La proposta di
modifica della costituzione con ogni probabilità verrà presentata nella
prossima settimana.
Il presidente non
si pronuncia sul tema rielezione. Sarebbe imminente però un suo discorso alla
nazione. Lo sostengono i media. Le truppe sono state ritirate dall’area del
Congresso dopo dieci giorni di occupazione. Una cosa è certa: né la prima
carica dello stato né tutto il suo intorno sono disposti ad abbandonare il
potere.
La proposta della
riforma costituzionale è stata procrastinata perché ancora non è stato
raggiunto il numero di voti necessari. Questi devono, infatti, essere
acquistati nel vero senso della parola e ovviamente con risorse dello stato. Le
trattative sono in corso e con ogni probabilità non soltanto a livello di somma
da corrispondere all’onorevole votante. Anche le rispettive aree sulle quali
gravitano i legislatori devono trarne beneficio. Al riguardo si dovrebbe tener
conto delle due riduzioni della quota frazionaria che hanno liberato ingenti
fondi del sistema bancario per le erogazioni di finanziamenti mirati a determinati
settori e l’abbassamento del tasso di riferimento del Banco Central di un punto
percentuale.
Ora a supporto
dell’iniziativa è stato presentato anche un sondaggio della ditta Sigma Dos che
rivela che il 70% della popolazione approva la gestione del presidente.
Il “potere non si
sfida”, lo sostiene un deputato danilista del PLD. “I voti se non ci sono, ci
saranno”.
Qualora la riforma
costituzionale venisse approvata, si dà per certo l’abbandono del PLD da parte
dell’ex presidente Leonel Fernandez. Il piano B sarebbe già pronto…
Il tema qui non è
tanto se l’attuale presidente ha governato bene o male, ma se la nuova modifica
costituzionale per consentire la sua rielezione sia democraticamente lecita.
Questo, visto che la parola democrazia è all’ordine del giorno a livello
mondiale. O la si fa valere dappertutto o la si lascia perdere!
Comunque a questo
riguardo si deve osservare che un presidente che nel momento in cui assume la
carica fa il giuramento solenne di rispettare la costituzione, modificandola
prima della scadenza del suo mandato per ottenere un beneficio personale di
fatto la sta violando.
Certamente le
prospettive per il prossimo futuro con un minimo di conoscenza della storia
dominicana non si profilano rosee.