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martedì 25 giugno 2019

Una ragazza italo-argentina si è ammalata gravemente a Punta Cana



Candela Ayla Saccone, 15 anni, argentina. Ha trascorso alcuni giorni insieme alla sua famiglia in un resort di Punta Cana. Giovedì scorso 19 giugno, la data di partenza prevista per il ritorno, si è sentita male. Dolori stomacali, poliuria, tanta sete… I sintomi di un diabete che non ha mai avuto. È andata in coma glicemico nella hall dell’hotel ed è stata ricoverata d’urgenza nella clinica Canela 1 di La Romana. Il diagnostico: ceto acidosi diabetica, insufficienza renale ed edema cerebrale.
Nessun ospedale della zona, che accoglie milioni di turisti l’anno, era attrezzato per trattare l’improvvisa malattia acuta della ragazza. Ci voleva un trasferimento urgente a Santo Domingo. E qui sono iniziati i problemi. L’assicurazione Assist Card si è negata a fornire la necessaria copertura. La famiglia Saccone si è rivolta alla stampa e a seguito del clamore mediatico sollevato, la copertura assicurativa è stata garantita oltre al viaggio di ritorno una volta stabilizzato lo stato di salute di Candela.

Grazie all’intervento del console argentino di Santo Domingo María Emilia Rinaudo, è stato possibile mettere a disposizione una camera per il trattamento intensivo nell’ospedale Plaza de la Salud dove è stata ricoverata nella mattinata di sabato scorso. Due giorni di ritardo che non ci volevano. Le solite cose alle quali siamo abituati. Davanti all’urgenza non si procede se non si sa come verranno pagate le prestazioni. Si era parlato anche di un versamento della famiglia di 10 mila dollari a titolo di cauzione alla Plaza de la Salud il che però non risponde a verità.
Nella giornata di ieri mi sono recato in ospedale e ho avuto la conferma del padre dell’ottima evoluzione della ragazza che ha superato il coma e che reagisce molto bene alle cure. Il trattamento intensivo continua, ma si può ritenere che il peggio sia stato superato e che in breve la ragazza sarà in grado di rientrare in Argentina.
La famiglia Saccone fa parte della comunità italiana di Buenos Aires che segue la vicenda con molta apprensione.
Nella foto a sinistra vediamo Candela, in quella a destra suo padre Leandro e il console argentino Maria Emilia Rinaudo