Da sola comunque l'Aedes Aegipti riuscì a
sbaragliare addirittura il numeroso e ben armato esercito di Napoleone Bonaparte
approdato nell'isola nel 1802. Dei circa 60.000 soldati giunti a più riprese dalla
Francia tornarono in patria soltanto 3000, il resto trovò la morte qui, salvo
poche eccezioni. Circa la metà fu vittima di una terribile malattia, la febbre
gialla o vomito nero. E lo stesso comandante, il generale Leclerc, cognato di
Napoleone non venne risparmiato e lasciò vedova Paolina Bonaparte, meglio
conosciuta come Paolina Borghese, immortalata dal Canova nella splendida statua
esposta a Roma in Villa Borghese. Questo stralcio di storia riguarda un pochino
anche noi italiani. Molti furono i soldati napoleonici di origine italiana.
Alcuni vi rimasero e i loro cognomi sono sparpagliati in quest'isola e sono
anche diventati famosi, come per esempio, Billini, Cocco, Arzeno, Prandi,
Benso.
Poco diversamente andò ai soldati spagnoli
sessant'anni dopo. Questi venivano prelevati a migliaia gravemente malati dai
campi di combattimento e imbarcati febbricitanti nel porto di Santo Domingo diretti
a Portorico dove li attendeva una sicura morte. Ciò che continuò ad accadere finché
le autorità della nuova colonia convinsero la regina di Spagna Isabella II ad
abbandonare l'isola poiché "vedevano l'occupazione come una perdita senza
senso di truppe e di denaro".
Pochi anni dopo il presidente dominicano Buenaventura
Baez, trisnonno dell'attuale ambasciatrice dominicana in Italia, propose agli
Stati Uniti l'annessione dell'isola in termini economici vantaggiosi per la
Repubblica Dominicana, la cui classe abbiente si era già fortemente beneficiata
della precedente annessione alla Spagna, miseramente fallita con l'immediata
guerra di restaurazione che ne seguì. Gli americani non accettarono. Ufficialmente
contro questa proposta di annessione si battè il senatore Charles Sommer a cui sono
dedicate nella R. Dominicana delle vie a titolo di ringraziamento. Ma gli
americani sono stati sempre pragmatici e non s'erano fatti sfuggire la grossa
incognita delle numerosissime perdite subite dalle truppe straniere di
occupazione a seguito di una malattia la cui causa e diffusione era al tempo ancora
un mistero e che con tutta evidenza non veniva contratta dalla popolazione
autoctona.
La zanzara tigre giunse nell'isola con i
primi africani all'inizio del XVI secolo. Insieme a loro vi arrrivò anche la
terribile malattia, la febbre gialla, della quale però gli schiavi africani
erano praticamente immuni, anche se portatori sani. Per tanti secoli ci fu una
convivenza normale tra l'insetto e gli abitanti dell'isola. La zanzara tigre
era presente come lo è oggi dappertutto, tant'è che viene chiamata anche
"mosquito casero" (zanzara domestica). Soltanto nel 1881 il medico e
scienziato cubano Carlos Finlay risolse l'enigma e identificò la zanzara Aedes
Aegipti come il principale vettore del virus. Di lì a poco venne prodotto un
siero o vaccino e quando gli americani occuparono Haiti nel 1915, rimanendoci
per 19 anni, e la Repubblica Dominicana nel 1916 da dove se ne andarono nel
1924, si erano premuniti a dovere contro questa micidiale malattia. Grazie al
vaccino la malattia venne debellata e scomparve dall'isola. Le zanzare però
sono rimaste e si prestano attualmente come veicolo di trasmissione del dengue,
della chikungunya e dello zika.
Sussiste la convinzione che la zanzara
tigre sia all'origine dei virus che trasmette, cioè che sin dalla sua nascita ne
sia infetta. Invece non è così. La zanzara tigre allo stato larvale è sana.
Viene a contatto con il virus quando inocula con la puntura sangue infetto,
diventando portatrice del virus per tutta la sua vita, uno o due mesi. Ci sono
quindi luoghi dove l'Aedes Aegipti è numerosa ma libera da virus e luoghi dove
invece, essendoci delle persone infette, essa lo acquisisce, lo trasporta e lo
trasmette. Il problema quindi non è se ci sono delle zanzare, ma se ci sono
delle persone nel cui sangue è presente il virus. Lo sterminio delle zanzare
sarebbe una soluzione se fosse possibile e c'è chi si sta dando da fare in tal
senso anche in qualche isola delle Antille minori con la sterilizzazione in
laboratorio di milioni di zanzare maschi che vengono poi liberate
nell'atmosfera, verificandosì così di conseguenza milioni di accoppiamenti
inutili che abbassano fortemente e in breve tempo il numero delle zanzare in
circolazione. Inoltre in Costa Rica vengono sparse nei luoghi di riproduzione
dell'insetto delle sostanze che inibiscono, una volta che le larve diventano
adulte e acquisiscono il virus, la loro capacità di ritrasmetterlo.
Il focolaio delle menzionate malattie è
rappresentato quindi dall'essere umano, le zanzare sono vettori dei virus solo
dopo averli acquisiti da una persona già malata. Le misure preventive si
concentrano invece esclusivamente sul trattamento degli ambienti favorevoli
alla proliferazione dell'insetto. Vengono trascurati aspetti altrettanto
importanti come un veloce riconoscimento della malattia, il che attualmente
lascia molto a desiderare. Le persone malate inoltre dovrebbero rimanere a casa
in quarantena, usare repellenti in continuazione e l'ambiente in cui vivono
dovrebbe essere immediatamente e costantemente disinfestato. In tal modo si
eviterebbe il "contagio" di altre zanzare e quindi la diffusione della
malattia. C'è da dire che è stato dimostrato che lo zika virus si trasmette anche
attraverso il contatto umano e probabilmente lo stesso accade per la
chikungunya. Una ragione in più perché, non appena a conoscenza del contagio,
la persona malata resti a casa sua fino a completa guarigione.
In conclusione questa zanzara convive da
oltre 5 secoli con la "sua" gente, al seguito della quale è arrivata
nell'isola. È stata determinante nei processi di indipendenza di entrambi i
paesi che si spartiscono la Hispaniola e non è la principale colpevole della
diffusione delle menzionate malattie in quanto non è portatrice di virus sin
dalla nascita e in quanto esistono evidentemente altri canali di trasmissione. Essa
si rende anche utile peraltro nell'impollinazione e questo oggi come oggi è
importante. L'Aedes Aegipti non merita quindi lo sterminio soprattutto in
seguito a un processo sommario! Bisognerebbe isolare gli ammalati e trovare un
vaccino. Certo il vaccino contro la febbre gialla è stato scoperto in tempi
abbastanza veloci, altrimenti, si potrebbe pensare, l'isola non sarebbe mai stata
invasa. Esisteva quindi un buon motivo perché la ricerca scientifica avesse
esito positivo. Diciamo che questo motivo oggi non c'è e quindi i virus
menzionati imperversano indisturbati tra la popolazione locale. In definitiva
direi che la soluzione del problema non è lo sterminio delle zanzare ma la
scoperta dei relativi vaccini, soprattutto di quello del dengue che è causa di
centinaia di decessi ogni anno.