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martedì 9 agosto 2022

Omicidio della dentista Lyda Amell Bogaert è stato un suicidio assistito

 




L’omicidio della dentista Lyda Amell di cui si è parlato molto in questi giorni sarebbe in realtà un suicidio assistito. La dottoressa soffriva da tempo di una forte depressione e aveva già cercato, senza riuscirci, di suicidarsi per ben tre volte. Il 27 luglio verso le ore 17:00 è partita da casa alla ricerca del suo meccanico, conosciuto come il Chamo. Lyda Amell aveva pattuito con lui un compenso di 10.000 pesos per aiutarla a suicidarsi qualora lei non ci fosse riuscita. Quindi, non c’era alcun rapporto sentimentale tra entrambi. Non si sa se il meccanico abbia ucciso la dottoressa, completando il suicidio da lei così fortemente voluto. Comunque, una severa condanna penale non gliela toglie nessuno. Forse pensava di farla franca. Non era al corrente delle telecamere di sorveglianza del 911 che hanno minuziosamente documentato tutto il percorso della macchina in giro per il Gran Santo Domingo e anche il tratto a piedi e a bordo di ciclomotori fatto dopo l’abbandono della macchina in cui si trovava il corpo della donna.

Lyda Amell Bogaert voleva suicidarsi ad ogni costo. Una professionista affermata proveniente da una famiglia benestante, madre di tre figli… Insomma, certe cose non si riescono a capire. Anche se la depressione fa dei brutti scherzi a tutti, ricchi e poveri!

Se tante cose per quel che riguarda la dentista sono incomprensibili, relativamente all’uomo cosa dobbiamo dire? Non deve sicuramente essere una persona tanto intelligente. Questo è poco ma sicuro! Per 10.000 pesos si è rovinato l’esistenza. Certo, li ha spesi subito tutti, se li è “goduti”: ha ingaggiato una prostituta con la quale ha trascorso due ore in un hotel e subito dopo, in un altro hotel, si è portato un omosessuale in camera con il quale è rimasto ancora due ore. Probabilmente il compenso ricevuto per fare un “favore” alla signora lo ha speso tutto così!