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lunedì 28 ottobre 2019

Italiano sviene nella “carcelita” del Palazzo di giustizia di Santo Domingo Este



Non di conosce nessun dato del connazionale. Lo vediamo nella foto, apparentemente sulla sessantina, seduto sul pavimento dopo essere stato sottoposto alla “cura” dell’idrante per farlo rinvenire. Non è stato nemmeno chiamato il 9-1-1 per un’assistenza medica che sarebbe stata opportuna per probabili problemi di ipertensione o di ipoglicemia o altro che ad un’età non più giovanile possono presentarsi in situazioni di stress. La carcelita è una cella dove vengono rinchiusi gli imputati in attesa di giudizio. Si tratta di 20mq (4 x 5).
Per finire in carcere qui serve solo essere in libertà, dicono coloro che se ne intendono. Può capitare a ognuno di noi e non c’è pietà per nessuno. Basta una denuncia anche inventata di sana pianta.
Quanto può sopravvivere un italiano abituato a ben altri standard in un posto così? Naturalmente più che di reclusione si deve parlare di pena di morte.
Tra i circa 200 reclusi ci sono rapinatori  e assassini vari, ad esempio uno dei compagni di cella del connazionali era il violentatore e assassino della bambina di 10 anni di qualche giorno fa.
Dopo averlo fatto rinvenire con l’acqua dell’idrante l’italiano è stato ammanettato e per ulteriore sicurezza uno degli agenti di polizia gli ha  posto un piede sulle gambe in modo da impedirgli ogni movimento. Questo ha indignato gli altri carcerati che hanno protestato per la situazione di ressa in cui si trovano in quello stretto spazio adibito a carcere.
Successivamente è giunto un veicolo che ha trasferito i reclusi a La Victoria e in altri penitenziari.

MAIE: dagli Appennini alle Ande, due sconfitte indirette nello stesso giorno




L’alleanza giallo-rossa viene fortemente ridimensionata in Umbria e Cambiemos viene malamente cacciato dalla presidenza in Argentina.
Nel 2015 l’on. Merlo e il suo staff MAIE avevano appoggiato decisamente Mauricio Macri. Li vediamo insieme nella foto. Il MAIE, infatti, è un partito politico che partecipa alle elezioni italiane nelle quali presenta i suoi candidati, ma che segue da vicino la politica argentina. È in grado di apportare numerosi voti anche nel paese sudamericano vista la doppia cittadinanza dei suoi aderenti e ne trae vantaggio. Ha inoltre un’importante struttura che gli consente di stringere alleanze, di concordare interventi vari, ad es. nell’assegnazione di scrutatori e di altri incarichi durante le votazioni.
Ovviamente ne risultano nomine diverse a favore degli aderenti al partito italiano con sede in Argentina. Un esempio di questo è Daniel Ramundo che è diventato nel 2015 parlamentare del Mercosur, carica che manterrà fino al prossimo mese di dicembre. Per quanto attiene a Ramundo c’è da dire che di cariche ne ha conseguito una importante anche in Italia in quanto è stato nominato con decreto segretario particolare dell’Onorevole Merlo agli affari esteri con un compenso lordo di 50.000 euro l’anno. Un segretario molto particolare visto che non parla praticamente l’italiano.
Al di là degli ideali portati avanti e sostenuti almeno formalmente dal MAIE ci sono tanti accordi che caratterizzano la sua esistenza e che rientrano nel mercanteggio politico vero e proprio delle piccole e grandi poltrone, dei posticini vari da assegnare e questo nei due continenti.
Ecco il discorso fatto da Mauricio Macri nel 2015
Italiani con il cambiamento
“Come figlio e nipote di italiani sono molto contento di annunciare che il Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) che rappresenta i cittadini italo-argentini nel nostro paese si è impegnato a lavorare per il Cambiamento e ad apportare il suo aiuto per avere l’Argentina che tutti sogniamo”.
È andata male in Argentina e in Italia, ma mentre la prima sconfitta l’on. Merlo la presentiva e aveva già fatto passi avanti verso i Fernandez, anche se si è incontrato privatamente con il candidato alla vicepresidenza di Cambiemos, Miguel Angel Picchetto, la seconda non rientrava nelle sue previsioni talché ha dichiarato in un’intervista a un giornale argentino che il governo giallo-rosso durerà fino alla fine della legislatura e avrà il compito di nominare il nuovo presidente.
Certo una battaglia non è la guerra, la sconfitta appenninica può non avere un seguito e può anche darsi che l’on. Merlo, vero esperto in politica italiana, abbia ragione e che l’alleanza giallo-rossa giunga a fine legislatura.

venerdì 25 ottobre 2019

Il Cile e la violenza dell’ultima goccia. Una situazione emblematica che ci induce alla riflessione




Vediamo in Cile delle violente manifestazioni per l’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana nelle ore di punta di 4 centesimi di dollaro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un governo neoliberale che non si cura della gente e questa si rivolta, non ha niente da perdere…
E in Italia, i cittadini hanno qualcosa da perdere? Beh, bisognerebbe avere la sfera di cristallo e poter guardare nel futuro. Ci si chiede se le cose miglioreranno con il trascorrere del tempo.
Si capisce subito però che questa ipotesi è poco probabile. Abbiamo un debito elevatissimo di origine tecnica nato ai tempi in cui avevamo sovranità monetaria con il quale siamo entrati nell’UE e non avremmo dovuto. Si è cristallizzato come un debito qualunque e paghiamo i relativi interessi attraverso i titoli che emettiamo ai quali si aggiunge il famoso spread, vale a dire i punti in più per il maggiore rischio rispetto ai titoli tedeschi.
Non riusciremo mai ad abbatterlo. Questo anzi continuerà a divorare gran parte delle nostre risorse. Siamo schiavi di un debito che tale non è. Non abbiamo mai chiesto soldi in prestito. Eravamo padroni della moneta e del debito. Oggi emettiamo solo debito e chi emette la moneta, la BCE, non è disposta ad aiutare nessuno stato membro.
Per diverso tempo ogni mese sono stati immessi sul mercato però quasi 100 miliardi di euro, ma per gli stati non ci sono aiuti e per l’Italia men che meno. E le altre nazioni sono disposte a venirci incontro? I tedeschi dicono di noi che siamo spaghetti fannulloni con mandolino e ci invitano a rimboccarci le maniche e a lavorare. Non un centesimo per noi. I francesi invece non scendono in dettagli, con una smorfia sprezzante ci chiamano maccaroni de merd. Basta e avanza.
La sfera di cristallo c’è già e il nostro futuro sarà il presente della Grecia.
“La Grecia lascia morire i suoi malati. Sanità al collasso, suicidi da record”
Una notizia che proviene da un servizio recente delle “Iene”.
Tutto per colpa dell’austerità, dei tagli alla sanità, alle pensioni e per gli aumenti delle tasse imposti dall’Europa per far ripagare ad Atene il suo debito.
I greci sono stati traghettati in questo inferno da politici apparentemente dalla parte del popolo che a conti fatti hanno agito come i peggiori neoliberali. Non usano la cravatta, ma si vendono. Qualunque analogia con il governo giallorosse è puramente casuale? La differenza sta nella cravatta…
E allora vale la pena che i nostri ragazzi come pecore al macello si imbarchino in treni e aerei per andare a cercare fortuna e soprattutto umiliazioni all’estero?
Non sarebbe meglio che alzassero la voce, che se la giocassero in patria? In fondo anche loro, come i cileni, non hanno proprio niente da perdere perché tutto è già perduto fuorché la vita perché anche l’onore è finito alle ortiche.


Omicidio Testoni, altra versione


Omicidio Testoni
Altra versione. Questa volta dalla viva voce dell’imputata Arisleida Caraballo che a quanto pare non è affatto rea confessa come i giornali hanno finora dato a intendere. Mentre veniva tratta in arresto dalla polizia Arisleida è stata intervistata da un giornalista. Ecco il testo del colloquio:

Domanda:
Arisleida, cos’è successo?
Risposta:
Mi hanno coinvolta in questo. Io non c’entro con l’omicidio.
Domanda:
Come sono andate le cose?
Risposta:
Tommy mi minacciò con una pistola e mi disse che se parlavo o urlavo mi avrebbe sparato. Poi mi hanno rinchiuso nel bagno. Quando sono riuscita ad uscire dal bagno ho visto quello che stava succedendo.”

Arisleida, 24 anni ha tre figli. Quando venne arrestata era in compagnia del suo partner, il quale consegnò spontaneamente alla polizia 600 euro in banconote da 50 che Arisleida gli aveva affidato perché li custodisse  e che erano parte del denaro sottratto alla vittima.
I latitanti, Tommy e Yoeimi, sono fuggiti a San Juan de la Maguana dove sono ricercati dalla sezione omicidi della polizia locale.


Il caso di presunto stupro di Ciro “Grillo più altri tre” riaffiora dopo un mese di silenzio stampa



Parvin Tadjk 59enne è sua madre ed è la moglie di Beppe Grillo. La vediamo nella foto. Cittadina iraniana ha pensato bene di dare a suo figlio un nome glorioso della sua etnia. Ciro II di Persia o il grande Ciro. Il nome altisonante non si addice molto al rampollo di Grillo che ha tutta l’aria di essere un balordo.
Parvin, una bella donna, nonostante l’età, riesce a far pensare che sia vero quel che l’Elevato Belin va dicendo e cioè che per la salute della sua prostata intrattiene 23 rapporti sessuali al mese.
Per diverse settimane sulla vicenda dello stupro c’è stata una sorta di silenzio stampa. Non si è saputo più nulla.
Ha fatto più scalpore la passeggiata del figlio sedicenne di Salvini a Ravenna sulla moto d’acqua della polizia.
Al tempo dell’inizio del black out delle notizie si sapeva che la Tadjk doveva essere sentita in quanto si trovava nell’appartamento accanto a quello dove il rapporto sessuale incriminato ha avuto luogo. Ora è noto, pare che lo abbia riferito due o tre giorni fa, che lei non si è accorta di niente perché dormiva. Bisogna ancora sentire la domestica. Piano piano, con tutta la calma l’indagine si avvia verso la conclusione e si dovrà decidere il rinvio a giudizio dei giovani o meno.
Gli elementi per esprimere un giudizio dovrebbero esserci tutti. Il rapporto è stato filmato da uno dei tre, l’unico che non ha avuto un amplesso con la ragazza. E’ stata identificata l’amica che dormiva ubriaca in cucina. Attendiamo il seguito.
A rigor di logica dovrebbe trattarsi di uno stupro per il solo fatto che la diciannovenne milanese era in stato di ebbrezza. Vedremo come andrà a finire. Abbiamo tutto il tempo.
Notiamo però che le informazioni fornite alla stampa sin dall’inizio sono state un po’ tendenziose. La denunciante è stata definita una modello di origine scandinava. Invece si tratta di una studentessa, diplomata in uno dei migliori licei italiani e facente parte di una famiglia benestante con il padre norvegese. A questo punto si sarebbe potuto dire che il figlio della Tadjk è un  energumeno amante delle arti marziali che nei social parla liberamente di stupro e che è di origine iraniana. Viste così le cose si ha tutta un’altra impressione…

sabato 19 ottobre 2019

Pietro Testoni: la confessione della ex




Dal contenuto della confessione scritta di Arisleida Caraballo emergono delle novità
Lei, la sorella Yoeimi, incinta di quattro mesi, e il di lei compagno 23enne Thonmy sono entrati nell’appartamento con delle chiavi lanciate dallo stesso Testoni dal balcone di casa sua. Il connazionale aveva un appuntamento con Yoeimi per un rapporto sessuale. Si vede che non era la prima volta. Quando Arisleida venne a conoscenza di questo si sorprese molto perché lei era stata la donna dell’anziano per quattro anni, anche se a quanto pare si erano lasciati nel febbraio scorso. I tre si recarono a bordo di un ciclomotore all’abitazione del connazionale. Il Thonmy si fermò vicino a un colmado e mandò Arisleida a comprare dell’ammoniaca da usare in bagno. Una volta dentro l’appartamento hanno bevuto del vino offerto dall’anziano. Poi Arisleida andò in bagno e il Testoni e Yoeimi entrarono in camera. Dopo qualche minuto vi entrò anche il Thonmy, scaraventò l’italiano sul letto, gli coperse la faccia con un pantalone intriso di ammonica e continuò a versargli questo liquido in faccia finché smise di muoversi. Dopodiché gli sfilò un anello che indossava e con degli attrezzi che trovò in cucina ruppe alcuni lucchetti e aprì una cassaforte contenente del denaro. Riempirono poi uno zainetto che Yoeimi si era portata dietro appositamente con degli oggetti del Testoni, tra questi, due orologi che trovarono in un cassetto. Se ne andarono via, lasciando Arisleida nella fermata di un tassì. Il giorno dopo si presentarono da lei e le consegnarono 700 euro dei 3700 e di una cifra imprecisata di pesos che si trovava nella cassaforte. Da quel momento non si è più saputo niente dei due.
Stranamente non si parla in questa confessione del perché il connazionale è stato denudato e legato mani e piedi. Non si capisce nemmeno come mai l’anziano sapendo che il giovane era il compagno di Yoeimi sia entrato in camera con lei per avere un rapporto sessuale.
Da queste parti si impara presto una cosa: i morti non possono controbattere le dichiarazioni dei vivi! Il bello è che i giudici spesso di questo non tengono conto.

Un altro italiano ucciso a Boca Chica.






È il secondo in meno di una settimana.
Il connazionale Nicola Gerosa, 57enne, è stato vittima di un agguato alle 22:30 circa di ieri. Mentre transitava nella via Juan Bautista Vicini, delle persone a bordo di due veicoli lo hanno intercettato e gli hanno sparato colpendolo più volte. È stato trasferito d’urgenza all’ospedale locale dove è deceduto. Presentava ferite di arma da fuoco in diverse parti del corpo.
Il Geroso si trovava insieme alla moglie che è rimasta illesa. Era proprietario di diversi negozi sia ad Andres che a Boca Chica.
Si stava recando al Piano Bar, il negozio che gestiva nella centrale via Duarte della cittadina balneare.

La polizia ha detenuto il socio 42enne Cristian Besana, anche lui italiano, per finalità investigative.

venerdì 18 ottobre 2019

Italiani all’estero e politica: entrata in lizza della Lega in Sudamerica e prime scaramucce con il MAIE





La Lega da dicembre dell’anno scorso ha iniziato a organizzare una sua struttura in Sudamerica. Sono stati nominati coordinatori in Argentina, Brasile e Venezuela. Sono iniziate quindi le ostilità con il MAIE che da quelle parti regna sovrano.
Marcelo Bomrad, il coordinatore della Lega in Argentina, ha indetto per il 19 ottobre una manifestazione parallela a quella che si avrà a Roma nella stessa data di fronte all’ambasciata italiana di Buenos Aires. Si vuole protestare contro la volontà annunciata di recente dal nuovo governo di far approvare lo ius soli come forma di acquisizione della cittadinanza. Al riguardo sostiene il Bomrad “la manifestazione è in linea con la stessa che si terrà a Roma da Matteo Salvini: protestiamo contro un governo che non fa gli interessi degli italiani e che vorrebbe introdurre lo ius soli, un colpo basso contro tutti gli italiani, anche dei molti che vivono qui in Argentina”.
Il suo omologo del MAIE, Franco Tirelli, ha dichiarato che: “Il Signor Matteo Salvini convoca per il 19 ottobre una manifestazione in Italia affinché non modifichino il sistema elettorale maggioritario, ma nulla si dice nella sua convocazione dello ius sanguinis o dello ius soli". Il Bomrad viene quindi accusato di disinformare la comunità italiana.
L’azione disinformante invece è tutta dalla parte del MAIE e questa è un’arma politica della quale questo movimento si avvale spesso e con successo .
Ora il MAIE è costretto ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare l’appartenenza a un governo che non si cura affatto degli italiani all’estero e che dello ius soli fa una sua bandiera.
Al riguardo risponde il coordinatore federale di Lega nel Mondo, Paolo Borchia: “Non si può avere fiducia in chi votando il Conte bis, dopo aver sostenuto il governo gialloverde, ha anteposto gli interessi di Palazzo agli interessi della gente”.
Ricardo Merlo, presidente del MAIE, senatore e sottosegretario agli esteri, sostiene che: “I nostri italiani all’estero e i loro discendenti possono dormire sonni tranquilli perché mentre il MAIE farà parte del governo non ci saranno limiti alla trasmissione della cittadinanza italiana e non ci sarà nemmeno lo ius soli”.
Invece l’imposizione dello ius soli da parte di questo governo è già in programma come forse lo è del resto la restrizione della trasmissione della cittadinanza ius sanguinis alla seconda generazione. Il MAIE può solo minacciare il ritiro della fiducia al governo in caso di approvazione di queste modifiche alla legge di cittadinanza.
Ne consegue che il partito di Ricardo Merlo sostiene un esecutivo sulle cui decisioni non può incidere minimamente. Lo appoggia per cui ne è complice.
Potrebbe semmai ritirare la fiducia e il suo presidente rinunciare all’incarico di sottosegretario, ma questo è poco probabile e le scuse buone sarebbero tante, rimane comunque come ipotesi cattiva il mero attaccamento alla poltrona.

Alcune notizie sul connazionale Piero Testoni, su chi l’ha ucciso e sulle circostanze ancora poco chiare dell’omicidio


Si parla di asfissia. Di fatto “asfixiado” è il termine usato dalla rea confessa. Si può pensare a uno strangolamento, magari con un cavo elettrico, una cinghia o una corda. Si può pensare a un sacchetto di plastica, in quel caso sarebbe stato asfissiato. Invece no, hanno suonato alla porta, lui ha aperto e loro gli si sono avventati contro e sul letto lo hanno soffocato con un cuscino e si sono serviti di ammoniaca per intontirlo. Lo hanno denudato e legato mani e piedi dopo morto, magari per far pensare a un rapporto sessuale particolare. Criminali sì ma anche tanto ignoranti, con tutte le tracce che si lasciavano dietro credevano di farla franca.  
Il Testoni aveva lavorato tutta la vita all’Enel. Da quando era andato in pensione, sei anni fa, frequentava Boca Chica due volte l’anno e ci rimaneva due mesi. Era arrivato il 2 ottobre. La sua compagna non era in aeroporto al suo arrivo. Dicono che si erano lasciati a febbraio. Si portava dietro i soldi della pensione e li teneva in cassaforte. Oltre a quelli gli assassini si sono portati via un anello e due orologi, qualcuno parla anche di un cellulare.
C’è una bambina di mezzo. L’ex compagna che ha partecipato alla sua uccisione sosteneva che la bambina era del Testoni e lui ne era molto felice. Il connazionale aveva pensato di sottoporla all’esame del DNA, ma non ha più rivisto la bambina. E’ logico pensare che l’anziano sardo provvedesse al mantenimento della donna tutto l’anno e non solo i quattro mesi che trascorreva a Boca Chica. A quanto pare aveva smesso di farlo dopo che quest’anno a febbraio presumibilmente si erano lasciati.
Il mistero della sorella dell’ex compagna, Yoeimi. E’ irreperibile, la polizia la cerca in quanto complice. E’ incinta di sette mesi e Arisleida, la rea confessa, sostiene che aveva rapporti con il Testoni. I giornali italiani parlano addirittura di convivenza il che è poco plausibile. Il 23enne implicato nell’omicidio è il compagno di Yoeimi. Arisleida sostiene di essersi accorta di questa relazione lo stesso giorno dell’omicidio. Un’attenuante passionale dell’efferato omicidio?
Il Testoni era di Sissi in provincia di Sassari, ma era residente ad Alghero. Aveva soltanto una sorella e dei nipoti. Un nipote è in arrivo per occuparsi del rimpatrio della salma.
Chi lo conosceva a Boca Chica parla molto bene di lui. Si trattava di una bravissima persona, molto stimata. Tanti si augurano che venga fatta giustizia.

giovedì 17 ottobre 2019

Omicidio di Piero Testoni a Boca Chica



Novità sulla vicenda del connazionale ucciso a Boca Chica domenica scorsa. La Direzione Santo Domingo Oriental della Polizia Nazionale ha arrestato una donna che ha ammesso di aver partecipato all’omicidio di Piero Testoni insieme a una sua sorella e al marito di questa.
La donna è stata identificata come Arisleida Caraballo de la Cruz, 24enne, residente a Los Alcarrizos, esecutrice materiale dell’omicidio. Ha ammesso, infatti, di aver asfissiato il connazionale con il quale aveva una relazione da quattro anni. Ha denunciato come suoi complici Yoemi Caraballo, sua sorella e Tommy Vasquez, suo cognato.
La De la Cruz ha dichiarato che dopo aver asfissiato il Testoni, lei e i suoi complici lo hanno legato mani e piedi e si sono impossessati degli oggetti di valore che si trovavano nell’abitazione. Hanno prelevato anche degli euro da una cassaforte che è stata aperta con l’uso di attrezzi e di acetilene.

Chi l'ha visto: Daniele La Monica, scomparso nel mese di giugno a Santo Domingo






Daniele La Monica
Un altro connazionale scomparso. Se ne è occupato il programma televisivo “Chi l’ha visto” di ieri.
Daniele La Monica, 31enne di Castellamare di Stabia (Napoli). Di professione operaio, abita con la sua famiglia. Domenica 16 giugno è partito dall’aeroporto di Roma Fiumicino ed è arrivato a Las Americas. Il luogo di destinazione secondo la presentatrice del programma era la città di Santo Domingo dove si recava spesso come turista per trascorrere delle giornate di ferie. L’ultimo contatto telefonico risale a martedì 19 giugno. Poi di lui, da quel momento, non si sono più avute notizie. Il suo cellulare risulta spento. Ha con sé i documenti. Rispetto alla foto potrebbe avere la barba più lunga.
Altri dati:
Statura: 180
Occhi: castani
Capelli: calvo



lunedì 14 ottobre 2019

Omicidio dei due poliziotti di Trieste e responsabilità della VFS Glogal e dell'ambasciata italiana di Panama




Alejandro Augusto Stephan Meran ha ucciso a Trieste due agenti della polizia. E’ stato lesto nel disarmare un poliziotto che non lo aveva ammanettato perché in Italia non si può. Ha sparato simultaneamente con due pistole, una in ogni mano. Un’abilità inusuale per chi non ha dimestichezza con le armi. Proveniente da Comendador Elias Piña aveva dei precedenti penali per traffico di droga, il che è stato scoperto e reso di dominio pubblico dalla giornalista Alicia Ortega.
I media italiani parlano di responsabilità delle autorità italiane nel consentire l’ingresso in Italia per ricongiungimento familiare di una persona con la fedina penale sporca. Invece noi che abitiamo da queste parti e che sappiamo come stanno le cose possiamo esprimere un parere più circostanziato.
La responsabilità della concessione del visto al menzionato killer è innanzitutto della VFS Global, la società off-shore che gestisce “onestamente” la raccolta e l’esame della documentazione per il rilascio dei visti, in secondo luogo dell’ambasciata italiana di Panama che li concede e in terzo luogo della famiglia che pur essendo a conoscenza dei precedenti penali del congiunto ha fatto richiesta di ricongiungimento. Partiamo da quest’ultima. Dovrebbe essere espulsa dall’Italia perché responsabile indirettamente degli omicidi dei giovani agenti.
Chissà poi se l’on. Luigi Di Maio nella sua veste di Ministro degli Esteri avrà il tempo e la voglia di esaminare a fondo questo caso e se magari non deciderà una volta per tutte di riaffidare la gestione dei visti all’ambasciata italiana di Santo Domingo? Viene da chiedersi quanti delinquenti abituali dominicani grazie all’inefficienza per non dire altro della VFS Global e alla superficialità dell’ambasciata italiana di Panama si aggirano in Italia pronti a emulare le gesta di Stephan Meran.
Certo che una gestione diretta dell’ambasciata locale potrebbe diminuire questo tipo di rischio, avendo accesso diretto agli uffici locali della polizia.



Italiano trovato ucciso a Boca Chica



Si tratta di Piero Testoni, 70enne di Alghero. Il suo corpo giaceva sul letto nella sua abitazione legato mani e piedi. Secondo il medico legale la morte è stata provocata da asfissia per soffocamento manuale. Difficilmente quindi questa volta potranno far passare il solito suicidio, anche se non si sa mai…
Il corpo del connazionale era nudo sul letto nel suo appartamento n. 205 sito nel condominio  Adrina situato nella via 20 de diciembre della cittadina balneare.
A denunciare il fatto sono stati altri connazionali suoi vicini di casa alle ore 21 di ieri.
Si è alla ricerca di due donne e di un uomo che sono stati visti mentre uscivano dall’appartamento.
Il corpo dell’italiano è stato portato all’INACIF (Istituto di Patologia Forense).

giovedì 10 ottobre 2019

Frank Ranieri ha piena fiducia nella JCE




L’imprenditore turistico italo-dominicano Frank Ranieri dichiara di avere piena fiducia nella JCE
Secondo il connazionale il conflitto politico attuale rientra nella norma degli eventi post elettorali. In pratica il Ranieri si schiera dalla parte di coloro che parlano di “pataleo”, il classico scalpitio di chi non accetta di essere stato sconfitto.
Una fiducia quella dell’imprenditore turistico quanto meno discutibile perché a guardar bene è evidente che i membri della JCE, sotto la cui responsabilità sono state svolte le prime elezioni elettroniche del paese, di informatica e di sistemi in generale non capiscono una mazza.
Il presidente parla di logaritmi anziché di algoritmi, un anziano membro rinuncia irrevocabilmente davanti alla stampa e dopo l’arrivo di alcuni familiari e di uno staff medico revoca la sua rinuncia… Familiari, medici, un mistero dietro l’altro.
Infine la JCE decide di effettuare in un primo tempo il conteggio manuale dei voti di 821 seggi. Subito dopo opta per il conteggio manuale di tutti i 7.372 seggi ed esclude il controllo giudiziario del software e dell’hardware.
Un gruppetto di vegliardi appartenenti sicuramente a lobby diverse, che non se ne intende di informatica decide sulle sorti della democrazia della Repubblica Dominicana.
Nonostante tutto l’italo-dominicano Frank Ranieri ha piena fiducia nella JCE e sostiene che questa situazione non si ripercuoterà sul turismo. Speriamo bene perché quest’anno il settore ha già sofferto abbastanza.
Per quel che riguarda la trascendenza a livello internazionale della vicenda non siamo ancora in grado di esprimere giudizi. Intanto per lunedì prossimo è stata convocata da Leonel Fernandez un’altra manifestazione davanti alla JCE.

Imprenditore italiano coinvolto in un uxoricidio



Un caso che viene seguito con molta attenzione dai media dominicani. Mi accorgo solo ora che un nostro connazionale è stato coinvolto nella vicenda. Elio Pendin, 71enne di Malo, Vicenza. Ha un negozio a San Pedro de Macoris. L’arma del delitto, una pistola, è di sua proprietà. Gli era stata sottratta dal suo negozio e aveva presentato tempestiva denuncia. L’arma è stata consegnata all’uxoricida da un agente della DNCD, Direccion Nacional de Control de Drogas. Nonostante questo il connazionale è stato arrestato ed è rimasto in stato di detenzione per diversi giorni. Ha dovuto pagare una cauzione di 500.000 pesos e gli è stato imposto il divieto di espatrio e l’obbligo di presentazione periodica.
Anibel Gonzalez, di professione avvocato, è stata uccisa dal suo ex marito a colpi di pistola il 30 agosto del corrente anno. L’omicida era appena stato messo in libertà per buona condotta dopo aver trascorso due anni di reclusione per tentato omicidio sempre nei confronti della stessa donna. Una vicenda nella quale ora sono indagati magistrati e avvocati. Ci sarebbero delle lettere falsificate della vittima che avrebbero agevolato il rilascio dell’omicida.
Un’arma denunciata come "sottratta" dal suo proprietario compare nelle mani di un agente della DNCD e il pubblico ministero coinvolge come complice il proprietario ma non l’agente della DNCD.
Può accadere, soprattutto se il proprietario dell’arma è straniero.
Il Pendin ha comunque dichiarato a un giornale di Vicenza quanto segue: “L’avevo consegnata a un poliziotto per il rinnovo del porto d’armi, sono del tutto estraneo alla vicenda. Sono stato ingenuo.”
Da questo si dovrebbe dedurre che la denuncia di “sottrazione” dell’arma dal suo negozio è stata presentata dal Pendin visto che questa non gli era stata restituita dall’agente della DNCD.

A quanto sopra si deve aggiungere che il pubblico ministero Winter Ali Rodriguez ha dichiarato che avrebbe presentato appello contro la decisione del giudice Daris Eusebio di mettere in libertà il Pendin. Un accanimento sicuramente fuori luogo vista l'esistenza della denuncia e lo svolgimento dei fatti.

mercoledì 9 ottobre 2019

Trovato morto a Pedernales il connazionale 75enne Francesco Amendola




Francesco Amendola, 75enne, di Roma, è stato trovato morto ieri nella sua abitazione di Pedernales. Secondo il medico legale che si è recato sul posto l’Amendola sarebbe morto per cause naturali. Aveva, infatti, dei problemi cardiocircolatori.

La notizia è stata ampiamente diffusa in tutti i media nazionali il che è quanto meno strano quando non si tratta di omicidi o suicidi.
La versione dei fatti è sempre la stessa in tutti i giornali: il corpo dell’Amendola è stato rinvenuto nudo in bagno in stato di decomposizione. 

Era morto da circa tre giorni. Da Azua sono giunti i medici forensi che hanno constatato le cause naturali del decesso. E' stato ritenuto che il cadavere non potesse essere conservato nelle celle frigorifere dell'obitorio di Pedernales per chi si è provveduto alle 19 di ieri al suo interramento. I familiari arriveranno dall'Italia nei prossimi giorni.

Il connazionale abitava da sei anni a Pedernales nel settore Miramar e stava costruendo una casa di due piani.
Viveva da solo: il tipico lupo solitario che viene a trascorrere i suoi ultimi anni di vita nei Caraibi. Ce ne sono tanti. Alcuni muoiono di morte naturali altri vengono ammazzati.
Comunque, essere anziani e vivere da soli da queste parti non è il massimo.

Attraverso la collaborazione di un altro connazionale, Fabio Mannucci, residente nella stessa città è stato possibile informare l’ambasciata italiana e i parenti del defunto in Italia.

giovedì 3 ottobre 2019

Scambio commerciale tra l'Italia e la Repubblica Dominicana. Ne parla l'ambasciatore Andrea Canepari



Lo scambio commerciale tra l’Italia e la Repubblica Dominicana ha raggiunto nel 2018 gli USD 400 milioni.
L'ambasciatore italiano Andrea Canepari, ha dichiarato che questa cifra si può incrementare ancora se la nazione caraibica punterà ad attirare investimenti in settori diversi da quello turistico.
Il nostro ambasciatore ha sostenuto che “Possiamo crescere di più. La Repubblica Dominicana ha il potenziale per acquistare macchinari dall'Italia che possono essere utilizzati ad esempio per l’elaborazione del suo cacao”.
Andrea Canepari in una colazione di lavoro organizzata dalla Camera di commercio dominico-italiana ha aggiunto che gli imprenditori italiani hanno molto interesse a investire nella Repubblica Dominicana, ma che non sanno come fare affari qui ed è per questo che verrà ora promosso il commercio bilaterale.
Il ministro degli Esteri, Miguel Vargas ha riferito che nel 2018 circa 100.000 cittadini italiani hanno visitato la Repubblica Dominicana, mentre quest'anno sono giunti finora circa 64.000.
Alla colazione di lavoro hanno partecipato il presidente della Camera di commercio dominicano-italiana, Celso Marranzini, l'ambasciatrice dominicana in Italia, Alba María (Peggy) Cabral e il Vice Ministro degli Affari Esteri per gli Affari Economici e la Cooperazione Internazionale, Hugo Rivera, così come altri funzionari e uomini d'affari di entrambe le nazioni.

martedì 1 ottobre 2019

Ius soli, ius sanguinis



Lo ius soli in un certo senso esiste già da noi. La cittadinanza viene concessa allo straniero che nasce in Italia al compimento del 18esimo anno di età. Si tratta di uno ius soli moderno che tiene conto anche della scelta di integrazione degli stranieri dimostrata dalla permanenza stabile, dalla frequenza delle nostre scuole e dal lavoro. Le naturalizzazioni sono anche molto accessibili e fra i paesi europei, l’Italia primeggia largamente in queste con una media di circa 180.000 all’anno.

Lo ius soli in un certo senso esiste già da noi. La cittadinanza viene concessa allo straniero che nasce in Italia al compimento del 18esimo anno di età. Si tratta di uno ius soli moderno che tiene conto anche della scelta di integrazione degli stranieri dimostrata dalla permanenza stabile, dalla frequenza delle nostre scuole e dal lavoro. Le naturalizzazioni sono anche molto accessibili e fra i paesi europei, l’Italia primeggia largamente in queste con una media di circa 180.000 all’anno.

Uno ius soli all’americana sarebbe anacronistico, non va più bene nemmeno negli Stati Uniti, figuriamoci da noi. La cittadinanza va concessa a chi ha deciso di rimanere in Italia e le leggi attualmente in vigore consentono un’agevole integrazione anche da questo punto di vista degli immigrati. Questa modalità di concessione della cittadinanza è ragionevole e contribuisce in definitiva all’arricchimento dal punto di vista economico, demografico e, se vogliamo, culturale della nostra nazione.
La strategia del PD di ampliare lo ius soli o lo ius culturae si associa più che a un’integrazione a un consolidamento dell’invasione in atto che viene favorita dai vertici filo-globalisti dell’Unione Europea e le sue finalità sono puramente politiche.
Non si tratta però solo di ius soli, anche lo ius sanguinis dovrebbe essere oggetto di revisione. Dice un commentatore di un articolo pubblicato nel gruppo:
“Eh, direi No ius soli, ma peggio del peggio è lo ius sanguinis che trasforma in italiani gli stranieri, nati e cresciuti all'estero discendenti da italiani emigrati, ma anche non, dal, udite udite, 1861” Di sangue italiano quanto ne avranno mai questi dal 1861? Boh, si calcola che siano almeno 80 milioni gli "aventi diritto". Dai che se si svegliano tutti, entrano loro e usciamo noi, per andare dove, non si sa, perché gli altri le frontiere le chiudono.”
L’anno scorso è mancato poco perché il criterio di assegnazione della cittadinanza con lo ius sanguinis venisse cambiato. La proposta di limitare alla seconda generazione, e quindi ai nonni, il diritto alla cittadinanza non è passata perché Salvini all’ultimo momento ci ha rinunciato. A convincerlo è stato l’on. Ricardo Merlo. Comunque una modifica in tal senso è nell’aria e prima o poi si farà.
L'epoca delle ricerche genealogiche nella notte dei tempi per acquisire la cittadinanza italiana dovrebbe essere ormai agli sgoccioli.