La vicenda degli 8
estradati italiani vista dal Diario Libre. L’articolo è stato pubblicato oggi.
Segue la traduzione
CRIMINE ORGANIZZATO
Otto membri di una
potente mafia italiana vivevano tranquillamente nella Repubblica Dominicana
Si erano stabiliti
nel paese e avevano formato famiglie.
Vengono segnalati
come membri del clan Contini, uno dei più potenti di Napoli, Italia.
A prima vista davano
l'impressione di uomini d'affari o di stranieri che si erano stabiliti nel
paese per vivere da pensionati. Alcuni hanno formato delle famiglie, hanno
avuto figli, si sono sposati. Tuttavia, quell'apparenza è stata smontata quando
sono stati arrestati e l'Interpol ha rivelato che si trattava di otto membri di
una potente mafia italiana.
Nel loro paese, gli
ex fuggitivi hanno condanne da scontare che includono il riciclaggio di denaro,
il traffico di droga, la truffa, tra altri reati, ma sono riusciti a fuggire a
Santo Domingo, dove oltre a vivere una vita di lussi, hanno continuato le loro "losche
attività". Secondo le indagini, avevano introdotto ingenti somme di
denaro, di origine illecita, per riciclarlo in attività commerciali in cui
erano impegnati nel paese.
Uno dei detenuti è
Salvatore Vittorio, 55 anni. Secondo un documento giudiziario presentato dal
Salvatore per tentare di essere rilasciato dopo il suo arresto nel paese, si è
appreso che aveva stabilito una residenza a Santiago de los Caballeros, la
città in cui fu arrestato nel momento in cui stava lasciando la sua casa per andare
a prendere i suoi due figli a scuola.
Nel suo paese il
Salvatore viene segnalato come uno dei membri del clan "Contini"
della Camorra, ed era ricercato a livello internazionale per associazione a
delinquere di stampo mafioso.
Un altro dei
presunti mafiosi arrestati nella città di Santiago, è Sergio Cerioni, 64 anni.
Secondo il portale di notizie italiano Corriere del Veneto, Sergio Cerioni è
sposato con una donna dominicana ed operava nel settore della ristorazione, ma
nel suo paese risulta condannato per associazione a delinquere destinata al
traffico illecito di stupefacenti.
Il portale del
Corriere del Veneto offre anche altre informazioni sulla storia degli altri arrestati.
Riporta, infatti, che Oliviero Zilio, 67 anni, è divorziato e proprietario di
un centro turistico nel paese, in cui ha vissuto fino al momento del suo
arresto. Mentre in Italia risulta condannato per bancarotta fraudolenta e altri
reati finanziari.
Oliviero Zilio è
stato vice presidente del Calcio Padova, una squadra di calcio italiana.
Presumibilmente ha anche distratto 2 milioni e 400 mila euro attraverso le sue
società immobiliari.
Luca Finocchiaro,
43 anni, è segnalato come il capo di una struttura criminale che ha trafficato
grandi quantità di cocaina dalla Repubblica Dominicana in Italia attraverso gli
aeroporti, presumibilmente in coordinazione con il personale di servizio dei
terminal aerei dominicani.
Nel paese era noto
come un prospero imprenditore della ristorazione. Uno dei locali più noti gestiti
nel paese da Luca Finocchiaro è La Pesca de Oro, che ha una sede nell’Avenida
España a Santo Domingo Este, tra le altre filiali.
Luigi Capretto, 50 anni,
è condannato in Italia per traffico illecito di stupefacenti, mentre nel paese risiedeva
a Santo Domingo, dove è sposato e ha una figlia adolescente.
Un altro tra gli
estradati è Salvatore Galluccio, 52 anni, che nel suo paese è stato condannato
per contraffazione e traffico di droga, secondo il rapporto pubblicato dal
Corriere del Veneto.
Per quanto riguarda
Alessandro Levi, 63 anni, nel suo paese è accusato di bancarotta fraudolenta,
mentre qui si stava godendo la vita caraibica.
Teresa Amante è
stata l'unica donna detenuta nel gruppo. Ha 57 anni e su di lei gravano
sentenze di condanna in diverse parti d'Italia per reati di frode e di estorsione
nonché di furto di gioielli preziosi a donne anziane. Viveva nel paese godendosi
le bellezze dei Caraibi.
Silenzio nella
Repubblica Dominicana
Le autorità
dominicane non hanno fornito alcuna informazione in merito a questa operazione,
che hanno chiamato "Open World" e che era in atto da mesi nel
territorio dominicano da parte dell'Interpol Italiana e dalle autorità
dominicane, tra le altre organizzazioni investigative straniere.
Diario Libre è
venuto a conoscenza delle informazioni dopo aver ricevuto copie di atti
giudiziari inviate da alcuni degli arrestati, che sostenevano di essere
trattenuti illegalmente in carcere da più di un mese e chiedevano di essere
rimessi in libertà.
Sulla base di
questi documenti e altre informazioni, i giornalisti di questo mezzo hanno
iniziato a rintracciare le informazioni pubblicate sui media italiani come il
Corriere del Veneto, Internapoli.it, oltre a ilmattino.it dove sono stati
pubblicati tutti i dettagli, sia delle operazioni che della lista di reati a
carico degli arrestati in territorio dominicano.
Di questa operazione
erano a conoscenza la Dirección General de Migración (DGM), la Procura Generale
della Repubblica, l’Interpol Dominicana e il Potere Giudiziario.