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lunedì 6 marzo 2023

Guerra russo-ucraina: guerra di conquista come ai vecchi tempi?

 



Di questi giorni nessuno stato varca i confini di un altro per espandere il proprio territorio. Si tratterebbe di una scelta molto costosa in termini economici e di vite umane. Comunque se dovesse capitare qualcosa del genere, chi si assume i costi e i rischi di tale aggressione o di combatterla a oltranza dovrebbe avvalersi di un sistema di reclutamento militare obbligatorio perché i mercenari e i militari di carriera non si presterebbero a diventare carne  da cannone. E questo è proprio il caso della Federazione Russa e dell'Ucraina. Dopo un anno di ostilità, si contano già centinaia di migliaia di soldati morti da una parte e dall'altra, si vedono camion che caricano con le gru cadaveri uniformati e li scaricano in fosse comuni.

Alla base di tutto non c'è però una volontà di acquisizione con la forza da parte della Russia dei territori di un paese straniero. C'è invece il concetto di “patria” che anche a noi italiani ha provocato negli ultimi 150 anni moltissimi lutti. Entrambi i belligeranti combattono per la “patria”: da una parte gli ucraini perché la Crimea e le regioni annesse alla Russia recentemente fanno parte del suo territorio, dall'altra i russi perché gli abitanti di queste regioni sono etnicamente russi e il loro diritto di mantenere la lingua e la cultura russa era stato rimosso dal governo ucraino ed era in corso una sorta di pulizia etnica tipo quella cui ci hanno abituato a suo  tempo i popoli dell'ex Jugoslavia.

Siamo in presenza, quindi, di una guerra “giusta” per entrambe le parti. Avrà ragione chi si imporrà militarmente, visto che le trattative non servono come dimostrano gli Accordi di Minsk, ignorati dagli ucraini.

Ci sarebbe da verificare attentamente se questa è una guerra vera e propria o una specie di guerra civile.

Ai posteri l’ardua sentenza…