I capi d’imputazione
erano: intercettazioni telefoniche senza autorizzazione giudiziaria e peculato
per l’acquisto di strumenti di spionaggio con fondi dello stato.
Il Martinelli è
stato estradato dagli Stati Uniti per questo processo dopo un anno di
detenzione. Ha trascorso altri due anni di carcere preventivo a Panama,
ottenendo gli arresti domiciliari lo scorso mese di giugno.
Dal 2009 al 2014 è
stato presidente del Panama.
Il Martinelli è anche
un magnate in quanto proprietario di una catena di supermercati. Il primo
imprenditore senza tradizione politica giunto alla presidenza e ne faceva un
vanto. Sosteneva, infatti, che “un politico tradizionale non mette le mani in
tasca per regalare niente a nessuno. Prima pensa a sé e poi al suo partito,
soltanto dopo, semmai, al popolo”.
Durante il suo
mandato presidenziale è riuscito a entusiasmare gli strati sociali più poveri
del paese, che rappresentano il 30% della popolazione, prendendo misure contro
la delinquenza, migliorando il trasporto pubblico cittadino obsoleto e
combattendo la corruzione. Inoltre attraverso una fondazione diretta da sua moglie,
ha concesso migliaia di borse di studio a studenti con scarse risorse
economiche.
I suoi avversari lo
hanno tacciato di demagogo, sostenendo che avesse problemi mentali. E una volta
cessato il suo mandato è iniziata un’accanita persecuzione giudiziaria nei suoi
confronti.
Pur essendo stato
sempre un alleato degli Stati Uniti, è stato trattato a pesci in faccia dalla
grande potenza che come riferito precedentemente lo ha estradato.
Ha trascorso tre
degli ultimi cinque anni in carcere.
Ricardo Martinelli
è sempre rimasto legato alla sua terra di origine e quando venne eletto
presidente si recò a Lucca dove si tennero memorabili festeggiamenti in suo
onore. Ha ricevuto anche le chiavi della città. “Mai un figlio di Lucca è
salito così in alto nel mondo prima di lui”. Lo si legge nella pergamena che
gli è stata consegnata dall’amministrazione comunale di Lucca.