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venerdì 14 ottobre 2016

I prepotenti non cedono mai!



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Nulla di nuovo sotto il sole, i prepotenti non cedono e il conflitto di interessi persiste!
La Farnesina impugna presso il Consiglio di Stato la sentenza del TAR del Lazio che ha annullato il decreto di chiusura dell'Ambasciata di Santo Domingo. Nulla di nuovo sotto il sole! Nel manuale dei prepotenti, che è inciso nella nostra esperienza personale, soprattutto nella mia che ho i capelli bianchi, non esiste l'accettazione di un verdetto contrario alle proprie arbitrarietà. In definitiva, saranno le vittime del sopruso a dover affrontare ulteriori spese, mica i burocrati da mezzo milione di euro l'anno! Loro se la ridono sotto i baffi. Perché dovrebbero accettare la sentenza? Il tempo gioca sempre a loro favore e poi un verdetto altrettanto umiliante non lo temono neppure: i prepotenti, si sa, hanno la faccia di bronzo!
Da quando in Italia ai governi eletti è subentrata la dinastia, neoliberale di fatto, Monti, Letta, Renzi, le cose non vanno bene agli italiani in genere e men che meno a quelli residenti all'estero. Questi premier mai eletti hanno promosso e promuovono il taglio della spesa pubblica per la riduzione del debito dello stato, la privatizzazione di quanto di proprietà dell'Erario e l'aumento delle tasse. Quest'ultimo aspetto è un'anomalia neoliberale tutta italiana. I neoliberali di solito le tasse le riducono secondo il principio che è alla base della loro ideologia e cioè che lo stato non debba intervenire sul mercato o che debba intervenire il meno possibile. Ma i neoliberali italiani sono legati alla finanza internazionale e in fondo una buona fetta degli incassi erariali vanno a finire alle banche a fronte degli interessi che i titoli di stato italiani da queste detenuti fruttano e i cui tassi vengono stabiliti dalle agenzie di rating di New York che, guarda caso, le controllano direttamente o indirettamente.
I neoliberali veri o di fatto inoltre si spacciano spesso e volentieri per tecnici, ma visti gli immancabili conflitti di interessi sempre presenti non si può fare a meno di pensare che operino "pro domo sua" a vantaggio delle loro lobby. E a pensar male ci si azzecca sempre! Ma cosa c'entra tutto questo con la nostra ambasciata e con il Ministero degli Affari Esteri?
Mario Monti, subentrato a Silvio Berlusconi come salvatore della patria, "tecnico" strettamente legato a  Wall Street, nel 2013 affidò il ministero della Cooperazione ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Per chi non lo sapesse, la Comunità di Sant'Egidio è un doppione della Farnesina. Si trova in oltre 70 paesi, opera nella cooperazione internazionale a favore di cittadini non italiani e svolge spesso funzioni diplomatiche vere e proprie di mediazioni politiche, civili e tra belligeranti. Un conflitto di interessi clamoroso! All'origine era una comunità di carattere religioso, oggi è un colosso che ha bisogno di essere foraggiato a ogni piè sospinto. Fa opere di bene? Certo le farà anche ma non è giusto che le faccia con risorse che sono destinate agli italiani che vivono all'estero. Ma dov'è il busillis? Mario Giro, numero 2 della Comunità di Sant'Egidio e sottosegretario agli esteri guida la Farnesina verso percorsi di snellimento della spesa, prendendo come motivo il risparmio, ma in palese contraddizione con gli interessi del popolo italiano e non solo degli italiani all'estero. Percorsi che rientrano nella strategia a livello mondiale della comunità alla quale appartiene. I servizi consolari strappati alla Farnesina e tutto ciò che ha a che fare con la cultura italiana, insomma tutto ciò che si presenta come affare lucrativo e che oggi rientra nelle competenze della Farnesina, dovrà gravitare in futuro nell'orbita di questo colosso internazionale. I servizi consolari verranno affidati a terzi privati nominati consoli e vice consoli onorari nei corridoi della Farnesina, i patronati si espanderanno a dismisura e verranno sostenuti logisticamente attraverso nomine a corrispondenti consolari dei loro rappresentanti. Certo "oggi nomino te e domani ti licenzio e nomino qualcun altro", il tutto con la massima discrezionalità e irrobustendo in tal modo una posizione di potere che attualmente è ancora tentennante.
Mario Giro è un promotore dei patronati ed è stato anche il principale fautore della chiusura della nostra ambasciata. Chiudendola non c'è stato alcun risparmio per la Farnesina, ma il business dei servizi consolari che gli italiani residenti e non a Santo Domingo e i dominicani che hanno familiari in Italia richiedono e che vale diversi miliardi è un bocconcino che aspetta ancora solo il momento giusto per essere ingoiato. Valeva la pena fare altrettanto con il Costa Rica o addirittura con il Panama? Certamente no! Ma le ciambelle non sempre escono con il buco! Troppe cose sono andate storte. La cessione degli immobili della sede diplomatica di proprietà demaniale è fallita: non si possono vendere! A quei milioni ci avevano fatto un pensierino? Opere di bene in Nigeria o in Cuba? Perdio sempre giustificate, ci mancherebbe! Poi c'è la sentenza del TAR del Lazio che scoraggia i privati che devono cacciare i soldi per mettere a punto le strutture che erogheranno i servizi… E ultimo ma non per importanza ci sono queste voci di riapertura del vecchio consolato e di chiusura del consolato onorario, dove a quanto pare non tutto procede liscio come si vuole dare a intendere. Comunque il conflitto di interessi persiste così come persiste la prepotenza di chi non facendo gli interessi dello stato italiano impugna una sentenza umiliante a sue spese, dello stato, e insiste in una posizione che ormai abbiamo tutti capito.