L’omicidio
della dentista Lyda Amell di cui si è parlato molto in questi giorni sarebbe
in realtà un suicidio assistito. La dottoressa soffriva da tempo di una forte depressione
e aveva già cercato, senza riuscirci, di suicidarsi per ben tre volte. Il 27
luglio verso le ore 17:00 è partita da casa alla ricerca del suo meccanico, conosciuto
come il Chamo. Lyda Amell aveva pattuito con lui un compenso di 10.000 pesos
per aiutarla a suicidarsi qualora lei non ci fosse riuscita. Quindi, non c’era
alcun rapporto sentimentale tra entrambi. Non si sa se il meccanico abbia
ucciso la dottoressa, completando il suicidio da lei così fortemente voluto. Comunque,
una severa condanna penale non gliela toglie nessuno. Forse pensava di farla
franca. Non era al corrente delle telecamere di sorveglianza del 911 che hanno
minuziosamente documentato tutto il percorso della macchina in giro per il Gran
Santo Domingo e anche il tratto a piedi e a bordo di ciclomotori fatto dopo l’abbandono
della macchina in cui si trovava il corpo della donna.
Lyda Amell Bogaert
voleva suicidarsi ad ogni costo. Una professionista affermata proveniente da
una famiglia benestante, madre di tre figli… Insomma, certe cose non si
riescono a capire. Anche se la depressione fa dei brutti scherzi a tutti,
ricchi e poveri!
Se tante cose per
quel che riguarda la dentista sono incomprensibili, relativamente all’uomo
cosa dobbiamo dire? Non deve sicuramente essere una persona tanto intelligente.
Questo è poco ma sicuro! Per 10.000 pesos si è rovinato l’esistenza. Certo, li
ha spesi subito tutti, se li è “goduti”: ha ingaggiato una prostituta con la
quale ha trascorso due ore in un hotel e subito dopo, in un altro hotel, si è
portato un omosessuale in camera con il quale è rimasto ancora due ore.
Probabilmente il compenso ricevuto per fare un “favore” alla signora lo ha
speso tutto così!