I suoi genitori si
trovavano in visita in Italia e così il nipote di Giovanni Battista Vicini
nacque in patria. Italiano per nascita, niente oriundo allora. Morì soltanto
quattro anni fa nel 2015 quindi. Aveva 91 anni. Riuscì ad assistere sicuramente
incredulo alla chiusura della nostra ambasciata.
Attualmente a
guidare gli interessi della famiglia è suo figlio quarantenne, Juan Bautista
Vicini Lluberes.
A Gianni Vicini
toccò gestire un periodo molto difficile, quello della tirannia di Rafael
Leonidas Trujillo. Attraversò indenne tale periodo riuscendo a mantenere il
potere economico della famiglia e a diversificarne fortemente le attività.
Trujillo non gli fu amico, ma l'italiano Gianni era dotato di grande
intelligenza e riuscì a cavarsela egregiamente. Il tiranno espropriò ai Vicini
senza compensazione diversi terreni: i rioni dell'allora capitale, Ozama,
Espaillat, Luperón e Gualey sono sorti su terreni di loro proprietà. A un certo
punto nel 1960 Trujillo volle comprargli gli zuccherifici e lo invitò a fissare
un prezzo. Infatti, la sua ambizione era appropriarsi di ogni attività
produttiva del paese che era diventato la sua azienda personale. Astutamente
Gianni Vicini non lo contraddisse in quarto sapeva a cosa sarebbe andato
incontro: a una morte atroce e sicura. Acconsentì a vendere le sue proprietà e
a fissare un prezzo come lo aveva invitato il tiranno, ma lo avvertì che
avrebbe dovuto recarsi negli Stati Uniti a prendere i titoli di proprietà
perché era là che li aveva depositati. Partì così verso gli Stati Uniti e vi
rimase fino a quando il tiranno venne giustiziato nell'attentato del 30 maggio
1961.
Si sa ora che
Gianni Vicini ebbe un ruolo molto attivo nella caduta di Trujillo. Si parlava
di un certo Mister X che dietro le quinte e dagli Stati Uniti avrebbe
contribuito a organizzare l'attentato, ma si seppe che questo Mister X era
stato il nostro connazionale pochi anni prima della sua morte.
Si laureò in
ingegneria nel Massachusetts ed ebbe un ruolo importante nella diversificazione
dell'attività dell'azienda familiare che oggi riguarda non solo zuccherifici,
ma l'acciaio (Metaldom), il turismo (hotel Don Juan di Boca Chica e Las
Carabelas in El Morro di Montecristi), l'acqua purificata (Planeta Azul), i
gelati (Bon), il latte (Rica), il settore bancario (Banco del Progreso),
l'energia elettrica da gas naturale ed eolica con 900 MW (Ege Haina,
QuisqueyaII, Los Cocos (eolica a Pedernales), AES Los Minas (gas naturale),
Itabo I y II (carbone) e Punta Catalina, con investimenti di 300 milioni di
dollari; Listín Diario (maggiore azionista), Radio Listín e Radio Cristal.
Gianni è stato un
personaggio discreto, che ha sempre optato per un profilo basso, volendo quasi
passare inosservato senza riuscirci. Questa è un po' la caratteristica della
famiglia Vicini. Fino a poco prima della morte a 91 anni, ebbe saldamente in
mano la gestione delle sue aziende. Non esiste un gruppo di imprese tanto
diversificato quanto quello della famiglia Vicini in tutta la regione
caraibica.
Va ricordata anche
la franchigia ricevuta per lo sfruttamento del porto per navi da crociera
Sansouci, un progetto che cambierà il volto del turismo nella città di Santo
Domingo sia da una parte che dall'altra del fiume Ozama.