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lunedì 28 ottobre 2019

Italiano sviene nella “carcelita” del Palazzo di giustizia di Santo Domingo Este



Non di conosce nessun dato del connazionale. Lo vediamo nella foto, apparentemente sulla sessantina, seduto sul pavimento dopo essere stato sottoposto alla “cura” dell’idrante per farlo rinvenire. Non è stato nemmeno chiamato il 9-1-1 per un’assistenza medica che sarebbe stata opportuna per probabili problemi di ipertensione o di ipoglicemia o altro che ad un’età non più giovanile possono presentarsi in situazioni di stress. La carcelita è una cella dove vengono rinchiusi gli imputati in attesa di giudizio. Si tratta di 20mq (4 x 5).
Per finire in carcere qui serve solo essere in libertà, dicono coloro che se ne intendono. Può capitare a ognuno di noi e non c’è pietà per nessuno. Basta una denuncia anche inventata di sana pianta.
Quanto può sopravvivere un italiano abituato a ben altri standard in un posto così? Naturalmente più che di reclusione si deve parlare di pena di morte.
Tra i circa 200 reclusi ci sono rapinatori  e assassini vari, ad esempio uno dei compagni di cella del connazionali era il violentatore e assassino della bambina di 10 anni di qualche giorno fa.
Dopo averlo fatto rinvenire con l’acqua dell’idrante l’italiano è stato ammanettato e per ulteriore sicurezza uno degli agenti di polizia gli ha  posto un piede sulle gambe in modo da impedirgli ogni movimento. Questo ha indignato gli altri carcerati che hanno protestato per la situazione di ressa in cui si trovano in quello stretto spazio adibito a carcere.
Successivamente è giunto un veicolo che ha trasferito i reclusi a La Victoria e in altri penitenziari.