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venerdì 18 ottobre 2024

La proposta di Forza Italia per cambiare le regole della cittadinanza: lo Ius Italiae

 






Forza Italia ha presentato lo Ius Italiae, una proposta sensata e fortemente migliorativa rispetto a quella attuale per l’acquisizione della cittadinanza italiana.

Sono due le modalità che integrano lo Ius Italiae: lo Ius Scholae e lo Ius Sanguinis. Per quel che riguarda lo Ius Scholae, non si può dubitare che, dopo dieci anni di frequenza scolastica, si possa diventare a tutti gli effetti italiani, in quanto a quel punto si sarebbe a conoscenza a livello sufficiente della nostra lingua e della nostra cultura. Relativamente allo Ius Sanguinis, la riduzione ai bisnonni del diritto all'acquisizione della cittadinanza non solo è ragionevole ma anche pratica, in quanto eviterebbe tutta una serie di truffe basate su falsificazioni varie e certificati fasulli provenienti dalla notte dei tempi che attestano l'esistenza di antenati che tali non sono. Si deve tener conto inoltre delle migliaia di cause per la cittadinanza degli oriundi che giacciono nei tribunali italiani dei capoluoghi regionali e che intasano non solo i lavori giudiziari ma anche l’operato di numerosi comuni, soprattutto nel Nord-est.

La lega è contraria allo Ius Scholae. Dovrebbe ripensarci. In fondo, Matteo Salvini è stato l'ultimo politico che ha apportato un aspetto positivo alla legge sulla cittadinanza, imponendo ai coniugi stranieri di cittadini italiani il superamento di un esame linguistico. Qualcosa del genere non sarebbe male che venisse stabilito anche per gli oriundi che diventano italiani e per quelli che già lo sono, tra i quali la diffusione della nostra lingua è quasi inesistente. Eppure votano e più di qualche volta hanno condizionato l'esito delle elezioni nazionali.

Sullo Ius Scholae ha pienamente ragione Tajani. Sullo Ius Sanguinis è evidente che questo diritto deve essere ristretto. Per quanto riguarda lo Ius Solis, invece, è bene che non se ne parli nemmeno.

Speriamo anche che qualcuno faccia una proposta per eliminare il diritto di voto all'estero di chi oltre alla cittadinanza italiana ne possiede un'altra per nascita, non ha mai risieduto in Italia e abita nel paese nativo. Si eviterebbe così l'esistenza di partiti, come ad esempio il partito italo-argentino MAIE, che esercitano di fatto l’attività politica in entrambi i Paesi, svilendo la funzione che si presume dovrebbero svolgere i partiti a favore degli interessi dell'Italia e degli italiani.