La storia dei
brogli non è ancora finita. 32 sezioni elettorali con il 95% delle preferenze
ai due candidati dell’USEI. La maggior parte delle schede compilate con la
stessa penna e dalla stessa mano. 25.000 voti in tutto, un deputato, Eugenio
Sangregorio, e un senatore, Adriano Cario, entrambi dell’USEI eletti. Vengono
sconfitti Alberto Becchi e Fabio Porta del PD.
A Castelnuovo di
Porto il fatto a suo tempo suscitò scalpore tra gli scrutatori, gli addetti e i
candidati che si aggiravano tra i tavoli. Dapprima sono state messe in evidenza
sette sezioni tutte della circoscrizione di Buenos Aires, poi sono comparse
altre 25. In tutto 32. I brogli sono evidenti ma l’iter parlamentare e giudiziario
per farli riconoscere dalle apposite giunte del senato e della camera è
incerto.
I candidati Becchi
e Porta hanno presentato denuncia alla procura della repubblica di Roma, alla
procura della repubblica di Buenos Aires, ricorso al Tar del Lazio e alle giunte
per le elezioni del senato e della camera dei deputati.
Una serie di
denunce e di ricorsi che però non avrebbero sortito alcun effetto se a un certo
punto non fosse comparso il contratto stipulato tra la posta argentina
(Correo argentino) e il governo italiano relativamente alla custodia e alla
consegna delle schede elettorali. Questa circostanza ha messo in moto le
indagini presso la procura di Buenos Aires. È stata aperta formalmente un’inchiesta
e si stanno raccogliendo prove e testimonianze. Tra poco il giudice argentino
sarà in grado di emettere una sentenza che verrà prontamente consegnata alle
relative giunte camerali.
All’accertamento
dei brogli dopo il riesame delle schede contestate potrebbe seguire il loro
annullamento e quindi la sostituzione dei candidati eletti nel 2018 in forza di
queste.
Ma tra i tavoli
degli scrutinatori di Castelnuovo di Porto in quei giorni si aggirava anche
Ricardo Merlo. Il candidato Alberto Becchi ha riferito nella conferenza stampa
svoltasi in data 2/12/2019 che anche l’eletto senatore e presidente del MAIE
aveva riconosciuto l’apparente irregolarità delle schede. Gli sarebbe stato
chiesto perché non presentava denuncia. La sua risposta sarebbe stata che “chi
vince non denuncia”.
Probabilmente su
questa vicenda di brogli l’onorevole italo-argentino ha chiuso un occhio nel
momento in cui ha accolto nel suo schieramento il sen. Adriano Caprio.
Un acquisto, quello
di Cario, di successo visto che garantendo il MAIE la fiducia di due senatori
al fragile governo gialloverde, Merlo è riuscito a “negoziare” la sua nomina come
sottosegretario agli esteri, situazione che poi si è ripetuta con la
maggioranza giallorossa.
Nella foto vediamo
i due candidati PD denuncianti e ricorrenti, a sinistra Alberto Emilio Becchi e
a destra Fabio Porta. Al centro, lo conosciamo tutti, Antonio Di Pietro, che
presta la sua consulenza.
Evidentemente
questa volta si fa sul serio!