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domenica 29 gennaio 2023

29 Gennaio 1942 RUSSIA deportazione degli Italiani di CRIMEA

 



Gli Italiani in Crimea, avevano cominciato a insediarsi nella penisola a partire a partire dai primi anni del 1800, ivi richiamata dalla Corte Zarista per popolare e sviluppare economicamente quella parte di territorio recentemente annessa alla Russia. I primi provengono per lo più dal Regno di Napoli, successivamente altri.

Nel periodo intorno alla metà dell’800, la comunità italiana che rappresentava il 2% della popolazione della Crimea, ne costituiva la classe agiata. Nel 1840, fu autorizzata a Kerch la costruzione di una chiesa cattolica, esistente ancor oggi e comunemente denominata la “Chiesa degli Italiani”

Con l’avvento del regime comunista in Russia le cose cambiarono : iniziarono le requisizioni delle terre, gli arresti, le persecuzioni.

Tra il ’35 e il ’38 molti italiani sparirono nel nulla, arrestati con l’accusa di spionaggio filoitaliano e di attività controrivoluzionarie.

Nel 1942, con l’avanzare​ delle truppe italiane e tedesche in Ucraina, Mosca decise la deportazione della minoranza italiana di Crimea. All’alba del 29 Gennaio gli italiani rastrellati durante la notte furono ammassati sulle banchine del porto di Kerch e là imbarcati su tre navi, rinchiusi nelle stive, attraversando il Mar Nero fino a Novorossijsk, poi via terra fino a Baku, di qui attraverso il Mar Caspio fino a Krasnovodsk, poi di nuovo sui vagoni ferroviari fino ad Atbasar per essere poi dispersi nella steppa tra Akmolinsk e Karaganda, dove trovarono temperature tra i 30 e i 40 gradi sottozero. Il viaggio  per la lentezza dei trasporti durò fino alla fine di marzo. Una delle navi affondò con tutti i deportati, per la fame e le malattie circa la metà dei bambini morirono durante il viaggio.

Nel Gulag la comunità italiana fu quasi annientata dal freddo e dai lavori forzati. Dopo lo sfaldamento dell’Unione Sovietica, solo una piccola parte dei sopravvissuti riuscì a tornare a Kerch. Molti, dopo il ritorno, celarono la loro origine etnica, alcuni ottennero la russificazione del nome, ma all’interno della comunità hanno continuato a incontrarsi e a tramandare la lingua italiana, arricchita da dialettismi pugliesi, napoletani, liguri e veneti, ai figli e ai nipoti.

 Con l’annessione alla Russia nel 2014, gli italiani di Crimea hanno ottenuto dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin il riconoscimento dello status di “minoranza perseguitata e deportata”.