Cerca nel blog

venerdì 31 agosto 2018

Pornografia infantile online nella Repubblica Dominicana: un reato perseguito con maggiore successo negli ultimi tre anni



Dal 2015 ad oggi, l'Ufficio del Procuratore Generale ha sottoposto a processo 41 persone e ha ottenuto 28 condanne nei confronti di persone giudicate colpevoli di pornografia infantile su Internet (online).
L'informazione è stata fornita dal procuratore Jean Alain Rodríguez ieri, durante l'inaugurazione del "Secondo Congresso Internazionale contro la pornografia infantile online nella Repubblica Dominicana".
Per quanto riguarda il lavoro svolto dalla Procura della Repubblica, il Procuratore ha affermato che il personale dell'istituto incaricato di questi casi ha ricevuto una formazione adeguata sulle tecniche più moderne ed efficaci per la persecuzione, l'investigazione e la presentazione di casi di pornografia infantile.
Ha anche indicato che è stato installato nel paese il sistema di rilevamento IP denominato "Child Protection System", che facilita l'individuazione di materiale di abuso sessuale su minori, ovvero immagini, video e fotografie di bambini e adolescenti in attività sessuali esplicite, reali e simulate.
"Grazie a questo strumento, abbiamo avviato più di 958 indagini sul reato di pornografia infantile online, con 80 perquisizioni corrispondenti a 354 indirizzi IP", ha affermato il più alto rappresentante della magistratura inquirente.
Il procuratore generale ha sottolineato che mentre alla fine del 2015 il crimine della pornografia infantile online era praticamente un crimine impunito nella Repubblica Dominicana, da allora è stato possibile sottoporre a processo 41 persone e ottenere 28 condanne.

giovedì 30 agosto 2018

Aggressione razziale in Belgio a un ragazzo dominicano



Si parla molto sui giornali di un’aggressione razziale avvenuta la scorsa domenica in Belgio di cui è stato vittima un adolescente dominicano. È intervenuta con decisione sulla vicenda anche la locale ambasciata dominicana. Il ragazzo è stato aggredito solo per motivi razziali.
Si trovava insieme con altri dominicani nella stazione ferroviaria di Aarschot. Ad aggredirlo sono state delle donne belghe che erano in attesa del treno, dapprima verbalmente e poi con spintonamenti. Il ragazzo in nessun momento ha reagito. Di seguito è intervenuto un uomo che ha fatto cadere il ragazzo nei binari del treno e che poi ha cercato di impedirgli di risalire sulla banchina. L’adolescente si è difeso, ha riempito di botte l’uomo, talché sono scese le donne all’origine dell’aggressione per dare una mano all’energumeno.

Direi che da un punto di vista di risultati il ragazzo si è difeso egregiamente e a buscarle sono stati i razzisti, cioè l’uomo perché contro le donne non ha sollevato nemmeno un dito. Un copione molto diverso a quello cui assistiamo in Italia ogni giorno.
E ora c’è il seguito. Gli aggressori saranno sottoposti alla giustizia. L’ambasciata dominicana in Belgio si darà da fare perché siano puniti. Il ragazzo è cittadino spagnolo, legalmente residente in Belgio ed è figlio di madre dominicana.
Probabilmente è un po’ eccessivo affermare che la vittima dell’episodio di razzismo sia dominicana e trattare il caso come una questione nazionale.
Comunque va bene lo stesso.
Le signore hanno aggredito un giovane di colore che rispetta profondamente le donne, legalmente residente e cittadino spagnolo. Certamente non l’avrebbero fatto con uno di quelli che, per religione e cultura delle donne non gliene frega niente, che si aggira sempre in compagnia di altri come lui e che se aggredito solo verbalmente avrebbe reagito ben diversamente e alla fine magari le avrebbe violentate.

mercoledì 29 agosto 2018

Portorico: l’uragano Maria ha provocato 2.975 vittime. Lo ha rivelato il governatore Rossellò



Il governatore di Portorico Rossellò ha rivelato di recente che i deceduti a causa dell’uragano Maria che ha colpito l’isola quasi un anno fa sono stati 2.975 e non 64 come era stato dichiarato a suo tempo.
Bella differenza, non c’è che dire da 64 si è arrivati a 2.975!
Questo dato è emerso a seguito di uno studio eseguito dall’università George Washington.
Il governo dell’isola ha affidato questo studio a terzi perché c’erano settori civici che contestavano la cifra di 64 e che ritenevano che i morti fossero stati quanto meno più di mille.
Si è anche parlato all’avvio dello studio della possibilità che l’uragano avesse provocato la morte di circa 5.000 persone.
Rossellò ammette che sono stati commessi molti errori nella gestione del disastro naturale e che ciò non accadrà più. Si augura di far diventare Portorico un vero e proprio modello a livello mondiale quando si tratterà di affrontare nuovi eventi metereologici così devastanti.
Finisce il suo discorso rivelando ciò che era anche già noto a tutti, una scoperta che equivale a quella dell’acqua calda e cioè che “ i settori più colpiti da questi fenomeni metereologici sono le classi meno abbienti e gli ultra sessantacinquenni."
Intanto è da qualche giorno che è stato annunciato il ritorno dell’energia elettrica in tutta l’isola. C’è voluto un anno per normalizzare la fornitura della corrente.  
La popolazione si è ridotta di una percentuale a due cifre e non tutte le attività economiche hanno ripreso a funzionare. C’è tanta gente che non sta lavorando. E meno male che i dominicani continuano a cercare di arrivare ad ogni costo a Portorico. In tutto l’anno sono stati rimpatriati dall’isola oltre 300 migranti dominicani illegali.
Queste notizie probabilmente sollevano il morale dei “boricuas” che per la verità stanno pensando seriamente ad abbandonare definitivamente l’isola e a trasferirsi negli Stati Uniti, sfruttando la cittadinanza americana che viene loro riconosciuta. Porto Rico però evidentemente non viene trattato allo stesso  modo dei veri stati stellette degli USA.
E di questo si lamenta Rossellò, ma anche qui come per l’affermazione sui poveri e sugli anziani che sono le vittime preferite dei cicloni, il governatore scopre un po’ l’acqua calda.
Se Portorico infatti vuole essere trattato come stato stelletta dovrà anche diventarlo di fatto.
Intanto stiamo entrando nei mesi peggiori dell’anno per quel che riguarda gli uragani. Speriamo che Dio ce la mandi buona!!!

martedì 28 agosto 2018

Giovanni Battista Cambiaso il genovese fondatore della marina militare dominicana.


 

Giovanni Battista Cambiaso, nato a Genova nel 1820 e deceduto a Santo Domingo nel 1886, era un mercante genovese che abbracciò la causa della guerra di indipendenza dominicana insieme al suo concittadino Giovanni Battista Maggiolo.
Entrambi misero a disposizione della nascente repubblica le loro navi e la loro esperienza marittima e si distinsero in particolare, sconfiggendo le forze navali haitiane nella battaglia di Tortuguero dell’aprile del 1844.
Il 13 aprile tre navi sotto la guida di Giovanni Battista Cambiaso avevano spiegato le vele da Aguas de la Estancia. Cambiaso a bordo della Separación Dominicana (nave ammiraglia), il capitano Giovanni Battista Maggiolo a bordo della María Chia e il tenente Juan Alejandro Acosta a bordo della San José. 
Due giorni dopo, il 15 aprile, il comandante Cambiaso avvistò tre navi haitiane, La Pandora, La Mouche e la Signifie che stavano bombardando Tortuguero, nei pressi di Azua. Cambiaso decise di intervenire e dopo una combinazione di manovre ebbe la meglio sul nemico.
Le tre navi haitiane furono affondate. Praticamente tutto l’equipaggio morì nella battaglia. Non sono stati riportati sopravvissuti.
Dopo questa battaglia scomparve la presenza in mare di Haiti e si consolidò la supremazia navale della Repubblica Dominicana.
La “Armada”, al comando dell’ammiraglio Cambiaso, prestó importanti servizi all’esercito dominicano durante la campagna del 1849 e grazie al suo aiuto sono state vinte le battaglie di Las Carreras e El Número.
Con questo deciso appoggio della flotta navale, che non solo allontanò dalle acque nazionali i corsari e le navi da guerra haitiane, bensì anche cooperò nel trasporto di truppe e merci, l’esercito dominicano riuscì a liberare uno dopo l’altro le cittadine e i paesi occupati nella zona sud fino ad arrivare al confine dove affrontò e respinse gli attacchi nemici.


lunedì 27 agosto 2018

Marco Casula: un risarcimento danni insabbiato nei pantani della burocrazia legale




Marco Casula è stato investito il 29 luglio scorso. Ha riportato diverse fratture alla gamba, al braccio e alle costole. È stato dimesso il giorno dopo senza riduzione e ingessa mento delle fratture in quanto il tendone era troppo infiammato e le gambe avevano riportato delle forti bruciature.
È stato ricoverato nell’ospedale provinciale Padre Fantino di Montecristi inaugurato nel corso del corrente anno.
Ecco il certificato medico:



Il 3 agosto il Tribunale di pace speciale di transito del municipio di Montecristi ha emesso una disposizione in cui stabilisce l’obbligo di presentazione dell’investitore RICARDO TOMAS MARICHAL CASTRO ogni giorno tre del mese per sei mesi presso gli uffici del tribunale.
Questa disposizione è stata spontaneamente rilasciata dal menzionato tribunale speciale. Il Casula si è lamentato perché alla relativa udienza non è stato convocato né lui né il suo legale. “Hanno fissato un’udienza «al volo» senza notificarci nulla e hanno stabilito per il responsabile dell’incidente l’obbligo di presentarsi periodicamente.


Giovedì scorso, 23 agosto, il legale del connazionale ha presentato formale querela presso il menzionato Tribunale il cui funzionamento è lentissimo perché è stato istituito con una legge recente i cui regolamenti non sono stati ancora del tutto approvati.
Questa è la vettura con la quale il connazionale è stato investito, una Ford Explorer:



L’autovettura è stata assicurata con Seguros Dhi-Atlas.
Ancora non è stata fatta una quantificazione dei danni riportati da Marco. L’assicurazione propone un pagamento a forfait di 25.000 pesos. Il legale del connazionale afferma di voler presentare un’azione di risarcimento danni per via civile.
È chiaro che perché una tale azione vada a buon fine ci vogliono tempi geologici.
Sarebbe stato meglio ricorrere alle vie penali come si faceva qualche tempo fa. L’investitore veniva immediatamente arrestato e rimaneva sotto arresto fino a quando non si chiariva l’entità del danno, la copertura della compagnia di assicurazione e l’eventuale apporto personale del responsabile alla copertura totale dei danni.
La procedura si è insabbiata con un comportamento insolito da parte del Tribunale di pace corrispondente che ha messo le mani avanti, tutelando di fatto il responsabile dell’incidente.
Mauro Casula, 46 enne, di Roma è giunto in RD nel 2014. Ha gestito in proprio un ristorante a Sosua che poi ha venduto. Ora ha costituito un’impresa di nome “Servicios de Restaurantes en general, organización de eventos, servicios de belleza”, che però è ferma.
È recentemente rientrato nel Piano di regolarizzazione per cui è in attesa della residenza.
Riguardo alla sua situazione attuale di salute Marco riferisce: “Credimi che sto vedendo le stelle. Per la gamba ora sto prendendo appuntamento tramite una conoscenza nell’ospedale militare di Santo Domingo. Le bruciature stanno guarendo ma il tendone è ancora infiammato”.
Ecco un’altra vicenda che sembra insabbiata sin dall’inizio.
Probabilmente Marco dovrà fare rientro in Italia per curarsi. Con il ricavato dalle scelte di azioni legali probabilmente non riuscirà nemmeno a pagare l’onorario dell’avvocato.
Comunque chissà. Forse a qualcuno dei lettori vedendo la documentazione allegata viene in mente qualcosa.
La speranza è l’ultima a morire!

Marco Casula: un connazionale di Montecristi investito e abbandonato sulla strada che reclama giustizia





L’italiano Marco Casula recentemente è stato oggetto dell’attenzione dei nostri gruppi di Facebook a seguito di un incidente di cui è stato vittima a Montecristi, città dove risiede.
Il Casula è stato investito circa un mese fa da un’autovettura il cui conducente, avvertito della situazione di pericolo che la sua retromarcia stava generando, ha accelerato, sbagliando pedale presumibilmente, anche se non andrebbe scartato a priori il dolo. Con questa retromarcia a tutto gas l’autovettura ha investito e addirittura è passata sopra il connazionale, provocandogli diverse fratture e facendogli perdere la conoscenza. Il conducente si è allontanato dal posto senza nemmeno scendere dalla macchina per prestare soccorso alla persona investita. A quanto pare ha pensato che il Casula fosse morto. Questa non è sicuramente una giustificazione accettabile… E il codice della strada dominicano punisce severamente questa condotta.
Nell’incidente ha subito danni anche un altro veicolo. La gente del posto ha portato il connazionale in ospedale, dove gli sono stati dati 13 punti di sutura in testa. Ha riportato anche tre fratture, una nel ginocchio e una nel braccio, oltre a una costola rotta.
L’investitore è stato identificato.
Gli hanno telefonato dall’ospedale e la sua risposta è stata: “Sono a casa mia, non mi interessa niente”, questo secondo quanto riferisce il nostro connazionale.
Da quanto si riesce a capire, la polizia ha invitato Marco Casula a recarsi al commissariato per presentare la relativa querela. Il Casula però non può camminare a seguito della frattura del ginocchio.
L’investitore ha chiamato il proprietario dell’altro veicolo per raggiungere un accordo sui danni.
A detta del connazionale anche con lui ha cercato di conciliare ma non direttamente bensì attraverso l’avvocato al cui ingaggio il Casula ha dovuto procedere e che a sua detta gli costa parecchio.
Il connazionale si lamenta che la giustizia non gli ha fornito assistenza perché “È trascorso già un mese dall’incidente e ancora non ho parlato né con il giudice, né con nessuno. Non ho ricevuto ancora un peso dominicano da chi mi ha investito. Sto spendendo molto per i medicinali e ho anche altre spese”.
La giustizia secondo il connazionale sta tutelando chi lo ha investito.
Il Casula sostiene di essersi rivolto all’ambasciata italiana e al viceconsolato onorario di Puerto Plata.
Ha dichiarato anche nell’intervista con una televisione locale che l’ambasciata italiana ha abbandonato la Repubblica Dominicana qualche tempo fa per mancanza di sicurezza giuridica. “In effetti nel mio caso c’è stata un’udienza e io non sono stato avvertito e  nemmeno il mio avvocato. Si sostiene di aver chiamato molte volte l’avvocato, ma un’udienza si fa con una notifica, non con una telefonata. Hanno fatto un’udienza senza di noi tutelando l’uomo che mi ha investito”, ha riferito ancora il connazionale.
Marco Casula parla uno spagnolo molto stentato. Risulta intestatario della ditta: Servicios de restaurantes en general, organizacion de eventos, servicios de belleza, a Montecristi. Presumibilmente si trova nel paese da circa due anni. Non vive molto a contatto con la comunità italiana. Lo si deduce dalla motivazione che ha dato circa la chiusura della nostra ambasciata, e non conosce le leggi dominicane.
Per procedere contro chi ti ha investito, ti è passato sopra con la macchina, ti ha  bastonato, picchiato o ti ha dato una coltellata, nella Repubblica Dominicana devi presentare una querela presso un commissariato di polizia. Senza querela non si va avanti.
Sembra incredibile che pur essendosi rivolto a un avvocato, che paga profumatamente, ancora non sia stata presentata da parte sua una querela. Se questa è effettivamente la situazione allora non ha senso che il Casula continui a lamentarsi. Dall’ufficio del pubblico ministero presumibilmente sono partite le telefonate all’avvocato per informarlo dell’udienza. L’avvocato nega di averle ricevute. Il connazionale ritiene che per la convocazione sarebbero state necessarie delle notifiche. Notifiche a chi? Se la querela non è stata presentata, il caso non esiste. Da queste parti non si procede d’ufficio.
Speriamo che tutto si risolva bene e che Marco Casula si riprenda perfettamente dalle lesioni riportate.

sabato 25 agosto 2018

Popolazione carceraria dominicana all’estero e confronto con quella italiana



La popolazione carceraria dei dominicani all'estero si concentra principalmente negli Stati Uniti e in Spagna.
Ci sono 10.330 dominicani che scontano pene di reclusione all’estero secondo i dati del Ministero degli Affari Esteri. Un numero elevato se si pensa che i dominicani della diaspora sono 2,1 milioni e che nella Repubblica Dominicana, a fronte di una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, i carcerati sono 26.492.
Il paese con il maggior numero di carcerati dominicani è la Spagna con 5.433, di cui 118 sono donne. Al secondo posto ci sono gli Stati Uniti con 4.480 carcerati.
In Spagna risiedono però 160.193 dominicani e negli Stati Uniti, 1.865.987. Ciò significa che in Spagna il rapporto popolazione-carcerati relativamente ai cittadini dominicani è del 3,4% e quindi 13 volte superiore al tasso carcerario nazionale dominicano (0,26%) nonché 14 volte superiore al tasso carcerario dominicano negli USA (0,24%).
In tutto il continente europeo ci sono 5.488 dominicani reclusi, il che rappresenta una percentuale pari al 53% di tutti i dominicani reclusi all’estero, ma come abbiamo visto solo in Spagna ci sono 5.433.
Sembra che i dominicani abbiano una particolare predilezione per le carceri spagnole oppure che gli spagnoli procedano con molta facilità a incarcerare i cittadini dominicani…
La minoranza dei casi di carcerazione registrati dalle autorità dominicane, il 4 % o 364, si trova nei paesi dell'America Latina.
La maggior parte dei carcerati negli Stati Uniti sono reclusi nelle città di New York, con 1.360, dei quali 1.334 sono uomini e 26, donne.
Seguono il Connecticut con 695 dominicani, tra cui una sola donna.
Una situazione simile si ha nel New Jersey, con 255 dominicani detenuti, 15 dei quali donne, e in Pennsylvania con 76 detenuti, di cui solo 4 donne.
Nella Repubblica Dominicana il 98,78% dei carcerati sono uomini e l’1,22% donne. All’estero invece la percentuale varia un po’ per gli uomini: 96,2%, per le donne invece si triplica con un 3,8%.
Popolazione carceraria italiana
Sono 57.000 i reclusi nelle carceri italiane di cui 19.000 sono stranieri. A fronte di una popolazione di 60 milioni circa, il tasso carcerario che ne risulta è dello 0,095% ed è quindi oltre tre volte inferiore al tasso carcerario dominicano. Le donne recluse nelle carceri italiane sono 2.000 pari a una percentuale del 4% nel confronto con i carcerati uomini. A livello nazionale rappresentano invece lo 0,003% della popolazione.
Gli italiani detenuti all’estero sono 3.100 di cui 1.115 in Germania e al secondo posto in assoluto in questa classifica si trova la Spagna con circa 500. Nella Repubblica Dominicana figuravano nell’annuario statistico relativo al 2016 21 reclusi italiani.

venerdì 24 agosto 2018

Cabrera: una cittadina con problemi di delinquenza. Il sindaco è italo-dominicano


Cabrera si trova nella costa settentrionale a pochi chilometri da Nagua, capoluogo della provincia Maria Trinidad Sánchez. Ha una superficie di 276 km2 e una popolazione di 39.000 abitanti. La sua economia non dipende tanto dal turismo ma piuttosto dall’allevamento di bestiame e dall’agricoltura. È famosa anche per il suo formaggio,
Vi si trova però Playa Grande, considerata una delle spiagge più belle del  mondo.
Fino a poco tempo fa la gente viveva felicemente e si vantava di non dover chiudere mai la porta di casa. Ora però le cose son cambiate ed è successo proprio dalla mattina alla sera. Si vede che si è diffusa la voce delle porte delle case aperte a tutte le ore e sono arrivati dei delinquenti. In tutto tre, armati fino ai denti, a bordo di una Sonata grigia.
In due settimane hanno perpetrato nove rapine e il copione è sempre il solito: entrano semplicemente nelle case perché le porte sono aperte. Legano tutti, talvolta li richiudono nei bagni e si portano via cellulari e soldi.
La gente è allarmata. Il sindaco è un italo-dominicano: Jorge Hugo Cavoli Balbuena. È nato a Cabrera nel 1969 ed è sposato. È figlio di un modenese, Giuseppe Cavoli, arrivato nella Rep. Dominicana per la costruzione dell’autostrada tra Sosúa e Puerto Plata.
Il sindaco Cavoli è molto apprezzato dalla cittadinanza. A seguito delle lamentele ha convocato subito una riunione negli uffici comunali per mercoledì scorso alla quale ha partecipato anche il generale di brigata PN Orison L. Olivence Minaya e altre autorità civili, militari e religiose.
Con la sala comunale gremita, il sindico ha rassicurato i cittadini che si stanno cercando soluzioni concrete. Dal canto suo il generale di brigata PN emerso l’impegno del generale di brigata Orison L. Olivence Minaya ha informato la comunità di intendere trasferire immediatamente tutti i poliziotti di stanza nel commissariato di Cabrera e di sostituirli con una compagine più numerosa.
È stata inoltre fissata un’altra riunione per la settimana prossima.
Intanto corre voce che i fabbri stiano lavorando a pieno ritmo e che non riescano a far fronte all’impennata improvvisa della domanda di inferriate e dispositivi di sicurezza. Certo che vivere con le porte aperte non è che se lo possano permettere tutti oggi come oggi…

Governo del cambiamento, la burocrazia che rema contro e la bandiera rainbow nell’ambasciata italiana di Madrid



Il governo del cambiamento trova tanti ostacoli nel suo percorso. Questa non è una novità. C’è tanta resistenza esterna: stampa e media di parte, mercati finanziari, mondialisti ecc. Chi si sente leso nei suoi interessi non rimane a braccia incrociate e non sta a guardare senza far niente come la “plebaglia dei populisti” gli rompe le uova nel paniere.
Una guerra non dichiarata ma scontata che ha avuto inizio lo stesso giorno in cui per tanti malauguratamente è nata la coalizione pentaleghista e si è formato questo governo.
Le ostilità sono all’ordine del giorno e si spera che la volontà degli elettori abbia alla fine il sopravvento, il che però non è sicuro al 100%. Ne vedremo ancora delle belle. E fin qui, a livello esterno nessuna novità.
La resistenza tuttavia non è solo esterna. I politici eletti quando vengono insediati negli incarichi assunti in sostituzione della gestione precedente si ritrovano un contesto burocratico che non sempre è favorevole.
Nella Repubblica Dominicana ad esempio una cosa del genere non potrebbe mai capitare. Qui si taglia la testa al toro. Semplicemente tutto il personale  statale del governo precedente viene sostituito con persone gradite ai nuovi eletti. Si tratta di un vero e proprio cataclisma sociale e viene appunto chiamato “aplanadora”, bulldozer, che coinvolge centinaia di migliaia di persone.
Questo non succede da noi ed è un bene, penso. Del resto il personale statale viene assunto a seguito di concorso.
Comunque è scontato che ai vertici delle posizioni burocratiche più importanti ci siano personaggi legati ai politici uscenti.
Ed ecco che ci ritroviamo ora in Italia con il governo eletto con al suo interno gente che rema contro. E se è vero che i panni sporchi si dovrebbero lavare a casa succede anche che qualcosa sfugga e diventi di dominio pubblico.
Tra i burocrati che manifestano una maggiore insubordinazione guarda caso ci sono proprio i super pagati diplomatici.
Questi per la verità non dovrebbero assumere posizioni politiche in quanto incompatibili con la loro funzione. Comunque è un dato di fatto che tanti diplomatici legati al PD non abbiano mai fatto mistero di questa loro simpatia dalla quale hanno tratto concreti vantaggi.
Ora è naturale che dopo la debacle elettorale e la perdita di consenso a vista d’occhio del PD, i burocrati simpatizzanti di questo partito impostino una qualche resistenza che potrebbe essere definita insubordinazione.
Comunque il nostro ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi non è certo la persona adatta per arginare questa quasi rivolta. Certe sue recenti dichiarazioni dimostrano senza ombra di dubbio di non essere schierato al 100% con gli obiettivi del governo pentaleghista.
E tanto per sorridere un po’ mi sembra interessante ricordare che recentemente l’ambasciatore italiano a Madrid, in occasione del Pride Gay di tale città, abbia issato accanto alla bandiera dell’Italia e dell’Unione Europea della sede dell’ambasciata anche la bandiera Rainbow.
Si tratta di un evidente vilipendio al tricolore. E questo è solo un episodio, ce ne sono degli altri, tanti, e avremo occasione di parlarne.

giovedì 23 agosto 2018

Tolleranza zero contro il gioco d'azzardo illegale: sequestrate migliaia di slot machine



Il Ministero delle Finanze, attraverso la direzione giochi d’azzardo e casinò, ha distrutto oggi 3.278 apparecchiature sequestrate in quanto illegali nel Distretto Nazionale, il Gran Santo Domingo e altre località.
Sono stati smantellati 345 slot machine, 627 veriphone, 378 router, 1.170 stampanti, 670 CPU e 88 cellulari / stampanti che operavano in negozi, banche e casinò non autorizzati.
Questo smantellamento porta a 10.515 le attrezzature sequestrate dal Ministero delle Finanze finora quest'anno.
L’operazione è stata condotta dal direttore di giochi d’azzardo e casinò, Oscar Chalas, che ha dichiarato che il Ministero delle Finanze rimarrà fermo nella sua politica di tolleranza zero contro il gioco d'azzardo illegale e continuerà a confiscare slot machine non autorizzate.
Chalas ha ribadito il suo appello ai proprietari di negozi alimentari, bar, biliardi e altri non autorizzati di astenersi dal collocare slot macchine nelle aree della loro attività. Si tratta, secondo lui, di un’azione illegale e dannosa per la società dominicana.
ll direttore di giochi d’azzardo e casinò ha riferito che alcune delle apparecchiature sequestrate, tra cui computer, sedie, stampanti, inverter, batterie e generatori elettrici vengono donate a istituzioni educative senza scopo di lucro.
Chalas ha precisato che il direttore del Ministero delle Finanze, Donald Guerrero Ortiz, ha donato migliaia di queste apparecchiature a 56 organizzazioni educative, culturali e sportive.
Lo smantellamento è stato eseguito nel magazzino del Ministero delle Finanze, che si trova nella via Félix Evaristo Mejía # 188, del settore Villas Agricolas.

Wagner Vulso: il Comites è presente all’udienza del processo di appello



Se si vuole sapere a cosa serve un Comites basta vedere come funziona il nostro, che per la verità stiamo spartendo con Panama, ma che di fatto è nostro.
Wagner Vulso non è stato abbandonato. Gli amici Vittorio e Gianni hanno lanciato l’allarme del suo grave stato di salute: “Aneurisma dissecante di aorta e aorta sclerosi” che richiede cure immediate o se del caso un intervento chirurgico urgente.
Il Comites si è attivato e nell’incontro a Roma tra il sottosegratario agli esteri Merlo e l’ambasciatore Canepari se ne è parlato.
L’attenzione delle nostre autorità è focalizzata sulla vicenda e questa è una buona notizia per Wagner e per la nostra comunità.
Paolo Dussich presidente del Comites e Flavio Bellinato, segretario, hanno trascorso la giornata di mercoledì tra San Pedro e La Romana.
Hanno partecipato all’udienza e poi si sono recati ad attendere il Vulso al carcere La Cucama di La Romana per avere un incontro che non è stato possibile per problemi di trasferimento del connazionale.
Al riguardo riferisce Flavio Bellinato: “l’udienza è stata rinviata al 25 settembre su richiesta dell’avvocato difensore. Siamo andati anche al carcere di La Cucama a La Romana, ma purtroppo il trasferimento da San Pedro (dove c’era l’udienza) si è probabilmente dilatato di molto perché noi abbiamo aspettato dalle 13:00 fino alle 16:30 e non era ancora rientrato e non si sapeva quando sarebbe arrivato”. Inoltre il segretario del Comites ha riferito che: “Ho anche avuto modo di leggere la sentenza di primo grado (27 pagine). Sono abbastanza sicuro che il 25 settembre si entrerà al fondo della causa. Questo è ciò che il giudice ha fatto capire in udienza ieri. Non mi pronuncio però sull’esito finale.”
E sulla sentenza, il lic. Bellinato ha dichiarato quanto segue: “Purtroppo mi manca una pagina, che fa parte del capitolo dedicato alle prove presentate… però ho potuto leggere le testimonianze ed alcune delle prove a disposizione e mi sembra che non vi sia nulla di così “schiacciante” che possa permettere di determinare la colpevolezza del sig. Wagner.”
E ha concluso dicendo: “Per ora abbiamo solo fatto sentire un minimo di presenza e stiamo cercando di capire per bene la complessa situazione che il connazionale sta vivendo dal punto di vista legale. Cercheremo inoltre di aiutare il signor Wagner anche e soprattutto per quanto riguarda il suo stato di salute che, secondo certificati medici di qualche tempo fa, non promettono nulla di buono”.
Dal canto suo il presidente del Comites Cav. Paolo Dussich ha riferito quanto segue: “Hanno rinviato l’udienza perché l’avvocato difensore è stato sostituito a quanto pare per iniziativa del Vulso. Il giudice ha rimproverato l’avvocato della difesa perché è la seconda volta che l’appello viene rinviato. Il rinvio è per il 25 settembre, ma io sto tentando una mossa disperata per farlo uscire prima del 25. È stata già pagata una cauzione di RD$ 1.200.000.-, ma il pubblico ministero non ha voluto autorizzare la scarcerazione. Voglio intervenire in questo senso”. E ha aggiunto: “La situazione è incresciosa, giusto ieri ho scritto una lettera “pesante” a chi di dovere perché è ora di finirla già!”
Si sente spesso in Italia gli avvocati italiani dire che: “La pena sta nel processo e non nella sentenza”. Niente di più vero, la vicenda Wagner Vulso lo dimostra chiaramente!
Un sentito ringraziamento al Comites da parte della nostra comunità per questo intervento e speriamo che il caso Vulso si risolva presto e che il nostro connazionale possa almeno essere sottoposto alle cure mediche urgenti che il suo stato di salute richiede.



Nel suo rapporto annuale l’attuale ministro ha messo in evidenza i punti salienti del secondo anno di esercizio delle sue funzioni. E questi sono:
l’elezione della Rep. Dominicana come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU,
l’allacciamento delle relazioni diplomatiche con Cina e
la presidenza del Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA).
Il ministero degli esteri ha sviluppato una diplomazia proattiva e responsabile, focalizzata a mantenere e rafforzare le relazioni bilaterali e multilaterali con una partecipazione attiva negli organismi multilaterali regionali.
L’elezione della Repubblica Dominicana come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con voto unanime degli elettori rappresenta un riconoscimento importantissimo.
Sono stati creati gli uffici dell’Istituto del dominicano all’estero (INDEX) e nuove sezioni commerciali nelle ambasciate e nei consolati.
È in atto un nuovo piano di promozione commerciale per favorire l’offerta di prodotti per l’esportazione e la captazione di investimenti esteri nonché la promozione del turismo e lo sviluppo del marchio paese attraverso l’intervento degli agenti diplomatici e consolari affiancati dal settore privato.
Si è riuscito anche a valorizzare ulteriormente il passaporto dominicano con la soppressione del requisito del visto per diversi paesi il che equivale a un riconoscimento dei traguardi raggiunti dalla Rep. Dominicana negli ultimi anni.
“Abbiamo lavorato per mostrare al mondo che siamo un paese con una democrazia esemplare e con un’economia con una crescita invidiabile superiore a quella media dell’America Latina”, ha sostenuto infine il ministro Vargas Maldonado.
Senz’altro è tutto vero quanto affermato nel suo rapporto dal ministro e addirittura se ne potrebbe aggiungere dell’altro, come ad esempio l’avvio della costruzione della sede diplomatica a Brasilia, la capitale del Brasile.
Siamo sempre in attesa inoltre anche noi come italiani qui residenti della meritata soppressione del visto di ingresso nello spazio Schengen.

mercoledì 22 agosto 2018

Primo semestre del 2016: 10 turisti vittime di omicidi.




A tanti connazionali dà fastidio che si parli del dilagare della delinquenza nella Rep. Dominicana. Anche le informazioni sugli omicidi e reati in genere vengono centellinate alla stampa e ritrattate a volte per non far rientrare un caso nelle statistiche criminali.
Questo vale soprattutto quando i reati riguardano turisti e cittadini stranieri, la cui morte si cerca di catalogare come suicidio o come dovuta a cause naturali.
L’anno scorso si è resa evidente questa situazione nel caso della morte del giovane Alessandro Grandis, dovuta a un omicidio evidente, fatto passare in un primo tempo come suicidio o come incidente con successiva riapertura delle indagini su pressione della famiglia. Ma tutto è rimasto in alto mare. Di fatto le indagini non vanno avanti. Gli investigatori hanno agito con allarmante imperizia.
C’è stato poi sempre nel 2017 il suicidio dichiarato come tale di Fernando Ranni a Boca Chica, che si sarebbe impiccato dalla maniglia di una porta due o tre giorni prima della sua partenza per l’Italia con le valigie già pronte.
Nemmeno il suicidio di Danilo Sesta con la cinghia del suo cane è sembrato del tutto chiaro. Anche se si è parlato di un suo stato depressivo.
Quest’anno siamo venuti a conoscenza della morte di un cittadino svizzero a Boca Chica, Sebastien Preisig, il cui cadavere è stato trovato circondato da una pozzanghera di sangue e con il capo coperto da un tavolino con il quale sarebbe stato aggredito. Il resoconto della polizia è stato cancellato qualche ora dopo e non si è più parlato di aggressione. Ora si sospetta la morte naturale. Ma dalle foto del corpo dello svizzero caricato sull’ambulanza si vedono chiaramente le tracce di sangue.
Censura quindi sulle cause delle morti dei cittadini stranieri.
Ma andiamo più a ritroso nel tempo. Nel 2016 troviamo una pubblicazione di Diario Libre del 10 luglio di cui forniamo anche il link in modo che i contestatori delle notizie negative possano controllarne il contenuto e confrontarlo con il presente articolo.
Nel primo semestre del 2016 si sono verificati dieci omicidi di cittadini stranieri, soprattutto nelle zone turistiche:

"La cittadina belga 71enne Marina Henrientta Belmuls  è stata uccisa la mattina del 27 giugno da un uomo entrato nelle ore notturne nel suo appartamento nel resort Costambar in Puerto Plata, che le ha inferto numerosi colpi di arma bianca nel corso di una rapina.

Il 58enne tedesco Maick Schneider è stato ferito quando ha cercato di aiutare la signora belga. È stato accusato dell’omicidio Melvin del Rosario Gil di 31 anni.

In un altro dei casi del mese di giugno di quell’anno con il movente della rapina, si è verificata l’uccisione per accoltellamento del 37enne polacco Adam Stanislaw Walczyk, nella sua residenza di Bavaro, Punta Cana, provincia di La Altagracia.

Per questo omicidio sono stati arrestati i dominicani Manuel Alexander Feliz de Jesus, 27 anni, Samuel Núñez Abreu, 28 anni, Aristy Sosa Batista, 29 anni e l'italiano Antonio Salerno, 33 anni.

Il 13 giugno l'avvocato tedesco Wolfgamg Heimann, 56 anni, è stato sgozzato nella sua residenza nel Distretto Nazionale nel quartiere di Los Ríos. Gli omicidi si sono portati via un veicolo, dei vestiti e una cassaforte contenente denaro contante.

Allo straniero, che lavorava come consulente legale presso l'ambasciata svizzera nella RD,  sono stati inferti diversi colpi di arma bianca al torace e al collo.

Per questo omicidio, la polizia ha arrestato Bryan Rafael Ortiz Serra, alias "Bryan e / o Chaparro", 28 anni; Richard Anthony Perdomo Castillo, 26 anni; Felix Carlos Sterling Amaro, alias "Cacu", 40 anni, e Brayan Bernardo Santana Marmolejos, in arte "El Diablito", 21 anni.

Il 5 aprile è stato trovato morto, con un lenzuolo attorno al collo, legato mani e piedi, in un residence a Sosua, Puerto Plata il canadese Leo Frank Boulanger, 75 anni, che viveva da tre mesi nel paese

La polizia ha riferito che per questo omicidio sono stati arrestati Froilangel Montes Cuevas, 24 anni, e Pablo Antonio Castillo Cabrera, 25 anni, che avrebbero ammesso di aver commesso il fatto per rubare la carta di credito  con cui la vittima ritirava i soldi della sua pensione.

L'11 febbraio, due uomini a bordo di una moto hanno sparato e ucciso nel corso di una rapina il turista tedesco di 76 anni Houn Gunter, che è stato intercettato mentre camminava sul lungomare di Puerto Plata.

Due giorni dopo, la polizia ha ucciso in un presunto scontro a fuoco Kelvin Brito Lopez, 28 anni, uno degli accusati di questo omicidio, mentre Dauris Manuel Felipe "Daga", si è consegnato alla polizia una settimana dopo.

Il 4 gennaio sono stati trovati sgozzati e con numerose ferite di arma bianca nei loro corpi l'americano Robert Thomas Tokarz, 70 anni, e sua moglie Frances Andrei Jaimine Tron, 57 anni, di Aruba nella loro residenza nel comune di Cabrera, provincia di Maria Trinidad Sánchez.

Per questo duplice omicidio sono stati arrestati Jesús María de la Cruz Guzmán, 27 anni, Joel Manuel Almonte (El Gago), 25 anni, e Víctor Adolfo Polanco, Rosario Rodolfo e Wendiso Marino Martínez. Il gruppo è anche accusato di aver ucciso la canadese Lynn Margaret Sabloff, 66 anni, che era stata sequestrata mentre si dirigeva a Puerto Plata.

Il corpo di Margaret Sabloff è stato trovato il 9 gennaio, in una zona boscosa di Cabrera, provincia di María Trinidad Sánchez, con numerose ferite di arma bianca dopo diversi giorni dalla sua scomparsa."

Dieci casi in sei mesi per ognuno dei quali si sono verificati degli arresti. Cos’è cambiato rispetto a due anni fa? Ci sono meno omicidi?
Sicuramente non ci sono meno omicidi, ma si cerca che questi non si aggiungano per quanto possibile ai dati statistici. I giornali non vengono sempre informati oppure si tende a classificare i decessi come suicidi o come dovuti a cause naturali.

Sondaggi Leonel-Abinader. C'è però l'incognita della rielezione



Le elezioni del 2020 per i politici dominicani sono dietro l’angolo. Ce ne vuole ancora per arrivare a metà maggio 2020, ma la posta in palio è molto alta e quindi quasi tutti i partiti hanno iniziato a far campagna in un modo o nell’altro. Per il momento con qualche scaramuccia verbale qua e là anche all’interno di uno stesso partito.
La politica da queste parti è una cosa seria.
Si parla sempre di corruzione. Chi è al potere è corrotto secondo la convinzione dei più, ma quando le forze dell’opposizione hanno la meglio e occupano i vertici di comando, con la corruzione non cambia niente. Del resto i politici non puntano semplicemente a vantaggi a livello di stipendi più alti o di maggiore prestigio.
Da queste parti con la politica ci si arricchisce e non poco, non come da noi che almeno le apparenze bisogna sempre salvarle.
Ci sono qui politici che non sono mai stati presidenti e che possono vantare la proprietà di grattacieli in pieno centro della capitale senza nemmeno nascondersi dietro a prestanome come invece probabilmente succede da noi.
Qui per la gestione di conti presso banche off-shore e società di cassetto internazionali non sono secondi a nessuno.
Ecco allora che alla “vigilia” si fa per dire, delle elezioni del 2020 ci sono i primi sondaggi che hanno un valore relativo perché sussiste la fondata incognita della ricandidatura dell’attuale presidente e si tratterebbe della seconda rielezione e della conseguente seconda modifica della legge costituzionale nel giro di cinque anni.
Al di là dell’esito dei sondaggi che varia a seconda del committente, Leonel Fernández ha nei confronti di Luis Abinader il vantaggio di essere già stato presidente. Come la storia dimostra, infatti, i dominicani preferiscono sempre ex presidenti. Sono restii a scegliere chi non ha esperienza.
Diversamente andrebbero le cose se nel confronto elettorale del 2020 si affrontassero Leonel Fernández e Hipólito Mejía, anche se quest’ultimo sta dando preoccupanti segni di senilità: di recente ha sostenuto che avrebbe svelato un segreto impronunciabile di Leonel Fernandez e probabilmente si riferiva a qualcosa della sua vita privata. Prontamente è scesa in difesa dell’ex presidente l’attuale vicepresidente e moglie di Leonel Fernandez, Margarita Cedeño.
Mejía poi ha lasciato perdere questa minaccia e siamo rimasti a bocca asciutta. Invece successivamente è partito in quarta con una richiesta a mezzo stampa indirizzata a Leonel di giustificare l’origine dei fondi della sua Fundación Global.
E qui sì che si è capito che con l’ex presidente Mejía c’è qualcosa che non va.
Ai politici non si chiede mai da dove hanno attinto i soldi che hanno. 
E non solo qui nei Caraibi, questo vale dappertutto.

martedì 21 agosto 2018

Le rimesse dall’estero verso la Repubblica Dominicana aumentano del 10,6% nel primo semestre grazie al maggior livello di occupazione negli USA



Le rimesse inviate dai dominicani residenti all'estero sono aumentate del 10,6% tra gennaio e giugno di quest'anno, secondo gli ultimi dati relativi a questo settore pubblicati dal Banco Central della Repubblica Dominicana.
Nel primo semestre dell'anno sono pervenuti 3.215 milioni di dollari a titolo di rimesse, ovvero 307,4 milioni di dollari in più rispetto allo stesso periodo del 2017, secondo le informazioni pubblicate sul sito web della banca di emissione.
L’incremento del flusso di valuta estera a titolo di rimesse "è ampiamente spiegato dalle attuali condizioni di piena occupazione nel mercato del lavoro degli Stati Uniti d'America, il nostro principale partner commerciale", lo sostiene il portavoce del Banco Central.
Precisamente, il 77,13% delle rimesse totali è stato inviato dagli Stati Uniti, dove si concentra la maggior parte dei dominicani residenti all'estero, mentre il 10,75% proviene dalla Spagna che conta una grande presenza di dominicani.
Il 66% delle rimesse si è concentrato sull’area di Santo Domingo e delle province di Santiago e La Vega (nord) e Duarte (nord-est).
Secondo i dati pubblicati lo scorso anno dal National Institute of Migration (INM), oltre due milioni di dominicani vivono all'estero, soprattutto negli Stati Uniti.
A quanto pare la politica di Trump volta a promuovere l’occupazione è alla base di questo aumento delle rimesse.
Un aspetto positivo quindi della gestione del presidente americano che attualmente si trova nell’occhio del ciclone, attaccato frontalmente dai media, dalle organizzazioni progressiste e un po’ da tutti coloro che vorrebbero le frontiere aperte all’immigrazione clandestina.
Più immigrati illegali, più manodopera a buon prezzo e quindi meno lavoro per coloro che sono residenti e che pagano le tasse.
È così che la pensa Donald Trump.
Il suo obiettivo è aumentare l’attività imprenditoriale nazionale, l’occupazione e il consumo e quindi tagliare i ponti per quanto possibile con l’estero e soprattutto farla finita con l’ingresso costante di latinoamericani attraverso la frontiera con il Messico.
E il muro? Non se ne parla più…

lunedì 20 agosto 2018

L’on. Ricardo Merlo ha scelto la Repubblica Dominicana per una breve vacanza



È stata una lieta sorpresa per la famiglia MAIE ritrovarsi nella sua riunione periodica con il presidente del partito, l’on. Ricardo Merlo, attuale sottosegretario agli esteri.
L’onorevole, in occasione delle sue brevi vacanze nel paese, ha voluto farci visita, chiacchierare un po’ con noi, motivarci e ricordarci le nostre mete che sono fondamentalmente legate agli interessi della comunità italiana residente sul posto e che sono state fissate nei punti programmatici del nostro programma di partito.
Dal colloquio informale con l’onorevole Merlo è emerso che dobbiamo tener presente che alla Farnesina si parte da -10. Tanti sono gli anni che la rete diplomatica italiana viene bistrattata dalle scelte di governo.
A fronte di un aumento degli italiani all’estero di oltre un milione in tale periodo, ci ritroviamo oggi ad avere in forza 1.300 funzionari in meno a cui vanno aggiunte le numerosi sedi consolari chiuse.
Questo comporta attualmente in diverse sedi diplomatiche una domanda di servizi consolari che non riesce ad essere soddisfatta.
Il prenota online non funziona. Ci sono sedi consolari dove per riuscire ad avere un appuntamento bisogna rivolgersi a un hacker. Comunque un ritorno ai servizi consolari senza prenotazione appare attualmente improbabile. L’importante secondo il senatore è riuscire ad avere in tempi stretti un appuntamento.
La modifica della legge sulla nazionalità probabilmente rimuoverà la limitazione al diritto di cittadinanza per via materna per i nati prima del 1 gennaio del 1948. Inoltre verrà aggiunto per i richiedenti il riconoscimento della cittadinanza, il cui diritto risale a tre generazioni o più, anche il requisito di un certo livello di conoscenza della lingua e della cultura italiana.
L’onorevole Merlo per quanto riguarda la nostra ambasciata ha precisato che il trasferimento della sede consolare previsto per i prossimi mesi ha natura provvisoria. Lo stabile di proprietà del demanio verrà infatti ristrutturato e nel prossimo futuro ci sarà un ritorno all’attuale sede.
Una gradita sorpresa per i coordinatori del MAIE quindi. Non è frequente avere la possibilità di vedere il proprio presidente in carne e ossa e sicuramente sono in tanti ad invidiarci. Si tratta pur sempre di un partito diffuso a livello mondiale.
Rispetto agli altri colleghi di partito ci riteniamo quindi fortunati e dobbiamo solo ringraziare le bellissime spiagge della Repubblica Dominicana che hanno reso possibile l'incontro.
Erano presenti: Angelo Viro, dirigente del MAIE, Flavio Bellinato, coordinatore della Rep. Dominicana, Anna Maria D’Onofrio, coordinatrice di Santo Domingo Este, Daniele Bertozzi, coordinatore di Nagua, Michele Cerchiara, coordinatore di Boca Chica insieme a sua moglie, Magyerlin Blanc, Flavio D’Alessandro, dipartimento Fitness e Sport, Eugenio Neri, responsabile del dipartimento Affari sociali e pensionati e Armando Tavano, coordinatore del Distretto Nazionale.

domenica 19 agosto 2018

Il Pubblico Ministero capo del Distretto Nazionale si vergogna delle truffe perpetrate nei confronti di stranieri tra cui anche italiani



Il PM Yeni Berenice Reynoso, ha sostenuto di vergognarsi nel costatare come centinaia di cittadini stranieri che hanno creduto nel sistema finanziario dominicano sono stati ingannati dall'ambizione smisurata di proprietari di aziende finanziarie che sono riusciti a diventare milionari dalla mattina alla sera con il denaro dei risparmiatori.
Berenice Reynoso ha assunto personalmente l'indagine relativa a tutti i processi per truffe bancarie rientranti nella giurisdizione del Distretto Nazionale.
Finanziaria Belgar
"Io come dominicana mi vergogno di vedere centinaia di cittadini stranieri, che sono venuti nel nostro paese perché credevano che questo fosse un paradiso, e che sono invece stati truffati dalla smania di molte persone di diventare milionari", ha riferito la magistrata.
Alludendo al gran numero di persone che sono state colpite da entità di intermediazione finanziaria, ha dichiarato: "Mi vergogno di ricevere una persona che ha lavorato tutta la vita in Italia per recarsi in questo paradiso e che ha trovato invece un inferno con la truffa di cui è stata vittima. "
Il PM ha affrontato questo tema nel corso di un'udienza venerdì scorso nella quale il secondo Tribunale d'Istruzione del Distretto Nazionale ha dato al Pubblico Ministero una proroga di quattro mesi per ampliare l'indagine di truffa per circa 500 milioni di pesos commessa dall’Immobiliare finanziaria Belgar SA, presso la quale sono stati truffati centinaia di risparmiatori, in gran parte stranieri.
Il tribunale ha anche rifiutato di modificare la misura della coercizione dell’arresto domiciliare imposta all’accusato Marcos Manuel Beltre García.
 L'udienza è stata aggiornata per il 23 novembre alle 9:00 del mattino.

Risparmiatori

Gli avvocati César Amadeo Peralta, che insieme con la lic. Mercedes García hanno assunto la rappresentanza di un gruppo di risparmiatori truffati da tale immobiliari, hanno dichiarato che questa truffa ha deteriorata gli standard di vita delle persone che hanno creduto nei dirigenti della società e che sono state tratti in inganno.
 "La vita delle vittime di questa truffa è cambiata drasticamente in quanto queste hanno smesso di percepire gli interessi dei loro investimenti. È come se non stessero più lavorando perché si tratta di persone giunte nella Repubblica Dominicana, confidando nel sistema finanziario locale e pensando di trovarsi in un paradiso. Sono incappate invece in una truffa colossale. La persona attualmente sotto processo è stata arrestata mentre cercava di lasciare il paese ", ha riferito Amadeo Peralta.
 L'avvocato, un esperto in materia bancaria, spera che nei prossimi giorni l'Ufficio del PM possa effettuare il deposito dei capi di imputazione, ai fini del proseguimento del processo preliminare, per dar corso al processo vero e proprio nei confronti dell’imputato.
L'unico imputato è attualmente Marcos Manuel Garcia Beltre, figlio del proprietario del Real Estate Belgar, Emilio Mesa Beltre, latitante.
I capi di imputazione sono: violazione della Legge Monetaria e Finanziaria, truffa, falsificazione di documenti e lavaggio di attivi.