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sabato 18 febbraio 2017

CONNAZIONALE MORTO A LAS TERRENAS E SEPELLITO IN TEMPI BREVISSIMI. LA COMUNITÀ ITALIANA ACCUSA (INGIUSTAMENTE) L'AMBASCIATA DI DISINTERESSE.





La comunità italiana della Repubblica Dominicana è rimasta sconvolta per la morte a Las Terrenas di un connazionale, un cinquantanovenne, deceduto a seguito di un infarto. O meglio, mi correggo, non è rimasta sconvolta per la morte di questo connazionale, perché in fondo si è trattato di morte naturale, e di fatto la notizia è stata pubblicata su un giornale del posto senza coinvolgere la stampa nazionale. Il problema è che nell'articolo, nel quale si rende noto questo decesso, si parla anche della nostra ambasciata: punto dolente ahimè della nostra vita comunitaria. E si dice che il nostro connazionale era solo e che, dopo il suo decesso, da parte della direzione dell'ospedale si è provveduto ad avvertire l'ambasciata italiana. E udite, udite... questa si sarebbe dimostrata disinteressata e non avrebbe intrapreso niente, talché il direttore dell'ospedale è stato costretto a rivolgersi all'amministrazione comunale, ottenendo il sostegno economico necessario per procedere all'inumazione del cadavere nel cimitero municipale della località. Inumazione in fretta e furia perché l'ospedale o meglio l'"ospedale" è sprovvisto di una cella frigorifera.
A Las Terrenas c'è un corrispondente consolare, Ennio Marchetti. Si tratta di una piccola cittadina dove tutti si conoscono. Tant'è che lo stesso Marchetti dichiara in un suo articolo pubblicato su ItalianiRD di conoscere il direttore dell'ospedale che dal canto suo sa quale sia il suo ruolo (di Marchetti) all'interno della comunità italiana. La comunità quindi deve rivolgere la sua attenzione all'operato di Ennio Marchetti e non a quello della sede diplomatica in via di ripristino nella città di Santo Domingo. Questo per quel che riguarda la sepoltura che per l'assenza di una struttura idonea alla conservazione dei cadaveri è stata eseguita in tempi brevissimi.
Ma al di là di quanto accaduto post mortem, mi pare che ci sia tanto da dire e tanto da imparare dall'esame della fase che ha preceduto la morte di Vincenzo Salomone. Premetto subito che in oltre 20 anni che abito nella Repubblica Dominicana non ho mai visto sopravvivere qui un paziente che subisce un infarto e che: 1) non ha una carta di credito capiente; 2) non ha una copertura assicurativa.
Il connazionale si è recato in un ospedale pubblico che non esiste e che è sprovvisto di tutto. È andato incontro a morte sicura... Non era munito nemmeno di passaporto perché "questo era rimasto in una valigia dimenticata e mai recuperata in un hotel di Santo Domingo insieme a tutti gli altri suoi documenti."
Cosa si dice di questo ospedale lo potete ascoltare nel filmato eseguito lo scorso gennaio con interviste a infermiere e pazienti, di cui segue traduzione: 


 https://www.youtube.com/watch?v=hV8S6IaP6g4





«Infermiere e pazienti si lamentano dell'alto livello di insalubrità dell'ospedale pubblico Pablo Antonio Paulino di Las Terrenas. Il nostro collaboratore Starlin Carela ci presenta i dettagli. Le infermiere chiedono la costruzione dell'ospedale Pablo A. Paulino di Las Terrenas visto l'alto livello di insalubrità in cui questo versa. Hanno anche parlato delle condizioni della struttura e dicono di temere che prima o poi questo possa collassare. Si augurano che il presidente Danilo Medina adotti misure immediate per venire incontro alle loro  richieste. Anche i pazienti hanno riferito dello sforzo che fa il personale medico per offrire servizi di qualità, ma hanno anche ribadito la loro richiesta al presidente Medina di intervenire prontamente su questa situazione. "Questo è un posto al quale ci si reca come pronto soccorso, ma qui non c'è nessun ospedale. C'era uno e l'hanno tolto. Hanno tolto tutto. L'hanno tolto per rifarlo ma ancora non si è fatto niente." "Sono venuto qui già tre volte con questa, e questo è un posto molto scadente, una vera porcheria. Qui non ci sono medicine e non c'è nemmeno l'antitetanica e non c'è niente con cui trattare la gente. Una vera porcheria." "Hanno smantellato l'ospedale perché dicevano che non serviva, ma era 1.000 volte meglio di quello che c'è ora. Perché l'hanno fatto non lo so." "Vogliamo che cerchino di costruire qualcosa. Lavoriamo in un ambiente molto stretto. Veramente non possiamo lavorare, perché lo spazio è molto scomodo, capisce? I pazienti accalcati, il pronto soccorso sovraffollato." "Non ha visto la notizia che si sta diffondendo sulla strada? Che questo ospedale non vale niente. Una situazione inumana."»