Trattandosi di un
partito che si presenta alle elezioni italiane con un elettorato residente
quasi totalmente in Sudamerica, il MAIE esercita un’attività politica
sdoppiata. Da un lato per l’Italia è un partito politico che gioca sulle
alleanze per consolidare maggioranze di governo striminzite e dall’altro fa la
stessa cosa, ma a livello di lobby negli stati sudamericani, soprattutto in
Argentina, dove negozia il suo appoggio ai partiti locali.
Il MAIE si era
schierato apertamente contro il regime di Maduro. L’obiettivo principale erano
i 100.000 voti degli italo-venezuelani. Il governo giallo-verde non ha
riconosciuto Guaidó come presidente del Venezuela contrariamente alla
maggioranza degli stati europei. Questa era la posizione del M5S che
contrastava con quella della Lega. Con il governo giallo-rosso il tutto è stato
riconfermato perché tanti nel PD la pensano come il M5S.
D’altra parte in
Argentina, si può dire che la vittoria di Cambiemos nel 2015 fosse legata al sostegno
del MAIE e che il partito lobby italo-argentino abbia ricevuto in termini
politici di cariche e poltrone da parte di Mauricio Macri la giusta ricompensa.
L’onorevole Merlo, presidente del MAIE e sottosegretario agli esteri ha capito ben
presto che alle scorse elezioni argentine Cambiemos non ce l’avrebbe fatta. Non
c’è stato tempo però per proporsi ad Alberto Fernández. I traditori non li
gradisce nessuno, i frequenti spostamenti tra alleanze a seconda della
convenienza alla lunga creano diffidenza.
Ed è così che dopo
un incontro con Pichetto candidato alla vice presidenza di Cambiemos, l’on.
Merlo ha lanciato il seguente e significativo messaggio ad Alberto Fernández,
candidato alla presidenza dei populisti: “Credo che quando l’Europa venga a
conoscenza del valore di Alberto Fernández si renderà conto che si tratta di un
uomo moderato e molto capace, in grado di inserire l’Argentina nel mondo in
modo intelligente e positivo. Alberto Fernández trasmetterà un’immagine molto
buona dell’Argentina nell’intero continente”.
Alberto Fernández a
distanza di circa un mese dall’assunzione dell’incarico presidenziale, il 10
dicembre prossimo, ha manifestato apertamente la sua simpatia verso il governo
populista boliviano, denunciando il colpo di stato e partecipando fattivamente
alla concessione dell’asilo politico del presidente aborigene. Così facendo, il
presidente argentino eletto ha rivelato di non gradire le vedute di Trump, dell’OEA
e dei tanti servili capi di stato del continente.
A questo punto sia
il governo argentino che quello italiano si trovano schierati diversamente dal
sottosegretario della Farnesina sulla politica sudamericana. Meno male che il
governo giallo-rosso ha le ore contate… Almeno questo è quel che si rumoreggia.
Chissà.
Comunque in caso di
nuove elezioni in Italia è escluso che la Lega dopo l’appoggio dato da Merlo al
governo giallo-rosso accetti l’alleanza del MAIE.
Del resto in
Sudamerica è già in essere una struttura di quadri politici attiva della Lega che
sarà in grado di dare battaglia al partito lobby di Ricardo Merlo nella sua stessa
roccaforte.