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martedì 12 novembre 2019

Il MAIE tra l’incudine e il martello



Trattandosi di un partito che si presenta alle elezioni italiane con un elettorato residente quasi totalmente in Sudamerica, il MAIE esercita un’attività politica sdoppiata. Da un lato per l’Italia è un partito politico che gioca sulle alleanze per consolidare maggioranze di governo striminzite e dall’altro fa la stessa cosa, ma a livello di lobby negli stati sudamericani, soprattutto in Argentina, dove negozia il suo appoggio ai partiti locali.
Il MAIE si era schierato apertamente contro il regime di Maduro. L’obiettivo principale erano i 100.000 voti degli italo-venezuelani. Il governo giallo-verde non ha riconosciuto Guaidó come presidente del Venezuela contrariamente alla maggioranza degli stati europei. Questa era la posizione del M5S che contrastava con quella della Lega. Con il governo giallo-rosso il tutto è stato riconfermato perché tanti nel PD la pensano come il M5S.
D’altra parte in Argentina, si può dire che la vittoria di Cambiemos nel 2015 fosse legata al sostegno del MAIE e che il partito lobby italo-argentino abbia ricevuto in termini politici di cariche e poltrone da parte di Mauricio Macri la giusta ricompensa. L’onorevole Merlo, presidente del MAIE e sottosegretario agli esteri ha capito ben presto che alle scorse elezioni argentine Cambiemos non ce l’avrebbe fatta. Non c’è stato tempo però per proporsi ad Alberto Fernández. I traditori non li gradisce nessuno, i frequenti spostamenti tra alleanze a seconda della convenienza alla lunga creano diffidenza.
Ed è così che dopo un incontro con Pichetto candidato alla vice presidenza di Cambiemos, l’on. Merlo ha lanciato il seguente e significativo messaggio ad Alberto Fernández, candidato alla presidenza dei populisti: “Credo che quando l’Europa venga a conoscenza del valore di Alberto Fernández si renderà conto che si tratta di un uomo moderato e molto capace, in grado di inserire l’Argentina nel mondo in modo intelligente e positivo. Alberto Fernández trasmetterà un’immagine molto buona dell’Argentina nell’intero continente”.
Alberto Fernández a distanza di circa un mese dall’assunzione dell’incarico presidenziale, il 10 dicembre prossimo, ha manifestato apertamente la sua simpatia verso il governo populista boliviano, denunciando il colpo di stato e partecipando fattivamente alla concessione dell’asilo politico del presidente aborigene. Così facendo, il presidente argentino eletto ha rivelato di non gradire le vedute di Trump, dell’OEA e dei tanti servili capi di stato del continente.
A questo punto sia il governo argentino che quello italiano si trovano schierati diversamente dal sottosegretario della Farnesina sulla politica sudamericana. Meno male che il governo giallo-rosso ha le ore contate… Almeno questo è quel che si rumoreggia. Chissà.
Comunque in caso di nuove elezioni in Italia è escluso che la Lega dopo l’appoggio dato da Merlo al governo giallo-rosso accetti l’alleanza del MAIE.
Del resto in Sudamerica è già in essere una struttura di quadri politici attiva della Lega che sarà in grado di dare battaglia al partito lobby di Ricardo Merlo nella sua stessa roccaforte.