Oggi si celebra
ufficialmente la sua giornata. Una data scelta perché nel 1854 per la prima
volta, apparve la parola "merengue" scritta sul quotidiano El Oasis
che circolava la domenica nella città di Santo Domingo.
Prima del 1854 e
con la nascita della Repubblica, la presenza del ritmo era già nota. Tuttavia, le
sue origini si perdono nella nebbia dei tempi.
Da sempre anche
nell’attualità il merengue ha suscitato polemiche che hanno coinvolto persino presidenti
della repubblica del diciannovesimo secolo.
Nel 1875, il
presidente Ulises Francisco Espaillat iniziò una campagna contro il merengue
per la sua forma di danza e le parole esplicite che non erano di gradimento alle
fasce sociali alte.
Tuttavia, questo
non ha impedito che il ritmo continuasse a espandersi nelle zone di campagna
del territorio nazionale, in particolare nella regione di El Cibao, dove è
stato accolto molto bene.
Il dittatore Rafael
Leonidas Trujillo, che governò il paese dal 1930 al 1961, diede una grande spinta
al merengue, favorendo definitivamente la diffusione e l'insediamento come ritmo
per eccellenza dei dominicani.
Da allora l'ascesa
del merengue è cresciuta e ha dato alla luce decine di cantanti, tra cui
Joseíto Mateo, Félix del Rosario, Johnny Ventura, Vinicio Franco, Wilfrido
Vargas, Cuco Valoy.
Il decennio degli
anni '80 è evidenziato come quello con il maggiore impatto del ritmo sulla
popolazione. Dal 1983 al
1986, si sono formate 50 rinomate orchestre.
L’Organizzazione
delle Nazioni Unite pere l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha
riconosciuto il merengue dominicano come ballo e come musica come Patrimonio
Culturale Immateriale dell’Umanità.