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sabato 6 luglio 2019

Riforma costituzionale e rielezione




La proposta di modifica della costituzione con ogni probabilità verrà presentata nella prossima settimana.
Il presidente non si pronuncia sul tema rielezione. Sarebbe imminente però un suo discorso alla nazione. Lo sostengono i media. Le truppe sono state ritirate dall’area del Congresso dopo dieci giorni di occupazione. Una cosa è certa: né la prima carica dello stato né tutto il suo intorno sono disposti ad abbandonare il potere.
La proposta della riforma costituzionale è stata procrastinata perché ancora non è stato raggiunto il numero di voti necessari. Questi devono, infatti, essere acquistati nel vero senso della parola e ovviamente con risorse dello stato. Le trattative sono in corso e con ogni probabilità non soltanto a livello di somma da corrispondere all’onorevole votante. Anche le rispettive aree sulle quali gravitano i legislatori devono trarne beneficio. Al riguardo si dovrebbe tener conto delle due riduzioni della quota frazionaria che hanno liberato ingenti fondi del sistema bancario per le erogazioni di finanziamenti mirati a determinati settori e l’abbassamento del tasso di riferimento del Banco Central di un punto percentuale.
Ora a supporto dell’iniziativa è stato presentato anche un sondaggio della ditta Sigma Dos che rivela che il 70% della popolazione approva la gestione del presidente.
Il “potere non si sfida”, lo sostiene un deputato danilista del PLD. “I voti se non ci sono, ci saranno”.
Qualora la riforma costituzionale venisse approvata, si dà per certo l’abbandono del PLD da parte dell’ex presidente Leonel Fernandez. Il piano B sarebbe già pronto…
Il tema qui non è tanto se l’attuale presidente ha governato bene o male, ma se la nuova modifica costituzionale per consentire la sua rielezione sia democraticamente lecita. Questo, visto che la parola democrazia è all’ordine del giorno a livello mondiale. O la si fa valere dappertutto o la si lascia perdere!
Comunque a questo riguardo si deve osservare che un presidente che nel momento in cui assume la carica fa il giuramento solenne di rispettare la costituzione, modificandola prima della scadenza del suo mandato per ottenere un beneficio personale di fatto la sta violando.
Certamente le prospettive per il prossimo futuro con un minimo di conoscenza della storia dominicana non si profilano rosee.