L’ottavo “gringo”
morto nei resort non era tanto gringo e non era un turista all inclusive, ma
uno “Fai da te”, in quanto era alloggiato in un’abitazione del Condominio Boca
Chica dell’omonima città. Andrebbe quindi depennato dalla lista qualora gli
americani intendessero battere qualche record dei Guiness dei primati nella
Repubblica Dominicana.
“Lo conoscevo, dice un connazionale, faceva frequenti visite
a Boca Chica. Si fermava nello stesso hotel dove alloggiavo io. Da qualche
tempo si era trasferito in un’abitazione del condominio Boca Chica. Era
calabrese e parlava con influssi dialettali molto forti talché era difficile
capirlo”.
Il 56enne Vittorio
Caruso era stato per molto tempo proprietario di una pizzeria a Long Iland
nello stato di New York, che circa due mesi fa aveva venduto. A Boca Chica
aveva anche una compagna dominicana che lo ha assistito da quando ha iniziato a
sentire quel malessere che lo ha portato alla morte.
La figlia dell’italo-americano
ha dichiarato alla Fox News che suo padre è stato trasportato in ambulanza in
ospedale a seguito di difficoltà respiratorie dopo aver bevuto qualcosa”.
Secondo lei, suo padre era una persona che godeva di ottima salute. Poco prima
della partenza si era recato dal medico il quale non gli aveva riscontrato alcun
problema di salute.
La compagna dominicana
riferisce che il Caruso si era recato dal medico l’11 giugno perché si era
sentito male ed era affetto da tosse. Una volta tornato a casa aveva avvertito
dolori al petto.
Il 17 giugno all’1
del mattino ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie e dolore al petto. È
stato trasportato all’ospedale Hospiten di Santo Domingo dove all’arrivo ha
subito un arresto cardiorespiratorio ed è deceduto.
Secondo il referto
autoptico dell’anatomopatologo Sarita Valdez, il Caruso sarebbe morto per
insufficienza respiratoria a seguito di scompenso cardiaco dovuto a molteplici
infarti acuti pregressi e recenti. Era affetto inoltre da una malattia polmonare
ostruttiva e cronica. Un quadro grave peggiorato dalla sua abitudine di fumare
sigari e di bere alcolici pur essendo iperteso.
Non siamo
sicuramente in presenza di un turista all-inclusive che beve un drink preso dal
minibar e muore. Si denota inoltre una grande negligenza da parte dell’italo-americano.
Se si fosse sottoposto a tutti gli accertamenti la prima volta che si è sentito
male, forse sarebbe ancora in vita. Molto probabilmente tra l’11 e il 17 giugno
il Caruso non ha nemmeno smesso di fumare e di bere com’era sua abitudine.
La domanda che ci
si pone è se l’italo-americano era sano come un pesce come sostiene la figlia oppure
se era affetto da tante e gravi patologie come invece riferisce il dott. Sarita
Valdez.