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venerdì 25 ottobre 2019

Il Cile e la violenza dell’ultima goccia. Una situazione emblematica che ci induce alla riflessione




Vediamo in Cile delle violente manifestazioni per l’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana nelle ore di punta di 4 centesimi di dollaro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un governo neoliberale che non si cura della gente e questa si rivolta, non ha niente da perdere…
E in Italia, i cittadini hanno qualcosa da perdere? Beh, bisognerebbe avere la sfera di cristallo e poter guardare nel futuro. Ci si chiede se le cose miglioreranno con il trascorrere del tempo.
Si capisce subito però che questa ipotesi è poco probabile. Abbiamo un debito elevatissimo di origine tecnica nato ai tempi in cui avevamo sovranità monetaria con il quale siamo entrati nell’UE e non avremmo dovuto. Si è cristallizzato come un debito qualunque e paghiamo i relativi interessi attraverso i titoli che emettiamo ai quali si aggiunge il famoso spread, vale a dire i punti in più per il maggiore rischio rispetto ai titoli tedeschi.
Non riusciremo mai ad abbatterlo. Questo anzi continuerà a divorare gran parte delle nostre risorse. Siamo schiavi di un debito che tale non è. Non abbiamo mai chiesto soldi in prestito. Eravamo padroni della moneta e del debito. Oggi emettiamo solo debito e chi emette la moneta, la BCE, non è disposta ad aiutare nessuno stato membro.
Per diverso tempo ogni mese sono stati immessi sul mercato però quasi 100 miliardi di euro, ma per gli stati non ci sono aiuti e per l’Italia men che meno. E le altre nazioni sono disposte a venirci incontro? I tedeschi dicono di noi che siamo spaghetti fannulloni con mandolino e ci invitano a rimboccarci le maniche e a lavorare. Non un centesimo per noi. I francesi invece non scendono in dettagli, con una smorfia sprezzante ci chiamano maccaroni de merd. Basta e avanza.
La sfera di cristallo c’è già e il nostro futuro sarà il presente della Grecia.
“La Grecia lascia morire i suoi malati. Sanità al collasso, suicidi da record”
Una notizia che proviene da un servizio recente delle “Iene”.
Tutto per colpa dell’austerità, dei tagli alla sanità, alle pensioni e per gli aumenti delle tasse imposti dall’Europa per far ripagare ad Atene il suo debito.
I greci sono stati traghettati in questo inferno da politici apparentemente dalla parte del popolo che a conti fatti hanno agito come i peggiori neoliberali. Non usano la cravatta, ma si vendono. Qualunque analogia con il governo giallorosse è puramente casuale? La differenza sta nella cravatta…
E allora vale la pena che i nostri ragazzi come pecore al macello si imbarchino in treni e aerei per andare a cercare fortuna e soprattutto umiliazioni all’estero?
Non sarebbe meglio che alzassero la voce, che se la giocassero in patria? In fondo anche loro, come i cileni, non hanno proprio niente da perdere perché tutto è già perduto fuorché la vita perché anche l’onore è finito alle ortiche.