I brogli ci sono stati, questo è evidente, e sono stati clamorosi. Ci sono però situazioni concomitanti che destano grande perplessità.
Adriano Cario non ha occupato una poltrona durante questi anni e basta. È stato, con l’adesione immediata al Maie, una sorta di ingaggio, un protagonista importante degli equilibri politici italiani.
I tempi sono cambiati, ora tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia sostengono il governo. Tuttavia, le versioni precedenti di questo, quella gialloverde e quella giallorossa sono state possibili grazie a maggioranze risicate dell’ultimo minuto. E il Maie ha rappresentato con i suoi due senatori, Merlo e Cario, una specie di ago della bilancia.
In politica si dice che, ricordando Machiavelli, il fine giustifica i mezzi e l’italo-argentino Ricardo Merlo è sicuramente un maestro in questo.
Non ha dubitato un instante ad accogliere nelle sue file Adriano Cario e si è proposto come “comodino” per qualunque coalizione gli assicurasse l’ambita carica di governo di sottosegretario agli esteri e altri vantaggi di qualunque tipo e per queste cose in politica per chi è nella stanza dei bottoni c’è l’imbarazzo della scelta.
Non c’è dubbio che Giuseppe Conte sia rimasto riconoscente a Ricardo Merlo. In fondo è stato da lui sostenuto nei due governi e si è impegnato fortemente, peraltro senza successo, per non farlo cadere, ingaggiando senatori dissidenti dei più svariati partiti per raggiungere una maggioranza che lo mantenesse al governo.
Quanto precede giustifica ampiamente il voto dei 3 pentastellati della giunta. Eppure PD e M5S sono alleati, si suppone, ma il “comodino” Maie può sempre tornare utile anche in futuro, non si sa mai.
Invece, Forza Italia e Lega con i loro 10 membri, 4 per il primo e 6 per il secondo e con Gasparri presidente della giunta, non potevano non preferire Adriano Cario a Carlo Porta. Il PD, si sa, è il loro nemico giurato e un giorno di domani non è detto che il partitino argentino, bandiera d’ogni vento, non si schieri dalla loro parte: business is business. Tredici membri in tutto su 23, bastano e avanzano, ma il numero dei favorevoli alla convalida è stato ancora superiore. Il PD ha nella giunta solo un membro e Italia dei Valori, che ha espresso parere contrario, ne ha tre. Strana composizione di questa giunta dei miei stivali.
La giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del senato ha deliberato quindi senza tener conto dell’evidenza dei brogli, anzi non è entrata nemmeno nel merito di questa. Si è solo afferrata a questioni formali. Non ha reso giustizia agli italiani all’estero, ma di questi non importa niente a nessuno.
In Aula si deciderà il tutto secondo le maggioranze in essere. È possibile che in tale sede non si prenda in considerazione la delibera di convalida. Dipenderà da quanto sia vero che Letta sia indignato e da quanto importi di questo a Giuseppe Conte.