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venerdì 31 marzo 2017

ITALIANI ALL'ESTERO, UNA GRANDE RISORSA DELL'ITALIA CHE A QUALCUNO DÀ FASTIDIO





Le misure adottate dalla Farnesina che si ripercuotono sulla rete diplomatica non sono trasparenti e spesso si contraddicono, denotando l'assenza di una strategia uniforme. Faccio un esempio: viene chiusa l'ambasciata di Santo Domingo per motivi di risparmio e viene aperta un'ambasciata a Ulan Bator dove risiedono 32 italiani.
Il taglio delle spese per preservare risorse è in realtà una giustificazione che non regge. Essendoci cinque milioni di italiani residenti all'estero, solo le tariffe incassate a fronte di passaporti, pratiche di riconoscimento di cittadinanza e altri servizi, nonché le iniziative a livello imprenditoriale che naturalmente emergono da questa situazione dovrebbero ampiamente compensare la spesa per il mantenimento della rete diplomatica che è tra l'altro molto inferiore a quella sostenuta da altri stati europei paragonabili all'Italia, ma con molti meno cittadini all'estero.
A ben vedere la Farnesina non punta ad una riduzione delle spese per salvaguardare le risorse erariali, ma ad una distruzione di una grande risorsa rappresentata appunto dagli italiani residenti all'estero e dalle numerose colonie italiane radicate da oltre un secolo in particolare in Sudamerica. Perché lo faccia non è dato sapere a meno che non si guardi il tutto da un'ottica anti italiana che è poi quella che caratterizza il neoliberalismo fortemente radicato all'interno del Ministero degli Affari Esteri. Io distinguerei nettamente il governo dalla Farnesina. Il governo di turno non incide minimamente sulle decisioni della Farnesina. Un'eccezione: la riapertura della nostra ambasciata della quale dobbiamo essere grati al giovane premier Matteo Renzi.
La strozzatura nell'erogazione dei servizi rappresentata dalla riduzione ai minimi termini del personale consolare non è volta al risparmio, ma al disagio che provoca. Si vuole scoraggiare la rivendicazione di italianità all'estero, indirizzando i cittadini italiani al ricorso e all'uso di altre cittadinanze ove per nascita non ne abbiano due. La chiusura ad esempio dell'ambasciata di Santo Domingo ha aumentato in modo esponenziale la quantità di richieste della cittadinanza dominicana da parte degli italiani qui residenti.
La condotta della Farnesina non è per niente trasparente quando parla di spese e spesso appare evidentemente ambigua, destando giustificate perplessità e addirittura sospetti di una condotta illecita. Un esempio per tutti: l'esternalizzazione dei visti a società offshore. Nemmeno la nomina di una miriade di figure onorarie non remunerate appare giustificata. La discrezionalità delle nomine rappresenta una fonte di potere, l'esercizio di influenze che possono avere un ritorno. La non remunerabilità delle cariche lascia il tempo che trova perché sono previsti rimborsi spese e alla Farnesina a fare la differenza sono questi e non i compensi pattuiti.
Il realizzo dei beni demaniali va per la maggiore. Sembra quasi che gli attuali componenti del team del MAE non vogliano lasciare vendite di immobili ai loro successori. Tutto quello che si può si vende e non ce ne siamo accorti solo noi di Santo Domingo. C'è molto materiale al riguardo consultabile in rete.
Mancanza di trasparenza, riferimento alle spese da tagliare in modo vago e contradditorio, volontà di scoraggiamento dell'uso della cittadinanza italiana... Responsabilità del governo, dei partiti?. Andiamo a vedere piuttosto chi opera alla Farnesina, ne conosciamo nomi e cognomi. Esaminiamo ciò che hanno fatto negli ultimi anni da dove provengono e cosa stanno facendo attualmente.

giovedì 30 marzo 2017

SCANDALO DEL TRAFFICO DEI VISTI O SCANDALO DELLA ESTERNALIZZAZIONE DEI VISTI A UNA SOCIETÀ OFF-SHORE?




Mi sono finora interessato soltanto a commentare la risposta all'ultima interrogazione parlamentare relativamente al tema del risparmio di spesa o "spending revue" che viene comunque da parte del viceministro Mario Giro riconfermato come unico motivo della chiusura della nostra ambasciata.
Non ripeterò quanto già detto e, comunque, si sa per certo che di un risparmio di spesa non si è trattato nel senso comunemente inteso, ma piuttosto di una prospettiva di realizzo dei beni demaniali intestati alla sede diplomatica del valore di circa 15 milioni di euro non andato a buon fine per motivi inattesi e imprevedibili.
A questa convinzione ci arriviamo anche e soprattutto in seguito alla menzione da parte del viceministro di un risparmio di 300.000 euro che avrebbe giustificato la chiusura dell'ambasciata. Si tratta in realtà di quisquilie, tenendo presente che il nostro consolato introitava ben oltre un milione di euro l'anno a titolo di tariffe per le prestazioni erogate. Quindi se 300.000 euro per il nostro viceministro trasteverino sono tanto significativi da citarli a giustificazione di un provvedimento così ingiusto, è lecito pensare che per detto funzionario il realizzo di 15 milioni di euro avrebbe potuto anche far sì che il gioco valesse la candela. Per gioco intendo la chiusura assurda e per "candela" le conseguenti scontate reazioni della comunità italiana. La rimozione di una delle 25 principali sedi diplomatiche del mondo non poteva non avere delle conseguenze a livello di proteste. Ha contribuito ad aggravare ulteriormente le cose il paradossale spostamento della competenza sulla circoscrizione a un'altra ambasciata molto più costosa, molto meno significativa, con molti meno iscritti AIRE, frequentata da un numero molto inferiore di turisti, la cui sede è in affitto e che soprattutto è distante 1.500 km e due ore di volo! Il gioco quindi valeva la candela ed effettivamente alla Farnesina puntavano al realizzo di questi 15 milioni. Si sa, quando i beni si trasformano in liquidi poi c'è sempre chi decide cosa farci e probabilmente in questo caso la tempistica era invertita e chi spinse per questa decisione sapeva già dove la liquidità sarebbe andata a finire.
Per quel che riguarda invece i visti viene riconfermata la rilevanza esclusivamente interna di questo fantomatico traffico del quale continua a non trapelare nulla verso l'esterno. In realtà tutto rimane ancora tra le mura della Farnesina. Qualcuno ha parlato di tiratina d'orecchie, sì perché dei licenziamenti non ce ne sono stati, la procura ha archiviato tutto e non c'è nemmeno un episodio che sia stato reso di dominio pubblico.
Il fatto che nulla fosse trapelato all'esterno lo sapevamo già. E allora sembra opportuno soffermarci sulla condotta del MAE nel prendere le sue decisioni. Sappiamo che il codice civile prevede un livello qualitativo ben preciso da parte degli amministratori. Mi riferisco alla diligenza del buon padre di famiglia. Non credo che questa diligenza sia stata osservata dai funzionari della Farnesina, soprattutto quando verso la metà del 2013 hanno imposto al consolato di Santo Domingo la cessazione dell'erogazione dei visti. Questa rinuncia frettolosa per motivi etici a quanto pare, che non hanno però trovato alcun riscontro concreto, ha comportato per la nostra ambasciata, per il ministero degli affari esteri, per le casse erariali italiane una perdita di circa due milioni di euro. Teniamo presente al riguardo che il nostro consolato incassava approssimativamente 700.000 euro l'anno per il rilascio dei visti. La rinuncia a questi ingenti introiti è stata fatta a fronte di niente, mere supposizioni e basta, per poi venirci a dire che si sarebbero risparmiati con la rimozione della sede diplomatica 300.000 euro per minori spese del personale…
Mi sembra degno di grande rilievo che il fantomatico traffico di visti continui ad essere al centro dell'attenzione in tempi in cui i clandestini vengono prelevati dalle coste libiche per essere introdotti nel Bel Paese, spesati di tutto e alloggiati nei migliori alberghi. Clandestini che peraltro costituiscono di per se una pericolosità di gran lunga superiore a quella dei presunti dominicani che avrebbero pagato cifre ingenti per un visto. Non vedo giustificato l'accanimento su questo traffico, tenendo anche conto che nulla è stato dimostrato al riguardo e che la tiratina d'orecchie di cui parla il viceministro non è credibile e soprattutto non ha rilevanza esterna.
Mi sembra invece che nessuno si sia soffermato su una situazione ben più scandalosa del pagamento di una mazzetta per avere un visto Schengen. Infatti, questi visti verso la metà del 2013 sono stati di fatto esternalizzati a favore di una società con sede in un paradiso fiscale. Una società della quale non possiamo conoscere né i bilanci né l'assetto societario. Potremmo quindi essere in presenza anche di un disegno criminoso da parte degli stessi funzionari della Farnesina, i quali avrebbero potuto favorire la cessazione dell'erogazione dei visti e l'esternalizzazione a una società off-shore per trarre un beneficio economico. Il sospetto è lecito, la dimostrazione qui dell'assoluta onorabilità dei funzionari non è alla loro portata, come non lo è la dimostrazione del contrario. Di certo si può dire che di diligenza del buon padre di famiglia dei funzionari della Farnesina all'atto di prendere le loro decisioni non c'è nemmeno l'ombra...

L' ECOTURISMO NELLA REPUBBLICA DOMINICANA UNA REALTÀ IN COSTANTE SVILUPPO




Si profila un maggiore sostegno economico da parte del settore pubblico e del settore privato per sviluppare l'ecoturismo e il turismo sostenibile presso comunità ricche di risorse naturali. L'ecoturismo sfruttato in modo razionale può e deve contribuire a rendere più prospere le comunità interessate. Si tratta di un settore in pieno sviluppo in numerosi paesi di tutti i continenti sia economicamente sviluppati che meno sviluppati. I progetti di carattere ecoturistico si moltiplicano da soli per conto proprio o in combinazione con attività turistiche convenzionali. I servizi ecoturistici sono sempre più richiesti dalle agenzie di viaggio che richiedono contestualmente un'offerta degli stessi più diversificata e di alta qualità. Inoltre il concetto di ecoturismo ha smesso di significare soltanto una pratica vincolata alla natura. Fare ecoturismo è anche nell'accezione moderna e più ampia conoscere la cultura delle comunità e condividerne gli stili di vita. L'ecoturismo è inoltre un'attività in grado di dinamizzare una comunità intera e richiede in termini relativi pochi investimenti. Genera ingressi e attraverso la creazione di posti di lavoro e di negozi che attivano l'economia locale, li ridistribuisce nel seno della comunità. L'ecoturismo contribuisce in questo modo alla riduzione della povertà e della disuguaglianza sociale: non favorisce soltanto la crescita economica.

Ad esempio Jarabacoa sta facendo sforzi per diventare giorno dopo giorno una destinazione di turismo sostenibile. La priorità è quella di collocare il municipio di Jarabacoa nella mappa mondiale dell'ecoturismo e della produzione locale sostenibile, con apporti di formazione, di promozione locale e internazionale, di investimenti in infrastrutture e con il miglioramento delle vie di comunicazione.


River rafting & tubing
Scorre l’adrenalina quando i turisti in ben organizzate escursioni di rafting si buttano dal secondo livello delle rapide del fiume Yaque del Norte a Jarabacoa. Queste acque sono fredde tutto l’anno e i turisti (l’età minima è di 14 anni) devono indossare delle mute subacquee e dei caschi che vengono loro forniti. Le prenotazioni devono essere fatte almeno con un giorno d’anticipo. Operatori locali possono anche fornire camere d’aria interne per fare tubing. Questa escursione meno ardita porta i turisti ad attraversare le acque più tranquille del fiume.
Cascata di Jimenoa
Sebbene ci vogliano solo venti minuti d’auto per arrivare dalla città a questa cascata e diga idroelettrica, per questo tipo d’escursione si necessiteranno un paio d’ore. Gli adulti potranno godere delle magnifiche viste delle montagne ed i bambini si ecciteranno ad attraversare i tre ponti sospesi da passare per poter raggiungere la cascata e le magnifiche viste del possente fiume Yaque del Norte.
Piantagioni di caffè
Fare il tour del Caffé Monte Alto o la visita alla piantagione sostenibile di caffè della scrittrice Julia Alvarez  (Caffé Altagracia) a Los Dajos nelle montagne di Jarabacoa. Prendere parte ad un assaggio di caffè e imparare cosa rende realmente buono un caffè.


mercoledì 29 marzo 2017

LA BANCA SOLIDARIA (BS) CHIEDE AGLI IMPRENDITORI DI PROMUOVERE L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL LARIMAR.





Maira Jimenez, la direttrice generale della BS riferisce che la pietra semipreziosa si vende in Europa e negli Stati Uniti e invita gli imprenditori a promuovere l'internazionalizzazione del larimar, pietra nazionale della Repubblica Dominicana, che ha un ampio mercato negli Stati Uniti, in Europa e in altri paesi. La Banca Solidaria svolge una gran mole di lavoro per elevare la categoria del larimar affinché questa pietra aumenti il suo valore, incrementandosi al contempo la sua richiesta nei mercati internazionali. In questo senso c'è un serio compromesso da parte di Banca Solidaria che proviene da precise istruzioni del Presidente della Repubblica Danilo Medina di promuovere il larimar, promozione che è stata avviata con la costruzione della scuola Museo Taller nel municipio di Bahoruco provincia di Barahona. Attualmente in maniera diretta circa 8000 famiglie del municipio di Bahoruco vivono dell'estrazione e dell'artigianato in relazione a questa pietra semipreziosa. Il larimar esiste unicamente nella Repubblica Dominicana, ha un importante mercato negli Stati Uniti, in Europa e nei paesi asiatici con il valore aggiunto che non solo si esporta la pietra grezza, ma che si commercializzano verso l'estero anche i gioielli e le gemme come prodotto finito dei gioiellieri locali. Il presidente Danilo Medina ha realizzato importanti apporti che oltre a dare valore aggiunto al larimar hanno elevato il benessere di molte famiglie che dipendono dalla commercializzazione di questa pietra.

l larimar è stato scoperto meno di tre decenni fa e la sua fama si è diffusa immediatamente in quanto si è dimostrata una di quelle gemme rare che si trova in un solo posto al mondo. Questo significa che il larimar non solo è affascinante, ma che è estremamente diverso. Il larimar è una varietà di pectolite ovvero una roccia composta in gran parte da pectolite, idrato acido di silicato di sodio e di calcio. Anche se la pectolite si trova in molti posti, non ha mai il colore blu unico del larimar. Questo colore blu, diverso dalle altre pectoliti, è il risultato della sostituzione del cobalto per il calcio. L'unica località dove il larimar, o pectolite blu compare sulla crosta terrestre è la provincia di Barahona nella regione del sud-est della Repubblica Dominicana. La miniera di larimar si trova nel paese "Los Chupaderos" circa a 10 km di Barahona nei monti delle vicinanze. Questo è attualmente il luogo dove il larimar è più abbondante. Il 22 novembre del 1916 Miguel Domingo Fuerte della parrocchia di Barahona chiese il permesso al ministero della Repubblica Dominicana di esplorare e sfruttare una miniera che aveva scoperto e che conteneva una roccia blu. Dato che nessuno sapeva a cosa si riferisse il sacerdote, la richiesta non andò a buon fine e la scoperta della pietra blu venne ritardata. Soltanto nel 1974 ai piede della catena di Bahoruco nella provincia costiera di Barahona una striscia azzurra sulla sabbia attirò l'attenzione di Miguel Mendez e del volontario Norman Rilling. Questi scavarono e riscoprirono il larimar. Gli indigeni pensavano che la pietra provenisse dal mare e la chiamarono pietra blu. Miguel Mendez diede alla pietra il nome di larimar, associando il nome di sua figlia Larissa al mare. Le pietre trovate erano sedimenti alluvionali, lavati nel mare dal fiume di Bahoruco. Un'indagine rivelò che tale miniera costituiva l'unica miniera di larimar conosciuta nel mondo e il larimar venne classificato nel 1979 come pietra semipreziosa.
I gioielli di larimar sono disponibili nella Repubblica Dominicana e nei Caraibi. La maggioranza dei gioielli prodotti uniscono il larimar con l'argento ma spesso in caso di pietre di qualità superiore queste si uniscono all'oro.
Si valuta la qualità della pietra a seconda del colore. Quanto più la pietra è blu profondo più questa è preziosa. I gioielli di alta qualità utilizzano pietre tra il blu cielo e il blu profondo molte volte unendo queste due tonalità. Si conoscono anche colori verdi ma non si considerano pregiati a meno che il verde non sia intenso. Le colorazioni rosse di larimar indicano tracce di ferro. Conviene segnalare che le pectoliti sono fotosensibili ed è per questo che il larimar perde il suo colore azzurro nel corso degli anni.
Nei circoli metafisici si dice che questa pietra preziosa colorata abbia delle proprietà di guarigione come la maggioranza dei cristalli e pietre preziose. Ciononostante non c'è nessuna prova scientifica al riguardo. Pietra femminile estremamente liscia diffonde calma ed equilibrio e facilita il parto. A livello psicologico apporterebbe serenità nel suo intorno e stimolerebbe la creatività

CORRUZIONE E DELINQUENZA SBANCANO L'ERARIO, L'ECONOMIA NAZIONALE E QUELLA FAMILIARE





Non c'è modo di quantificare i danni che la corruzione e l'impunità provocano al Paese, al benessere personale e collettivo. Il denaro sottratto al benessere sociale, la pace perduta, la paura sulle strade con la delinquenza politica interconnessa alla violenza e alla criminalità, il cui costo economico sociale ed etico è incommensurabile. Oltre alla crisi di fiducia al clima insostenibile di insicurezza cittadina e alla sensazione di vulnerabilità che questa situazione genera, il Paese si logora economicamente con l'investimento necessario per proteggersi. La violenza, la delinquenza comune e la criminalità non danno pace sulle strade, nei negozi, nelle abitazioni e costringono ad andare alla ricerca di meccanismi di sicurezza, generando spese personali, familiari e imprenditoriali. Un ingente investimento in armi da fuoco, in mezzi di protezione: guardie private, allarmi, camere di vigilanza, transenne elettriche, sbarre di ferro, catene e lucchetti, dispositivi diversi che moltiplicano le fiorenti imprese di sicurezza. Una spesa ingente se si aggiunge ciò che investe lo Stato nei programmi falliti per il controllo e la repressione della delinquenza comune, nelle carceri, nei riformatori, somme milionarie per curare i feriti e i mutilati, i pazienti con traumi e malattie causate da uno stile di vita che promuove la violenza. Insomma un importo astronomico, intangibile che esaurisce le risorse della nazione, l'economia e le entrate familiari e imprenditoriali. Risorse sterilmente spese che avrebbero potuto essere destinate a migliorare la qualità della vita.

Fonte: HOY del 27 marzo 2016