Cerca nel blog

martedì 1 ottobre 2019

Ius soli, ius sanguinis



Lo ius soli in un certo senso esiste già da noi. La cittadinanza viene concessa allo straniero che nasce in Italia al compimento del 18esimo anno di età. Si tratta di uno ius soli moderno che tiene conto anche della scelta di integrazione degli stranieri dimostrata dalla permanenza stabile, dalla frequenza delle nostre scuole e dal lavoro. Le naturalizzazioni sono anche molto accessibili e fra i paesi europei, l’Italia primeggia largamente in queste con una media di circa 180.000 all’anno.

Lo ius soli in un certo senso esiste già da noi. La cittadinanza viene concessa allo straniero che nasce in Italia al compimento del 18esimo anno di età. Si tratta di uno ius soli moderno che tiene conto anche della scelta di integrazione degli stranieri dimostrata dalla permanenza stabile, dalla frequenza delle nostre scuole e dal lavoro. Le naturalizzazioni sono anche molto accessibili e fra i paesi europei, l’Italia primeggia largamente in queste con una media di circa 180.000 all’anno.

Uno ius soli all’americana sarebbe anacronistico, non va più bene nemmeno negli Stati Uniti, figuriamoci da noi. La cittadinanza va concessa a chi ha deciso di rimanere in Italia e le leggi attualmente in vigore consentono un’agevole integrazione anche da questo punto di vista degli immigrati. Questa modalità di concessione della cittadinanza è ragionevole e contribuisce in definitiva all’arricchimento dal punto di vista economico, demografico e, se vogliamo, culturale della nostra nazione.
La strategia del PD di ampliare lo ius soli o lo ius culturae si associa più che a un’integrazione a un consolidamento dell’invasione in atto che viene favorita dai vertici filo-globalisti dell’Unione Europea e le sue finalità sono puramente politiche.
Non si tratta però solo di ius soli, anche lo ius sanguinis dovrebbe essere oggetto di revisione. Dice un commentatore di un articolo pubblicato nel gruppo:
“Eh, direi No ius soli, ma peggio del peggio è lo ius sanguinis che trasforma in italiani gli stranieri, nati e cresciuti all'estero discendenti da italiani emigrati, ma anche non, dal, udite udite, 1861” Di sangue italiano quanto ne avranno mai questi dal 1861? Boh, si calcola che siano almeno 80 milioni gli "aventi diritto". Dai che se si svegliano tutti, entrano loro e usciamo noi, per andare dove, non si sa, perché gli altri le frontiere le chiudono.”
L’anno scorso è mancato poco perché il criterio di assegnazione della cittadinanza con lo ius sanguinis venisse cambiato. La proposta di limitare alla seconda generazione, e quindi ai nonni, il diritto alla cittadinanza non è passata perché Salvini all’ultimo momento ci ha rinunciato. A convincerlo è stato l’on. Ricardo Merlo. Comunque una modifica in tal senso è nell’aria e prima o poi si farà.
L'epoca delle ricerche genealogiche nella notte dei tempi per acquisire la cittadinanza italiana dovrebbe essere ormai agli sgoccioli.