"Malversazioni,
compravendita di visti, corrotti e corruttori, la magistratura indagherà!"
Ma le indagini sono già state archiviate! E allora la chiusura della sede
diplomatica di Santo Domingo, così frettolosa e così assurda, rappresenta in
realtà un tentativo ben riuscito di insabbiamento delle prove?
Dagli incontri del senatore Cuomo ai quali ho partecipato,
in tutto due, quello di Boca Chica presso lo Sporting Club del 9 giugno e
quello di Santo Domingo presso la Casa d'Italia del 10 giugno sono emerse delle
cose interessanti.
Innanzitutto, la visita dell'onorevole Cuomo sicuramente ha
crismi di ufficialità, essendo stata chiesta dai parlamentari dominicani ed autorizzata
con delega dal presidente del senato Grasso.
La visita ha lo scopo di sentire la comunità italiana qui
residente sugli effetti della chiusura e questo è un aspetto che ci potrebbe
far sorridere se non ci trovassimo in uno stato d'animo che piuttosto ci fa
piangere.
La comunità comunque è stata sentita. Sono emersi
soprattutto i problemi dei servizi anagrafici, del rilascio dei passaporti e della
concessione dei visti ai cittadini dominicani. A detta dell'ing. Dina, che è
intervenuto alla Casa d'Italia, il nuovo ambasciatore Apicella ha affermato che
l'outsourcing dei visti è stato assegnato e che una volta trascorsi i tempi
tecnici lo sportello visti aprirà a Santo Domingo.
In entrambe le riunioni è stato chiesto al senatore un
chiarimento circa le vere cause della chiusura della nostra sede diplomatica
dato che i motivi di bilancio che la fanno rientrare nel decreto della Spending
Review ormai non reggono più. L'onorevole ha espresso al riguardo un suo parere
personale facendo riferimento a una motivazione ufficiale che tutti noi
conosciamo e cioè quella del risparmio e a una motivazione secondo lui più
verosimile legata a delle malversazioni e alla compravendita dei visti. Si
tratta chiaramente di una sua posizione personale anche se il tema delle
malversazioni mi è completamente nuovo.
Conclusione
L'onorevole Cuomo non è un addetto ai lavori del settore
esteri e non sposterà di un millimetro la posizione dei caparbi burocrati del
MAE. Alla Farnesina si attendono sicuramente solo che il senatore riesca ad
avere da parte delle autorità dominicane l'approvazione di cui alla Convenzione
di Vienna affinché i consolati onorari possano iniziare a sbrigare pratiche
anagrafiche. Da questo punto di vista le probabilità di successo di Cuomo non
sono trascurabili. Quindi non è l'Italia che vuole sapere come vanno le cose,
ma la R. Dominicana che cerca di smuovere la situazione. Da noi non cambierà
niente, questo è poco ma sicuro. Ci si può attendere solo che il governo
dominicano ceda perché dalle parti nostre non lo faranno mai. Il senatore
comunque si è pronunciato a favore di un consolato generale e non di un
consolato onorario. C'è da dire che penso che non sia possibile avere un
consolato generale in un paese dove non c'è un'ambasciata.
Il senatore ha fatto riferimento a quelli che sono i nostri
diritti costituzionali in quanto cittadini italiani e ha dichiarato di
intendere farceli riconoscere da governo e parlamento una volta rientrato in
Italia. Di fatto questi diritti ci vengono attualmente negati. Grazie senatore!
Apprezziamo le Sue buone intenzioni! Peccato che il Suo partito non sa cosa
farsene della Costituzione!
Per quel che riguarda l'analisi sulle motivazioni della
chiusura ritengo che se la motivazione ufficiale è da ritenersi assurda, e di
questo Cuomo non sembra avere alcun dubbio, il decreto di chiusura dovrà essere
annullato dal TAR in quanto immotivato e le persone che hanno imbastito la
falsa motivazione dovranno subire una condanna penale oltre logicamente ad
essere allontanate dalle loro funzioni.
Relativamente alle indagini della magistratura su
malversazioni e compravendite di visti, la fiducia dell'onorevole sull'esito
delle stesse non mi trova molto d'accordo. Infatti, la frettolosità della
chiusura e dello smantellamento della sede diplomatica nonché la scomparsa
della documentazione cartacea fa pensare piuttosto a un tentativo ben riuscito
di insabbiamento delle prove. Tant'è che apprendo oggi che la procura di Roma
ha archiviato le indagini!
Se questa è la vera motivazione e cioè un insabbiamento
delle prove, dobbiamo ripensare tutto daccapo e prendere delle iniziative, ben
consapevoli di questo nuovo stato delle cose! E soprattutto sarebbe da vedere a
quali malversazioni si fa riferimento perché se si tratta di cooperazione
internazionale ne vedremo delle belle! Infatti, nessuno alla Farnesina è legato
alla cooperazione internazionale più di Mario Giro, sottosegretario agli
esteri, funzionario della Comunità di Sant'Egidio, braccio destro di Andrea
Riccardi, fondatore della menzionata Comunità ed ex ministro della cooperazione
internazionale durante il governo Monti. Mario Giro è il principale artefice
della chiusura della nostra sede diplomatica!