Marco Botti 59enne
di Como viveva ormai da non meno di 25 anni nella Repubblica Dominicana. Era
giunto quindi molto giovane nel paese e ci era rimasto, diventando un noto
imprenditore del settore gastronomico. Aveva anche moltissimi amici. Il suo
ristorante gestito insieme a due soci era il Restaurante El Sueño di
Guayacanes, Juan Dolio.
Premettiamo che
Marco era assicurato con l’Ars Humano.
Era stato
ricoverato nell’ospedale Centro Hospitalario UCE, noto anche come
l’”Oncologico” di San Pedro di Macoris.
Al riguardo
riferisce la sua socia Teresa Strusi quanto segue: “Quando la sua situazione si
è aggravata, la dottoressa che l’aveva in cura ha deciso di mandarlo a terapia
intensiva alla clinica Juan Carlos di Santo Domingo Este. Ci ha detto di
chiamare un’ambulanza e ci ha fornito un n. di telefono. Abbiamo chiamato e
dopo quasi un’ora è arrivata l’ambulanza. Erano le 7 di sera. Dopo qualche
chilometro il veicolo si ferma perché è finita la benzina. Il conducente va a
prenderla con una tanica. L’ambulanza era priva di aria condizionata. Marco
stava malissimo. Non c’era neppure l’ossigeno. Infine quando riprende la corsa,
scoppia una gomma. Insomma ha dovuto intervenire il 911 e Marco è arrivato
ormai esanime dopo quattro ore. La dottoressa della UCE non ha mai risposto
alle nostre chiamate, pur sapendo che eravamo noi a chiamare. Sono sconcertata
da questa esperienza e vorrei che non si ripetesse.
Dimenticavo l'ambulanza
anche se in quelle condizioni è costata 5.500 pesos.”
Marco era in preda
a una forte colica biliare. Sarebbe stata necessaria una colecistectomia.
Un’operazione relativamente semplice. Il quadro clinico si è complicato per il
ritardo dell’intervento chirurgico. Nel Centro Medico Juan Carlos non si è
proceduto al ricovero perché non sapevano niente del paziente e volevano
informazioni precise sulle sue condizioni. Ma come ha riferito la signora
Teresa, la dottoressa che lo seguiva nell’”Oncologico” di San Pedro non ha mai
risposto alle telefonate.
È così che si può
morire nella Repubblica Dominicana, a 59 anni ed essendo in possesso di
un’assicurazione relativamente buona. Con un servizio privato di ambulanza che
parte senza benzina e con rischio di scoppio ad ogni istante di una gomma, che
però non rinuncia per questo al pagamento a tariffa piena, con un ospedale che
ti lascia morire in corsia o perché non ci sono garanzie di copertura o perché
ritiene di non avere elementi per valutare il tipo di intervento e quindi il
prezzo dello stesso da comunicare all’assicurazione anticipatamente ai fini di
un’autorizzazione.
Marco Botti in
passato aveva avuto bisogno di un bypass in una gamba. L’assicurazione Humano
ha rifiutato la copertura per cui il connazionale ha dovuto recarsi in Italia
per l'esecuzione dell’intervento.
Ecco allora che in
questo caso vediamo tutti i punti controversi che affronta un connazionale che
risiede nella Repubblica Dominicana, quello di avere un’assicurazione sul
posto, di doversi rivolgere comunque all’assistenza sanitaria italiana, dei
tempi necessari per il riacquisto della tessera sanitaria in Italia, ecc.
Marco aveva in
Italia un fratello e la madre. A gennaio è rimpatriato ed è rimasto a casa
quattro mesi. Al suo ritorno lo si vedeva rigenerato. Non era uno che badava
alla sua salute, fumava molto e beveva qualche bicchiere in più, cose che
quando si superano i 50 anni dovrebbero essere limitate. Comunque intorno al
suo decesso possiamo notare tanta sfortuna sì, ma anche delle situazioni di cui
bisogna tener conto.