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martedì 26 novembre 2019

Il merengue compie 165 anni come parte dell'identità dominicana



Oggi si celebra ufficialmente la sua giornata. Una data scelta perché nel 1854 per la prima volta, apparve la parola "merengue" scritta sul quotidiano El Oasis che circolava la domenica nella città di Santo Domingo.
Prima del 1854 e con la nascita della Repubblica, la presenza del ritmo era già nota. Tuttavia, le sue origini si perdono nella nebbia dei tempi.
Da sempre anche nell’attualità il merengue ha suscitato polemiche che hanno coinvolto persino presidenti della repubblica del diciannovesimo secolo.
Nel 1875, il presidente Ulises Francisco Espaillat iniziò una campagna contro il merengue per la sua forma di danza e le parole esplicite che non erano di gradimento alle fasce sociali alte.
Tuttavia, questo non ha impedito che il ritmo continuasse a espandersi nelle zone di campagna del territorio nazionale, in particolare nella regione di El Cibao, dove è stato accolto molto bene.
Il dittatore Rafael Leonidas Trujillo, che governò il paese dal 1930 al 1961, diede una grande spinta al merengue, favorendo definitivamente la diffusione e l'insediamento come ritmo per eccellenza dei dominicani.
Da allora l'ascesa del merengue è cresciuta e ha dato alla luce decine di cantanti, tra cui Joseíto Mateo, Félix del Rosario, Johnny Ventura, Vinicio Franco, Wilfrido Vargas, Cuco Valoy.
Il decennio degli anni '80 è evidenziato come quello con il maggiore impatto del ritmo sulla popolazione. Dal 1983 al 1986, si sono formate 50 rinomate orchestre.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite pere l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha riconosciuto il merengue dominicano come ballo e come musica come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.