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lunedì 15 giugno 2020

Estradizione recente di 8 latitanti e mafia italiana secondo la stampa locale



La vicenda degli 8 estradati italiani vista dal Diario Libre. L’articolo è stato pubblicato oggi. Segue la traduzione
CRIMINE ORGANIZZATO
Otto membri di una potente mafia italiana vivevano tranquillamente nella Repubblica Dominicana
Si erano stabiliti nel paese e avevano formato famiglie.
Vengono segnalati come membri del clan Contini, uno dei più potenti di Napoli, Italia.
A prima vista davano l'impressione di uomini d'affari o di stranieri che si erano stabiliti nel paese per vivere da pensionati. Alcuni hanno formato delle famiglie, hanno avuto figli, si sono sposati. Tuttavia, quell'apparenza è stata smontata quando sono stati arrestati e l'Interpol ha rivelato che si trattava di otto membri di una potente mafia italiana.
Nel loro paese, gli ex fuggitivi hanno condanne da scontare che includono il riciclaggio di denaro, il traffico di droga, la truffa, tra altri reati, ma sono riusciti a fuggire a Santo Domingo, dove oltre a vivere una vita di lussi, hanno continuato le loro "losche attività". Secondo le indagini, avevano introdotto ingenti somme di denaro, di origine illecita, per riciclarlo in attività commerciali in cui erano impegnati nel paese.
Uno dei detenuti è Salvatore Vittorio, 55 anni. Secondo un documento giudiziario presentato dal Salvatore per tentare di essere rilasciato dopo il suo arresto nel paese, si è appreso che aveva stabilito una residenza a Santiago de los Caballeros, la città in cui fu arrestato nel momento in cui stava lasciando la sua casa per andare a prendere i suoi due figli a scuola.
Nel suo paese il Salvatore viene segnalato come uno dei membri del clan "Contini" della Camorra, ed era ricercato a livello internazionale per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Un altro dei presunti mafiosi arrestati nella città di Santiago, è Sergio Cerioni, 64 anni. Secondo il portale di notizie italiano Corriere del Veneto, Sergio Cerioni è sposato con una donna dominicana ed operava nel settore della ristorazione, ma nel suo paese risulta condannato per associazione a delinquere destinata al traffico illecito di stupefacenti.
Il portale del Corriere del Veneto offre anche altre informazioni sulla storia degli altri arrestati. Riporta, infatti, che Oliviero Zilio, 67 anni, è divorziato e proprietario di un centro turistico nel paese, in cui ha vissuto fino al momento del suo arresto. Mentre in Italia risulta condannato per bancarotta fraudolenta e altri reati finanziari.
Oliviero Zilio è stato vice presidente del Calcio Padova, una squadra di calcio italiana. Presumibilmente ha anche distratto 2 milioni e 400 mila euro attraverso le sue società immobiliari.
Luca Finocchiaro, 43 anni, è segnalato come il capo di una struttura criminale che ha trafficato grandi quantità di cocaina dalla Repubblica Dominicana in Italia attraverso gli aeroporti, presumibilmente in coordinazione con il personale di servizio dei terminal aerei dominicani.
Nel paese era noto come un prospero imprenditore della ristorazione. Uno dei locali più noti gestiti nel paese da Luca Finocchiaro è La Pesca de Oro, che ha una sede nell’Avenida España a Santo Domingo Este, tra le altre filiali.
Luigi Capretto, 50 anni, è condannato in Italia per traffico illecito di stupefacenti, mentre nel paese risiedeva a Santo Domingo, dove è sposato e ha una figlia adolescente.
Un altro tra gli estradati è Salvatore Galluccio, 52 anni, che nel suo paese è stato condannato per contraffazione e traffico di droga, secondo il rapporto pubblicato dal Corriere del Veneto.
Per quanto riguarda Alessandro Levi, 63 anni, nel suo paese è accusato di bancarotta fraudolenta, mentre qui si stava godendo la vita caraibica.
Teresa Amante è stata l'unica donna detenuta nel gruppo. Ha 57 anni e su di lei gravano sentenze di condanna in diverse parti d'Italia per reati di frode e di estorsione nonché di furto di gioielli preziosi a donne anziane. Viveva nel paese godendosi le bellezze dei Caraibi.
Silenzio nella Repubblica Dominicana
Le autorità dominicane non hanno fornito alcuna informazione in merito a questa operazione, che hanno chiamato "Open World" e che era in atto da mesi nel territorio dominicano da parte dell'Interpol Italiana e dalle autorità dominicane, tra le altre organizzazioni investigative straniere.
Diario Libre è venuto a conoscenza delle informazioni dopo aver ricevuto copie di atti giudiziari inviate da alcuni degli arrestati, che sostenevano di essere trattenuti illegalmente in carcere da più di un mese e chiedevano di essere rimessi in libertà.
Sulla base di questi documenti e altre informazioni, i giornalisti di questo mezzo hanno iniziato a rintracciare le informazioni pubblicate sui media italiani come il Corriere del Veneto, Internapoli.it, oltre a ilmattino.it dove sono stati pubblicati tutti i dettagli, sia delle operazioni che della lista di reati a carico degli arrestati in territorio dominicano.
Di questa operazione erano a conoscenza la Dirección General de Migración (DGM), la Procura Generale della Repubblica, l’Interpol Dominicana e il Potere Giudiziario.