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venerdì 29 dicembre 2017

Si infittisce il mistero della morte del turista italiano Vincenzo Aguzzi. Ora spunta anche un testamento



Non ci sarebbe niente da ridire. Un testamento è la cosa più normale che esista. Singolare è però che venga fatto all’età di 44 anni ancora non compiuti e che poco tempo dopo il suo redattore muoia in circostanze misteriose nel paese e nella casa dell’erede designato.
La domestica presso la cui famiglia il connazionale era ospite ha prontamente avvertito l’amministratore di sostegno del decesso del suo tutelato.
Sostiene una persona che lo conosceva bene:“Vincenzo Aguzzi non era del tutto normale. Aveva dei limiti sin dalla nascita. Pur non essendo interdetto o inabilitato era ingenuo come un ragazzino. Non lavorava perché viveva di rendita grazie a un consistente patrimonio ereditato dai genitori, deceduti qualche anno fa a distanza di poche settimane l’uno dall’altra. “
Aveva una zia che si occupava di lui, ma con la comparsa nella sua vita della domestica dominicana di nome Ana, già colf della famiglia quando i genitori dell’Aguzzi erano ancora in vita, c’è stato un suo progressivo allontanamento da questa sua congiunta.
Vincenzo sosteneva, infatti, ultimamente, di avere una sola famiglia, quella di Ana, una signora sposata dal 1993, ultraquarantenne. I familiari veri vista la situazione fecero nominare un amministratore di sostegno, quello appunto al quale la signora Ana si rivolse per comunicare il decesso. Contro questo provvedimento l’Aguzzi si appellò, ma il giudice tutelare non venne rimosso. Quando decise di partire in vacanza per Santo Domingo l’Amministratore di sostegno e il giudice tutelare furono di parere contrario, ma l’avvocato del defunto si presentò con due certificati medici che attestavano l’idoneità al viaggio. Vincenzo soleva affermare che con i suoi soldi poteva fare quello che voleva. Di fatto non si contano i viaggi in giro per l’Italia con la famiglia di Ana, spese tutte a suo carico, come del resto anche il viaggio a Santo Domingo.
Il giornale di Pavia di ieri riporta quanto segue: «Vincenzo Aguzzi viveva a Pavia, in un appartamento vicino al collegio Cairoli, ed era conosciuto in città, tra le altre cose, in quanto socio del Tennis club di San Lanfranco. Era benvoluto da tutti quelli che lo conoscevano. In passato, in base alle poche informazioni che sono circolate ieri, non avrebbe mai sofferto di malattie che potessero avere un improvviso esito letale. Aveva solo dovuto affrontare una dieta per smaltire alcuni chili di troppo e, di recente, aveva raggiunto un peso compatibile con una vita sana. Al Tennis club si recava molto spesso, non tanto per giocare, quanto per scambiare quattro chiacchiere con i frequentatori dei campi in zona San Lanfranco. Era molto amato, soprattutto dai soci più giovani che lo chiamavano, affettuosamente, “il principe”.»

E ancora: “Nel momento in cui arriverà il nulla osta dalle autorità dominicane, il feretro verrà rimpatriato e al seguito della bara dovrebbe essere anche la domestica dominicana con la quale il 44enne aveva deciso di concedersi una vacanza.” Ma la signora Ana sostiene che l’Aguzzi voleva essere sepolto a Santo Domingo! Chissà poi se la salma arriverà davvero mai a Pavia…
Sostiene poi il giornale di ieri: “A fare completa chiarezza sull’episodio, comunque, sarà il referto dell’autopsia alla quale, per legge, devono obbligatoriamente essere sottoposti gli stranieri deceduti nella Repubblica Dominicana. In attesa del rimpatrio, i parenti si sarebbero già rivolti alla Farnesina, in modo che le autorità diplomatiche seguano l’iter della vicenda.”
Per esperienza non farei tanto affidamento sul referto dell’autopsia del medico forense dominicano. Comunque se arriverà mai la salma a Pavia l’autopsia potrebbe essere rifatta. Sorprende che a distanza di 20 giorni non ci sia ancora un referto, ma sono state interpellate la Farnesina e l’ambasciata. E quindi si spera che tutto sia sotto controllo.

Intanto l’avvocato di Ana ha già informato tutti dell’esistenza di un testamento! Un vero e proprio giallo a puntate!

giovedì 28 dicembre 2017

Passaporto italiano: tra i più potenti del mondo. Averlo all’estero spesso è impossibile. Ripristino dell’obbligo del visto per il turismo negli USA?


Esiste una classifica dei passaporti a livello mondiale. Si basa sul numero di paesi ai quali si può accedere con il passaporto senza visto d’ingresso. Il primo posto in assoluto lo occupa la Germania con 158 paesi accessibili. Singapore, la rivelazione del 2017 è al secondo posto con 157 paesi. Al terzo posto gli Stati Uniti con 156 e al quarto l’Italia con 155.
Un passaporto importante quindi, bisogna ammetterlo. Dobbiamo ritenerci soddisfatti in un certo senso, soprattutto perché abitiamo in un paese con il cui passaporto si può accedere senza visto di ingresso a una ventina di paesi. Quelli tra noi che si sono naturalizzati non lo hanno fatto sicuramente pensando alla prospettiva di sostituire il passaporto italiano con quello dominicano. Il problema è soprattutto l’impossibilità di avere la certezza di essere in grado di rinnovare la residenza con un passaporto scaduto o quasi.
Un passaporto che non si riesce a rinnovare in tempi normali perché i consolati non sono in grado di farlo. Si parla di mancanza di personale dovuta all’esiguità delle risorse per esigenze di risparmio. Invece succede che all’interno della Farnesina si fanno delle scelte, le risorse vengono lesinate alla rete diplomatica e vengono assegnate generosamente ai paesi del terzo mondo, anche ai più corrotti, otto su dieci dei paesi più corrotti del mondo ricevono soldi a palate dal MAECI, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La Farnesina rende difficile quindi il rilascio dei passaporti ai cittadini italiani residenti all’estero.
E fin qui niente di nuovo.
La novità è che con l’accoglienza dei profughi islamici a centinaia di migliaia e la concessione facile di cittadinanze aumenta fortemente il rischio che un “italiano” sia di fatto un terrorista.
Il generale John Kelly, segretario alla Homeland Security, ha annunciato un riesame del cosiddetto "visa waiver" (esenzione dal visto) che gli Stati Uniti concedono a chi proviene per esempio da Italia, Francia, Germania e Regno Unito a scopi turistici. Secondo Kelly con la sconfitta definitiva dello Stato Islamico, aumenterà il numero di terroristi in fuga dalla Siria che cercherà di colpire l'America. Una parte di questi jihadisti, i cosiddetti "foreign fighters", ha la cittadinanza europea, passaporti italiani o belgi, francesi o tedeschi o inglesi.
Questo facilita il loro ingresso sul territorio americano, con il sistema semplificato Esta: una procedura online che non consente controlli approfonditi da parte delle polizie e dell'intelligence Usa. "Quelli vogliono venire qui - ha detto Kelly riferendosi ai jihadisti - perché colpire l'America è come vincere il Super Bowl per i terroristi”.
Ora che sono stati sconfitti, molti di loro torneranno nelle loro case europee e da lì cercheranno di raggiungere gli Stati Uniti.

Se al "riesame" annunciato da Kelly dovesse seguire la decisione di ripristinare i visti anche per i turisti europei, si tornerebbe indietro di molti decenni e il disagio sarebbe enorme.

Nuove misure di sicurezza: passeggeri diretti negli USA interrogati all'aeroporto Las Américas prima di salire sull'aereo


Le compagnie aeree che effettuano voli regolari, dalla Repubblica Dominicana agli Stati Uniti in partenza dall’AILA stanno applicando una nuova misura di sicurezza che consiste nel sottoporre a passeggeri scelti a caso un questionario prima di salire sull'aereo.
La nuova misura, imposta dall'Amministrazione della sicurezza dei trasporti degli Stati Uniti (TSA), viene già applicata all'aeroporto internazionale Las Americas. Vengono inclusi nella misura solo alcuni passeggeri di un determinato profilo e di origine sospetta.
Secondo recenti testimonianze, i passeggeri sono sottoposti a un interrogatorio da parte di un dipendente della compagnia aerea presso i banchi della stessa prima di controllare i documenti di viaggio e di salire sull'aereo.
Non appena il passeggero si presenta al banco della compagnia aerea, viene selezionato in modo casuale per essere interrogato dal personale.
Tra le domande che vengono poste prima del "check in" c’è la richiesta della durata del soggiorno negli USA, il motivo del viaggio e la fede religiosa professata.
Vengono fatte domande anche sul bagaglio personale, sugli oggetti introdotti e sulla loro possibile pericolosità per l'aviazione commerciale.
Le nuove misure non modificano il tempo necessario per eseguire il check in e le altre procedure "prima di salire sull'aereo". Alcuni passeggeri si sono lamentati delle conseguenti lungaggini per le quali hanno rischiato di perdere il volo.
Prima dell'entrata in vigore della nuova misura, una commissione di funzionari dell'Amministrazione per la sicurezza dei trasporti degli Stati Uniti (TSA) ha effettuato una visita di lavoro presso le autorità dominicane per coordinare l'applicazione dei nuovi regolamenti.
Un dipendente di una delle compagnie aeree statunitensi ha dichiarato che gli interrogatori si concentrano su persone con un certo profilo di rischio dopo aver esaminato i loro documenti e la nazionalità.

Attualmente, circa cinque compagnie aeree effettuano voli regolari dalla Repubblica Dominicana negli USA attraverso l'aeroporto internazionale Las Americas, tra cui American Airlines, JetBlue, Unite Air, Pawa Dominicana e Delta Airlines.

mercoledì 27 dicembre 2017

Raccolta di lamentele su Facebook dei connazionali sui servizi consolari.





Ascoltiamo con attenzione quello che hanno da dire i connazionali. Le dichiarazioni dell'ambasciatore sono interessanti, ma spesso non reggono al pur minimo controllo. Si denota già invece una tendenza ben precisa verso interessi che con i servizi consolari non c'entrano niente. Mi riferisco alla "visita ai connazionali di Barahona" (34) che in realtà era una visita al governatore di quella provincia e ai 927 passaporti del 2013, ignorando i 1899 del 2014 nonché ai 9000 iscritti AIRE, che sarebbero invece tanti di più. 
Singolare è anche il fatto che Canepari sostenga in un primo momento di aver fatto 300 passaporti, numero che i suoi adulatori vantavano come traguardo eccezionale, passando poi a 560. La  differenza si spiega facilmente: 300 passaporti sono stati fatti durante la sua gestione e 160 nel mese di luglio durante la gestione di Spadavecchia. È così? 
I 106 passaporti di novembre porterebbero l'erogazione dei passaporti alla normalità e al riguardo il diplomatico fa riferimento  a un confronto con il 2013. Sinceramente il nostro ambasciatore sembra proprio che dei servizi consolari non ne voglia sapere in quanto denota una conoscenza assolutamente insufficiente della tematica e dei dati statistici. Le sue promesse poi vanno a finire in un nulla di fatto perché in realtà poggiano sul lavoro di uno staff sul quale il diplomatico sembra non avere alcun controllo. Abbiamo già visto la revoca dell'esonero dalle prenotazioni per gli over 65 partita da un'iniziativa degli impiegati.
Del resto dal momento che dei servizi consolari l'ambasciatore si interessa poco e che questi rientrano ormai nella gestione della Cancelleria Consolare, istituita recentemente con decreto, sarebbe bene che a parlare di questi servizi che tanto stanno a cuore alla comunità sia l'attuale responsabile della Cancelleria Consolare. Le parole sono parole e i dati statistici sono dei riscontri precisi del lavoro eseguito. Sarebbe opportuno che nel suo sito l'ambasciata pubblicasse il numero di passaporti e di iscrizioni AIRE realizzate mese per mese. 
Fa sorridere l'affermazione che a novembre siano stati fatti 106 passaporti. Facilmente si spostano a novembre quelli di ottobre e quelli di dicembre e si fa un bel mucchio, comunque sempre assolutamente insufficiente perché le richieste di passaporto sono statisticamente ogni anno dell'ordine del 14% degli iscritti AIRE e dovremmo essere  attualmente ben più di 12.000. Senza parlare degli arretrati che sono qualche migliaio.

A questo punto cito un'affermazione di un deputato della circoscrizione estera:
"Non è possibile che rinnovare un passaporto o accedere a un turno di cittadinanze sia una vera “missione impossibile”. E sia chiaro che i responsabili non sono né i diplomatici, né i lavoratori consolari, i quali sono vittime del sistema tanto quanto noi.”

Siamo sicuri di questa totale mancanza di responsabilità dei diplomatici e degli impiegati consolari? Siamo sicuri che siano delle vittime del sistema quanto noi? A me e non solo a me, non sembra così... 


Raccolta di lamentele, tra i tanti c'è uno a cui è andata bene, ma una rondine non fa primavera!


Come si fa a comunicarsi con la nostra ambasciata?? sto perdendo le speranze

Lasciate ogni speranza o voi che tentate

Chiedi a quelli che elogiano tanto l'ambasciatore e i servizi consolari .... sicuro loro sanno il segreto!!🤔

 Rivolgiti a quella di Haití... Io ne ho le prove FUNZIONA MOLTO MEGLIO...e non si nascondono come i nostri " INCARICATI "

Vado al consolato e faccio un casino...


Salve qualcuno di voi ha potuto mai contattare telefonicamente l'ambasciata Italiana a Santo Domingo?

Es imposible....jijiji

Hahahhahaahha .....no esta nadie.......hahhaahhahh
Sono in spiaggia.

illusion........degli imagination......tanti anni fa......

Io ho parlato con XXXXXX, ma ti consiglio se sei in Italia di chiamare la Farnesina e dire che non ti danno ascolto

Scrivi alla mail ambpanama la trovi sul sito e metti il mondo in copia
Dopo due giorni mi hanno richiamato loro

Ah altro consiglio: una mail, la stessa, al giorno tutti i giorni ... Ripeto con me ha funzionato.

 L'ambasciata italia in Rep Dom. è una cacca.


Si è vero per questo è sempre bene pubblicizzare ogni spiacevole evento 😑


Ho provato ma ho rinunciato...

Io ho telefonato alle due del pomeriggio per un'urgenza mi hanno risposto subito e ho anche risolto il problema, sarò un'aliena...

 La ringrazio tanto, ma ho provato proprio a quel numero e ad altri come da Web e a differenti orari e giorni...ma niente


Primo fine settimana festivo: un saldo preoccupante di morti, feriti e intossicati




Quindici persone sono morte in incidenti stradali durante la vigilia di Natale e Natale, due in più rispetto all'anno scorso, secondo il Centro di Operazioni di Emergenza (COE).
Il direttore del COE, generale Juan Manuel Mendez, ha reso pubblico l’esito della prima fase dell’operazione “Allegria Natalizia per i Valori e per la Tua Sicurezza 2017-2018”. Si sono verificati
744 incidenti stradali nei quali hanno subito lesioni 810 persone.
Quattordici persone sono morte in incidenti in cui sono stati coinvolti dei ciclomotori e una persona  è a seguito di investimento stradale. La maggior parte degli incidenti si sono verificati tra le ore 1:00 del mattino e mezzogiorno.
Nei  744 incidenti registrati durante l'operazione che ha avuto inizio sabato pomeriggio sono stati coinvolti 455 ciclomotori, 244 automobili, quattro autocarri e si sono verificati 41 investimenti stradali.
Il 26% degli incidenti sono stati registrati a Santiago, il 13% nel Distretto Nazionale, il 12% nella provincia Santo Domingo, l’8% a Puerto Plata e il 6% a San Cristobal. Inoltre, durante la festività, 37 persone hanno sofferto intossicazioni alimentari e 324 alcoliche, di cui 26 minorenni, il più piccolo addirittura dell’età di un anno.
Durante le vacanze le organizzazioni di protezione civile hanno prestato 5.499 assistenze stradali e 1.179 soccorsi medici. La Commissione Militare e di Polizia dei Lavori Pubblici ha effettuato 3.763 interventi di assistenza stradale, tra cui cambi di pneumatici, rifornimento di carburante, rimorchiamenti e assistenza meccanica.
L’Amet ha prestato 1.336 assistenze e ha fermato 35 autocarri che transitavano sulla corsia di sinistra, 463 conducenti per guida senza patente e 374 motociclisti per guida senza casco.

La seconda fase dell'operazione inizierà sabato 30 dicembre alle 14:00 e terminerà il giorno di Capodanno alle ore 18:00. Saranno coinvolte 37.714 persone, tra cui medici e paramedici, 1.631 stazioni di soccorso, 132 ambulanze, tre elicotteri, 90 unità di risposta immediata, 30 gru, 30 officine mobili, 9 centri di comando regionali e 30 autobus.

martedì 26 dicembre 2017

Il Clerén: un superalcolico che sta provocando decine di morti


L’ho bevuto anch’io. Me l’hanno offerto nelle zone di frontiera. Un superalcolico fortissimo, elaborato con la fermentazione del succo della canna da zucchero e la successiva distillazione. Costa anche molto meno del rhum più a buon prezzo sul mercato, meno di due dollari al litro. Poco raffinato e con forte gradazione alcolica. Non è il massimo, ma è a buon prezzo. Del resto la maggior parte del clerén è di provenienza haitiana. 
Haiti produce anche un rhum di marca. Tra i migliori del mondo. Accuratamente invecchiato con un sapore delicato. Si chiama Barbancourt. Rhum di esportazione che pochi haitiani si possono permettere. Infatti, in Haiti la maggioranza della popolazione vive con non più di due dollari al giorno. Il clerén invece è alla portata di tutti e promette gli stessi effetti di ebbrezza dei superalcolici più cari. Un viaggio verso lo stordimento alla portata dei più poveri. Un sapore aspro e un grado alcolico esplosivo.
 Non sono tutte però rose e fiori. Spesso per chi consuma il clerén la morte è dietro l’angolo. Come questa volta, in occasione delle festività di fine anno con quasi 20 morti in pochi giorni soltanto tra i dominicani residenti nella provincia di frontiera Elias Pina.
Il Clerén viene prodotto da centinaia di distillerie casalinghe. Il succo della canna da zucchero si estrae con un mulino, lo si fa fermentare e si abbassa poi la gradazione alcolica al 50%. Lo si imbottiglia successivamente in recipienti di plastica, in gran parte usati e riciclati, e viene venduto nei mercati informali o in posti di vendita stradali.
Certo che un europeo non dovrebbe bere bevande alcoliche di produzione casalinga elaborate nella totale assenza della tecnologia e delle conoscenze necessarie per conferire al prodotto sicurezza dal punto di vista sanitario. Talvolta quando non si sa dire di no, quando viene offerto un bicchierino di clerén si accetta, tanto per non sembrare antipatici e quindi si rischia, ma non ne vale la pena... 
In Haiti si dice che ci sono produttori senza scrupoli che aggiungono metanolo ai loro distillati.
Gli effetti: debolezza , giramenti di testa, vomito, dolore addominale, coliche e alterazioni della visione. Questo tipo di intossicazione può provocare anche cecità temporanea e permanente e i postumi di sbornia di lunga durata.

La contaminazione con metanolo può aver luogo anche a causa della distillazione di legname utilizzato come materia prima aromatizzante o in seguito all’aggiunta di prodotti solventi ad alto contenuto di metanolo come il thinner.

domenica 24 dicembre 2017

Curiosando tra le abitudini del paese che ci ospita: ecco come risparmiare nella preparazione del cenone della Vigilia di Natale (Dal Listin Diario di oggi)


Insalata russa
Manioca e patata americana al posto delle patate. In questi tempi in cui il prezzo di una libbra di patate si vende per fra RD $ 40 e RD $ 45, la manioca e le patate americane hanno prezzi più convenienti e possono essere i sostituti perfetti della tradizionale insalata russa. A questo si può aggiungere la preparazione di una maionese fatta in casa, a base di uova e latte, le cui ricette si possono facilmente trovare nelle pagine web relative alla gastronomia.
Altri modi per accompagnare la tavola con insalate non costosissime sono il cavolo e la carota grattugiati e bolliti con l’aggiunta di maionese e uva passa senza semi, l’Insalata di gobbetti curvi o pipette con tonno, o la tradizionale insalata di lattuga, pomodori, barbabietola e avocado.
Succhi naturali
Per sfruttare i frutti di stagione o locali, dal momento che a meno che non si abiti in un appartamento, gli ingredienti per un succo d'arancia acida o guava sono alla portata di tutti nel proprio cortile. Alla limonata possono essere aggiunti foglie di menta, ghiaccio abbondante e un sorso di rum di qualsiasi marca che molti chiamano "lava gallo"; o un "morirsoñando" con latte e limone, o con arancia acida. Un'altra opzione è il mango, le fragole o le banane per mettere sul tavolo un servizio di succhi naturali al posto di quelli elaborati che sono più costosi.
Sangria
Fare una sangria è facilissimo: due bottiglie di vino rosso La Fuerza o Campeon, una bottiglia di rum Brugal bianco o un lava gallo come vengono chiamati i rum senza marca, mele rosse e un seven-up. Tanto basta per preparare una sangria. E se si vuole spendere un po’ di più basta aggiungerci fragole e succo di arancia.
Risotto
I dominicani si vantano di saper cucinare il riso. Un modo per servire il riso a Natale è cucinarlo come al solito e pochi minuti prima di spegnere il fuoco aggiungerci frutta secca come mandorle o nocciole e uva passa senza semi. Alcuni preferiscono il risotto “moro” di fagioli neri per accompagnare il tacchino e il maiale, altri preferiscono il risotto moro di fagioli egizi (guandules) verdi. I meno abbienti possono fare il "risotto con spaghetti", il risotto con carote, il risotto cotto con "cojoyos" o fiori di zucca o il famoso “perico” che viene cucinato con zucca e chicchi di mais fresco.

Pane
Niente di meglio del pane fatto in casa. Nei paesi delle province molte famiglie hanno improvvisato "forni" per il loro Natale. Si può approfittare del forno per cuocere il pane perché il grasso del maiale agevola l’impasto della farina di grano.

Opzioni
Per accompagnare e diversificare il tavolo con piatti vari non è necessario spendere molto. Le “barchette” di melanzane, oltre ad essere nutrienti, sono anche cotte in una pentola a pressione. basta dividerle a metà e riempirle a proprio piacimento. Anche con carne di soia e un po' di formaggio.
Ci sono molte varietà di sformati. Ci vuole poco per fare uno sformato di farina di mais o di platano maturo. Possono essere farciti con carne macinata, maiale o pollo e anche con carne di soia.
Salse:
Per dare un tocco diverso, si può preparare la salsa bianca "besciamella" che può essere fatta in casa con un po’ di burro, farina di frumento, latte di mucca, un po' di sale, pepe e noce moscata grattugiata.
Pasta
Gli spaghetti rossi: gli italiani fanno la loro salsa a base di pomodoro liquefatto e ci mettono cipolle, aglio e un po’ di origano, pepe e olio d’oliva. Sono deliziosi, naturali e meno costosi.
Dolci

Le donne dominicane sanno tutte fare almeno un dolce con una frutta qualunque. Basta approfittarne e presentare sul tavolo un dolce fatto in casa. I dolci di guava, fichi, cocco e pomodori sono una buona opzione. Si possono anche sfruttare le bucce d’arancio usate per fare i succhi.

sabato 23 dicembre 2017

La Vigilia di Natale: il costo di una cena nella Repubblica Dominicana. Come si preparano le famiglie per questo appuntamento



La tradizionale cena della Vigilia di Natale è un simbolo di unità familiare e un motivo di incontro per parenti e amici attorno a un tavolo ben imbandito.
Una famiglia di cinque persone di una fascia di reddito a livello di salario minimo si calcola che spenda circa 7.000 pesos per questa cena. Per una famiglia di classe media con lo stesso numero di persone la spesa per il cenone si aggirerebbe intorno ai 18.000 pesos.
Il Natale è un momento di gioia e di molte spese. Con la tredicesima mensilità si comprano gli indumenti da indossare, rigorosamente nuovi per l’occasione. Guai se no! La malasorte piomberebbe sui portatori di scarpe e abiti di vecchia data. Di fatto questo è anche il periodo dove le superstizioni si impongono prepotentemente.
Comunque investire nella tradizionale cena di Natale è d’obbligo, non importa la classe sociale di appartenenza.
Vediamo nel dettaglio le singole voci di spesa che portano ai 7.000 pesos complessivi della cena di Natale dei meno abbienti: tre polli al forno, una coscia di maiale da quattro chili, risotto “moro” di fagioli egiziani (guandul), l’insalata russa e di pasta corta, “coditos” o gobbetti lisci, “pasteles en hojas” o sformati avvolti in foglie, lasagne, dolci natalizi, frutta secca, mele, uva, bibite e bevande alcoliche.
In questa cifra sono compresi anche i piatti che rigorosamente vanno a finire nelle case dei vicini che stanno peggio e cioè che non possono permettersi una cena di Natale. I vicini nella Repubblica Dominicana spesso rientrano nella cerchia degli amici più stretti.
Lo sformato quest’anno si farà per lo più con le melanzane perché i platani maturi sono sul mercato a prezzi proibitivi probabilmente per gli effetti sulle piantagioni del nord degli uragani Irma e Maria.
Per una famiglia della classe media, l'importo si triplica, rimanendo intorno a 18.000 pesos.
Sono inclusi maiale allo spiedo, tacchino a fette, riso con le mandorle, uva passa e pancetta, melanzane al parmigiano, insalata verde e russa, sformati avvolti in foglie, sformati di pollo e formaggio, pane e cassave, lasagne, sformati di platani maturi, torta natalizia, dolci, frutta e bevande alcoliche.
Il tutto, soprattutto le bevande alcoliche, che sono quelle che fanno la parte del leone nella formazione del totale della spesa, di ottima qualità: cocktail, vini spumanti di circa 1.000 pesos e Whisky, di 1.500 pesos.

Al di là del confronto tra i prezzi, la tradizionale cena dominicana di oggi è variegata. Tempo fa con insalate, patate, carote, maionese, uova e barbabietole bastava, oggi invece ci vogliono anche le noci, il cocco, l’uva passa, le mele e l’uva fresca importate, i crostini (cubetti di pane tostato ), i sottaceti, la maionese mescolata con panna e senape, mais e piselli ecc.

giovedì 21 dicembre 2017

Quali sono i motivi veri dei frequenti spostamenti in provincia dell’ambasciatore Andrea Canepari?




A sei mesi dal suo insediamento come ambasciatore Andrea Canepari sostiene di star “viaggiando nel paese per incontrare la collettività, cominciando dalle collettività che hanno più bisogno e che hanno più problemi. Ho ascoltato le esigenze e per questo sto orientando diversamente il lavoro in modo di cercare di porre rimedio alle situazioni di criticità al più presto possibile.”
I suoi spostamenti all’interno della Repubblica Dominicana avrebbero quindi lo scopo secondo il diplomatico di incontrarsi con la collettività per accertare le esigenze di questa.
Certo a qualcuno potrebbe venire in mente che per questo non occorreva nemmeno intraprendere viaggi di qualche centinaio di chilometri, spostandosi su strade tra le più pericolose del mondo per numero di incidenti mortali ogni 100.000 abitanti.
Sarebbe bastato affacciarsi alla porta di ingresso della sede di via Objio, oppure ancora meglio, tanto per non rischiare qualche insulto, installare, e ci dovrebbe già essere, una telecamera e godersi, si fa per dire, lo spettacolo comodamente seduto nella sua scrivania.
Di queste visite si è parlato nella recente intervista rilasciata dall’ambasciatore a Italiachiamaitalia :
Italiachiamaitalia: “Anche questo suo tour itinerante, chiamiamolo così, nell’isola caraibica, a memoria è la prima volta che un ambasciatore italiano fa qualcosa del genere. Le è sembrato utile? A lei è sembrato che i connazionali abbiano apprezzato questo suo contatto diretto con le diverse comunità dell’isola?
Ambasciatore: “Per me è stato utilissimo perché ho toccato con mano le criticità dei connazionali. Ho sentito casi disperati, mi hanno spiegato di cosa hanno bisogno soprattutto passaporti, assistenza consolare. Effettivamente è stata una novità questo giro. Mi è capitato il governatore di Barahona e mi ha detto che sono il primo ambasciatore non solo italiano, ma anche di altri paesi europei o internazionali che incontra la propria collettività. Ma credo sia importante per fare meglio il proprio lavoro.”
Per quel che riguarda Barahona, viene da chiedersi se effettivamente lo scopo della sua visita sia stato incontrare la nostra comunità colà residente oppure un altro di cui non siamo a conoscenza. Di fatto a Barahona, in tutta la provincia, risiedono circa una cinquantina di connazionali. Molti di meno di quanti si accalcano ogni giorno alla porta di ingresso di via Objio. Andrea Canepari è l’unico ambasciatore tra tutti che si è recato a Barahona per incontrare i suoi connazionali? Non c’è di che meravigliarsi, i residenti stranieri da quelle parti sono pochissimi e non giustificano di fatto la visita di un diplomatico. 
Invece a motivare questo tour itinerante non è affatto l’incontro con i connazionali e la volontà di venire a conoscenza delle loro esigenze, bensì un progetto che ad Andrea Canepari sta forse molto più a cuore della normalizzazione dell’erogazione dei servizi consolari.
A settembre l’ambasciatore si è incontrato con i deputati dominicani del gruppo parlamentare di amicizia Dominico-italiana e con l’occasione ha presentato le sue credenziali e la sua agenda di lavoro nel paese al fine di coordinare gli sforzi con i deputati su ampi programmi di intervento. Sull’articolo che ha diffuso la notizia e di cui allego il link c’è scritto anche che: “Il diplomatico ha dichiarato di essere lieto dell’incontro con i legislatori, insieme ai quali desidera visitare tutte le province del paese per mettere a punto i suoi programmi. «C’è molto futuro perché si sta lavorando in un’agenda comune e stiamo stipulando accordi e stringendo relazioni e veramente c’è tanto di più di quanto si immaginava» ha riferito. Canepari ha quindi chiesto ai legislatori di aiutarlo «con le loro idee e soluzioni per concretizzare queste relazioni parlamentari e portare a termine attività concrete nell’ambito economico e culturale. Stiamo istituendo queste relazioni e speriamo anche di rafforzarle».
Si deve tenere conto inoltre delle dichiarazioni di Peggy Cabral, l’ambasciatrice della Repubblica Dominicana in Italia che sono state pubblicate nello stesso articolo:
“l’ambasciatore Andrea Canepari ha dimostrato grande interesse nella realizzazione di una vasta opera nel paese. Arriva con le sue idee, con un suo programma e sta analizzando tutto quello che può fare qui. Voi siete un gruppo di amicizia, aiutatelo a realizzare alcuni progetti di interesse per il paese”.
https://www.eldiputado.org/single-post/2017/09/19/Diputados-reciben-visita-embajador-de-Italia-en-el-pa%C3%ADs


Un tour itinerante già annunciato e motivato da progetti ambiziosi che nulla c’entrano con gli interessi della nostra comunità di avere una regolarizzazione delle erogazioni dei servizi consolari.



martedì 19 dicembre 2017

Le dichiarazioni di Andrea Canepari sulla situazione del servizio passaporti si basano su numeri non attendibili.



I numeri non sono un’opinione. Non è la prima volta che il nostro ambasciatore dimostra un approccio superficiale nei confronti dei dati statistici.
I numeri a quanto pare sono il grande problema del Ministero degli Affari Esteri. Lo abbiamo visto con Mario Giro, l’ex segretario agli esteri ora viceministro, che ha chiuso per motivi di risparmio un’ambasciata, la nostra, che si autofinanziava. Comunque Giro è un laureato in lettere, abituato a manipolare e non a far di conto e quindi lo possiamo anche giustificare visto anche che è stato imposto nella posizione che occupa senza una verifica vera e propria delle sue capacità. Un raccomandato di ferro?
Il dottor Andrea Canepari laureato in economia politica, di statistiche e di matematica qualcosa sicuramente ne sa. Sembra che però questa sia la tendenza al Ministero degli Affari Esteri: parole tante, numeri pochi e se uno deve adeguarsi alla tendenza della corrente predominante, deve per forza incorrere in errori.
Già a Las Terrenas il nostro ambasciatore ha sostenuto che il numero di iscritti Aire nella circoscrizione di sua competenza era di 9.000 persone, sbagliando di grosso perché faceva riferimento a una cifra del 31.12.2014 e attualmente siamo quasi alla fine del 2017. Dopo esattamente tre anni questo numero necessariamente deve essersi incrementato, nonostante tutti gli ostacoli che sono stati meticolosamente frapposti per impedire la normale iscrizione all’AIRE.
Tenendo presente che il consolato generale onorario di Dini e l’Ambasciata di Panama hanno svolto questo servizio fino all’ultimo e cioè fino a quando è stata resa nota l’apertura della nostra ambasciata, e, sulla base dell’incremento medio degli anni precedenti, il numero di iscritti AIRE dovrebbe essere aumentato del 14% circa ogni anno, ma anche per difetto, presupponendo un 10% annuo, attualmente dovremmo essere per forza di cose a un livello superiore agli 11.500 iscritti AIRE.
Si osserva tra l’altro che il numero di iscritti AIRE di Panama al 31.12.2016 era di 19.321 e che dalle dichiarazioni dell’Ambasciatore Apicella di Panama gli iscritti della sua circoscrizione a gennaio del 2017, quindi dopo lo scorporo di Santo Domingo, erano circa 9 mila. Partendo da questo dato noi sappiamo che attualmente dovremmo essere circa 11.500.
 Ecco la domanda posta all'ambasciatore da Italiachiamaitalia e la sua risposta:

taliachiamaitalia

“Quindi gli italiani della Repubblica possono avere la speranza che in tempi brevi i servizi consolari torneranno alla normalità compreso il rinnovo passaporti?”

Ambasciatore

“Se guardiamo le cifre, sono già tornati alla normalità. Nel mese di novembre sono stati rilasciati 106 passaporti. Sono stati rilasciati un totale di 560 passaporti dal mese di luglio a oggi. Se pensiamo che erano circa novecento i passaporti rilasciati nel 2013 è già un numero significativo, ne sono stati rilasciati di più. Il problema è che ci sono grandi arretrati che devono essere smaltiti.”

Andrea Canepari fa riferimento, sbagliando, al 2013, anno nel corso del quale sono stati rilasciati 927 passaporti. Come si può vedere nell’annuario statistico della Farnesina, in quell’anno sono stati rilasciati di fatto 927 passaporti. L’ambasciata ne ha emessi 560 da luglio 2017 e 106 solo a novembre per cui secondo l’ambasciatore ormai abbiamo raggiunto la normalità: siamo in grado di erogare normalmente il servizio.
Ai 927 passaporti rilasciati dall’ambasciata di Santo Domingo nel corso del 2013, si contrappongono però i 1.899 rilasciati nel corso del 2014. E allora come la mettiamo? Dobbiamo fare riferimento ai 927 del 2013 o ai 1.899 del 2014?
Il numero di passaporti medio che viene richiesto ogni anno deve per forza essere legato al numero di iscritti AIRE. Secondo la mia stima attualmente siamo non meno di 11.500 iscritti AIRE, con una potenzialità a breve, per ritardi accumulati, di oltre 13.000. Una percentuale statistica delle richieste di passaporto non è inferiore ogni anno al 13%  degli iscritti AIRE. Se ne deduce che la richiesta annua deve essere di circa 1.500 passaporti, in procinto di diventare 1.700, ai quali vanno aggiunti gli arretrati, nel senso che c’è gente che non è riuscita ancora a presentare la richiesta: di 1.000 passaporti relativi al 2015, 1.000 passaporti che mancano all’appello nel 2016 e 1.000 passaporti in meno evidentemente nel 2017, visto che siamo a livello di 560 passaporti rilasciati alla fine del 2017. Un arretrato totale pertanto di 3.000 passaporti.
Mi dispiace contraddire l’ambasciatore, ma evidentemente non è stato raggiunto ancora un livello di erogazione normale dei passaporti, né tanto meno un inizio dello smaltimento degli arretrati.
Ci attendiamo per i mesi a venire dei bollettini di aggiornamento dei dati relativamente al servizio passaporti e al numero degli iscritti AIRE.

È troppo chiedere? E allora come non detto!

Notizia fresca di giornata: non è l’alcol il killer delle strade, ma lo smart phone. Ce lo confermano anche dall’Italia…


Giù le mani dall’alcol! Se prima della guida mi bevo un bicchiere di vino, ben sapendo di non raggiungere la soglia punibile, chi si accinge a viaggiare con me, mi lancia uno sguardo accusatorio, non dice niente perché sa che potrei lasciarlo a piedi, ma lo sguardo fa comunque male e crea ingiustamente un senso di colpevolezza innanzitutto perché io sono solito attenermi a un tabellino di ingestione alcolica che mi garantisce di non superare mai la soglia oltre la quale si diventa il nemico pubblico numero uno.
Ma c’è dell’altro: secondo le statistiche dominicane il 54% degli incidenti sulle strade è dovuto all’uso di dispositivi mobili, seguito da distrazioni generate dalla pubblicità stradale, dal cambiamento di stazione radio, dai bambini trasportati nei veicoli e soltanto all’ultimo posto dall’alcol.
A corroborare la posizione del viceministro della Sanità Dott. Hector Quezada, pubblicata sui giornali di oggi ci sono le pubblicazioni dell’ACI, dalle quali risulta che “In Italia tre incidenti su quattro sono dovuti alla distrazione che ogni anno falcia migliaia di vite. E i cellulari e smartphone sono una delle cause principali”.
I dati di numerosi studi sulla distrazione alla guida dimostrano che anche il semplice parlare con le persone a bordo può costituire motivo di distrazione alla guida. I dati statistici di altri paesi esteri riportano che due conducenti morti su tre in incidenti stradali stavano usando il cellulare.
Dall’elaborazione dell’ACI risulta che in tre incidenti stradali su quattro la distrazione è la principale concausa dell’incidente e tra i motivi di distrazione la parte del “leone” la fa l’uso “compulsivo del cellulare.

E allora possiamo metterci il cuore in pace e soprattutto smettere di trasportare in macchina adulti astemi. Sussiste un fondato motivo per ritenere che non portino bene!

lunedì 18 dicembre 2017

Recenti dichiarazioni dell’ambasciatore e iscrizione AIRE. Ecco un approfondimento delle novità



Nella recente intervista rilasciata a Italiachiamaitalia Andrea Canepari relativamente all’iscrizione e modifiche varie AIRE ha sostenuto testualmente: 

Se i connazionali devono fare queste modifiche possono farlo, consultando la nostra pagina internet. C’è una sezione AIRE, c’è una notizia dove si spiega come fare. Ci sono i moduli. Non è più necessario recarsi in ambasciata. Si può far tutto per e-mail o anche per posta. È tutto spiegato. E adesso stiamo anche valorizzando le strutture consolari onorarie. Quindi queste cose si possono fare anche di persona al consolato onorario a La Romana e prossimamente anche presso gli uffici consolari a Santiago e a Puerto Plata.”
E ancora: ”È stato rafforzato anche il personale interinale, personale locale utilizzato per periodi limitati di tempo, e queste unità di personale si stanno dedicando proprio al controllo degli schedari AIRE e quindi a verificare la corrispondenza degli indirizzi, ad accettare tutte queste pratiche AIRE. Gli arretrati che avevamo, ne avevamo centinaia, sono stati smaltiti tutti, tranne quelle richieste dove c’erano dei problemi nell’invio della documentazione. Invito quindi tutti i connazionali che avessero ancora dei problemi pendenti a ripresentare la richiesta per e-mail o per posta, come ritengono meglio, o a presentarsi di persona in modo che la richiesta possa essere trattata.

C’è stato quindi un cambiamento radicale nella modalità di esecuzione dell’iscrizione all’AIRE, frutto di un ripensamento del nostro ambasciatore. Infatti, con il suo arrivo nella nostra sede diplomatica, ha imposto subito lo stesso sistema che adottava di regola nel Consolato generale di Filadelfia, dove ha svolto le mansioni di console generale per alcuni anni. Il sistema di iscrizione previsto richiedeva la presenza fisica, ciò che invece l’ambasciata di Panama non prevedeva. Ne è conseguita una miscela esplosiva: l'arretrato accumulato delle richieste, tante avviate e non ancora concluse per il disinteressamento di Panama nei mesi successivi all'annuncio della riapertura della nostra sede diplomatica, le richieste consuete che si avvicinano a un centinaio al mese e le richieste di iscrizione da parte degli italo-venezuelani giunti di recente in gran numero nella Repubblica Dominicana.

Una situazione che rasentava l'illegalità perché di fatto l'ambasciata ostacolava un obbligo di legge come appunto quello di iscriversi all’AIRE.
Tutto questo risulta ora superato. Nel nuovo modulo c’è addirittura la possibilità di dichiarare “di aver stabilito una convivenza di fatto con il/la sig./sig.ra “. E per la documentazione: “Documenti comprovanti l’effettiva residenza in Rep. Dominicana (contratto di affitto, contratti o fatture di utenze fisse come luce o telefono, etc.) sui quali sia indicato l’indirizzo di residenza dichiarato.”
L’iscrizione all’AIRE può effettuarsi: 

presentandosi allo sportello di via Objio a seguito di prenotazione sul servizio Prenota online oppure direttamente presso il consolato onorario di La Romana e prossimamente presso gli uffici dei Vice Consolati di Puerto Plata e Santiago;

via e-mail: santodomingo.consolare@esteri.it oppure a mezzo invio postale all’indirizzo: Ambasciata d’Italia in Santo Domingo Calle Manuel Rodriguez OBJIO, n 4 – Gazcue.

Il numero degli iscritti all'AIRE è di fondamentale importanza in quanto:

rappresenta il punto di partenza del calcolo del fabbisogno minimo di richieste dei diversi servizi consolari;

è un’indicazione fondamentale, come ha sostenuto l’ambasciatore a Las Terrenas, dell'importanza di un'ambasciata e quindi un punto di forza nei confronti della Farnesina per le richieste di assegnazione delle risorse;

attraverso gli incassi delle tariffe consolari si copre gran parte delle spese che si sostengono.


Con gli appuntamenti del servizio Prenota online per le richieste di iscrizione all’AIRE siamo ormai giunti al 21 marzo per coloro che desiderano recarsi in ambasciata personalmente. Si tratta comunque, come abbiamo visto, di un’opzione.

Strana morte di un italiano a Santo Domingo


Non è la prima volta che vengono pubblicati in Italia articoli riguardanti la Repubblica Dominicana che a fare una ricerca sul posto non trovano alcun riscontro. Si tratta di un 44enne di Pavia, Vincenzo Aguzzi, che sarebbe morto a Santo Domingo nei giorni scorsi. Il relativo articolo è stato pubblicato pari pari in un giornale di Pavia e in altri giornali locali. Contrariamente a quanto si fa di solito, non compare la foto del morto. Invece, bene in vista c’è l’immagine del Tennis Club di Pavia. A fare una ricerca sui giornali e blog in genere dominicani non esiste alcun riferimento a questo decesso eppure avrebbe dovuto meritare l’attenzione dei media in quanto è avvenuto durante la notte e l’uomo era relativamente giovane e da quanto si sostiene nell’articolo, in salute.
Vincenzo Aguzzi sarebbe morto nella notte tra il 10 e l’11 dicembre scorsi. Si è ipotizzato l’infarto, ma i suoi conoscenti pavesi hanno notato “segni” sul collo. L’autorità sanitaria li avrebbe ricondotti questi segni all’arresto cardiocircolatorio. Viene da pensare che dei conoscenti pavesi l’abbiano potuto vedere da vicino dopo il decesso. Certo questa è una cosa del tutto possibile visto che anche il nostro ambasciatore è pavese.
Si attende comunque l’esito dell’autopsia. Sorprende che si affermi che i parenti del morto si siano già rivolti alla Farnesina in modo che le autorità diplomatiche seguano l’iter della vicenda. Tutto molto tempestivo insomma e neanche una foto del defunto. Si trovava in vacanze e abitava a Santo Domingo in compagnia della propria domestica.
Come dicevo sopra non esiste nessun riferimento a questo decesso nei giornali dominicani. A Pavia l’unico Vincenzo Aguzzi di cui si parla è un oculista e su Face Book c’è un account poco usato in cui compare questa foto di un Vincenzo Aguzzi.

Mi sono quindi rivolto al Tennis Club di Pavia per una richiesta di informazioni e la risposta è stata la seguente:
 “Buongiorno,
la foto non corrisponde al Sig. Vincenzo Aguzzi, per quanto riguarda le informazioni che ci sta richiedendo non siamo autorizzati a rispondere. 
Cordiali Saluti
La segreteria del Tennis Club Pavia”

La presunta morte di Vincenzo Aguzzi è un vero e proprio mistero in tutti i sensi!

sabato 16 dicembre 2017

Il tribunale di Roma condanna Bruna Giri la promotrice finanziaria arrestata nel 2015 a La Romana dove era latitante ospite dell’allora Vice Console onorario.



La notizia della condanna di Bruna Giri e quella della riapertura del Vice Consolato di La Romana sono quasi contestuali. Ci si chiede se la titubanza del nostro ambasciatore nell’attivare la rete consolare onoraria fosse in qualche modo legata a questa vicenda. Si voleva forse leggere il testo della prima sentenza? Probabilmente no, comunque è singolare la contestualità degli eventi.
Ben venga comunque la decisione di Andrea Canepari che con le reti onorarie ha dimestichezza come ha dimostrato in passato quando era console a Filadelfia, ottenendo l’assegnazione di credenziali per le rilevazioni dei dati biometrici per i Consolati onorari di Pittsburgh e Virginia Beach. Una situazione che si prospetta a breve anche per il Consolato onorario di La Romana e in un futuro non lontano per i Vice consolati onorari di Puerto Plata e Santiago.
Nell’ aprile del 2015 c’è un articolo del Corriere della Sera in cui si riferisce che questa signora era ospite del Vice console onorario di La Romana. Il vice console si è difeso, replicando che la Giri non era ospite ma che si trovava lì in forza di un regolare contratto di locazione debitamente registrato e depositato presso l’amministrazione e i servizi di vigilanza del centro residenziale Casa De Campo. Occupava come inquilina una villa di proprietà di una società immobiliare nella quale la famiglia del connazionale ospitante ha una partecipazione. L’esistenza di questo contratto era stata resa nota all’Ambasciata d’Italia con comunicazione del 5 novembre 2012.
Sostiene Calogero di Gesù nel suo libro “Dietro le quinte della Farnesina”:
“L’individuazione del nascondiglio della predetta latitante e il suo arresto sono avvenuti subito dopo la chiusura dell’ ambasciata a Santo Domingo, che è stata come noto operativa fino al 31 dicembre 2014, mentre non ci risulta alcuna partecipazione alle vicende di quella ambasciata (scandalo visti) da parte del predetto vice console onorario. Peraltro questi subito dopo l’arresto della Giri è stato revocato dall’incarico in data 31 marzo 2015 dall’ambasciatore a Panama. Il ricorso presentato avverso la revoca dell’incarico è stato respinto.”

La signora Bruna Giri è stata condannata a otto anni e tre mesi di reclusione dal Tribunale di Roma per una maxi truffa dell’entità di circa 35 milioni di euro. Ha truffato la Roma bene. Prometteva rendimenti del 10 percento annui sugli investimenti in denaro e aveva dei testimonial fasulli. Ci sono cascati 500 personaggi facoltosi di Roma. La chiamano la “Madoff in gonnella” anche per una certa analogia con il caso Madoff di New York, che fruttò a Bernard Madoff non meno di 50 miliardi di dollari. Madoff però è stato condannato a 150 anni di carcere. Paese che vai, usanza che trovi!

giovedì 14 dicembre 2017

Il Consolato Onorario di La Romana riapre i battenti. Per i Vice Consolati di Santiago e di Puerto Plata si dovrà attendere ancora un po’.


Sul fronte delle pratiche consolari qualcosa si sta muovendo. Recentemente era stato comunicato da parte dell’ambasciata che le iscrizioni all’AIRE avrebbero potuto farsi online e che si sarebbe proceduto a definirne le modalità a breve. Un bel passo avanti al quale si è aggiunta la novità del coinvolgimento della rete consolare nell’erogazione di questo servizio.
È di ieri la notizia pubblicata sul sito ambsantodomingo che il consolato onorario di La Romana è stato attivato da subito con le funzioni di ricezione delle domande di iscrizione all’AIRE e delle richieste di trascrizione in Italia degli atti di stato civile redatti dalle autorità dominicane. I circa 1300 italiani che risiedono nella circoscrizione di competenza di questo consolato onorario possono fare un sospiro di sollievo. Potranno accedere a un ufficio consolare senza appuntamento, per quel che si sa, tre volte la settimana e tre ore ogni volta, il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle ore 9 alle ore 12.
So per certo che tanti connazionali residenti in quell’area non sapevano come risolvere il problema dell’iscrizione all’AIRE e spesso anche delle trascrizioni. Adesso potranno addirittura recarsi personalmente in ufficio senza e-mail che non trovano risposta, telefonate a vuoto e prenotazioni impossibili. Non pare vero! Un ricordo di tempi remoti: recarsi personalmente e trascrivere un atto di morte di un congiunto, un atto di matrimonio, l’atto di nascita di un figlio… E lo potranno fare i 1300 italiani circa che risiedono in quella circoscrizione. Anche Juan Dolio vi rientra, ma ne viene purtroppo esclusa per un paio di chilometri Boca Chica.
Nel 2018 anche le circoscrizioni dei vice consolati onorari di Santiago con i suoi 1000 iscritti AIRE circa e di Puerto Plata con 750 iscritti AIRE circa, usufruiranno degli stessi servizi. Perché non ora? Ce lo spiega gentilmente il Vice Console onorario di Santiago Mauro Sgarzini:
“Per ora si comincia con La Romana per vedere come va. Se tutto si svolge regolarmente, nel 2018 anche a Santiago e Puerto Plata si potrà dare lo stesso servizio. Ci sono servizi ai connazionali che per essere funzionali vanno prima ‘provati’ ed eventualmente rettificati. Si ricorda che noi non siamo funzionari stipendiati e dobbiamo prima verificare se abbiamo tutte le risorse umane ed economiche per dare un servizio efficiente.
Sul sito del Consolato onorario di La Romana compare il seguente avviso dove viene precisato il territorio di competenza:
Il Consolato Onorario d’Italia a La Romana presta assistenza ai connazionali residenti ed ai turisti presenti nella Circoscrizione Consolare di:  Juan Dolio, La Romana, Higuey, Bavaro, Punta Cana, Macao e Uvero Alto.
Se vi trovate in un altra località vi invitiamo a contattare il Consolato o Vice Consolato onorario corrispondente.


La rete consolare onoraria è la seguente a livello di consolati e di vice consolati onorari:

LA ROMANA: Console onorario Vincenzo Odoguardi
Calle Las Palmas, 26 - La Romana
Tel.:+1 809 830 3324
email: laromana.onorario@esteri.it

PUERTO PLATA: Vice Console onorario Roberto Casoni
Gran Ventana Beach Resort, Playa Dorada, Puerto Plata
Tel.: +1 809 320 2111 int. 4300
email: rcasoni@vhhr.com

SANTIAGO DE LOS CABALLEROS: Vice Console onorario Mauro Sgarzini
Av. Estrella Sadhalà n.75- Santiago De Los Caballeros;
Tel.: +1 809 727 5584;

mercoledì 13 dicembre 2017

Bavaro: Alessandro Grandis, un omicidio rimasto impunito che si voleva far passare per suicidio. Ecco l’esposto rivolto anche alla nostra ambasciata



DENUNCIA DI UN’INVESTIGAZIONE INFANTILE DEFICIENTE E UMILIANTE SU UN POSSIBILE OMICIDIO
AL DIRETTORE DELLA POLIZIA NAZIONALE
ALL’AMBASCIATA D’ITALIA DI SANTO DOMINGO
OGGETTO: NUOVA INVESTIGAZIONE DEL CASO RELATIVO ALLA MORTE DEL CITTADINO ITALIANO ALESSANDRO GRANDIS A BAVARO
DATA: 27 APRILE 2017
Lo scorso 27 aprile del presente anno il cittadino italiano Alessandro Grandis di 28 anni, di professione farmaceutico, è stato trovato morto ai bordi di una piscina nel complesso turistico Cocotal Bavaro. Da quel momento la polizia nazionale e la Procura della Repubblica del posto hanno iniziato le loro indagini.
I resoconti degli interrogatori che ci sono stati forniti, cinque in totale, rappresentano l’obbrobrio più infelice che conosciamo. Infatti, non sono state poste le domande necessarie nel momento opportuno in presenza di risposte piene di contraddizioni.
Inoltre non sono stati interrogati gli attori fondamentali, come gli addetti alla sicurezza, ai quali il cittadino haitiano che ha trovato il cadavere si è rivolto e che avevano trascorso sul posto tutta la notte per cui è logico che avessero sentito nel cuore della notte il rumore della caduta del corpo da un terzo livello.
Non si è proceduto nemmeno a interrogare i condomini per sapere se avessero sentito o visto qualcosa. A chi ha condotto l’investigazione non è interessato interrogare nessuno di loro su un aspetto così importante.
Non è stata fatta nemmeno un’investigazione minuziosa all’interno dell’appartamento per stabilire se c’era alcun indizio di litigio, sangue nelle pareti, pavimenti o mobili che potesse svelare la possibilità di un omicidio. Allo stesso modo si ignora o non si rivela se c’era una telecamera nel posto e nella via di accesso nell’area di ingresso al residenziale.
Una vera e propria parodia di interrogatorio: è stato fatto prima alla cittadina polacca Patrzcja Borzecka e tre giorni dopo al cittadino haitiano Simphat Siffol, e quest’ultimo è stato il primo a trovare senza vita Alessandro Grandis.
Dappertutto nel mondo la polizia stabilisce che le prime 48 ore sono fondamentali nelle indagini relative a un possibile omicidio. La polizia di Bavaro nonostante fosse arrivata sul posto subito nella mattinata del 27 aprile, ha iniziato gli interrogatori soltanto il giorno 30 aprile vale a dire 72 ore dopo e sei giorni dopo ha interrogato il cittadino haitiano che è stato il primo a trovare il cadavere.
PATRZCJA BORZECKA
Patrzcja si contraddice per la prima volta con il signor José Bladimir Jesús relativamente all’ora di arrivo all’appartamento dall’aeroporto. Mentre lei afferma che erano le 18:30, il sig. Jesús dice che erano le 20:40. Seconda contraddizione: ora con il cittadino haitiano, ha detto che ha chiesto alla signora Patrzcja Borzecka se aveva qualche ospite e lei ha risposto di no. Nel suo interrogatorio invece lei ha sostenuto che l’haitiano le aveva detto che c’era una persona morta nella piscina. Terza contraddizione: la polacca ha riferito che Alessandro le aveva chiesto, mentre lei gli stava mostrando l’appartamento, se poteva lanciarsi dal balcone verso la piscina, al che lei ha risposto immediatamente che questo non era possibile dato che ci si trovava in un terzo livello.
È evidente che esiste una contraddizione, che il cittadino haitiano e la polacca si sono messi d’accordo e che questo non è venuto alla luce vista la mancanza totale di professionalità nella conduzione delle indagini da parte della polizia nazionale e del pubblico ministero che lascia aperto ogni tipo di interrogativo, confondendoci e portandoci a credere che si è trattato di un suicidio e non di un omicidio.
Si rende quindi necessario ordinare una nuova investigazione sul caso, partendo da zero e che questa si svolga secondo procedimenti scientifici, cercando di porre rimedio alla vergogna e al disonore a livello nazionale e internazionale dell’investigazione già fatta.

In attesa che si faccia giustizia si porgono distinti saluti.