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lunedì 20 settembre 2021

COM.IT.ES: PIATTAFORME DEI CANDIDATI E FUNZIONI DELL'ORGANO





Com.it.es: piattaforme dei candidati e funzioni dell'organo

In attesa di essere a conoscenza di tutti i candidati delle tre piattaforme che a quanto pare si presenteranno per le elezioni il cui spoglio avverrà il 3 dicembre, ragioniamo un po’ in generale sulle funzioni del Com.it.es.

Il Com.it.es è composto da un gruppo minimo di 12 consiglieri che svolge delle funzioni ben precise definite nell’art. 2 della Legge 23 ottobre 2003, n. 286:

(…) “individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della propria comunità di riferimento”

(…) “promuovere opportune iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani, alle pari opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero della comunità italiana residente nella circoscrizione. Ciascun comitato opera per la realizzazioni di tali iniziative.”

Inoltre, il Com.it.es deve favorire l’integrazione dei connazionali nella società locale e mantenere i loro legami con la realtà politica e culturale italiana nonché promuovere la diffusione della storia, delle tradizioni e della lingua italiana.

Tante cose da fare, tanto lavoro per tutti i consiglieri! Un programma deve essere fatto sulla falsariga delle funzioni previste all’art. 2 della legge. Se riesce a svolgerlo, qualunque sia la piattaforma che verrà eletta dai connazionali avrà adempiuto egregiamente le sue funzioni.

Il Com.it.es, quindi, è un organo composto da persone che si danno da fare, che dedicano del loro tempo a un’attività non remunerativa, che prendono iniziative e che le portano a termine. Infatti, all’articolo 2 si precisa che il comitato opera per la realizzazione delle sue iniziative.

I candidati devono essere relativamente giovani e dinamici perché da loro è richiesta una certa operatività, altrimenti i progetti restano nell’aria. Abbiamo avuto l’esempio degli ultimi due Com.it.es in cui a svolgere il lavoro sono state pochissime persone, una o due, con totale assenza degli altri consiglieri. Al riguardo teniamo presente che l’ultimo Com.it.es era dimezzato e condiviso con Panama.

La piattaforma che vince non porta al Com.it.es tutti i suoi candidati ma soltanto la maggioranza. Se i consiglieri sono dodici, sette appartengono alla vincente che, quindi, riesce a imporre le proprie decisioni. Gli altri sei fanno parte della piattaforma piazzata al secondo posto.

È importante che chi si candida non pensi che quella di consigliere del Com.it.es sia una carica onorifica, ma che intenda dedicare parte del suo tempo allo svolgimento dei suoi compiti.

Finora, per le prossime elezioni del 3 dicembre, abbiamo visto i candidati di una sola piattaforma e dai loro curriculum si direbbe che si tratta di persone capaci e attive. Attendiamo le altre due liste.

venerdì 17 settembre 2021

APERICOMITES: “ITALIA, PASSIONE COMUNE!”

 


APERICOMITES: “ITALIA, PASSIONE COMUNE!”

Ho assistito ieri alla riunione della lista civica “ITALIA, PASSIONE COMUNE!” che si presenterà alle prossime elezioni del Com.it.es della circoscrizione dell’ambasciata italiana di Santo Domingo. Un ampio salone della trattoria-pizzeria De Tomasi nel quartiere Naco ha ospitato una ventina di persone. Sono stati affrontati temi diversi, tutti relativi agli italiani della Repubblica Dominicana e in particolare alla sfida elettorale che si avvicina.

Apericomites: un neologismo? Pare proprio di sì! Non ho trovato la parola in rete da nessuna parte. Ci viene subito in mente l’aperitivo, una bevanda alcolica che serve ad aprire l’appetito. Quindi starebbe a significare che in una riunione mentre si beve qualcosa in compagnia si parla come tema principale del Com.it.es ovvero delle sue funzioni e dei problemi del processo elettorale.

Ce n’è di più!

Aperi proviene dal latino aperire e di questo verbo è l’imperativo singolare. Equivale quindi ad “apri” e si sottintende l’”appetito”. Ma “aperi” viene utilizzato sempre più spesso nel senso di “apertura all’innovazione”.

Apericomites: parola coniata solo ora nella Rep. Dominicana? Può darsi. Comunque se quello al quale ho assistito ieri è lo spirito con il quale i candidati di questa lista civica affronteranno la loro funzione qualora fossero eletti, possiamo essere certi che la nostra comunità ne trarrà un forte giovamento.

La squadra di “ITALIA, PASSIONE COMUNE!” è composta da persone radicate sul territorio insieme alle loro famiglie, che esercitano un’attività lavorativa qui, che si incontrano con frequenza, che organizzano eventi per i connazionali. Pensano ai figli, alla necessità di trasmettere a questi la lingua e la cultura italiana. Qualcuno potrebbe ritenere che è logico e normale che chi si candida per una carica come quella di membro del COM.IT.ES abbia a cuore queste idee. Invece, non è proprio così. C’è chi ha i piedi qui e la testa intrappolata in sogni di influenza politica a livello internazionale. C’è chi una volta che ha racimolato i voti che gli servono scompare dalla scena per farsi rivedere in occasione delle elezioni successive.

Per il Com.it.es, invece, ci vuole gente con vocazione vera al servizio e non soltanto a parole. Abbiamo bisogno di lingua e di cultura italiana. Ci serve qualcuno che faccia da intermediario tra noi e l’ambasciata, tra noi e le autorità dominicane. Ci serve gente preparata e attiva.

APERICOMITES: ci viene proposto un com.it.es innovativo, ITALIA, PASSIONE COMUNE.

giovedì 2 settembre 2021

I GRANDI MARCHI DOMINICANI SONO CONTROLLATI DA STRANIERI

 


I grandi marchi dominicani sono controllati da stranieri

All'insaputa di molte persone, diverse società dominicane riconosciute come marchi paese che erano state al 100% di capitale locale hanno venduto parte delle loro azioni a investitori stranieri per espandere le loro attività.

Le aziende che offrono al mercato, sia a livello nazionale che estero, prodotti che evocano la “dominicanidad”  hanno da anni titolari internazionali. È il caso dei rum Brugal e Barceló, della Cerveceria Nacional Dominicana, di Helados Bon, tra le altre aziende.

Secondo gli archivi dei giornali consultati, questa decisione è stata motivata perché sebbene questi marchi, ciascuno nella sua attività produttiva, fossero i più prestigiosi del paese, avevano un mercato limitato e una scarsa partecipazione all'estero.


Brugal



Una delle iconiche società dominicane che ha venduto una parte significativa delle loro azioni a uomini d'affari internazionali è Ron Brugal. La storia di questa azienda inizia nel 1888 quando fu fondata da Andrés Brugal Monater.

Con il passare del tempo Brugal si è trasformata, moltiplicando le sue capacità di distillazione, invecchiamento e produzione, ma mantenendo la tradizione che la caratterizza.

Mentre l'azienda continuava a consolidarsi sempre più nel mercato dominicano, nel 2008 la società di liquori spagnola Edrington ha acquisito l'83% delle azioni di Brugal per un importo di USD 390 milioni, dando il via all'espansione di questo marchio nei mercati internazionali, soprattutto in Spagna, un paese in cui viene consumato il 43% del rum da esportazione dominicano nelle sue diverse marche.

Ron Brugal è attualmente presente in circa 50 paesi e nelle principali destinazioni del mondo, tra cui Sud Africa, Giappone, Singapore, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Russia, Turchia, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Albania, Italia, Francia, Svizzera, Portogallo, Brasile, Cile, Canada, Caraibi, Spagna e Stati Uniti.

Questa azienda genera quasi 1.000 posti di lavoro diretti, investe più di 13 milioni di dollari USA ogni anno nella sola melassa e la sua quota nel mercato locale è quasi del 70%.


Barceló



Sebbene il creatore di Ron Barceló fosse Julián Barceló, uno spagnolo di 25 anni che arrivò a Santo Domingo nel 1927, questo marchio divenne già nel 1929, sinonimo di rum dominicano, ma fu dal 1950 quando l’azienda iniziò ad essere molto ben accolta nel mercato locale.

In accordo con la storia di questa azienda, nel 1994 Barceló, cercando di espandere il proprio marchio, concesse agli imprenditori spagnoli con una lunga tradizione nella produzione di vini e liquori, il diritto di esportare i rum del marchio.

Nel 2002, l'azienda si separò dalle operazioni internazionali, lasciando il posto al gruppo di imprenditori dominicani-spagnoli. La parte dominicana formata dalla famiglia Barceló Díaz e dalla famiglia García diede luogo a una nuova società chiamata Añejos Barceló (oggi Ron Barceló).

Tuttavia, nonostante questa operazione di vendita, attualmente la terza generazione delle famiglie Barceló Díaz e García rimane nel Consiglio di Amministrazione.

Pelayo de la Mata, presidente del Grupo Varma, la società dedicata alla distribuzione di liquori in Spagna e proprietaria del rum dominicano Barceló, ha assicurato ai media internazionali che "l'acquisto della società di rum dominicano è stato un grande successo".

Nel 2019, Barceló ha consolidato la sua presenza in più di 80 paesi nel mondo. Nel 2020, Ron Barceló è diventato il primo rum al mondo ad essere certificato come a emissione zero.


Cerveceria Nacional Dominicana



La Cerveceria Nacional ha venduto il 51% delle sue azioni.

Una delle marche della Repubblica Dominicana più riconosciute nel mondo è la birra Presidente, creata dalla Cervecería Nacional Dominicana (CND), che nel 1935 acquistò attrezzature tecnologiche dall'American Beer Company per lanciare il prodotto con lo slogan "Anche se pago di più e il doppio, questa birra è migliore, ed è inoltre nazionale".

Nell'aprile 2012 il quotidiano economico nordamericano The Wall Street Jornal Americas, nella sua edizione digitale, fece eco alle informazioni che davano conto delle trattative per la vendita di La Cerveceria.

In quel mese, E. León Jimenes, società che possedeva l'83,5% delle azioni di CND, e AmBev (Compañía de Bebidas de las Américas) hanno annunciato l'inizio di un’operazione per stabilire un'alleanza strategica al fine di creare la società delle principali bevande dei Caraibi attraverso l'aggregazione delle loro attività nella regione.

L'azienda includeva la produzione e la commercializzazione di birre, malti e bibite nella Repubblica Dominicana, Saint Vincent, Antigua e Dominica, oltre all'esportazione in altri 16 paesi, nei Caraibi, negli Stati Uniti e in Europa.

I media locali hanno riferito che l’operazione integrava l'esperienza di gestione di AmBev con i punti di forza operativi riconosciuti di CND e la sua presenza nella regione. Allo stesso modo, ha rappresentato un'opportunità unica per espandere ulteriormente il marchio, mentre CND ha ribadito che AmBev era il partner ideale per consolidare la crescita internazionale dell'azienda in un settore delle bevande sempre più dinamico e rafforzare ulteriormente il posizionamento all'estero della birra Presidente.

Alla fine, la vendita ha portato il 51% delle azioni ad Ambev Brasil per USD 1.237 milioni. La trattativa ha riguardato due aspetti: la vendita del 41,76% delle azioni di CND per 1 miliardo di dollari in contanti e l’acquisto di AmBev Brasil di un'ulteriore quota del 9,3% della CND, di proprietà di Heineken N.V. (Heineken), per un importo di USD 237 milioni.

Negli ultimi anni, CND ha mantenuto un investimento sostenuto nel Paese, con una media annua di RD$ 12.402 milioni che rappresenta circa l'1,8% del PIL. Dal 2018 al 2020, CND ha stimato un investimento accumulato di RD$ 29.557 milioni.