Ha già un nome, Dorian. È una tormenta con venti interni di
65 km/h e con una velocità di traslazione di 19 km/h con buone prospettive di
aumentare di categoria nelle prossime ore.
Il Centro Nazionale di Uragani (CNH) degli Stati Uniti si
è messo finalmente al lavoro.
Pur davanti a una previsione di un minimo di 10 tormente
e di un massimo di 17 di cui tra 5 e 9 uragani, dopo tre mesi dall’inizio della
stagione ciclonica si sono originate soltanto tre tormente di cui una sola ha raggiunto la categoria di uragano. Da oggi al
30 novembre prossimo dovremmo attenderci quindi una tormenta alla settimana.
Dorian procede deciso nella traiettoria da noi più temuta
Portorico-Hispaniola-Cuba-Florida, più o meno come quella di Maria e di Irma del
2017 che però ci hanno soltanto sfiorato.
Portorico non si è ancora ripreso dal passaggio di Maria
nel mese settembre di due anni fa che ha provocato direttamente o
indirettamente la morte di 3.000 persone e un esodo verso gli Stati Uniti di
decine di migliaia di portoricani.
Dorian si trovava alle 5 del mattino di oggi a 890 km a
est di Barbados e quindi a 2140 km da Santo Domingo per cui dovrebbe arrivare
da noi giovedì o venerdì prossimo sempreché non devii verso nord. Un’ipotesi
questa abbastanza plausibile in quanto a sud è presente una barriera di alta
pressione. Del resto statisticamente la maggior parte delle tormente che si
originano nelle coste africane a un certo punto virano verso nord e si disperdono
nell’Atlantico.