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giovedì 28 novembre 2019

Ambasciata d'Italia e situazioni di emergenza





Abbiamo visto come l’ambasciata russa è intervenuta nell’incidente sull’Autovia del Coral che ha provocato il ferimento di almeno 19 suoi concittadini, alcuni con gravi fratture e amputazioni. Ha provveduto ha monitorare il ricovero dei turisti in ospedali idonei al trattamento delle loro lesioni e il rimpatrio di coloro che erano in condizioni di intraprendere il viaggio in aereo.
C’è da sapere che nonostante i circa 200.000 turisti russi che arrivano ogni anno nella Rep. Dominicana e i residenti legali e illegali sul territorio sempre più numerosi (lo si vede soprattutto quando si guarda la lista mensile dei deportati), e nonostante i recenti accordi di soppressione reciproca dei visti, peraltro non ancora attuati, la Russia nella Repubblica Dominicana ha soltanto un Consolato Onorario che dipende dalla sua ambasciata di Caracas.
Diciamo che rispetto a loro siamo un passetto avanti.
La nostra ambasciata interviene in moltissimi casi di assistenza e di risoluzione di situazioni di emergenza. Sono poche però le informazioni che fornisce ai media sul suo operato. Questo per discutibili motivi di riservatezza. I connazionali avrebbero piacere di sentire che la loro ambasciata agisce in modo tempestivo ed efficace quando un cittadino italiano si trova in difficoltà.
Ad esempio nel caso dei tre tecnici del consorzio Odebrecht-Tecnimont arrestati venerdì scorso con l’accusa di aver bloccato la linea di approvvigionamento del carbone per il mancato pagamento dello stato di un debito di USD 800.000.-, l’intervento dell’Ambasciata è stato immediato, anche se la vicenda è giunta a sua conoscenza attraverso la comunità e il presidente del Com.it.es Paolo Dussich.
Se lo stato dominicano fa arrestare qualcuno non è certo per rilasciarlo dopo qualche ora. Il dott. Andrea Canepari queste cose le sa. Erano stati ingaggiati dal consorzio due ottimi avvocati, ma da soli probabilmente non sarebbero andati lontano.
L'ambasciatore ha messo subito quindi in allarme il suo staff e sono state avviate delle misure che avrebbero portato alla risoluzione del caso. Quel venerdì, l’ambasciatore e altri funzionari della sede diplomatica hanno fatto le ore piccole per liberare i tre tecnici italiani. E’ stato interpellato l’ufficio della presidenza della Repubblica e lo stesso ministro degli esteri. Alla fine, un magistrato (come si fa a trovarne uno il venerdì notte?) ha riconosciuto il non coinvolgimento dei tecnici italiani nell’atto di boicottaggio e questi hanno potuto far ritorno a casa.
Sia in quella vicenda che in tante altre la nostra ambasciata ha avuto un ruolo determinante. Speriamo che in futuro la sede diplomatica adotti un atteggiamento meno riservato e che fornisca maggiori dettagli sui suoi interventi in situazioni di emergenza.
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