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mercoledì 5 febbraio 2020

Coronavirus: si trova già fra noi nella Repubblica Dominicana?



Untori e diffusori di fake news.
Non è più come una volta, ai tempi dei Promessi Sposi del Manzoni, per esempio, quando si parlava di untori e basta. Ora alla figura del diffusore del contagio si aggiunge quella del biologo che fabbrica il virus e il relativo vaccino in laboratorio. C’è poi il commerciante di entrambi, il cui trasporto avviene agevolmente anche via Federal Express, il quale con il primo promuove il contagio e con il secondo fa ottimi affari. C’è infine chi si diverte a inventarsi notizie o fake news che non propagano la malattia bensì il panico tra la gente.
Nella Repubblica Dominicana, i giornali, oggi, hanno esordito con delle smentite dello stesso ministro della sanità: “Sono falsi i messaggi vocali che girano sulle reti sociali, in particolare su Whatsapp, secondo cui il virus si troverebbe già nel territorio nazionale.”
Secondo il ministro, cinque persone sono sotto vigilanza epidemiologica perché arrivati dalla Cina, ma non presentato sintomi della malattia. Sono state comunque adottate delle precauzioni.
Nei messaggi vocali, invece, si parla di due persone, padre e figlia, commercianti, rientrati da un viaggio d’affari in Cina, entrambi positivi al coronavirus, di cui una, la figlia, sarebbe già deceduta e il padre si troverebbe in gravi condizioni.
Nei messaggi si raccomanda di non viaggiare in metropolitana, di procurarsi delle mascherine e di tenersi lontano dalle altre persone.
Se il ministro della sanità sostiene che si tratta di fake news, gli si deve credere ovviamente. Comunque per essere certi che sia proprio così non ci vorrà molto. Qui le malattie contagiose si diffondono a velocità supersoniche. L’abbiamo appurato nel 2014 con la chincungunya. Questo contagio per la verità era “affidato” alla zanzara tigre, ma pochi ci hanno creduto più di tanto. In sei mesi contrassero il virus quasi mezzo milione di persone. Tutta colpa della solita zanzara? Forse.
Se è vero poi che il coronavirus viaggia comodamente a bordo delle goccioline di saliva ed è quindi favorito dalla vicinanza delle persone, dagli starnuti e dai colpi di tosse,  la proverbiale socievolezza dei dominicani accelererebbe di molto la diffusione del contagio.
Parlare poi di luoghi di quarantena nel domicilio dei malati fa sorridere, in quanto sempre per la natura estremamente amichevole del popolo che ci ospita, le case sono luoghi di ritrovo costante di parenti, amici e vicini. Poi ci sono i tavoli di domino a ogni angolo di strada nei “barrios”, le “guaguas” stracolme, i treni della metropolitana gremiti, i carro-concho con sette passeggeri uno sopra l’altro ecc.
C’è solo da farsi il segno della croce e attendere l’intervento della Divina Provvidenza che ogni anno istruisce gli angeli custodi di questa nazione di deviare lontano gli uragani, magari colpendo popoli meno devoti…
Speriamo quindi che Dio ce la mandi buona!