E non si può
nemmeno parlare di mal comune mezzo gaudio in fatto di decessi misteriosi o
meno di turisti. Dove si muovono milioni di persone si verificano vicende
statisticamente possibili e comunque probabili talvolta senza una spiegazione
plausibile. A titolo di esempio ricordiamo che con la prova del DNA si
stabilisce la paternità con una probabilità del 99,99%. Ci sono in giro quindi
persone che tranquillamente ritengono di essere genitori senza esserlo. Ad
esempio su 2 milioni di uomini che fanno il test 200 potrebbero non essere i
genitori. Una sicurezza del 99.99% tranquillizza chiunque eppure concretamente
se su due milioni di turisti americani ci fossero 200 morti misteriose in un
anno nei resort dominicani, scoppierebbe il finemondo. Con l’aiuto dei media ne
bastano invece 4 o 5 per avere lo stesso effetto.
Una copertura
mediatica c’è sempre stata. Certi omicidi di stranieri non venivano nemmeno
pubblicati sui giornali e lo stesso succedeva con le morti improvvise nei
resort. Da un po’ di tempo in qua la risonanza di qualunque decesso di turista
è al massimo livello: l’iniziativa parte dagli Stati Uniti e si diffonde a
livello mondiale. Dobbiamo attenderci per forza di cose quest’anno un calo
delle cifre del turismo dominicano.
Ma guardiamo invece
cosa succede nel Messico:
L’anno scorso nel
Messico c’è stato un afflusso turistico record che ha raggiunto i 39 milioni.
Ciononostante nei sei anni di presidenza del presidente Enrique Peña Nieto sono
stati uccisi 1.038 turisti.
Gli omicidi più
recenti sono stati quelli dei ciclisti Krystof Chmielewski e Holger Hagenbush,
uno polacco e l’altro tedesco, i cui corpi sono stati rinvenuti in un dirupo
vicino a Palenque nel Chiapas il mese scorso. La notizia è giunta quando ancora
attirava l’attenzione dei media europei la scomparsa di tre italiani a Jalisco
lo scorso gennaio, che si dice che siano stati venduti dalla polizia locale a
un gruppo criminale per 43 euro.
Il bello, si fa per
dire, del Messico è che non ci sono morti misteriose ovvero se ci sono queste
non vengono segnalate.
Negli Stati Uniti
l’abuso legale per ottenere risarcimenti non colpisce soltanto il settore
alberghiero o gastronomico ma praticamente ogni ambito della vita di ogni giorno.
C’è chi va dal barbiere e alla fine contesta tutto e minaccia una querela
perché non è soddisfatto con il taglio per cui se ne va via regolarmente senza
pagare. Paese che vai, usanza che trovi. Figuriamoci se un parente muore in un
resort magari di infarto! Addirittura c’è, come abbiamo visto, chi si fa
bastonare a sangue per poi chiedere 2,2 milioni di dollari di indennizzo o chi
sostiene di aver respirato una sostanza dannosa durante una notte e chiede 1
milione.
Se i media vogliono
lanciare un attacco all’industria turistica di un paese lo possono sempre fare
e i danni potrebbero essere ingenti per questa.
Siccome l’attacco
parte dagli Stati Uniti si può ritenere che ci siano motivi politici alla base
di tutto. Oppure credeva Danilo Medina che quando Trump diceva che non era
contento del novello idillio affaristico tra RD e Cina non sarebbe passato
dalle parole ai fatti?
Non per niente
l’ambasciatore cinese si è lamentato delle lungaggini dei visti rilasciati dai
consolati dominicani in Cina che ostacolano l’afflusso di turisti cinesi…