
"La goccia scava la roccia", all'insegna di questo motto Ricky Filosa ha
condotto la sua battaglia a nome di tutta la comunità italiana di Santo
Domingo per ottenere la riapertura dell'ambasciata. C'è voluta tutta la
sua grande determinazione e grinta e c'e voluto anche il suo giornale
ItaliaChiamaItalia senza il quale ogni sforzo sarebbe stato
probabilmente vano.
Ricky Filosa si era prefissato di far capire al
governo italiano che con la chiusura della nostra ambasciata era stato
commesso un grave errore.
Una volta però che viene presa una
decisione del genere difficilmente si torna indietro. Basti pensare che
alla data della chiusura definitiva i locali della ex ambasciata e della
residenza dell'ambasciatore erano già vuoti. Ci si era sbarazzati
subito degli arredi, delle attrezzature e di ogni bene mobile.
Investimenti rilevanti fatti a suo tempo, buttati letteralmente alle
ortiche. Il personale è stato sistemato altrove. Poco è mancato che
anche gi immobili andassero all'asta. Contestualmente per contro si
sostenevano spese per l'impostazione delle nuove modalità
dell'erogazione dei servizi consolari, potenziando l'ambasciata di
Panama e la rete consolare onoraria. E questa situazione ha continuato
fino a poco fa, addirittura anche dopo le prime avvisaglie di riapertura
della nostra sede diplomatica. Tant'è che qualcuno dubitava della loro
fondatezza. Spese per chiudere, spese per rimpiazzare in qualche modo il
consolato chiuso e poi spese per riaprire. Uno sperpero assurdo
facilmente prevedibile e che a rigor di logica rendeva molto improbabile
un ripensamento del governo italiano relativamente al provvedimento di
rimozione della nostra sede diplomatica.
Lo diceva il
sottosegretario agli esteri Mario Giro: "Mettetevi il cuore in pace,
l'ambasciata italiana di Santo Domingo non verrà più riaperta". Oggi
invece da viceministro "riconosce che i connazionali di Santo Domingo
hanno alzato un polverone" come leggiamo dalle pagine di Fanpage.
Il polverone è tutto opera di Ricky Filosa che ha iniziato subito a
raccogliere firme e ha anche organizzato una manifestazione di fronte
all'ex sede consolare e che con il suo giornale e con la sua squadra non
ha mai smesso di pubblicare articoli, informando, intervistando,
rivelando le difficoltà che la nostra comunità stava attraversando,
abbandonata a se stessa dal Ministero degli Affari Esteri, anche se alla
Farnesina ripeteranno all'infinito che questo non è vero e citeranno la
memorabile sentenza del Consiglio di Stato che ha "modificato" una
legge, quella della spending review, approvata dal Parlamento italiano,
quindi dal potere legislativo dello stato italiano, sostenendo che
l'invarianza dei servizi in un contesto di risparmio è impossibile.
Ricky si è anche avvalso del suo partito, il MAIE, il cui presidente,
l'onorevole Riccardo Merlo è venuto a Santo Domingo a proprie spese per
incontrarsi con la nostra comunità e successivamente si è confrontato
anche a Roma con il sottosegretario Amendola ed è stato il primo che ha
confermato ai connazionali qui residenti che la Farnesina intendeva
riaprire l'ambasciata di Santo Domingo. Comunque l'onorevole Merlo lo
troviamo già all'inizio del 2014, cercando di proteggere i nostri
interessi prima ancora dell'approvazione del decreto del CdM,
contestando l'inclusione della nostra ambasciata tra le sedi da
chiudere.
Ricky si scontrava però con un muro sordo a Roma, e
chiaramente ciò accadeva anche ai parlamentari del MAIE. Coloro che
avrebbero potuto sostenere la nostra causa guardavano da un'altra parte e
mormorando "spending review" si allontanavano dimenando la testa. Fin
lì durava il colloquio, oltre non si riusciva ad andare. Il risparmio
aveva acquistato un alone di sacralità e al governo e alla Farnesina
nessuno dedicava due minuti ad ascoltare le nostre ragioni, sembrava di
urlare al vento dappertutto. Si era abbassata la saracinesca e tutto era
finito. Oggi magari sono in tanti a voler saltare sul carro del
vincitore, ma al tempo c'era solo Ricky a crederci e con il suo motto
che a dirlo in latino fa più effetto "Gutta cavat lapidem", la goccia
scava la roccia, teneva su di morale la sua squadra, invitando ognuno a
persistere, a informarsi, a pubblicare articoli, a vedere come andavano
le cose con le pratiche consolari e a farlo sapere al pubblico.
A
chiunque sarebbero cadute le braccia, perché non solo non c'era alcun
appoggio da parte della stampa italiana e dei politici e burocrati
protagonisti della vicenda, ma nemmeno qui a casa nostra l'impegno di
Ricky e della sua squadra era ben visto. In fondo per tanti nostri
connazionali la nostra ambasciata era stata chiusa per il traffico di
visti. E non hanno mai smesso di sostenerlo, nemmeno davanti
all'inesistenza di una qualunque indagine e di quanto meno un
licenziamento andato a buon fine.
Ma alla fine la goccia ha scavato
la roccia. Al governo non hanno potuto che accorgersi di aver sbagliato
e hanno preso la decisione giusta di ripristinare la nostra sede
diplomatica. Poteva andare peggio, non ci possiamo lamentare. Un governo
che riconosce un suo errore e si rimangia delle decisioni pur in
presenza di costi sostenuti inutilmente e di sperperi, non è poi tanto
male. Io non me lo sarei mai aspettato e mi fa piacere di essere stato
contraddetto.
E ora che l'ambasciata riapre, i complimenti a Ricky
sono spesso offuscati dalla domanda se siamo sicuri che non ci saranno
ancora traffici e se questa volta gli impiegati saranno onesti.
Evidentemente Ricky Filosa secondo loro si è assunto una grande
responsabilità... E va bene, penso comunque che lui non se ne faccia un
grande problema!
Del resto non tutti la pensano così, per esempio
sostiene l'ex senatore Giuseppe Visca della cui onestà intellettuale
siamo grati: "Caro Ricky, riconosco in te una delle persone che più di
tutti hanno potuto permettere il successo della riapertura
dell'ambasciata. Complimenti."
E l'ex senatore Giuseppe Visca ne sa
qualcosa. Anche lui si è dato da fare e sa cosa voglio dire quando parlo
della totale indifferenza sulla nostra vicenda da parte dei politici
romani e della stampa italiana.