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sabato 8 febbraio 2020

Italiano detenuto nel Centro di Accoglimento di immigrati di Haina



La risposta del presidente del Com.it.es Cav. Paolo Dussich non si è fatta attendere. Il connazionale è stato liberato diverso tempo fa ed è stato nuovamente deportato. La fonte di questa informazione è la stessa ambasciata che sicuramente una volta venuta a conoscenza del caso lo ha seguito e ha contribuito a risolverlo.
Il giovane non si trova più in territorio dominicano. È in Italia. Non si sa se intenda fare ritorno da queste parti. Non sarebbe da escludere del tutto visto il soggetto.
Qualcuno si chiede cosa abbia combinato per essere deportato. In realtà la deportazione nella R.D. non è legata ad attività criminali ma soltanto a violazioni delle leggi migratorie. In caso contrario si parla di espulsione.
Al rientro in RD dopo la prima deportazione, l’italiano avrebbe dovuto essere respinto. Invece, il giovane sostiene di aver pagato una cifra che gli è stata chiesta sottobanco per far chiudere un occhio alle autorità.
Dopo un mese è incappato in un altro controllo e una volta accertata la sua situazione migratoria irregolare è stato arrestato e trasferito immediatamente a Haina in attesa di deportazione.
Le dichiarazioni del giovane connazionali che abbiamo sentito nel video pubblicato nelle reti sociali sono da prendere con le pinze. Il suo riferimento ai 400 haitiani reclusi in una piccola cella è falso perché a Haina vengono trasferiti tutti gli stranieri tranne gli haitiani che vengono trasportati direttamente alla frontiera. Appare inoltre improbabile che sia stato percosso dalla polizia come sostiene. Inoltre la cella dove si trova sembra una reggia in confronto con altre che abbiamo visto, ad es. con quella della “carcelita” del palazzo di giustizia della Charles.
Non si sa quanto tempo sia rimasto a Haina. Parla di 355 pasti consumati a base di sardine e dice di essere molto dimagrito.
Ricordiamo che le attuali autorità hanno ormai perso l’abitudine di comunicare all’ambasciata i casi in cui i nostri connazionali sono coinvolti.
La mancanza di tempestività dell’intervento dei funzionari della sede diplomatica è dovuta a questo atteggiamento non consono con i trattati internazionali.
L’episodio comunque conferma ciò che molti non si rassegnano ad accettare. Nella Repubblica Dominicana è in corso un’applicazione letterale delle disposizioni e dei termini delle leggi e dei regolamenti migratori