Nulla di nuovo sotto il sole, i prepotenti
non cedono e il conflitto di interessi persiste!
La Farnesina impugna presso il Consiglio di
Stato la sentenza del TAR del Lazio che ha annullato il decreto di chiusura
dell'Ambasciata di Santo Domingo. Nulla di nuovo sotto il sole! Nel manuale dei
prepotenti, che è inciso nella nostra esperienza personale, soprattutto nella
mia che ho i capelli bianchi, non esiste l'accettazione di un verdetto
contrario alle proprie arbitrarietà. In definitiva, saranno le vittime del
sopruso a dover affrontare ulteriori spese, mica i burocrati da mezzo milione
di euro l'anno! Loro se la ridono sotto i baffi. Perché dovrebbero accettare la
sentenza? Il tempo gioca sempre a loro favore e poi un verdetto altrettanto
umiliante non lo temono neppure: i prepotenti, si sa, hanno la faccia di
bronzo!
Da quando in Italia ai governi eletti è
subentrata la dinastia, neoliberale di fatto, Monti, Letta, Renzi, le cose non
vanno bene agli italiani in genere e men che meno a quelli residenti
all'estero. Questi premier mai eletti hanno promosso e promuovono il taglio
della spesa pubblica per la riduzione del debito dello stato, la
privatizzazione di quanto di proprietà dell'Erario e l'aumento delle tasse.
Quest'ultimo aspetto è un'anomalia neoliberale tutta italiana. I neoliberali di
solito le tasse le riducono secondo il principio che è alla base della loro ideologia
e cioè che lo stato non debba intervenire sul mercato o che debba intervenire
il meno possibile. Ma i neoliberali italiani sono legati alla finanza
internazionale e in fondo una buona fetta degli incassi erariali vanno a finire
alle banche a fronte degli interessi che i titoli di stato italiani da queste
detenuti fruttano e i cui tassi vengono stabiliti dalle agenzie di rating di
New York che, guarda caso, le controllano direttamente o indirettamente.
I neoliberali veri o di fatto inoltre si
spacciano spesso e volentieri per tecnici, ma visti gli immancabili conflitti
di interessi sempre presenti non si può fare a meno di pensare che operino
"pro domo sua" a vantaggio delle loro lobby. E a pensar male ci si
azzecca sempre! Ma cosa c'entra tutto questo con la nostra ambasciata e con il
Ministero degli Affari Esteri?
Mario Monti, subentrato a Silvio Berlusconi
come salvatore della patria, "tecnico" strettamente legato a Wall Street, nel 2013 affidò il ministero
della Cooperazione ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio.
Per chi non lo sapesse, la Comunità di Sant'Egidio è un doppione della
Farnesina. Si trova in oltre 70 paesi, opera nella cooperazione internazionale a
favore di cittadini non italiani e svolge spesso funzioni diplomatiche vere e
proprie di mediazioni politiche, civili e tra belligeranti. Un conflitto di
interessi clamoroso! All'origine era una comunità di carattere religioso, oggi
è un colosso che ha bisogno di essere foraggiato a ogni piè sospinto. Fa opere
di bene? Certo le farà anche ma non è giusto che le faccia con risorse che sono
destinate agli italiani che vivono all'estero. Ma dov'è il busillis? Mario
Giro, numero 2 della Comunità di Sant'Egidio e sottosegretario agli esteri
guida la Farnesina verso percorsi di snellimento della spesa, prendendo come
motivo il risparmio, ma in palese contraddizione con gli interessi del popolo
italiano e non solo degli italiani all'estero. Percorsi che rientrano nella
strategia a livello mondiale della comunità alla quale appartiene. I servizi
consolari strappati alla Farnesina e tutto ciò che ha a che fare con la cultura
italiana, insomma tutto ciò che si presenta come affare lucrativo e che oggi
rientra nelle competenze della Farnesina, dovrà gravitare in futuro nell'orbita
di questo colosso internazionale. I servizi consolari verranno affidati a terzi
privati nominati consoli e vice consoli onorari nei corridoi della Farnesina, i
patronati si espanderanno a dismisura e verranno sostenuti logisticamente
attraverso nomine a corrispondenti consolari dei loro rappresentanti. Certo
"oggi nomino te e domani ti licenzio e nomino qualcun altro", il
tutto con la massima discrezionalità e irrobustendo in tal modo una posizione
di potere che attualmente è ancora tentennante.
Mario Giro è un promotore dei patronati ed
è stato anche il principale fautore della chiusura della nostra ambasciata.
Chiudendola non c'è stato alcun risparmio per la Farnesina, ma il business dei
servizi consolari che gli italiani residenti e non a Santo Domingo e i
dominicani che hanno familiari in Italia richiedono e che vale diversi miliardi
è un bocconcino che aspetta ancora solo il momento giusto per essere ingoiato.
Valeva la pena fare altrettanto con il Costa Rica o addirittura con il Panama?
Certamente no! Ma le ciambelle non sempre escono con il buco! Troppe cose sono
andate storte. La cessione degli immobili della sede diplomatica di proprietà demaniale
è fallita: non si possono vendere! A quei milioni ci avevano fatto un
pensierino? Opere di bene in Nigeria o in Cuba? Perdio sempre giustificate, ci
mancherebbe! Poi c'è la sentenza del TAR del Lazio che scoraggia i privati che
devono cacciare i soldi per mettere a punto le strutture che erogheranno i
servizi… E ultimo ma non per importanza ci sono queste voci di riapertura del
vecchio consolato e di chiusura del consolato onorario, dove a quanto pare non
tutto procede liscio come si vuole dare a intendere. Comunque il conflitto di
interessi persiste così come persiste la prepotenza di chi non facendo gli
interessi dello stato italiano impugna una sentenza umiliante a sue spese,
dello stato, e insiste in una posizione che ormai abbiamo tutti capito.