Due italiani a
distanza di pochi giorni sono stati vittime di omicidi. Le reazioni dei
connazionali non sono unanimemente solidali. Si direbbe che tanti ritengono in
cuor loro che sicuramente "se la sono cercata". In particolare
l'articolo di Valerio Del Pezzo apparso ieri su ItaliaChiamaItalia merita di
essere esaminato a fondo.
L'articolo pubblicato ieri su ItaliaChiamaItalia e firmato
da Valerio Del Pezzo relativo all'omicidio del connazionale Severino Toneatto
residente a Las Terrenas è stato redatto secondo uno stile che attualmente va
per la maggiore in Italia. Imposto dalle nuove correnti politiche e
giornalistiche, questo stile si caratterizza da una superficialità senza
precedenti almeno nei secoli successivi all'inquisizione medioevale. In base a circostanze
vagamente accennate di cui il lettore non viene a conoscenza, questi, il
lettore, è invitato ad accettare a scatola chiusa un giudizio basato su
sofisticate illazioni che rappresentano la colonna portante di quanto si
sostiene. Si infanga così spudoratamente e infondatamente la memoria della vittima
e la sua famiglia: "l'equivoco passato di Toneatto può far sorgere dei
dubbi sulla vera ragione del suo omicidio", "certi suoi atteggiamenti
equivoci nei confronti di altre persone potrebbero aver creato rancori, forse
profondi". E il bello è che c'è una marea di connazionali qui residenti
disposti ad assentire con gravità caricaturale e a sostenere espressamente che
in fondo questa vittima, o le altre, se l'è cercata…
Si tratta di un atteggiamento inaccettabile del quale posso
dire solo quanto segue.
La vita in America Latina e quindi anche nel paese dove
viviamo vale molto meno che in Italia: circa 30 volte di meno. Mi spiego, qui
si verificano 25 omicidi l'anno ogni 100.000 abitanti, in Italia invece ci
fermiamo a meno di 1 omicidio ogni 100.000 abitanti. Teniamo presente che in
Italia abbiamo la mafia, la camorra, la ndrangheta, gli islamici, i profughi di
guerra, le bande albanesi e slave, i rom e chi più ne ha più ne metta. Eppure
in mezzo a questa situazione caotica che incuterebbe terrore a chiunque si
soffermasse solo a pensarci su un attimo, il tasso di omicidi non supera l'uno
su 100.000. Per il resto se circoscriviamo il dato statistico solo ai nostri
connazionali, possiamo dire che essendoci 10.000 iscritti AIRE con 5 omicidi di
italiani l'anno, e nel 2016 ce ne sono già stati anche di più, il tasso alla
data di oggi sarebbe di 50 omicidi ogni 100.000 abitanti. Quindi mediamente gli
italiani residenti vittime di omicidi sarebbero due volte più numerosi rispetto
ai dominicani che subiscono la stessa sorte. Se poi andassimo a esaminare
queste statistiche limitatamente ai soli italiani maschi ci ritroveremmo con
una situazione ulteriormente peggiorata.
Perché vengono ammazzati gli italiani?
Perché qualcun altro è in grado di avvantaggiarsi
economicamente della loro morte: soci in affari, controparti in cause
giudiziarie, partner e loro familiari, rapine. Chi uccide gli italiani? I
rapinatori, i sicari assoldati con pochi spiccioli… Da queste parti la vita è
cara solo al supermercato!
Ultimo ma non meno importante: il tasso di omicidi ogni
100.000 abitanti non dipende assolutamente dal numero di immigrati illegali
presenti nell'isola di qualunque nazionalità essi siano, ciò che invece
sostiene Del Pezzo: "Las Terrenas deve essere liberata delle persone che
per legge non hanno diritto di risiedere nel territorio nazionale". Anche
questa è un'affermazione totalmente infondata. L'elevato tasso di omicidi è legato
al volume di attività criminose, rapine, omicidi su ordinazione oppure
situazioni banali in cui chi è armato ritiene di ergersi a giudice sulla vita o
sulla morte di un altro essere umano per futili motivi. C'è poi da parte
dell'omicida di solito una preoccupante certezza di farla franca. Tanti di
questi criminali si imboscano da qualche parte e diventano per sempre
invisibili alla giustizia.
Invito i connazionali quindi alla cautela, perché
evidentemente viviamo in un paese più pericoloso del nostro (trenta volte più
pericoloso), e soprattutto a essere più solidali con le vittime italiane, senza
gettare a priori ombre su di loro o alludere a una loro probabile
responsabilità sull'omicidio di cui sono stati vittime (!). Non è detto che
domani tocchi a noi o a qualche nostro familiare o amico la stessa sorte.
Questa solidarietà poi tenendo conto dell'inesistenza di una sede diplomatica
sul posto che ci tuteli e assista diventa addirittura fondamentale. Speriamo di
reagire compatti ai prossimi omicidi di italiani, che ci saranno
immancabilmente... questo è poco ma sicuro!