Non di conosce
nessun dato del connazionale. Lo vediamo nella foto, apparentemente sulla
sessantina, seduto sul pavimento dopo essere stato sottoposto alla “cura” dell’idrante
per farlo rinvenire. Non è stato nemmeno chiamato il 9-1-1 per un’assistenza
medica che sarebbe stata opportuna per probabili problemi di ipertensione o di
ipoglicemia o altro che ad un’età non più giovanile possono presentarsi in
situazioni di stress. La carcelita è una cella dove vengono rinchiusi gli
imputati in attesa di giudizio. Si tratta di 20mq (4 x 5).
Per finire in
carcere qui serve solo essere in libertà, dicono coloro che se ne intendono.
Può capitare a ognuno di noi e non c’è pietà per nessuno. Basta una denuncia
anche inventata di sana pianta.
Quanto può sopravvivere
un italiano abituato a ben altri standard in un posto così? Naturalmente più
che di reclusione si deve parlare di pena di morte.
Tra i circa 200 reclusi
ci sono rapinatori e assassini vari, ad
esempio uno dei compagni di cella del connazionali era il violentatore e assassino
della bambina di 10 anni di qualche giorno fa.
Dopo averlo fatto
rinvenire con l’acqua dell’idrante l’italiano è stato ammanettato e per
ulteriore sicurezza uno degli agenti di polizia gli ha posto un piede sulle gambe in modo da
impedirgli ogni movimento. Questo ha indignato gli altri carcerati che hanno
protestato per la situazione di ressa in cui si trovano in quello stretto
spazio adibito a carcere.
Successivamente è
giunto un veicolo che ha trasferito i reclusi a La Victoria e in altri
penitenziari.