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lunedì 24 giugno 2019

L'ottavo turista americano deceduto quest'anno, il primo a Boca Chica, è un calabrese naturalizzato




L’ottavo “gringo” morto nei resort non era tanto gringo e non era un turista all inclusive, ma uno “Fai da te”, in quanto era alloggiato in un’abitazione del Condominio Boca Chica dell’omonima città. Andrebbe quindi depennato dalla lista qualora gli americani intendessero battere qualche record dei Guiness dei primati nella Repubblica Dominicana.
“Lo conoscevo,  dice un connazionale, faceva frequenti visite a Boca Chica. Si fermava nello stesso hotel dove alloggiavo io. Da qualche tempo si era trasferito in un’abitazione del condominio Boca Chica. Era calabrese e parlava con influssi dialettali molto forti talché era difficile capirlo”.
Il 56enne Vittorio Caruso era stato per molto tempo proprietario di una pizzeria a Long Iland nello stato di New York, che circa due mesi fa aveva venduto. A Boca Chica aveva anche una compagna dominicana che lo ha assistito da quando ha iniziato a sentire quel malessere che lo ha portato alla morte.
La figlia dell’italo-americano ha dichiarato alla Fox News che suo padre è stato trasportato in ambulanza in ospedale a seguito di difficoltà respiratorie dopo aver bevuto qualcosa”. Secondo lei, suo padre era una persona che godeva di ottima salute. Poco prima della partenza si era recato dal medico il quale non gli aveva riscontrato alcun problema di salute.
La compagna dominicana riferisce che il Caruso si era recato dal medico l’11 giugno perché si era sentito male ed era affetto da tosse. Una volta tornato a casa aveva avvertito dolori al petto.
Il 17 giugno all’1 del mattino ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie e dolore al petto. È stato trasportato all’ospedale Hospiten di Santo Domingo dove all’arrivo ha subito un arresto cardiorespiratorio ed è deceduto.
Secondo il referto autoptico dell’anatomopatologo Sarita Valdez, il Caruso sarebbe morto per insufficienza respiratoria a seguito di scompenso cardiaco dovuto a molteplici infarti acuti pregressi e recenti. Era affetto inoltre da una malattia polmonare ostruttiva e cronica. Un quadro grave peggiorato dalla sua abitudine di fumare sigari e di bere alcolici pur essendo iperteso.
Non siamo sicuramente in presenza di un turista all-inclusive che beve un drink preso dal minibar e muore. Si denota inoltre una grande negligenza da parte dell’italo-americano. Se si fosse sottoposto a tutti gli accertamenti la prima volta che si è sentito male, forse sarebbe ancora in vita. Molto probabilmente tra l’11 e il 17 giugno il Caruso non ha nemmeno smesso di fumare e di bere com’era sua abitudine.
La domanda che ci si pone è se l’italo-americano era sano come un pesce come sostiene la figlia oppure se era affetto da tante e gravi patologie come invece riferisce il dott. Sarita Valdez.