

Nuovo aspetto del passaporto dominicano: al suo interno flora e fauna autoctona



Sono stati aggiunti all’interno del nuovo passaporto dominicano degli elementi di cultura del paese, come la rosa di Bayahibe, la cigua palmera, l’iguana rinoceronte e il “Salto del Limón”, la famosa cascata della penisola di Samaná.
Il nuovo libretto soddisfa i più alti requisiti di sicurezza richiesti dal governo e colloca la Repubblica Dominicana all’avanguardia nell’America Latina. “Con questo nuovo documento internazionale di identità, il nostro paese diventa uno dei più avanzati del continente in materia di tecnologia e sicurezza”. Lo sostiene Ramón Rodríguez direttore del dipartimento passaporti. Il nuovo passaporto ormai già vigente sostituirà gradualmente quello attualmente in circolazione. Nel futuro è previsto il passaggio al passaporto elettronico.




La rosa di Bayahibe (Pereskia quisqueyana)
Appartiene alla famiglia delle cactacee ed è uno de pochi cactus con foglie. È originaria della Repubblica Dominicana, trovandosi esclusivamente nelle vicinanze della cittadina di Bayahibe nella regione est del paese. Si trova fortemente minacciata dall’espansione del centro urbano.
Si tratta di un cespuglio di al massimo 6 metri di altezza con il tronco rivestito da numerosi gruppi di spine. Le foglie sono ellittiche di colore verde brillante quando sono recenti. I fiori spuntano nella parte terminale dei rami. Sono molto vistosi con petali rosa. È una specie dioica, vale a dire che ci sono piante maschie e femmine. Per la loro riproduzione i fiori devono essere impollinati da fiori maschili attraverso gli insetti.

I suoi frutti sono a forma di globo, di colore verde giallastro quando maturano e contengono numerosi semi neri.
La legge 146-11 dichiara la rosa di Bayahibe e il fiore caoba come alberi nazionali della Repubblica Dominicana. Le autorità sono così venute incontro a una campagna di promozione e conservazione che ha luogo da diversi decenni nel Giardino Botanico Nazionale al quale è dovuta l’iniziativa di questa proposta di legge.

La “Cigua palmera”
È l’ave nazionale della Repubblica Dominicana, il cui nome scientifico è “Dulus Dominicus”. Questa famiglia è autoctona della Hispaniola. Vive in qualunque ambiente, ma predilige le zone dove esistono piantagioni di palme reali. È molto diffusa nell’isola Saona.
La cigua palmera è piuttosto piccola, di colore grigiastro con nero e talvolta verde oliva. Misura circa 20 cm di lunghezza, il suo becco è resistente e di colore giallo. Le sue dita sono grandi.

Trovarsi con una cigua palmera è abbastanza facile e la si può vedere spesso perché abita quasi dappertutto nell’isola, specialmente in cima alle palme.
La cigua palmera si caratterizza per la sua disponibilità al canto, è allegra e rumorosa e solo si trova nel territorio della Hispaniola. La cigua palmera è molto diffusa grazie alla capacità di adattamento al suo habitat e alla sua facile modalità di alimentazione e di riproduzione.
Costruisce il suo nido e habitat nei rami delle palme reali utilizzando ramoscelli secchi.
Un’altra caratteristica del suo nido è che ha la forma di una casa, in cui si vive in piena comunione familiare e ha degli scompartimenti e condotti interni, dando un esempio di architettura naturale, il che risulta piuttosto curioso e interessante.

Iguana rinoceronte:
Si chiama anche iguana cornuta (cyclura cornuta). È una specie di rettile squamoso della famiglia iguanidae. È autoctona dell’isola La Hispaniola. Esistono due sottospecie in pericolo di estinzione. Pesa 5 kg, misura circa 1,10 m. Ha una longevità di 16 anni. Depone 11 uova all’anno. 

L’iguana rinoceronte prende il suo nome dai tre corni che presenta nella parte superiore del muso. Si sposta per terra, alzando la testa in cerca di foglie, frutti e semi. Quando si sente minacciata porta le sue gambe al collo o si difende con colpi violenti di coda.

Il Salto del limón
È una cascata di circa 40 metri di altezza che si trova tra Las Terrenas e Samaná e che sbocca in un balneario dove è piacevole fare il bagno. Questa cascata è bellissima per la sua altezza impressionate, il suo muschio verde che copre le pareti della roccia e l’acqua che fluisce dando forma a un velo trasparente.


venerdì 23 febbraio 2018

I venezuelani e le leggi migratorie. Aspetti che interessano anche i nostri connazionali con status migratorio irregolare



Le leggi dominicane obbligano a far ritorno al paese di origine per avviare la pratica di regolarizzazione migratoria, ma la crisi economica e sociale dilagante nel loro paese, rendono la decisione per i venezuelani un vero e proprio conflitto personale e familiare: rischiare o vivere nel limbo?
Secondo l’Associazione della Diaspora Venezuelana, nella Repubblica Dominicana vivono tra i 19.800 e i 25.000 venezuelani.
In realtà la percezione che si ha è molto maggiore perché li si trova in ogni angolo di strada, in tutti i rioni e nelle località più sperdute.
La Repubblica Dominicana sta prendendo misure di difesa contro questa invasione strisciante. Moltissimi venezuelani vengono respinti negli aeroporti. Poche le deportazioni, in media una quindicina al mese.
La stragrande maggioranza dei venezuelani ha uno status migratorio irregolare in quanto è entrata come turista e ci è rimasta.
Una piccola parte di questi venezuelani, circa 5.000, sono dominicani che erano emigrati in Venezuela negli anni 80 e 90. Si sono nazionalizzati e ora davanti alla crisi economica del paese fanno ritorno con i figli e persino con i nipoti di origine venezuelana. In questo caso ci sono tutti i presupposti per regolarizzare la loro situazione migratoria.
Come si procede alla regolarizzazione di un cittadino straniero nella Repubblica Dominicana?

Le leggi migratorie concedono diverse opzioni: residenze temporanee, permanenti e definitive. Ma per avviare una pratica di residenza, in primo luogo bisogna chiedere un visto ed è a questo punto che si complica la panoramica specialmente per i richiedenti venezuelani: si deve ritornare al paese di origine e recarsi in un consolato dominicano dove dovranno essere presentati documenti il cui ottenimento può richiedere mesi a causa delle lungaggini burocratiche.
In Venezuela ottenere un certificato di assenza di precedenti penali apostillato può significare una corsa agli ostacoli che allunga talvolta di mesi una pratica che in altri paesi richiede soltanto pochi giorni o anche minuti. Fino allo scorso gennaio il ministero degli affari esteri dominicano esigeva che questo documento riportasse una data di emissione non superiore ai tre mesi, ma a febbraio si è iniziato ad accettare certificati emessi fino a un anno prima.
Il ministero degli affari esteri dominicano esige agli immigrati che il passaporto abbia ancora non meno di sei mesi di vigenza affinché il visto venga approvato e più di 18 mesi per il disbrigo della pratica di residenza temporanea dominicana.
Il problema è che da metà 2016, l’autorità venezuelana che emette i passaporti affronta una grave situazione di scarsità di materiali per la stampa il che ha provocato un intasamento delle emissioni. Un appuntamento per ottenere questo documento può durare settimane se ci si trova in Venezuela e mesi se ci si trova all’estero e ci vuole ancora del tempo per la stampa in quanto i materiali mancano.

L’associazione della Diaspora Venezuelana in RD ha richiesto formalmente che si concedano misure speciali affinché i venezuelani con status migratorio irregolare possano ottenere una residenza legale. La proposta si focalizza su due opzioni: concedere ai venezuelani in via eccezionale in conformità con l’articolo 35 numero 8 della legge migratoria (285-04), la residenza temporanea o che il presidente Danilo Medina decreti un visto umanitario per loro. Per quanto riguarda il primo punto ci vorrebbe un’autorizzazione eccezionale del Direttore Generale della Migrazione a favore di questi stranieri, tenendo conto dell’attività che intendono esercitare e del beneficio che questa può apportare al paese. Evidentemente il menzionato articolo non riesce ad applicarsi alla problematica se non in modo forzato. La seconda opzione implicherebbe poi una differenza di trattamento tra le varie nazionalità di immigrati.
La vicenda dell’esodo di venezuelani interessa da vicino anche la nostra comunità. Ancora non abbiamo riscontri sull’impatto subito dalla nostra ambasciata, già oberata da ingenti ritardi pregressi e dalla carenza cronica di personale, a seguito delle richieste di iscrizione all’AIRE e di rilascio di passaporti da parte degli italo-venezuelani.
Di certo di questa situazione abbiamo solo riscontri in alcune dichiarazioni del dott. Livio Spadavecchia e nella prima comunicazione affissa alla porta esterna dell’ambasciata successivamente alla riapertura.

giovedì 22 febbraio 2018

Per il ritiro del duplicato del plico elettorale in ambasciata ci vogliono pochi minuti



Pensavo molto peggio. Mi attendevo una moltitudine di gente in attesa. Invece niente di tutto questo. Alle 16:00, l’apertura per oggi era prevista dalle 15:00 alle 17:00, non c’era nessuno. Una volta consegnatagli la mia “cedula”, sono stato fatto accomodare gentilmente dal carabiniere in una delle 32 poltrone vuote della saletta antistante gli sportelli. Pochi minuti dopo si è presentato allo sportello un funzionario che era a conoscenza della mancata consegna del mio plico. Ogni dettaglio era stato riportato in una pagina con degli appunti scritti a mano. Secondo UPS il mio indirizzo era sbagliato. Non è vero, ma riconosco che non è facile localizzare il mio indirizzo, non trovandosi in una strada normale, ma in un’urbanizzazione. Non avevo nemmeno provveduto ad aggiornare i miei numeri di telefono in ambasciata, anche se li avevo comunicati a UPS. Ma evidentemente il courier non ha tenuto conto della mia e-mail anche se ha risposto. Al primo tentativo quindi i fattorini di UPS viste le difficoltà hanno desistito.
Il funzionario dell’ambasciata mi ha chiesto se preferivo che UPS ripassasse domani o se optavo per il ritiro del duplicato del plico. Siccome non me la sentivo di aspettare ancora, ho chiesto il duplicato. Ho dovuto allora compilare e firmare l’apposita richiesta. Cinque minuti dopo mi è stato consegnato il plico.
UPS non ha ancora restituito i plichi non arrivati a destinazione in ambasciata, per cui teoricamente si può insistere, scrivendo o telefonando ai suoi uffici.
Se si opta per la richiesta del duplicato in ambasciata, per accelerare i tempi non sarebbe male partire da casa con la richiesta già compilata e firmata. Eventualmente una per ogni membro del nucleo familiare votante e altrettante deleghe a favore di chi andrà in ambasciata a ritirare i plichi, corredando ognuna della fotocopia della “cedula” o del passaporto italiano. È probabile che così facendo vi risparmiate il viaggio in comitiva. Tentare non nuoce!
Ritirate il vostro plico quindi e votate! Questo è un dovere sacrosanto di ogni cittadino. In particolare di noi che viviamo all’estero, sperduti in mezzo all’Oceano Atlantico!
Alziamo la voce e facciamoci sentire! Più siamo gli elettori, più contiamo!

Ecco gli orari di apertura per questioni elettorali:

venerdì 23 al mattino dalle 10:00 alle 13;
sabato 24 al mattino dalle 10:00 elle 13:00 e nel pomeriggio dalle 14:30 alle 16:00;
domenica 25, al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
lunedì 26 e mercoledì 28 al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
martedì 27 (festa nazionale dominicana) al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
giovedì 1 marzo al mattino dalle 10:00 alle 13:00 e nel pomeriggio dalle 14:00 alle 16:00.
Inoltre da lunedì 19 fino a mercoledì 28 febbraio, sarà possibile consegnare le buste con le schede votate mediante consegna diretta ai carabinieri in servizio presso l’ambasciata dalle 8:00 alle 20:00.


Sono in atto polemiche tra i connazionali sul voto e sul ruolo di UPS. Ecco come la pensa al riguardo l’esperto Flavio Bellinato



Davanti alle posizioni controverse dei connazionali Flavio Bellinato sostiene quanto segue:
“Attenzione. La questione é piuttosto complessa e va analizzata a dovere. Questa legge da anni presenta situazioni che impediscono di fatto un'espressione reale del voto estero. Spiego perché: innanzitutto la normativa prevede che i fattorini si rechino ESCLUSIVAMENTE presso il domicilio dell'elettore (e non in "punti di incontro" esterni).
I fattorini non possono identificare l'elettore (non sono ufficiali giudiziari). Fa fede il domicilio dove stanno consegnando il plico, che deve essere il domicilio indicato all'atto dell'iscrizione (o aggiornamento) all'AIRE.
Dove nasce la polemica in paesi come la Rep. Dominicana?
Indirizzi approssimativi in primis (vedi l'esempio di Las Terrenas, dove per i fattorini é spesso un rebus trovare i connazionali).
In alcune zone del paese le cose sono andate bene. In altre no.
Ci sono arrivate segnalazioni da Boca Chica, Santiago e Bayahibe, ad esempio, di fattorini che hanno fatto fretta per votare, nonostante siano contrattati per visitare i connazionali per ben tre volte.
A Boca Chica, in particolare, alcuni connazionali hanno sbagliato a votare per la fretta e per i suggerimenti sbagliati dati dal fattorino di turno (non hanno inserito il tagliando elettorale nell'apposita busta). Altri sono andati a prendere il proprio plico elettorale direttamente presso UPS (quando l'Ambasciata aveva messo per iscritto che questo non si poteva fare).
E poi, quanti non hanno ricevuto il proprio plico (mi sono arrivate tante segnalazioni in merito). È vero che ora si può andare in Ambasciata a prenderlo, ma chi vive distante dalla capitale, sarà disposto a fare centinaia di chilometri per andare a votare?
La modalità di voto che prevede schede con preferenze da inserire in busta bianca più certificato elettorale sulla busta affrancata, viene considerata da tanti molto macchinosa e poco pratica (persone anziane e oriundi che non parlano perfettamente o che non parlano affatto l'italiano tendono a sbagliare).
Insomma, ciò che voglio dire é che il voto per corrispondenza ha i suoi difetti. Io credo che la migliore soluzione sia fare come fanno i francesi all'estero. Loro possono scegliere per tempo come votare.
Nel nostro caso, mi sembrerebbe giusto permettere a chi vuole votare per corrispondenza di farlo, e anche a chi invece preferisce presentarsi direttamente presso un seggio (l'Ambasciata ovviamente).
A questo aggiungerei la possibilità di far sì che ogni lista abbia un rappresentante per la verifica delle operazioni di voto e che lo scrutinio avvenga in loco (come accade per le elezioni del Comites).”

mercoledì 21 febbraio 2018

Consegna plichi: UPS nel Gran Santo Domingo non è riuscito a completare le consegne



Evidentemente la mia situazione è comune a tanti altri residenti nel Gran Santo Domingo. Lo si può constatare nei post che stanno pubblicando i connazionali nei nostri gruppi. Lunedì scorso mi ero messo in contatto con UPS e mi avevano risposto subito che mi avrebbero telefonato prima di eseguire la consegna. Martedì ho riscritto e ho avuto questa volta una risposta indirizzata a tanti elettori e non solo a me, che confermava che entro il 21 febbraio i plichi sarebbero stati tutti consegnati.
E invece non è stato così e siamo rimasti in tanti senza plico. Il mio unico rammarico era quello di non essermi recato personalmente a ritirare il plico in via Piantini. Ma ho potuto appurare che mi sono risparmiato una sicura perdita di tempo.
Ecco cosa dice al riguardo un nostro connazionale:
“UPS che disastro con la consegna dei plichi elettorali. Una settimana di tentativi via telefono per capire come era organizzata la logistica senza poter avere risposta.
Decido di andare personalmente nella sede preposta in Piantini (orario apertura 8:30 am), l’impiegato arriva alle 9:15 am… Tutto normale… Gli dico che preferisco ritirare il plico. Lo cerca e non lo trova… Normale anche questo… Lascio i miei dati e vado via un pochino contrariato. Rimaniamo d’accordo che mi richiamerà in 15 minuti per farmi sapere la modalità di consegna. Passa un giorno e mezzo, non ricevendo chiamate lo richiamo io… Normale anche questo… Mi risponde un altro impiegato. Gli spiego la situazione, gli ridò i miei dati e mi dice che il loro incaricato è passato e non ha potuto localizzarmi perché l’indirizzo era incompleto… E fin qui tutto normale… L’impiegato mi comunica che in questo caso hanno l’ordine dall’ambasciata di far recapitare il plico nella sede in Gazcue. Chiedo per curiosità giacché dovrò perdere almeno mezza mattinata per poter esercitare il mio diritto al voto, qual è il dato mancante che gli ha impedito di consegnare.
Nome e cognome: corretti; Settore: corretto; Via: corretta; Numero civico: corretto.
Confermato che tutti i dati sono corretti e che non c’è nessun errore, mi tranquillizzo… È tutto normale!!!”
Mettiamoci il cuore in pace, dovremo perdere tempo in ambasciata se vogliamo votare.
Ecco gli orari di apertura per questioni elettorali:
giovedì 22 febbraio al mattino dalle 10:00 alle 13:00 e nel pomeriggio dalle 15:00 alle 17:00;
venerdì 23 al mattino dalle 10:00 alle 13;
sabato 24 al mattino dalle 10:00 elle 13:00 e nel pomeriggio dalle 14:30 alle 16:00;
domenica 25, al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
lunedì 26 e mercoledì 28 al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
martedì 27 (festa nazionale dominicana) al mattino dalle 10:00 alle 13:00;
giovedì 1 marzo al mattino dalle 10:00 alle 13:00 e nel pomeriggio dalle 14:00 alle 16:00.
Inoltre da lunedì 19 fino a mercoledì 28 febbraio, sarà possibile consegnare le buste con le schede votate mediante consegna diretta ai carabinieri in servizio presso l’ambasciata dalle 8:00 alle 20:00.


Individuati i 308 punti critici per frequenza di incidenti di transito



Nella Repubblica Dominicana ci sono 308 punti critici nelle principali autostrade dove si verificano con maggiore frequenza incidenti di transito secondo le rilevazioni della Direzione Generale di Sicurezza di Transito e Trasporto terrestre (Digesett).
La maggioranza dei tratti “neri” e quelli di maggiore pericolosità per quantità di incidenti stradali si trovano nelle autostrade Duarte, 6 de Noviembre, Las Americas, del Nordeste e nella super strada Sanchez. L’identificazione di questi punti critici fa parte delle misure implementate a suo tempo dall’AMET, oggi Digesett, per ridurre il numero di incidenti e decessi per questa causa, aumentando i controlli preventivi nelle vie principali.
Il numero di decessi e ferimenti per incidenti di transito a seguito di queste misure preventive su questi tratti si è ridotto notevolmente.
Nel 2015 il paese si trovava al secondo posto a livello mondiale nella classifica dei paesi con maggiore mortalità stradale. Sono stati quindi individuati questi 308 punti critici mediante documentazioni di riferimento geografico e si sono implementate misure che sono riuscite a cambiare le statistiche.
Grazie a queste misure la Repubblica Dominicana è scesa attualmente al 14esimo posto nella classifica della mortalità per incidenti sulla strada con un tasso di 29,3 decessi ogni 100.000 abitanti. L’obiettivo è quello di ridurre questo tasso ancora del 30% entro il 2020.

Nell’autostrada Duarte i tratti critici sono: dal km 9 al 18, dal 20-28, 38-47, 80-82, 90-100 e i km 120 e 130. Invece nell’autostrada 6 de Noviembre sono considerati critici i tratti dal km 4 al 13, e dal 17 al 26.
Nella super strada Sánchez dal km 15 al 17, 19-24, 26-28 e il 100. Nella autostrada Las Américas i punti critici si trovano dal km 9 al 14, dal 18 al 22 e nei km 28 e 44. Nell’autostrada del Nordeste, dal km 1 al 6, l’8, dal km 11 al 21, 28-30,35-36,43-45, il 50,55,63,68 e i tratti dal km 75 al 76, 80-83 e l’89.


Maurizio Del Magro: il ristoratore italiano deceduto di recente a La Romana a seguito di un infarto fulminante. Ecco i dettagli





Maurizio Del Magro si trovava insieme alla moglie a Bayahibe dove era solito trascorrere ogni anno le sue vacanze invernali, stagione in cui i suoi due ristoranti di Lucca “L’Oste 1” e “l’Oste 2” rimanevano chiusi. Erano stati a cena in un ristorante locale e poi si erano recati da amici a una piccola festa di compleanno.
Maurizio ha accusato improvvisamente un piccolo malessere. Dieci minuti dopo, quel sintomo si è trasformato in un infarto fulminante. Alcuni dei presenti hanno provato rianimarlo, ma nel giro di qualche minuto il ristoratore italiano è stato trasferito a La Romana a circa 30 km e ricoverato nell’ospedale Central Romana.
Ospedale Central Romana

L’accoglimento nel Pronto Soccorso del connazionale è stato immediato senza domande o accertamenti di solvibilità. Al riguardo riferisce la moglie Luana: “Siamo arrivati velocemente all’ospedale Central Romana dove hanno fatto di tutto per poterlo salvare, veramente hanno tentato l’impossibile, purtroppo non c’è stato niente da fare, ma posso dire solo bene di quell’ospedale”.
Di fatto il Central Romana è un ospedale che ha una storia di oltre cent’anni. È sicuramente uno dei più moderni ed efficienti ospedali della regione Est. Grazie inoltre alle severe misure di igiene e alla grande attenzione rivolta anche ai pazienti meno abbienti il suo tasso di mortalità annuale è di solo il 2%.
I coniugi Del Magro avevano stipulato un’assicurazione di viaggio con la Europ Assistance che ha coperto tutte le spese relative al trasporto in Italia della salma. Le laboriose pratiche del trasporto sono state sbrigate dall’impresa di pompe funebri Blandino.
La famiglia Del Magro non è per niente soddisfatta del disimpegno dell’assicurazione nell’aeroporto italiano di arrivo. Ci sono stati ritardi nella fase di sdoganamento della salma con conseguenti gravi disagi.
La salma è arrivata in Italia venerdì scorso e il giorno dopo sono stati celebrati i funerali a Pescia in provincia di Lucca. Prima di raggiungere Pescia, il feretro si è fermato in Corte Compagni dove si trova il ristorante “L’Oste 1” inaugurato nel 2010 e successivamente in via Cenami dove presso “l’Oste 2”, dove i dipendenti e gli amici gli hanno porto l’ultimo saluto.
Maurizio Del Magro era un grande appassionato di calcio. Lascia la moglie Luana, i figli Matteo e Chiara e il nipotino Giorgio.

martedì 20 febbraio 2018

Processo elettorale: arrivo dei plichi e loro riconsegna, la fretta è cattiva consigliera. Ma quanti sono gli elettori?



C’è gente che pur di votare sarebbe disposta a prendere un aereo e a tornare in patria e c’è gente che va in preda al panico davanti all’ipotesi di doversi fare qualche chilometro o spendere qualche soldo per far arrivare per posta celere la scheda votata in ambasciata.
È espressamente previsto che il messo faccia ritorno in una data da concordare per riprendersi la busta con le schede votate. E c’è tempo fino al 1 marzo alle ore 16!
Queste cose si devono fare con calma. Innanzitutto non sarebbe male dedicare un attimo di riflessione alla scelta del voto, in secondo luogo la procedura dell’espressione del voto è sicuramente più laboriosa per la Circoscrizione Estero e bisogna stare attenti a quello che si fa. Per un niente la scheda può essere annullata in sede di scrutinio.
In particolare mi hanno sorpreso le dichiarazioni di tanti connazionali delle cittadine di provincia di aver ricevuto il plico e di aver proceduto al voto seduta stante. Io non l’avrei fatto! Si vota così di rado e così poche volte nella vita, soprattutto noi che viviamo all’estero! Mi sarei goduto questo momento visto che si può, mi sarei tenuto il plico e avrei espresso il mio voto con attenzione, badando innanzitutto al colore della penna e poi a tutti gli inserimenti nelle buste, busta bianca, busta con l’indirizzo, tagliando del certificato elettorale…
La fretta è cattiva consigliera e di fatto un connazionale ha dichiarato di aver ricevuto il plico e di aver proceduto subito al voto in seguito alle pressioni del messo. Così facendo si è accorto di aver dimenticato l’inserimento nella busta affrancata del tagliando del certificato elettorale. Rincorse il messo per ottemperare a questa mancanza ma la busta era già chiusa e si trovava in mezzo a tante altre buste e in nessuna c’era, a detta del messo, il tagliando del certificato elettorale. Tanti voti persi! Peccato! Così si spiega l’altissima percentuale dei voti nulli nelle elezioni della Circoscrizione Estero.

Arrivo dei plichi

Tanti si lamentano di non aver ancora ricevuto il plico. Succede anche a me. Mi sono messo in contatto con UPS e mi hanno riferito che mi avrebbero contatto per la via telefonica prima di passare. Se UPS risponde di non avere un plico per noi, bisogna rivolgersi all’ambasciata.

Ma quanti sono gli aventi diritto al voto?

Secondo recenti dichiarazioni di persone bene informate, gli aventi diritto al voto sono tra i 5.000 e i 7.000. Una forbice molto larga direi, che lascia spazio a delle ipotesi. In conformità con i dati che girano più o meno ufficialmente gli elettori sarebbero 5235. In misura addirittura inferiore a quelli che hanno partecipato nel 2016 al referendum. Tante iscrizioni all’AIRE sono state però effettuate a dicembre 2017 e a gennaio 2018 e conosco personalmente connazionali che hanno ricevuto il plico senza essere a conoscenza che la loro richiesta di iscrizione all’AIRE era stata accolta. Sull’AIRE ne sappiamo poco. Ci si chiede tra l’altro quale sia stato l’effetto dell’arrivo massiccio di italo-venezuelani sul numero di iscritti della nostra ambasciata.
Speriamo che la cancelleria consolare, che nel frattempo si sta disimpegnando con risultati molto positivi nell’espletamento delle diverse pratiche, si pronunci al riguardo.

Voli charter di solo ritorno

Sono offerti da Cubacom anche per la Repubblica Dominicana come si legge su annunci pubblicati sui nostri gruppi Facebook. Si tratta di un’occasione unica per chi vuole tornare in patria pagando poco e magari anche riuscire a votare. Mattia Tour Operator è a disposizione negli orari di ufficio al numero 0586-895689 oppure al numero whatsapp 334-8611421.

lunedì 19 febbraio 2018

Processo Wagner Vulso: l’impianto accusatorio si basa soltanto su una prova di paraffina ormai in disuso dappertutto in quanto imprecisa



Nel comunicato pubblicato sull’account di Facebook del Ministerio Público di La Romana si informa che “il Ministerio Público di questo distretto giudiziario ha ottenuto dal tribunale collegiato della camera penale di prima istanza di questa città la comminazione di una pena di dieci anni di reclusione a WAGNER VULSO, accusato dal Ministerio público dell’omicidio del cittadino Luis Alberto Cordero Cerda avvenuto nel settore Romana Del Oeste di questa città.
Victor Ramon Camacho Padua e Dario Morla, i pubblici ministeri che sono stati presenti all’udienza hanno riferito che in data 24 settembre 2014 è stato rinvenuto senza vita nel settore Romana Del Oeste il corpo del cittadino Luis Alberto Cordero Cerda che presentava due ferite di arma da fuoco senza foro di uscita in diverse parti del corpo che gli hanno provocato la morte.
Dopo un’ardua investigazione e diverse perquisizioni, il Ministerio público è riuscito a determinare che la morte del cittadino Luis Alberto Cordero Cerda è stata provocata dal menzionato WAGNER VULSO. Questi è stato arrestato e sottoposto alla giustizia con una misura di coercizione per vincolarlo al processo fino alla sua condanna.
Il Ministerio público ha fatto rientrare il fatto nell'articolo 304 del codice penale dominicano che verte sull’omicidio.
Come conseguenza di quanto suesposto, il Ministerio público ha richiesto al tribunale una condanna a 20 anni di reclusione per il nominato WAGNER VULSO, richiesta accolta in parte dai tre giudici che hanno comminato all’imputato la pena di dieci anni di reclusione che lo stesso dovrà scontare nel centro di correzione e riabilitazione Cucama di questa città”.

Considerazioni:

La vittima: Luis Alberto Cordero Cerda

Viene nominato almeno tre volte nel comunicato che precede il nome del “cittadino” Luis Alberto Cordero Cerda. E si tratta di un nome altisonante che farebbe pensare a una sua appartenenza a un elevato ceto sociale. Di fatto però la vittima non si chiamava così, anzi avrebbe potuto chiamarsi in qualunque modo. Come vogliamo chiamare una persona che non risulta registrata all’anagrafe? Luis, Juan, Francisco… ed è consentita anche molta fantasia per i cognomi, addirittura due, Cordero, ci suona familiare… Ed è giusto che si parli di “cittadino”? Certo chi uccide un essere umano deve scontare una pena. La legge lo esige, ci mancherebbe, ma trattandosi di un fantasma anagrafico parlare di cittadino sembra eccessivo. E poi che indagini sono state fatte su questo soggetto? Sicuramente non aveva una fedina penale sporca o ne aveva  tante vista la possibilità di dichiarare un nome diverso ogni volta. Poi due cognomi! In questo paese li può portare solo chi è stato riconosciuto dal padre. Qui manca pure il riconoscimento della madre!
E cosa faceva di mestiere questo giovane a cui si attribuisce l’età di 24 anni? Non si sa! In questa “ardua investigazione” non risulta la professione della vittima. Ma un fantasma anagrafico cosa vuoi che faccia in un paese dove senza carta d’identità non vai da nessuna parte? Potrebbe fare il manovale certo e altri lavori faticosi in concorrenza con gli haitiani, oppure potrebbe fare il ladro e il rapinatore. Tant’è vero che la vittima si aggirava nelle ore notturne con una pistola che aveva la matricola abrasa. O almeno si presume che si aggirasse con tale pistola perché questa, secondo la polizia, è stata rinvenuta sotto il suo corpo e non infilata nella cinghia dei suoi pantaloni. Secondo la polizia… Ma era sua la pistola? Nemmeno questo è stato appurato.
Un'investigazione coi fiocchi, non c’è che dire! Anzi nell'impossibilità di sostenere che i due colpi sono partiti da 131 metri da una pistola si è accennato all'ipotesi che l’arma del delitto fosse proprio quella pistola con la matricola abrasa che poi sarebbe stata sistemata dall'omicida sotto la spalla del corpo senza vita.
Bella confusione altro che ardua investigazione! Certo che se la vittima fosse stata un rapinatore di professione, chiunque avrebbe potuto sparargli e non c’era bisogno di scomodare un italiano che abitava a 131 metri dal posto dove l’omicidio è stato perpetrato.

Prova della paraffina

Tutto l’impianto accusatoria si basa su una prova della paraffina ormai in disuso dappertutto, tranne che nella Repubblica Dominicana. I moderni sistemi per accertare se una persona ha sparato non sono ancora disponibili qui.
Questo test però se positivo non può essere considerato che un mero indizio perché ci sono altre sostanze come fertilizzanti o saponi che possono far sì che i reagenti diano esito positivo al test. Un indizio che non è stato integrato da altri elementi probatori fondamentali come per esempio la perizia balistica.
Siamo senz'altro in presenza di un impianto accusatorio insufficiente che punta il dito sul nostro connazionale, sulla base di niente.
E oltre al danno c’è anche la beffa perché dopo tre anni di viavai dal carcere al tribunale per sentire testimonianze inattendibili e disattese e per costanti rinvii per i motivi più svariati, ora non è che sia previsto uno sconto di pena per i tre anni trascorsi in attesa di sentenza nel carcere di Cucama. La condanna a dieci anni parte da zero!


Medicamenti falsi, un business che non si riesce a estirpare



Anche oggi è sulle prime pagine dei giornali un tema di grande rilevanza per la salute dei cittadini, per il quale si stenta a trovare una soluzione: la produzione e lo smercio di medicamenti falsi.
La Procura Generale della Repubblica non è stata ancora in grado di determinare i canali di acquisto, da parte dei falsificatori, della materia prima e delle attrezzature per il confezionamento e l’etichettatura dei prodotti distribuiti nelle farmacie e in altri posti non autorizzati.
Negli ultimi anni la Procura Generale della Repubblica ha sequestrato diversi stabilimenti nei quali si stavano fabbricando o distribuendo medicamenti falsi o adulterati.
La Procura specializzata in crimini e delitti contro la salute (Pedecsa) esiste già da circa 4 anni. Il business dei medicamenti falsi fa parte di una rete criminale organizzata i cui capi e integranti sono ricercati dalle autorità.
Normalmente l’accesso alla materia prima avviene attraverso diverse vie, tra queste i laboratori noti e abilitati nel paese. Non si scarta la possibilità che entrino anche camuffate come prodotti diversi oppure attraverso alcuni posti di frontiera con Haiti non controllati.

Sono state smantellate organizzazioni criminali con attrezzature sofisticate per la fabbricazione di medicamenti, confezionatrici di blister, compresse ecc.
Si suppone che queste attrezzature provengano dalle sostituzioni di quelle obsolete dei laboratori regolari o che vengano importate smontate nelle loro parti.
Tra il 2016 e il 2017, la Direzione generale di alimenti, medicamenti e prodotti sanitari (Digemaps) ha richiesto alla Procura Generale specializzata in crimini e delitti contro la salute la chiusura di 273 stabilimenti illegali, incluse farmacie popolari, laboratori e distributrici.
Sono state smantellate dalla Procura e dal Ministero della salute diverse reti dedicate alla falsificazione e alla rietichettatura di medicamenti.
La falsificazione di medicamenti è ritenuta la seconda attività illecita più remunerativa dopo il narcotraffico.
Solo nel 2016, l’Interpol ha sequestrato circa dodici milioni di medicamenti falsi in 103 paesi. Anche se secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute si calcola che il 10% dei medicamenti a livello mondiale sia falsificato., in Africa, Asia e America Latina questa percentuale aumenta al 30%.
L’Interpol e le 29 principali industrie farmaceutiche del mondo hanno creato un programma per combattere questo flagello che ogni anno frutta alla criminalità organizzata circa 250 miliardi di dollari a scapito della salute e della vita di milioni di persone.

Ecco cinque raccomandazioni da seguire per sfuggire alle falsificazioni di medicamenti:
non comprare mai medicamenti sulle cui scatole o confezionamenti siano presenti delle cancellature o macchie;
verificare sempre che ci sia una data di scadenza;
verificare sempre che i prodotti abbiano un registro sanitario;
fare attenzione quando si acquistano medicine per internet. L’ideale è comprarle in farmacie riconosciute;
tutti i medicamenti di qualità devono essere corredati da composizione o formula chimica, controindicazioni, avvertenze e precauzioni nonché dalla dose raccomandata.