Lo ricordiamo in
Striscia la Notizia fino alla fine degli anni ’80. Poi la sua scomparsa dalla
ribalta.
Per circa 10 anni è
vissuto da noi a Juan Dolio.
Si trasferì nella
Repubblica Dominicana nel 1991 convinto di avere pochi mesi di vita. Il
verdetto dei medici era stato perentorio. Una patologia terminale lo avrebbe
portato in breve tempo alla morte. D’accordo con la moglie vendette quasi tutto
e la famiglia, entrambi i coniugi e il figlio si sitemò a Juan Dolio, nell’Albatros.
La morte però non
si fece avanti, anzi ogni giorno stava meglio. Non è la prima volta che
succede. Conosco almeno due anziani connazionali che definiti come spacciati
dai medici, si ripresero in poco tempo e “vissero a lungo e felici e contenti”.
Indubbiamente l’aria e il clima dei Caraibi hanno delle capacità rigeneranti.
A un certo punto
moglie e figlio rientrarono in Italia e Raffaele rimase qui da solo. Aprì un
ristorante e un giorno una cliente gli chiese una pigna colada. In quel momento
si accorse di essere nel paese sbagliato. Tornò in Italia e riuscì ad avere una
parte in un film di Paolo Sorrento. La sua attività lavorativa di attore e
comico ebbe così una ripartenza.
La parentesi dominicana: alcuni anni sabbatici, un
periodo felice della sua vita…
Ecco come lo ricordano i connazionali:
“Si, lo ricordo all'Hamaca di Boca Chica e al Jaragua di
Santo Domingo. Era un assiduo frequentatore dei casinò.
“Aveva una pizzeria”
“È stato anche un periodo a Las Terrenas.”
“Dipingeva quadri a Boca Chica.”
“L'ho conosciuto all'Albatros, a Juan Dolio, in quegli
anni, persona molto socievole.”
“Ragazzi, certo che lo ricordo . Era un sostenitore (senza
farsi pubblicità) del progetto Roberto di Roberto Danese a Sabana grande de Boya
dove si salvavano ed educavano bambini diseredati a migliaia. Un grande buon
personaggio Italiano che non dovremmo dimenticare mai.”