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martedì 14 luglio 2020

Aumentano le rimesse dagli Stati Uniti



Migliora l’economia USA, rimesse in aumento a giugno per la Rep. Dominicana secondo il Banco Central.
Le entrate per rimesse nella Repubblica Dominicana hanno raggiunto USD 737,9 milioni a giugno, con un aumento del 25,7% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
Le rimesse continuano così il loro ritmo di crescita, per un totale di USD 3.474,9 milioni nella prima metà dell'anno, equivalente allo 0,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Questo nonostante il forte impatto della crisi nel paese nordamericano.
Il miglioramento delle entrate delle rimesse è dovuto al dinamismo mostrato dall'economia degli Stati Uniti, da dove proviene l'83,7% del totale ricevuto a giugno.
Negli Stati uniti sono stati creati a giugno 4,8 milioni di nuovi posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è diminuito di 2,2 punti percentuali, attestandosi all'11,1%.
Inoltre, nel mercato del lavoro USA dei latinoamericani, con un aumento del livello di disoccupazione dal 4,4% di febbraio al 18,9% di aprile 2020, il tasso di disoccupazione è sceso al 14,5% nel mese di giugno, a causa della creazione di 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro nel periodo aprile-giugno 2020, in quel segmento della popolazione.
L'aumento dell'attività economica statunitense si è riflesso anche in altri indicatori, come il consumo personale (8,1%) e la produzione industriale (3,8%), secondo recenti rapporti con riferimento al mese di maggio.
La performance dell'economia americana è di vitale importanza per l'economia dominicana a causa dell'interrelazione commerciale e sociale con questa potenza.
Attualmente, rispetto agli Stati Uniti, la Repubblica Dominicana mantiene un volume commerciale del 43,7% ed esporta circa 5,3 miliardi di dollari all'anno, pari a quasi il 48% delle esportazioni totali di beni, secondo le statistiche ufficiali alla chiusura dell'anno 2019.
Le esportazioni da zone franche, le rimesse e il turismo dovrebbero ricevere una spinta da questo mercato. Alla fine di giugno, infatti, erano già operative più di 600 società della zona franca, circa l'86% del totale.
Gli Stati Uniti rappresentano anche il principale mercato di origine turistica e si prevede che l'aumento del dinamismo dell'economia nordamericana influirà positivamente sul reddito di questo settore, che ha iniziato ufficialmente le operazioni lo scorso 1 di luglio.
Per il Banco Central, tutto sembra indicare che, se la crisi sanitaria non peggiora, nei prossimi mesi ci saranno "condizioni migliori per il settore esterno, il che garantirebbe la disponibilità di valuta estera, contribuendo a minimizzare la pressione sul mercato dei cambi e riprendere il cammino di crescita economica anteriore al COVID-19.”