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venerdì 12 agosto 2022

Condannano un uomo a 15 anni di reclusione per il tentato omicidio di un poliziotto

 



Un caso nel quale sono stato in un certo modo coinvolto anch’io. Il poliziotto in questione è un mio vicino di casa che ho visto crescere insieme ai miei figli. Ed è un caso che riguarda anche noi italiani in quanto di solito fortemente legati ai  nostri figli.

Spesso diamo per scontati certi principi che prevalgono dalle nostre parti. Uno di questi riguarda il ruolo di padre. Da queste parti conta solo la madre, alla quale il padre deve chiedere permesso per qualunque iniziativa che intenda intraprendere insieme ai figli minori.

Il 31/12/2019, Jafet, il mio amico poliziotto, al tempo 31enne, voleva trascorrere il Capodanno insieme a suo figlio di sei mesi. Si è recato a prenderlo alla casa dei nonni di questo, nel quartiere Los Mameyes di Santo Domingo Este, dove abitava l’ex compagna con il bambino, a bordo di un ciclomotore. Gli hanno detto che non era un mezzo di trasporto adeguato. È ritornato quindi più tardi in macchina. È salito al terzo piano dove si trovava l’appartamento in questione, ma è stato ostilmente ricevuto da due fratelli dell’ex compagna. Evidentemente questa non era d’accordo che si portasse via il suo figliolo e lo aveva riferito ai suoi fratelli. Suo padre, il nonno del bambino, lo aveva autorizzato, ma la madre no. Mentre i suoi fratelli insultavano Jafet, alle sue spalle si è presentato un amico dei fratelli e forse anche della donna, chissà, e lo ha accoltellato quattro volte con uno dei soliti punzoni levigatissimi che servono solo per uccidere. Tre stoccate sono finite nel braccio destro e una gli ha trafitto un polmone e anche l’intestino. Il tutto mentre i fratelli lo reggevano perché non potesse difendersi estraendo magari la pistola di ordinanza.  Una volta persa la conoscenza e sanguinante sul pavimento, lo hanno caricato in una macchina e lo hanno abbandonato alle porte dell’ospedale traumatologico Dario Contreras. Una formalità per evitare di essere accusati di non averlo soccorso, ma lo consideravano spacciato. Tant’è che si sono recati al commissariato, hanno consegnato la sua arma di ordinanza e, l’ex compagna, la madre del bambino lo ha accusato di un sacco di falsità come succede spesso da queste parti.

Non appena al Dario Contreras appresero che si trattava di un poliziotto, Jafet fu trasferito all’ospedale della polizia. Dopo un mese tra la vita e la morte, il giovane si è ripreso e dopo un lungo periodo di cure in attesa di riprendere la funzione dell’intestino è tornato al lavoro.

Jafet ha dovuto battersi per chiarire come sono andati i fatti, superando le calunnie della madre del bambino e dei fratelli di questa.

L’imputato di tentato omicidio è rimasto latitante durante dieci mesi.

Jafet è sopravvissuto. Una specie di miracolo. Non tutti sono così fortunati.