Mi sono recato nel
novembre del 2017 al cimitero dell’Avenida Independencia dove riposano i resti del nostro connazionale
Ilio Capozzi, eroe della Guerra de Abril. Volevo rendermi conto di persona del
trattamento riservato al nostro connazionale dopo la sua eroica immolazione il
19 maggio 1965 nell’importante episodio storico nell'assalto al Palazzo
Nazionale, combattendo a favore di una patria non sua.
Il cimitero è stato
chiuso nel 1942 ed è stato riaperto nel 1965 per dare sepoltura, soprattutto in
fosse comuni, quindi anonimamente, ai numerosissimi caduti della guerra, per lo
più combattenti costituzionalisti, vittime di scontri armati contro forze
immensamente superiori, immolatisi per un’ideale, il patriottismo.
Ilio Capozzi, non
dubitò un istante da che parte schierarsi. Del resto i “suoi” uomini rana o
sommozzatori, soldati valorosissimi, superiori in abilità e preparazione al
combattimento agli stessi marine americani e a tante truppe scelte europee,
avevano optato in larghissima maggioranza nello stesso modo.
Dei 107 che avevano
superato l'addestramento a cura di militari italiani ingaggiati da Trujillo, 100
abbracciarono la causa dei costituzionalisti. Ognuno di loro valeva un
reggimento, in quanto era in grado di recare danni ingenti alle truppe nemiche.
Del resto Ilio nel suo “curriculum” di soldato vantava anche l’affondamento nel
porto di Gibilterra durante la seconda guerra mondiale di diverse navi inglesi
insieme ad altri sommozzatori che riuscirono anche a fuggire senza subire
perdite umane.
Ilio Capozzi si
guadagnò nella Repubblica Dominicana il rispetto che merita un eroe. Bisogna
tenere presente il messaggio che la sua immolazione continuerà sempre a
trasmettere a dominicani e italiani: la patria va difesa, la vita è un equo
prezzo a tal fine!
Con grande
rispetto, gli venne riservata una delle tombe migliori. Ne siamo fieri!
La targa del suo
nome è piccola e quasi nascosta dietro un albero e tra l'altro riporta ancora
il suo cognome scritto male Capocci, anziché Capozzi. Ora sappiamo come si
chiamava e dove è nato e tante altre cose relative alla sua biografia. Tutto
merito del CTIM che sta svolgendo da anni accurati studi nelle persone del suo
delegato nazionale Cav. Paolo Dussich e di Gianni Prudenza.
Quando entrai nel
cimitero pensai che trovare la sua tomba sarebbe stata un’impresa difficile.
Chiesi allora tanto per avere un orientamento al guardiano dove fossero
sotterrati gli eroi della Guerra de Abril e con mia grande sorpresa il primo
nome che questi mi riferì fu proprio quello di Ilio Capozzi.
Nato a Roma il 16
novembre 1918. Le ultime parole che si ricordano di lui e che pronunciò dopo un
colloquio con l’allora ambasciatore d’Italia sono: «L’uomo non sa quando né
dove nasce, ma può decidere quando e perché morire».