La risposta del
presidente del Com.it.es Cav. Paolo Dussich non si è fatta attendere. Il connazionale
è stato liberato diverso tempo fa ed è stato nuovamente deportato. La fonte di
questa informazione è la stessa ambasciata che sicuramente una volta venuta a
conoscenza del caso lo ha seguito e ha contribuito a risolverlo.
Il giovane non si
trova più in territorio dominicano. È in Italia. Non si sa se intenda fare
ritorno da queste parti. Non sarebbe da escludere del tutto visto il soggetto.
Qualcuno si chiede
cosa abbia combinato per essere deportato. In realtà la deportazione nella R.D.
non è legata ad attività criminali ma soltanto a violazioni delle leggi
migratorie. In caso contrario si parla di espulsione.
Al rientro in RD dopo
la prima deportazione, l’italiano avrebbe dovuto essere respinto. Invece, il
giovane sostiene di aver pagato una cifra che gli è stata chiesta sottobanco per
far chiudere un occhio alle autorità.
Dopo un mese è
incappato in un altro controllo e una volta accertata la sua situazione
migratoria irregolare è stato arrestato e trasferito immediatamente a Haina in
attesa di deportazione.
Le dichiarazioni
del giovane connazionali che abbiamo sentito nel video pubblicato nelle reti
sociali sono da prendere con le pinze. Il suo riferimento ai 400
haitiani reclusi in una piccola cella è falso perché a Haina vengono trasferiti
tutti gli stranieri tranne gli haitiani che vengono trasportati direttamente
alla frontiera. Appare inoltre improbabile che sia stato percosso dalla polizia
come sostiene. Inoltre la cella dove si trova sembra una reggia in confronto
con altre che abbiamo visto, ad es. con quella della “carcelita” del palazzo di
giustizia della Charles.
Non si sa quanto
tempo sia rimasto a Haina. Parla di 355 pasti consumati a base di sardine e
dice di essere molto dimagrito.
Ricordiamo che le
attuali autorità hanno ormai perso l’abitudine di comunicare all’ambasciata i
casi in cui i nostri connazionali sono coinvolti.
La mancanza di
tempestività dell’intervento dei funzionari della sede diplomatica è dovuta a
questo atteggiamento non consono con i trattati internazionali.
L’episodio comunque
conferma ciò che molti non si rassegnano ad accettare. Nella Repubblica
Dominicana è in corso un’applicazione letterale delle disposizioni e dei
termini delle leggi e dei regolamenti migratori